Domande di un Monaco Eremita a Mons. Gaenswein e alle Memores di Benedetto.
2 Marzo 2024
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, un monaco eremita che non conosciamo, A.F., ci ha inviato questo messaggio che ci sembra interessante portare alla vostra attenzione. Buona lettura e meditazione.
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Gent.mo dott. Tosatti
sono ormai anni che vedo protrarsi le opposte
fazioni circa l’effettiva rinuncia di papa Benedetto e la legittimità dell’elezione di papa Francesco.
Ormai i fiumi di inchiostro spesi per la distinzione munus e ministerium, tra date e orologi vari… hanno effettivamente stancato molti.
Tenendo conto che a mio parere lo stile e la correttezza e precisione di pensiero di papa Ratzinger mai gli avrebbero suggerito di percorrere strade fatte di sottili espedienti e astuzie similgiuridiche non dettati dalla fede ma da una strategia semplicemente umana, avrebbero messo a repentaglio l’unità della Chiesa, vorrei porre invece la questione su un versante sul quale stranamente non ho visto mai (potrei sbagliarmi) aprirsi un dibattito.
Cerco di esporre la questione in brevi e spero chiare parole.
Partiamo dal dato di fatto che Ratzinger concelebrò con papa Francesco come celebrò quotidianamente nella sua residenza.
– Quando concelebrò con papa Francesco al momento del canone che formula usò ?
– Quotidianamente in unione con chi celebrava l’eucarestia, con se stesso o con papa Francesco?
Vi è la tesi (ipotetica e non dimostrata) di alcuni giornalisti che sosterrebbero che personalmente papa Ratzinger celebrava sempre in unione solo con se stesso non essendo in realtà emerito ma ancora effettivo e unico papa.
Che concelebrando con papa Francesco o avrebbe finto di concelebrare, o avesse usato nascostamente la formula “in unione con me umile tuo servo”, o peggio ancora si fosse prestato ad una concelebrazione che di fatto non era tale ma sacrilega essendo l’eucaristia sacramento dell’unità della Chiesa.
Un’altra precisazione che dovrebbe essere portata chiaramente in luce e dimostrata: con quale rito Benedetto XVI celebrava dopo la sua rinuncia?
A mio parere appurare questi aspetti chiedendo appositamente la testimonianza di mons. Ganswein, delle cinque memores che lo accudivano, e a coloro che hanno potuto partecipare alle sue ss. Messe non mi sembra impresa impossibile per giornalisti d’inchiesta che siano realmente tali e che su tali questioni non hanno (mi sembra) mai hanno approfondito cercando una risposta.
Un cordiale saluto augurando pace a tutta la santa Chiesa di Dio e a ciascuno dei suoi innumerevoli lettori.
p. A. F.
monaco eremita
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Tag: bergoglio, messa, ratzinger, unacum
Categoria: Generale
Sembra di rivedere “Prova d’orchestra” di Fellini. Attenzione! Anche qui qualcuno può farsi molto male.
A questo link:
https://isoladipatmos.com/la-questione-della-una-cum-in-comunione-con-chi-celebra-la-santa-messa-benedetto-xvi-ce-lo-testimoniano-tra-i-tanti-un-cardinale-e-un-presbitero-una-cum-famulo-tuo-papa-nostro-fra/
si legge:
“Per ragioni di ministero e attività editoriale, i confratelli redattori e io siamo in contatto con molti presbiteri, vescovi, membri della Curia Romana. Il nostro confratello Simone Pifizzi presbitero della Arcidiocesi di Firenze, che conobbe il Cardinale Joseph Ratzinger da seminarista ed ebbe modo di intrattenersi diversi giorni con lui quando da Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede fu ospite presso il loro seminario, ci ha informati di avere concelebrato con Benedetto XVI e il Cardinale Ernest Simoni l’11 febbraio 2017. Durante la sacra celebrazione, fatta con la editio typica missale romanum Sacti Pauli VI, giunto al punto del canone in cui si menziona il Sommo Pontefice, Benedetto XVI ha pronunciato queste chiare e precise parole:
.
