Come Big Pharma ha Truccato i Dati sull’Efficacia del Siero. Arrendersi All’Evidenza.

4 Marzo 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il nostro Arrendersi All’Evidenza commenta un articolo pubblicato da Epoch Times, di cui vi offriamo nella nostra traduzione l’incipit, rimandando chi è interessato all’originale. Buona lettura e diffusione.

“I ricercatori sostengono che gli errori e le manipolazioni dei dati clinici del vaccino COVID-19 di Pfizer e Moderna hanno esagerato l’efficacia del vaccino e sottovalutato gli eventi avversi.

Mentre la maggior parte degli studi clinici valuta gli effetti di un farmaco dal giorno in cui viene somministrato, questi vaccini a base di mRNA COVID-19 non vengono valutati dal primo giorno in cui vengono somministrati. Viene scelta una data successiva, che gonfia l’efficacia e la sicurezza percepite del vaccino, dicono i ricercatori.

Questo potrebbe far sì che un vaccino inefficace – un vaccino COVID con efficacia pari a zero – abbia un’efficacia percepita fino al 48%, ha dichiarato il 26 febbraio il ricercatore Raphael Lataster, citando un documento di cui è co-autore il professor Peter Doshi dell’Università del Maryland”.

***

A commento di un articolo su The Epoch Times

Raphael Lataster – citing a paper co-authored by professor Peter Doshi from the University of Maryland.

La terapia genica SPERIMENTALE a base di mRNA MODIFICATO (successivamente prodotto con una variante di processo che l’ha CONTAMINATO oltre i limiti ammessi di dsDNA), spacciata IMPROPRIAMENTE per vaccino, è responsabile di non pochi eventi avversi, SOTTOSTIMATI negli studi clinici dai quali è dipesa l’autorizzazione CONDIZIONALE dei prodotti poi somministrati (dietro “consenso informato”).

Gli eventi avversi sono stati sottostimanti, manipolando le referenze dei partecipanti allo studio (escludendo anche alcuni decessi) e quindi vantando una SICUREZZA che non c’è (e poi lo si è visto!).

Ma anche l’EFFICACIA asserita è risultata gonfiata, perché per dire efficace il preparato si è scelto di non considerare i primi giorni dopo la somministrazione (ovvero una positività al COVID-19 contratta nei primi giorni dall’inoculo rientra nell’essere dei non vaccinati).
Negli studi di Pfizer si è vaccinati una settimana dopo la seconda dose e in quelli Moderna due settimane dopo.
In altre parole il “tempo zero” prescelto è favorevole ad aumentare la percezione di efficacia.

Questo incerto criterio nel distinguere individui vaccinati e non vaccinati porta anche un vaccino che è totalmente inefficace ad avere fino a un 48% di efficacia percepita, salendo fino al 67% nelle condizioni reali (che non sono quelle dello studio clinico). Una fetta di popolazione “parzialmente vaccinata” rimescola pesantemente i dati del numero di infetti.

Dal momento che la popolazione più anziana è quella più probabilmente soggetta alla vaccinazione perché maggiormente a rischio di infezione, in quella fascia possono esserci i maggiori problemi tra efficacia percepita e reale del “vaccino”.

Quando iniziarono ad essere praticate le iniezioni c’era un picco di virulenza che ha portato a generare un’immunità naturale al virus in contemporanea alla pratica vaccinale: questo ha indotto ad attribuire meriti eccessivi alla vaccinazione quando i casi sono diminuiti.

Hanno salvato o no milioni di vite? Hanno almeno ridotto i casi più gravi, necessitanti di ricovero in terapia intensiva?

Quel che è certo è che il criterio con cui un “vaccinato” è stato definito tale, è stato utile a far percepire un successo quel che non lo era, fermo restando che il criterio stesso di positività risente del fattore di attendibilità del tampone, che ha portato Pfizer, nel suo studio clinico, a dichiarare 3410 casi di COVID-19 sospetto e non confermato, divisi equamente tanto tra i trattati, quanto tra i riceventi placebo.

