“Chi Ubbidisce alla Loggia non Può Ubbidire alla Legge”. Una Opinione, Seconda Parte.
4 Gennaio 2024
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, ecco a voi la seconda parte del racconto di Una Opinione. La prima parte la trovate a questo collegamento. Buona lettura e diffusione.
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E proprio qui che si rivela, secondo me, un ulteriore insegnamento indiretto e nascosto di questa parabola che si rivela di tutta attualitá: chi entra nelle società segrete impegnandosi giá a priori ad essere ingiusto (ingiusto perché favorisce sempre il proprio “fratello” non per meriti comportamentali moralmente superiori rispetto a delle persone esterne, ma perché tale) si mette in uno stato di grave peccato e questo permanentemente. Per questo, secondo me, il “fratello” che entra nel confessionale e vi esce con l´intenzione immutata di rimanere “fratello”, non ha nessuna possibilità di essere perdonato da Dio perché due sono le cose: o non dice niente della propriacondizione di “fratello” e quindi mente a Dio (confessione invalida perché in effetti non vi è nessun pentimento) oppure confessa tutti i suoi peccati a tal riguardo ma, persistendo nella sua scelta di adempiere tutti suoi “doveri in bianco”, non puó essere assolto dal prete (chiaramente …. mi immagino che se trovasse papa Francesco nel confessionale, riceverebbe la seguente risposta: “Non arrenderti …vai avanti …”). E lasciamo stare il caso in cui dall´altra parte del confessionale trovi un altro “fratello” pronto ad assolverlo da ogni suo peccato senza alcuna condizione. E questo fin quando non esce dal suo stato di peccato permanente e cioè fino a quando non decide di abbandonare per sempre la società segreta a cui appartiene e di dedicarsi ad amministrare esclusivamente il bene.
Mi immagino a questo punto che qualunque società segreta, soprattutto laddove il sentimento di “fraterna solidarietà” sia molto forte, possa molte volte veder spuntare al suo interno dei fenomeni di consorteria, che possono avere magari per oggetto anche delle attivitá illecite che mi immagino che possano arrivare in casi estremi a commissionare l´eliminazione fisica di individui scomodi cosí come l´omicidio di individui, dando l´ordine comodamente seduti in poltrona con giacca e cravatta, visto il legame speciale ma soprattutto discreto che in tal caso si costituisce fra i “fratelli” e che con il trascorrere del tempo si deve presumere diventi sempre piú forte e sempre piú impenetrabile a degli occhi esterni. Per non parlare poi di quando le società segrete diano particolare importanza all´esoterismo. Ma qui sorvolo per opportunità … ma se qualcuno ha voglia di approfondire un poco di piú la questione basta che legga le parole del Gran Maestro Di Bernardo che credo che si applichino anche alle società segrete e a cui io do un grandissimo credito:
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Per cui, ritornando alla domanda iniziale: visto che Henry Sire cita le parole di De la Cigoňa secondo cui papa Francesco “ … è un uomo con una mentalità di potere”, mi chiedo se Jorge Maria Bergoglio non abbia usato questa “scala mobile”, che alcune societá segrete certamente offrono a chiunque abbia ambizioni di potere, per salire nella gerarchia della Chiesa cattolica per poi farsi insediare al Suo vertice, ricambiando successivamente i favori che ha ricevuto con la distruzione della Chiesa al suo interno.
Ecco … il libro e l´autore citati non lo hanno detto e mi pare strano che il sig. Sire non ne abbia avuto alcun sentore. Perché se cosí fosse, la domanda sorge spontanea (in generale): se esistesse una persona in tale (per me) gravissimo stato di peccato permanente (e credo che il caso rimane per altra via dimostrato e questo in base ai suddetti ragionamenti che sicuramente sono stati fatti da altri prima di me … cosa che mi pare che sia stata affermata anche dal cardinale Ratzinger nel 1983) puó essere ancora considerata validamente Papa? E questo fin dalla sua elezione a pontefice se questo stato esisteva giá da allora (e quindi di arcivescovo, vescovo, ecc.)? Qui credo che bisognerebbe indagare ulteriormente.
E termino il tutto immaginandomi che il capo … qualunque capo di una società segreta per ribattere a tutto ció potrebbe affermare: “Ma da Noi le persone non entrano per ottenere favori .. e neanche compiono ingiustizie … é sancito nel nostro statuto.”. Ebbene lo stesso Gesú risponde: “… dice il Deuteronomio parlando dei giudici e dei magistrati. Essi dovrebbero essere giusti e misericordiosi … ma, se sono giuste le parole della Legge, non sono altrettanto giusti gli uomini e non sanno ubbidire alla Legge”. E dunque, capisco io … cosí come è per gli uomini che dovrebbero servire la Legge cosí è certamente per moltissimi uomini (o forse tutti gli uomini?) che servono la Loggia.
Ad ognuno i propri pensieri.
Nota: non ho mai avuto accesso privatamente a documenti di società segrete di qualsiasi genere. Nel redarre questo scritto mi sono basato solo su scritti pubblicamente accessibili in internet e su deduzioni costruite dal mio intelletto/fantasia/
Nota: e guarda caso il racconto dei due coniugi che credono alle parole di Gesú e che, nonostante l´apparente impossibilitá che si avverino le loro speranze, ritornano nel tempio per pregare ancora lo stesso giorno e i due giorni successivi, finisce cosí: “ (Gesú) …, alzando il capo ad osservare i pochi che lo seguono e i molti indifferenti od ostili che lo guardano da lontano, esclama tristamente: “Ma quando il Figlio dell’uomo tornerà, troverà forse ancora della fede sulla Terra?” …
ed inoltre (ai due coniugi):
“Io ve lo dico. Tornate ai vostri posti di preghiera e persistete oggi, domani e dopodomani ancora, e se saprete aver fede vedrete il miracolo”.
Queste due frasi pronunciate circa duemila anni fa insegnano qualcosa a noi moderni? È forse il caso di tornare, laddove non ci sia maggiore urgenza, ai posti di preghiera che erano occupati dai nostri antenati e che noi abbiamo abbandonato e questo prima che il “misericordiosissimo” papa Francesco li venda tutti con tutta la Chiesa per fare cassa?
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Tag: loggia, una opinione
Categoria: Generale
Ottimo contenuto. Ma: REDIGERE, non redarre.
“Danke” – purtroppo da tempo non posso esercitarmi nella vita di tutti i giorni nella lingua italiana.