“Chi Ubbidisce alla Loggia non Può Ubbidire alla Legge”. Una Opinione, Seconda Parte.

4 Gennaio 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, ecco a voi la seconda parte del racconto di Una Opinione. La prima parte la trovate a questo collegamento. Buona lettura e diffusione.

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Ma oltre a queste qual´è la vera grandissima differenza? È che il secondo è entrato, a differenza del primo che pecca solo se si presenta l´occasione, in uno stato mentale che prima non aveva e in base al quale é disposto a compiere delle ingiustizie e questo permanentemente. Per non parlare poi dei casi in cui il “fratello” giudice non veda l´ora che arrivi l´occasione, anche a costo di essere ingiusto, di servire i propri “fratelli”, per dimostrare che si puó contare sempre su di lui … e che magari merita di salire uno scalino piú in sú di dove sta al momento. Insomma … è come se una persona, pur di raggiungere i propri obiettivi e quelli dei suoi “fratelli” e magari anche perché lá dentro “cosí fan tutti”, avesse firmato, fra tutti i comportamenti possibili, anche delle eventuali cambiali di peccato in bianco che verranno eventualmente incassate da chi gli sta sopra nella gerarchia della “fratellanza” ed il cui oggetto sará scelto di volta in volta a piacere da quest´ultimo o a secondo delle necessità (in pratica mette la propria volontà nelle mani di altri). Cosí facendo ha anticipato e messo in conto nella sua mente tutte le possibili ingiustizie di qualunque tipo che egli penserà che gli si chiederanno di fare e giá ha dato per scontato che le eseguirà o fará quanto in suo potere per eseguirle. E questo a differenza del giudice del Vangelo che è sí ingiusto ma che si è tenuto nella condizione di poter sempre retrocedere e che addirittura si è permesso di dire all´amico: “ Fa’ il tuo dovere e paga …”. Cosí non puó certamente rispondere il “fratello” giudice al suo capo di società segreta soprattutto se ha ricevuto da lui nel passato degli importanti favori.

E proprio qui che si rivela, secondo me, un ulteriore insegnamento indiretto e nascosto di questa parabola che si rivela di tutta attualitá: chi entra nelle società segrete impegnandosi giá a priori ad essere ingiusto (ingiusto perché favorisce sempre il proprio “fratello” non per meriti comportamentali moralmente superiori rispetto a delle persone esterne, ma perché tale) si mette in uno stato di grave peccato e questo permanentemente. Per questo, secondo me, il “fratello” che entra nel confessionale e vi esce con l´intenzione immutata di rimanere “fratello”, non ha nessuna possibilità di essere perdonato da Dio perché due sono le cose: o non dice niente della propriacondizione di “fratello” e quindi mente a Dio (confessione invalida perché in effetti non vi è nessun pentimento) oppure confessa tutti i suoi peccati a tal riguardo ma, persistendo nella sua scelta di adempiere tutti suoi “doveri in bianco”, non puó essere assolto dal prete (chiaramente …. mi immagino che se trovasse papa Francesco nel confessionale, riceverebbe la seguente risposta: “Non arrenderti …vai avanti …”). E lasciamo stare il caso in cui dall´altra parte del confessionale trovi un altro “fratello” pronto ad assolverlo da ogni suo peccato senza alcuna condizione. E questo fin quando non esce dal suo stato di peccato permanente e cioè fino a quando non decide di abbandonare per sempre la società segreta a cui appartiene e di dedicarsi ad amministrare esclusivamente il bene.