«[…] in primis, quæ tibi offérimus pro Ecclésia tua sancta cathólica: quam pacificáre, custodíre, adunáre et régere dignéris toto orbe terrárum: una cum fámulo tuo Papa nostro Francisco …»
Perbacco sig. Ettore! Ma questa ,considerando l” attendibilità della fonte ( l’isola di Patmos) è una vera breaking news! (come dicono i più fini, quelli che ” sanno ” l’ inglese…) !
Sig. Ettore…mi viene il sospetto che a confezionar lo “scoop ” sia stato quel mattacchione di quel santo sacerdote, sa, quello a cui hanno sottratto il PC per inviare lettere farlocche a don Minutella , il ” Pinocchio di Patmos” , insomma..
Sig. Ettore, suvvia, non sia così bonuomo!
Dubitare di tutto e di tutti. Ovviamente a turno. Democraticamente. 🤣🤣🤣
Per fugare ogni dubbio può essere di qualche aiuto una consultazione regolare degli illuminanti contributi di Artemio Brindolo e della professoressa Bernarda Benvenuta. Di quest’ultima ho avuto recentemente occasione di leggere l’articolo ‘Sulle vie di don Ariel e padre Dixan: codici occulti nell’isola di Patmos’, nel trimestrale ‘La cincia di Cionci’ I,1 (gennaio-marzo 2022), pp. 32-57.
Il tipico commento istrionico che guasta un blog serio. In altre parole c’è un accordo tacito di chi dice battute cattive sotto forma di humor stupido dando spazio a chi spesso rivela la sua irriverenza verso Dio con la scusa di una patologia mentale che è invece morale. Tuttavia è molto di più: è l’alleanza fra chi disconosce il rispetto umano e chi denigra ogni genuina espressione dell’intelletto umano e della sua fede. Un falso comico e un falso pazzo.
e una Peppina autentica
L’espressione di Bergoglio in questa famosa fotografia vale mille suoi discorsi.
Il Vicario di Cristo ha un compito fondamentale da assolvere, ricevuto direttamente da Gesù: si tratta di sovrintendere al gregge, vigilando per il suo bene.
Questo ruolo avviene all’interno della Chiesa, che è di Cristo (sua sposa): il Papa è dentro la Chiesa, non sopra.
Infatti Cristo, vero Dio e vero uomo, rappresenta il modo di porsi di Dio a beneficio delle creature, svuotandosi delle sue prerogative e facendo questo per poterle trascinare a sé.
Il pastore-vicario è fedele se sta nel mondo senza essere del mondo, cioè conscio che il Regno che conta e al quale tende non è di quaggiù, ma sale al Padre, da cui discende. Lo Spirito Santo interviene a consolare ogni afflizione che subentra nel cammino, ma anche a dare fortezza e sapienza nella lotta inevitabile contro il Male, cioè la logica che ispira i lupi che si aggirano intorno.
Il Padre, il Figlio (Verbo incarnato nell’ipostasi) e Spirito Santo sono un solo Dio e non discutono tra loro il da farsi, magari prevalendo a seconda del tempo: in Dio tutto è ETERNO. Nel tempo delle creature invece no.
Un vicario di Cristo vero, possibilmente santo, ascolta da Dio esattamente quello che Gesù, figlio, ascolta dal Padre. Lo Spirito Santo è stato inviato da Dio a confermare la stessa fedeltà, consolando nella prova.
Quando il pastore-vicario si trova nella prova, quel che conta non è ciò che pensa il mondo, ma quello che pensa Dio. La debolezza e la stoltezza secondo il mondo possono essere in realtà la fortezza e la sapienza di Dio.
Il Cristianesimo (la missione della Chiesa) consiste nella partecipazione della vita divina all’uomo, mediante Cristo, l’uomo-Dio. Essere salvati coincide con l’essere divinizzati, ricevendo la grazia di Dio, che è la vita divina.
A questo punto avviene il fatto decisivo, cruciale: la croce. Dio avrebbe potuto divinizzare l’uomo senza bisogno della croce?
Teoricamente sì: poteva bastare l’Incarnazione.