Allora, l’oltre 90% di efficacia asserita a motivo di 850 casi di COVID-19 su 22000 riceventi placebo e solo 80 su 22000 tra i trattati è evidentemente affetto da troppe variabili, tutte pendenti dalla parte che faceva comodo.
Se i 3490 casi sospetti (accantonati) fossero stati COVID-19, ripartendoli tra il gruppo placebo e i trattati, l’efficacia risultante dallo studio si ridurrebbe drasticamente, anche al di sotto del 50% che è il minimo per ottenere un’approvazione del medicamento.

Sul versante della sicurezza (sovrastimata) invece ha inciso nei conteggi l’aver considerato per non-vaccinati individui che hanno accusato eventi avversi tra il momento della somministrazione e il time-zero (diversi giorni dopo) stabilito per dirli vaccinati: quindi se stavano male non erano vaccinati, ma poi se non si ammalavano erano vaccinati.

Notare: se un partecipante al trial moriva dopo la somministrazione il suo caso non era registrato, perché i ricercatori non l’avrebbero mai intervistato, raccogliendo il suo ruolino…
Oggi sappiamo che il 12% dei decessi post-somministrazione accade un giorno dopo l’inoculo.

Poi, fatto grave in uno studio, ai partecipanti che avevano ricevuto il placebo è stato dato il vaccino (per premiarli e no privarli di un ritrovato salvifico), eliminando di fatto il gruppo controllo per valutare effetti avversi a lungo termine… (quelli li sapremo presto dal mondo reale).

Nemmeno fossimo in una bisca con la roulette truccata… Ah, la scenzah!

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6 commenti

  • Federico ha detto:

    mentre su Stilum Curiae vengono opportunamente e doverosamente segnalati i provvedimenti (tardivi) di numerose autorità in relazione alle disastrose conseguenze del siero inoculato in modo a dir poco scriteriato a milioni di persone, cosa fa il governo italiano?
    Mentre scrivo continuo a non crederci neppure io: ha emanato 4 giorni fa una norma che finanzia per il futuro il green pass in totale obbedienza all’OMS, che, come sanno tutti, è un organizzazione non governativa.
    Di fatto consegna tutte le informazioni (anche riservate!) dei cittadini italiani a dei privati che vivono e risiedono in vari paesi del mondo!!!
    E l’opposizione cosa fa? Tutti zitti e plaudenti.
    La norma in questione è rappresentata dall’art. 43 Decreto Legge 19 del 2 marzo 2024.
    Un vero e proprio colpo di stato nel più totale silenzio del Parlamento e dei media.

  • arrendersi all'evidenza ha detto:

    Stilumcuriale emerito chirurgico nell’asportare la massa tumorale che ha ammalato la scienza.

    … anche l’algoritmo più preciso e perfetto può dare risultati inattendibili. Il credere ciecamente alle “previsioni” prodotte mediante sistemi di elaborazione di dati storici o di dati presunti riguardanti il futuro, anche in presenza di un sistema di elaborazione precisissimo e senza guasti è da poveri illusi o da creduloni deficienti, o da politici disonesti.

    Il risultato è sempre una simulazione che risponde alla domanda “che cosa potrebbe accadere se” non alla domanda “che cosa accadrà, in assoluto”.

    … un algoritmo può essere usato in modo deduttivo o in modo induttivo ed entrambi i modi necessitano di una verifica, perché non sono esenti da possibili errori.

