Le Grazie, a Milano. Rincorrendo le Messe che Scappano…Benedetta De Vito.

10 Gennaio 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, la nostra Benedetta De Vito è in trasferta a Milano, e offre alla vostra attenzione quest’articolo…buona lettura e condivisione.

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Quando, per star con mio figlio, salgo su a Milano, Santa Maria delle Grazie, che fu il Mausoleo del Moro, diventa la mia chiesa e non soltanto perché, fin dalla prima volta, mi ci sono trovata  davanti e senza usare gugel maps e d’un tratto mi è apparsa così come è immensamente bella, color mandarino nel giorno che era ancora notte, ma anche perché il rito è romano e i padri domenicani mi fan correre il pensiero la mio caro Padre Pietro. E ora, dopo ciò che è accaduto proprio oggi lo so un poco di più e, se vi va di sentire come è andata, vi prendo per mano e con un saltello scendiamo giù insieme d’un rigo, oplà, e andiamo a cominciare.

Anche in questi giorni sono nel gran Milan per il mio figliolo e fin da subito, cioè l’altro ieri, ho rincorso le mie Sante Messe alle Grazie. La domenica ho preso la prima funzione del mattino, giungendo come sono solita fare nel piazzale quando ancora le stelle fanno capolino tra le coltri nere del cielo. Splende la Basilica nei suoi colori caldi e lucenti e buca cuore e notte.

Il lunedì, però, fatti i miei calcoli non sarei potuta andare alle otto per cause di forza maggiore e neanche a quella successiva per via di un appuntamento con una cara amica. E poi? Non sapevo quanto sarebbe durata la passeggiata con l’amica, né dove mi avrebbe portata a “conoscere un’altra Milano” e se sarei riuscita a prendere la Messa delle 12 e 30. Il pomeriggio poi sarebbe stato impossibile per un altro dovere e questo tutto mio. Sospiro. Pur già nel sacco a pelo (dove dormo quando sono quassù, felice come al campeggio…) e pronta a dormire, afferro il cellulare (che ho spento) e dopo averlo azionato di nuovo, comincio a picchiettare e a saltellare da un sito all’altro delle Chiese che conosco a Milano per trovare una Messa che possa incastrarsi tra i tanti impegni miei.

Ma, niente da fare, per un motivo o per l’altro le tante chiese (Sant’Ambrogio, San Satiro e altre che qui non elenco) sembrano essersi messe d’accordo  per chiudermi il portone sul muso. Mi arrendo, basta pesticchiare, e, in preghiera, affido tutto al Signore. Lui, sì, saprà far quadrare i conti in cui io mi perdo come in un gomitolo con cui han giocato i gatti di Daniela.

Il giorno dopo mi sveglio col pensiero che però scaccio, di non riuscire a trovare una funzione adatta a me. Chiudo la porta sul naso al tentatore scemo e confidando tutta nel Signore, so che Lui saprà condurmi e seppur piccola cosa, direte voi, per me è tanto importante. Senza il mio panis angelicus, come fare.. E, come sempre accade, è Lui che ha rimesso tutto in ordine (io nulla Lui tutto) e l’amica voleva mostrarmi proprio Corso Magenta (dove sono di casa).

Così dopo aver preso un caffè insieme, visto la Cattolica (nel senso di Università con i suoi stupendi chiostri pieni di verde), i pochi resti della villa di Massimiano, inneggiato insieme a San Maurizio (che conosco) ci troviamo alle 11 e 45 davanti alle Grazie. Guardo l’ora e le dico: “Perfetto, vado a Messa alle 12 e 30”. Lei mi chiede di accompagnarla un pezzettino, ma io ho una Compagnia più grande che devo e desidero  ringraziare. E mi perdo nella gioia delle Grazie del Signore nella mia gran Milan…

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