Tuttavia i fatti dicono che non bastava e -nella pienezza del tempo- c’è voluta la redenzione, la quale non è terminata, ma (nel nostro intendere il tempo) perdura.
La croce redime perchè l’opera di Cristo non si è limitata all’incarnazione, ma è salita sulla croce. La beata Vergine Madre, creatura specialissima, ha permesso che Dio fosse figlio dell’uomo, ma da mamma ha sofferto tutto il dolore del figlio, accompagnandolo al Calvario.
La sua pienezza di grazia, che nasce dall’Immacolata Concezione, l’ha portata ad essere assunta in cielo in anima e corpo: è la Madre della Chiesa.
Dio avrebbe potuto divinizzare anche senza la croce, ma nel disegno di Dio non è andata così ed è impossibile altrimenti. Così anche la Piena di grazia è Mater dolorosa, della spada che le ha trafitto l’anima.
Allora se la volontà di Dio è quel “mezzo” lì, Cristo morto e risorto, la croce è necessaria dal punto di vista di Dio.
Tutta la creazione era destinata a quel passaggio (la croce di Cristo), per volontà di Dio. La croce è cruciale: senza quello tutto crolla. Tutto si appoggia lì. Fu voluta da Dio fin dalla creazione, non dopo.
Perchè la creatura possa salire al Cielo serve qualcuno che dal Cielo scenda. L’incarnazione è un discendere da Dio che risale a Dio, ricapitolando ogni cosa in Lui, il creatore dell’Universo. In questo transito, Cristo, vero uomo e vero Dio, si svuota fino a morire.
Può svuotarsi chi è la Pienezza, il Tutto? Può morire chi è la vita? A che serve essere pieni di grazia per patire il dolore di una morte tremenda e infamante, in croce?
La croce rimane nella fisiologia di Dio, espirazione ed inspirazione, sistole e diastole. Dio non ne resta depauperato (impoverito): noi ne siamo arricchiti.
Nell’umiliazione, nel morire a se stessi, c’è il passaggio decisivo per poter entrare nel regno vero, che non è di questo mondo. Un luogo che non sarà accessibile a chi bestemmia lo Spirito Santo.
Un pastore-vicario ha a cuore solo questo per il gregge.
I lupi cercano invece di papparsi ogni pecora, portandola ragionar di mondo. In Dio il tempo è un fattore molto relativo, perchè la prospettiva è eterna, la posta in gioco l’eternità.
Perciò non bisogna giudicare con il metro terreno. Bisogna pensare al vero bene. Al respiro di Dio, ad essere inspirati in Lui, senza limitarsi a sospirare per i fasdidi e le prove, che sono necessarie.
Mi dispiace ma dire che Benedetto “si fosse prestato ad una concelebrazione che di fatto non era tale ma sacrilega essendo l’eucaristia sacramento dell’unità della Chiesa” è un errore: bergoglio (che ha tolto dal messale vicario di Cristo e si firma solo francesco) si è auto scismato dalla Santa Chiesa in quanto antipapa eletto in conclave illegittimo e in quanto distruttore della Santa Chiesa. Pertanto non c’è stato nessun sacrilegio perchè egli non è parte della Chiesa Cattolica; in dieci anni ha ben definito la sua falsa chiesa mondialista, sincretista, parte del nuovo ordine mondiale massonico anticristico.
Si è AUTO SCISMATO…pfff hahaha 🤣🤣🤣🤣
Non credo, per autoscismarsi, dovrebbe prima dimostrare, documenti alla mano, di essere stato almenoordinato.
Non credo, per autoscismarsi, dovrebbe prima dimostrare, documenti alla mano, di essere stato almeno ordinato.
Se all’autore dell’articolo sta davvero a cuore la Questione, viene spontaneo chiedersi il perché non sia proprio lui ad esporre di persona i propri dubbi a Mons. Gaenswein ed alle Memores, o magari incaricare qualcuno di sua fiducia a farlo… visto e considerato, da quanto scrive, di non dare alcun credito al giornalista menzionato ( di cui non cita neanche il nome!) ed al suo lavoro svolto fin’ora. Forse potrebbero rivelarsi utili all’autore dell’articolo i famosi registratori… o, arrivati a questo punto, chissà quale altro tipo di prove… ma siamo tutti così sicuri, lui per primo, che anche queste gli basterebbero?!!! In ogni caso avrebbe assicurate le preghiere di tanti fedeli affinché la sua personale ricerca produca buoni frutti!