Mi immagino a questo punto che qualunque società segreta, soprattutto laddove il sentimento di “fraterna solidarietà” sia molto forte, possa molte volte veder spuntare al suo interno dei fenomeni di consorteria, che possono avere magari per oggetto anche delle attivitá illecite che mi immagino che possano arrivare in casi estremi a commissionare l´eliminazione fisica di individui scomodi cosí come l´omicidio di individui, dando l´ordine comodamente seduti in poltrona con giacca e cravatta, visto il legame speciale ma soprattutto discreto che in tal caso si costituisce fra i “fratelli” e che con il trascorrere del tempo si deve presumere diventi sempre piú forte e sempre piú impenetrabile a degli occhi esterni. Per non parlare poi di quando le società segrete diano particolare importanza all´esoterismo. Ma qui sorvolo per opportunità … ma se qualcuno ha voglia di approfondire un poco di piú la questione basta che legga le parole del Gran Maestro Di Bernardo che credo che si applichino anche alle società segrete e a cui io do un grandissimo credito:

https://www.corrispondenzaromana.it/la-massoneria-spiegata-in-tv-dal-gran-maestro-di-bernardo/ (da notare l´ultima frase riguardo all´iniziato: Non è che l’iniziazione lo rende immediatamente buono, ma nel Tempio ricorda sempre, che vi è lotta tra il Bene e il Male, e che deve seguire i princìpi della massoneria affinché il Bene prevalga sul Male”. Il fatto di mettere l´umanitá sotto la schiavitù modello credito sociale cinese di cui è un entusiasta sostenitore e che è sicuramente uno degli obiettivi del Diavolo su questa Terra, il Maestro a quanto pare lo considera facente parte del “Bene”.

https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/29380859/massoneria-gran-maestro-di-bernardo-stop-democrazia-uno-dio-cinese-pandemie.html

 

Conclusione riguardo alle società segrete (sempre secondo me): questa libertà religiosa che le società segrete sembrano concedere ai propri aderenti puó anche equivalere ad un abbandono della propria religione fino ad allora professata: chi aderisce alla società segreta e questo per qualsiasi motivo iniziale, abbandona molte volte di fatto il criterio di giustizia e di fratellanza cosí come intesa da Dio (e non è la giustizia un valore universale affermato da tutte le religioni che tendono al bene di tutti gli esseri umani senza alcuna distinzione? E che sotto questo aspetto si distinguono da quelle che promuovono l´iniquitá a favore dei pochi?) e adotta, soprattutto se ne inizia a condividerne i valori, il comportamento del giudice “molto iniquo” del Vangelo: di fatto non vedo come si possa piú considerare un praticante di una determinata religione (Gesú le chiamerebbe: “Anime tiepide”?; indicando in tal modo chi vive la propria religione come meglio gli fa comodo?). Se poi l´esoterismo è un punto cardine nella vita dalla società segreta e quindi di ogni suo aderente (non so … l´iniziazione si puó considerare una sorta di battesimo esoterico? Che chiaramente si differenzia dal battesimo cristiano?) allora il discorso assume tutto un altro aspetto: non è piú una “libertà di religione”, ma é, dopo aver scacciato dalla propria mente uno dei tratti fondamentale che è comune ad ogni vera religione (e cioè, secondo me, il promuovere lo sviluppo spirituale e materiale di ogni essere umano sul pianeta anche attraverso la carità e il rispetto dei diritti naturali indipendentemente dalla condizione in cui Dio l´ha fatta nascere), rimanendo in questo caso l´aderente solo a parole di questa o di quella religione, un´adesione ad un’altra religione (e di cui nessuno su questo mondo ne ha bisogno visto che la Veritá è stata portata da Gesú) ai cui precetti, e molte volte queste vengono formulati direttamente dai superiori per degli interessi particolari e personali e non tenendo conto di alcun principio di giustizia, dovrá comunque ubbidire anche qualora non li condivida. Cosí, mi pare di poter pensare, sarebbe il caso ipotetico di un “fratello” che dice di essere buddista, e che pur di ubbidire ai comandi provenienti dai superiori dalla propria società segreta inducesse con le sue parole ingannevoli, sapendo che sono dannosi o che sta nella posizione di non poter sapere che sono dannosi o evitando di chiedersi per comodità se possano essere dannosi per la collettivitá, altre persone ad iniettarsi il “vaccino”. Ed anche cosí sarebbe se un “fratello” cattolico, sempre in base ad ordini provenienti dalla società segreta a cui appartiene, negasse, e questo servendosi sempre della menzogna piú lucida, l´esercizio del libero arbitrio che Dio ha dato ad ogni essere umano e gettasse una sorta di anatema a chi volesse esercitare la scelta di non iniettarsi qualcosa in corpo che equivarrebbe ad una terapia genica e poi lui stesso si esentasse, magari anche attraverso uno show salinico, dall´iniettarselo.  