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      La cura c’è però e si chiama feedback . In italiano retroazione o reazione negativa.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    I principi della logica e la “verità”.
    La logica cristiana è estremamente semplice : Sia il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno. (Mt 5,37) .
    Al sì e al no la logica umana aggiunge (giustamente, a parer mio) il se…allora e l’algoritmo.
    Un algoritmo è un procedimento logico–matematico che da una o più premesse deduce un risultato che può essere un valore numerico, un giudizio, un’azione materiale. L’algoritmo può essere utilizzato da un meccanismo naturale (cervello e sistema nervoso e muscolare umano) o da un meccanismo realizzato dall’uomo (ad esempio un computer associato e collegato ad un insieme di convertitori di energia, atti a far funzionare una macchina) .
    Nella logica umana il “si” e il “no” vengono detti “vero” e “falso” e il “maligno” viene detto “errore” . L’errore può essere intrinseco o casuale, ma il suo effetto maligno è quello di produrre un risultato falso anche se tutte le premesse sono vere.
    L’inesistenza o l’ignoranza di un algoritmo conduce il pensiero umano a produrre “fantasie” che possono riguardare qualunque cosa e su qualunque cosa può raccontare qualunque cosa vera o falsa che sia. E’ per esempio, la falsa realtà dei romanzi, ma anche quella di molte ideologie, di molte superstizioni, di molte presunte certezze, di molte “previsioni” , di molte paure e di molte speranze.
    Ma anche l’esistenza di un algoritmo corretto e funzionante può condurre a risultati sbagliati.
    Anzitutto, quasi mai il verificarsi di un evento dipende da una sola variabile indipendente. Quasi sempre, invece dipende da molte variabili e le modalità possono essere descritte da una funzione logica “and” oppure “or” .
    Se, ad esempio, un risultato R dipende da tre variabili A,B,C nel caso “and” noi diciamo che solo se A è vero, B è vero e C è vero, allora R è vero. Altrimenti se A o B o C è falso allora R è falso.
    Nel caso “or” noi affermiamo che è sufficiente che A o B o C o una qualsiasi loro combinazione sia vera perché R sia vero.
    Ad esempio se è provato che io esco volontariamente di casa solo se fa bel tempo, mi sento bene e ho una persona che mi accompagna, è sufficiente che una delle tre condizioni non si verifichi perché io non esca di casa. Ma in caso di necessità potrei uscire anche se una delle prime tre variabili è falsa. Chiamando “D” il caso di necessità il tutto si esprime logicamente dicendo che io esco di casa se A è vera, e B è vera e C è vera o D è vera . Ma se qualcuno vuole manipolare il mio comportamento potrebbe ad esempio con l’inganno farmi credere che io sto bene, anche se in realtà sto male, convincendomi ad uscire per poi magari morire per la strada.

    Nella realtà le variabili A,B , C,D possono essere assolutamente indipendenti o in qualche modo dipendenti una dall’altra, possono essere misurabili o no, possono essere casuali e imprevedibili o prevedibili, possono essere manipolabili ( se immesse manualmente da un uomo nel sistema) , possono essere errate per un guasto del dispositivo di rilevazione . Pertanto anche l’algoritmo più preciso e perfetto può dare risultati inattendibili. Il credere ciecamente alle “previsioni” prodotte mediante sistemi di elaborazione di dati storici o di dati presunti riguardanti il futuro, anche in presenza di un sistema di elaborazione precisissimo e senza guasti è da poveri illusi o da creduloni deficienti, o da politici disonesti. Il risultato è sempre una simulazione che risponde alla domanda “che cosa potrebbe accadere se” non alla domanda “che cosa accadrà, in assoluto”.
    Inoltre,un algoritmo può essere usato in modo deduttivo o in modo induttivo ed entrambi i modi necessitano di una verifica, perché non sono esenti da possibili errori.
    Il processo deduttivo procede dallo stato delle variabili indipendenti e per mezzo dell’algoritmo deduce il risultato. Accade però che spesso le variabili indipendenti non sono tutte note e correttamente valutate. Allora il ragionamento è basato su ipotesi e se una o più sono sbagliate anche il risultato sarà sbagliato, inevitabilmente!
    Il procedimento induttivo procede al contrario di quello deduttivo. Visto un determinato risultato si cerca di risalire alle “cause” facendo ipotesi su tutte le variabili che potrebbero averlo determinato. Ed è qui che si verificano gli errori più madornali, come gli errori giudiziari, ad esempio.
    La verifica può richiedere un rifacimento in un altro sistema ma certi errori grossolani si possono evidenziare anche col solo buonsenso. Un risultato che dicesse che domani il giorno durerà 25 ore non richiederebbe molti calcoli per verificare che è falso.
    Ora, giocare con i numeri e le parole può anche essere un bel divertimento, ma… se numeri falsi vengono dati per veri e provocano danni irreparabili allora non si tratta più di un gioco ma di pura criminalità come è accaduto nel caso del covid e dei vaccini.
    Chiedo scusa per la lunghezza ma non sono riuscito ad essere più sintetico.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    A rendere più amara tutta la vicenda contribuisce anche il fatto che anzichè essere perseguitati i datori dei numeri truccati sono perseguitati coloro che quei numeri non li hanno bevuti, come i “no vax ” che, dopo tutte le angherie subite, rischiano anche di essere multati.