Le domande che lei pone, gentile eremita che merita un commento gentile, dimostrano che anche lei fa parte della schiera di coloro che hanno fortissimi dubbi sulla validità di Bergoglio, anche se non si riconosce nelle “fazioni”. Anch’io cerco di non essere fazioso, ma almeno un merito a coloro che dal mainstream vengono definiti esagitati bisogna riconoscerlo: tenere viva la questione, che altrimenti sarebbe presto finita nel dimenticatoio. E, aggiungo io, anche dimostrare falsa l’affermazione di taluni che Bergoglio sarebbe Papa nonostante una elezione invalida, grazie alla sanatio dell’accettazione universale. No, non è stato riconosciuto universalmente come Papa, grazie a Dio… Conosco diversi preti che celebrano la Messa Una Cum ma con riserva mentale. Ho ricevuto la testimonianza orale di un cardinale, che pubblicamente non si è pronunciato ma che con me si è espresso confidenzialmente, sul fatto che la validità di Bergoglio sia estremamente dubbia. E così via. Lo Spirito Santo non fa mancare il sensus fidei alla sua Chiesa, illuminando con il dono della sapienza tutti coloro che sono disponibili alla sua illuminazione perché amano Dio.
Un caro saluto e preghi per me. Io farò altrettanto per lei.
E questo cardinale aveva intenzione di fare qualcosa per appurare se l’elezione di Francesco sia valida, e quindi tutti i suoi atti di governo e nomine cardinalizie, e quindi il prossimo conclave?
Gracias a esto, LA DIVINA PROVIDENCIA HA PRESERVADO LA CÁTEDRA DE SAN PEDRO DE TODO ERROR. LA SEDE PETRINA ESTÁ, POR TANTO, VACANTE DESDE EL 31 DE DICIEMBRE DEL AÑO 2022 Y DEBE PROVEERSE, QUAM PRIMUM, A SU PROVISIÓN POR LOS CARDENALES LEGÍTIMOS.
A tenor de los cánones 185 y 189, párrafo 3, la renuncia del Papa Benedicto XVI es nula. En efecto, según el canon 185 no puede recibir el titulo de emérito aquel cuya renuncia no exige aceptación, es decir uno sólo, que no puede otro más que el Papa.
Según el canon 189, párrafo 3, la renuncia que no necesita aceptación ” quae acceptatione non indiget effectum sortitur communicatione renunciantis ad normam iuris facta”. Por tanto, dado que la renuncia de Benedicto debía surtir efecto el mismo día 11 de febrero del año 2013 y fué aplazada, contra la norma del Derecho, y dado que, según el canon 185, el Papa no puede ser emérito, su RENUNCIA ES TOTALMENTE NULA E INVÁLIDA. EL MISMO PAPA NO ESTÁ POR ENCIMA DE LA LEY CANÓNICA Y SI NO LA CAMBIA, DEBE AJUSTARSE A ELLA.
Lee el libro de Artemio Brindolo y encontrarás numerosas respuestas al problema que planteaste.
Semel autem facta renuntiatione et Ecclesiae quovis modo a Romano Pontifice communicata, officium Romani Pontificis vacat.
INSTITUTIONES IURIS CANONICI vol I, Mathaeus Conte a Coronata, O.M.C. TAURINI, MCMXXXIII
Ma il dottor Cionci cosa vuole dire esattamente con i suoi video e i suoi scritti? Qualcuno, dicono un tale Artemio Brindolo di Soriano nel Cimino (ma non si sa con certezza se si tratti davvero di costui), avrebbe avanzato il sospetto che vi sia un Codice Cionci: il dottor Cionci, sostiene, si esprimerebbe per enigmi, e lo farebbe per segnalarci che si trova a operare in comunicazione impedita. Secondo il Brindolo un’eventuale smentita da parte del dottor Cionci andrebbe considerata essa stessa un atto compiuto in comunicazione impedita e dunque non smentirebbe nulla. Su ogni intervento del dottor Cionci, a partire dal suo apprezzato romanzo, graverebbe questa ipoteca. La tesi, tutta da confermare, è in sé molto interessante, perché farebbe pensare che il romanzo cionciano abbia in realtà il valore di un S.O.S. autobiografico. Pare che il Brindolo stia ultimando al riguardo un volume di oltre mille pagine dal titolo Codice Cionci.