Per cui, ritornando alla domanda iniziale: visto che Henry Sire cita le parole di De la Cigoňa secondo cui papa Francesco “ … è un uomo con una mentalità di potere”, mi chiedo se Jorge Maria Bergoglio non abbia usato questa “scala mobile”, che alcune societá segrete certamente offrono a chiunque abbia ambizioni di potere, per salire nella gerarchia della Chiesa cattolica per poi farsi insediare al Suo vertice, ricambiando successivamente i favori che ha ricevuto con la distruzione della Chiesa al suo interno.

Ecco … il libro e l´autore citati non lo hanno detto e mi pare strano che il sig. Sire non ne abbia avuto alcun sentore. Perché se cosí fosse, la domanda sorge spontanea (in generale): se esistesse una persona in tale (per me) gravissimo stato di peccato permanente (e credo che il caso rimane per altra via dimostrato e questo in base ai suddetti ragionamenti che sicuramente sono stati fatti da altri prima di me … cosa che mi pare che sia stata affermata anche dal cardinale Ratzinger nel 1983) puó essere ancora considerata validamente Papa? E questo fin dalla sua elezione a pontefice se questo stato esisteva giá da allora (e quindi di arcivescovo, vescovo, ecc.)? Qui credo che bisognerebbe indagare ulteriormente.

 E termino il tutto immaginandomi che il capo … qualunque capo di una società segreta per ribattere a tutto ció potrebbe affermare: “Ma da Noi le persone non entrano per ottenere favori .. e neanche compiono ingiustizie … é sancito nel nostro statuto.”. Ebbene lo stesso Gesú risponde: “… dice il Deuteronomio parlando dei giudici e dei magistrati. Essi dovrebbero essere giusti e misericordiosi … ma, se sono giuste le parole della Legge, non sono altrettanto giusti gli uomini e non sanno ubbidire alla Legge”. E dunque, capisco io … cosí come è per gli uomini che dovrebbero servire la Legge cosí è certamente per moltissimi uomini (o forse tutti gli uomini?) che servono la Loggia.

Ad ognuno i propri pensieri.

Nota: non ho mai avuto accesso privatamente a documenti di società segrete di qualsiasi genere. Nel redarre questo scritto mi sono basato solo su scritti pubblicamente accessibili in internet e su deduzioni costruite dal mio intelletto/fantasia/immaginazione. Per cui quanto appena scritto è tutta una mia opinione.

Nota: e guarda caso il racconto dei due coniugi che credono alle parole di Gesú e che, nonostante l´apparente impossibilitá che si avverino le loro speranze, ritornano nel tempio per pregare ancora lo stesso giorno e i due giorni successivi, finisce cosí: “ (Gesú) …, alzando il capo ad osservare i pochi che lo seguono e i molti indifferenti od ostili che lo guardano da lontano, esclama tristamente: “Ma quando il Figlio dell’uomo tornerà, troverà forse ancora della fede sulla Terra?” …

ed inoltre (ai due coniugi):

“Io ve lo dico. Tornate ai vostri posti di preghiera e persistete oggi, domani e dopodomani ancora, e se saprete aver fede vedrete il mira­co­lo”.

Queste due frasi pronunciate circa duemila anni fa insegnano qualcosa a noi moderni?  È forse il caso di tornare, laddove non ci sia maggiore urgenza, ai posti di preghiera che erano occupati dai nostri antenati e che noi abbiamo abbandonato e questo prima che il “misericordiosissimo” papa Francesco li venda tutti con tutta la Chiesa per fare cassa?

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