Oddio!!! Pure Brindolo vuole aggiungere confusione a confusione!!!
Mi vedo costretto a correggere alcune inesattezze scritte nel commento di Nathan: 1) Il mio non è un saggio su Cionci, bensì sulla scuola di pensiero cionciana: oltre metà del mio libro è dedicata alle tre principali forme di cioncianesimo, soprattutto alla prima (il ‘munus-ministerismo’). 2) Il titolo del volume non sarà ‘Codice Cionci’, ma ‘Chi dice ciance?’ (sottotitolo: ‘Viaggio nell’esoterismo cionciano’). Ciò puntualizzato, molto distintamente vi saluto.
Eolo, Pisolo, Brontolo e Brindolo….
Vada per l’ Artemio, ma uno che si chiama Brindolo non può scrivere volumi su temi impegnativi…
E poi i titoli : ‘Chi dice ciance ? ” ” Viaggio nell’esoterismo cionciano “….ma cos’è un reportage del ” Papersera ” scritto a quattro mani con Paperoga ?
Gladio cionciano, leggi il libro del Brìndolo e poi potrai ironizzare a piacere, sul Brìndolo o sul Cionci (che forse son della stessa pasta).
— ma uno che si chiama Brindolo non può scrivere volumi su temi impegnativi… — (Gladio). Giusta sentenza: infatti il cioncismo e le cioncerie non sono un tema impegnativo 🥳
Dalla foto si evince che è giunto il tempo degli Augusti…di seguito vi si aggiungerà il tempo dei Cesari. Torneremo in breve alla Tetrarchia del 293…” Far e disfar xe tuto un laorar “.
Qualcuno si è domandato come papa Ratzinger scegliesse i suoi collaboratori.
Nessuno sembra aver osservato che la declaratio di cui tanto si discute fu pronunciata dopo la morte del cardinal Martini. E nessuno dei collaboratori scelti da Ratzinger era dell’area gesuitica.
Mi sembra di ricordare che Ganswein fu scelto dopo che Ratzinger ascoltò una sua conferenza (in ambito Opus Dei). Ratzinger apprezzò la chiarezza di idee e la capacità di sintesi di quello che sarebbe diventato il suo segretario. Bertone era un salesiano e quindi forse poteva sembrare indipendente dai gesuiti. Che questo non bastasse per essere un buon segretario di stato chiaramente nessuno poteva prevederlo.
Ma si, dai, munus, ministerium… non stiamo a spaccare il capello in quattro. Ma si, fiumi di inchiostro…cosa volete che sia. In fondo siamo davanti alla apocalisse nucleare scatenata dagli indemoniati che ci governano e ancora perdiamo tempo a discutere e scrivere di chi sia veramente il vicario di Cristo, cioè di Dio. Se un eremita ancora non capisce che la vera Apocalisse è questa della Chiesa di Cristo e non l’altra, siamo, anzi siete messi proprio male.
Domande molto interessanti…
In attesa di una risposta da parte degli interpellati, vorrei anch’io rivolgere qualche domanda all’autore dell’articolo. Premessa a scanso di equivoci: non sono domande tendenziose o polemiche, ma sofferte per undici lunghi anni
Lei scrive che “i fiumi di inchiostro spesi per la distinzione munus e ministerium, tra date e orologi vari… hanno effettivamente stancato molti”.
Perchè non si limita a dirsi stanco lei? O a dire almeno perchè le pare così fastidiosa la distinzione (che c’è)?
Lei giustamente scrive che “a mio parere lo stile e la correttezza e precisione di pensiero di papa Ratzinger mai gli avrebbero suggerito di percorrere strade fatte di sottili espedienti e astuzie similgiuridiche non dettati dalla fede ma da una strategia semplicemente umana, avrebbero messo a repentaglio l’unità della Chiesa”…
E se uno invece ha un parere diverso dal suo? E ha capito che Benedetto non ha affatto messo a repentaglio nulla, ma anzi l’esatto contrario? E chi la autorizza a dire che non sarebbe stata la fede a dettargli il da farsi e lei lo attribuisce a strategia umana?
Lei ritiene che indurre milioni di cattolici a seguire un antipapa sarebbe un atto ispirato dalla fede? Fatevi curare cioncisti!
Si calmi e ragioni. Serve sempre.
Renzo, fa’ un’opera di misericordia prenotando per Miserere Mei una copia del saggio di Artemio Brindolo: lo aiuterà a ragionare limpidamente e gli chiarirà una volta per tutte le idee.
Non so onestamente chi ha stancato di più: Bergoglio o i seguaci di Cionci. Se la giocano, come per le elezioni in Sardegna, per una manciata di voti.
Chiedo scusa se la stanco. Mi ignori. Non cambia nulla.
Rettifico: la mia battuta era riferita ovviamente al pensiero o alle tesi, non alle persone verso le quali non intendo mancare del dovuto rispetto. Era una battuta per riflettere.
🤣🤣🤣🤣🤣
Mi dicono che su questa intricata questione (chi ha stufato di più? Bergoglio o Cionci e i cioncisti?) si trovino osservazioni decisive nel già citato volume di Artemio Brindolo.
Io dico messa in unione con l’Abbè Tosatti (pace e benedizioni su di lui)
M.to Rev.do Don Mariano, se ragioniamo in termini puramente umani, anche Gesù Cristo ha scelto collaboratori in modo alquanto infelice
In merito alle suore Memores Domini io sono in possesso di una testimonianza tramite un altra persona che fa emergere che queste suore non erano libere nel comunicarsi con altri, perciò difficilmente daranno testimonianza di informazioni sensibili per motivi di autoprotezione.
In riguardo a mons Ganswein cito un commento su telegram/Tosatti: “Un’intervista, Monsignor Gänswein, disse che Sua Santità Benedetto XVI NON citò mai nessuno nel Canone della Messa e questo perché un Papa nel Canone nemmeno il suo nome cita nel Canone della Messa ma dice in unione con me misero tuo servo. Su quanto detto da Monsignor Gänswein, fece un video il Dott. Cionci, ma proprio perché è il Dott. Cionci ad averlo fatto, quasi nessuno prestò ascolto a quanto detto da Monsignor Gänswein ed ancora si vanno a cercare conferme.”
Comunque, nel suo libro Mons Ganswein non è coerente con ciò che aveva detto prima della morte di Papa Benedetto XVI. Quale sarà la versione che usarà nel suo giudizio personale? Oppure non era libero di scrivere ciò che voleva?
Le risposte ci stanno.
Monsignor Gänswein disse in un’intervista che Sua Santità Benedetto XVI NON ha mai menzionato nessuno nel Canone.
Un Papa nel Canone nemmeno nomina il suo stesso nome ma solamente dice me misero tuo servo e quindi ciò conferma quanto detto da Monsignor Gänswein nell’intervista.
Le risposte ci stanno.
Monsignor Gänswein disse in un’intervista che Sua Santità Benedetto XVI NON ha mai menzionato nessuno nel Canone.
Un Papa nel Canone nemmeno nomina il suo stesso nome ma solamente dice me misero tuo servo e quindi ciò conferma quanto detto da Monsignor Gänswein nell’intervista di cui anche il Dott. Cionci fece un video in proposito
interessantissime considerazioni e eccellenti domande aperte caro monaco eremita .
Ma se crede di rivolgere le domande a Ganswein e di avere risposte oneste , temo lei si debba porre anche una domando in più : ma come sceglieva PapaBenedetto ,le persone di cui si circondava ? Da Ganswein a Bertone ??
Ben detto!!