“Gli Una Cum? Al Rogo!”. Bergoglio Demolisce, come i Predecessori. Danilo Quinto.
30 Dicembre 2023
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Danilo Quitno, che ringraziamo di cuore, ci ha inviato queste riflessioni sullo stato della Chiesa, che offriamo alla vostra attenzione. Buona lettura e condivisione. E auguri di fine e inizio d’anno…
§§§
È il papa, ma non agisce per il bene della Chiesa. Non è il papa, perché Benedetto XVI si è dichiarato egli stesso in sede impedita. Bergoglio è, quindi, un usurpatore, eletto in un conclave invalido, condizionato dalla Mafia di San Gallo. È un falso papa. Satanista. Anticristo. Servo di Satana. Chi partecipa alla Santa Messa in cui, nel canone, viene citato, è suo complice. Come se potesse esistere una Chiesa senza gerarchia. Come se decidesse ciascuno di noi chi è papa e chi non è papa.
La verità è un’altra. Dall’inizio del suo pontificato, Bergoglio ha voluto demolire la Morale e la Dottrina cattolica nel solco tracciato da tutti i suoi predecessori, dal Concilio Vaticano II in poi. C’è chi l’ha fatto in maniera elegante e raffinata, lui lo fa in maniera sfacciata e grossolana, ma porta comunque a compimento un disegno promosso da altri – come egli stesso ha dichiarato correttamente più volte – con il concorso della Massoneria. Di quel fumo di Satana – di cui parlò Paolo VI in uno dei suoi rari momenti di resipiscenza – che impregna la Chiesa sin dal sorgere del Modernismo. Benedire il peccato, come fa il suo ultimo atto pubblico, Fiducia supplicans, con la benedizione in Chiesa delle unioni omosessuali – peraltro bistrattando coloro che vivono la condizione omosessuale senza consumare, in castità – è conseguenza di decenni e decenni nel corso dei quali la Chiesa, da Ancilla Domini, è divenuta Ancilla hominis. Con il risultato della scomparsa della dimensione spirituale nella vita degli uomini, che non riescono più a distinguere il bene dal male, a dare valore alla loro vita e alla loro morte, al peccato e al timore di Dio.
Del resto, se le religioni sono tutte eguali, che senso ha credere nel Dio che si è fatto Uomo e si è sacrificato per noi per liberarci dal peccato? Esiste, poi, il peccato?
Quando visita la Sinagoga di Roma, il 17 gennaio 2016, Bergoglio afferma: «Con questa mia visita seguo le orme dei miei Predecessori. Papa Giovanni Paolo II venne qui trent’anni fa, il 13 aprile 1986; e papa Benedetto XVI è stato tra voi sei anni or sono. Giovanni Paolo II, in quella occasione, coniò la bella espressione “fratelli maggiori”, e infatti voi siete i nostri fratelli e le nostre sorelle maggiori nella fede. Tutti quanti apparteniamo ad un’unica famiglia, la famiglia di Dio, il quale ci accompagna e ci protegge come suo popolo». Benedetto XVI, nella sua visita del 2010, aveva dichiarato: «Cristiani ed Ebrei hanno una grande parte di patrimonio spirituale in comune, pregano lo stesso Signore (…)». Gli ebrei, per il papa che si dichiarò emerito, non sono da convertire, come per Bergoglio, al quale, il 26 giugno 2016, sull’aereo che lo riporta a Roma dopo il suo viaggio in Armenia, un giornalista tedesco chiede: «Lei oggi ha parlato dei doni condivisi delle Chiese, insieme. Visto che Lei andrà, fra quattro mesi, a Lundt per commemorare il 500° anniversario della Riforma, io penso che forse questo è il momento giusto anche per non ricordare solo le ferite da entrambe le parti, ma per riconoscere i doni della Riforma, e forse – questa è una domanda eretica – per annullare o ritirare la scomunica di Martin Lutero o di una qualsiasi riabilitazione». Bergoglio risponde: «Io credo che le intenzioni di Martin Lutero non fossero sbagliate: era un riformatore. Forse alcuni metodi non erano giusti, ma in quel tempo la Chiesa non era proprio un modello da imitare: c’era corruzione nella Chiesa, c’era mondanità, c’era attaccamento ai soldi e al potere. E per questo lui ha protestato. Poi era intelligente, e ha fatto un passo avanti giustificando il perché faceva questo. E oggi luterani e cattolici, con tutti i protestanti, siamo d’accordo sulla dottrina della giustificazione: su questo punto tanto importante lui non aveva sbagliato».
Il 31 ottobre 1983, Giovanni Paolo II scrive al cardinale Giovanni Willebrands, presidente del segretariato per l’unione dei cristiani, ricordando il «teologo che, alla soglia del tempo moderno, ha contribuito in modo sostanziale al radicale cambiamento della realtà ecclesiale e sacrale dell’Occidente. Il nostro mondo fa ancora oggi l’esperienza del suo grande impatto sulla storia (…). È stato messo in luce in modo convincente il profondo spirito religioso di Lutero, animato da una cocente passione per la questione della salvezza eterna». Nello stesso anno, l’11 dicembre, Giovanni Paolo II si reca in visita ad un tempio luterano, così fa, il 14 marzo 2010, Benedetto XVI, che ad Erfurt, dice: «Il pensiero di Lutero, tutta la sua spiritualità erano completamente cristocentrici: “Cosa promuove la causa di Cristo” era per Lutero il criterio decisivo di ermeneutica per l’esegesi della Sacra Scrittura. Tuttavia, ciò presuppone che Cristo sia al centro della nostra spiritualità e che l’amore per lui, mentre viviamo in comunione con lui, sia la guida della nostra vita».
Qualcuno può chiedersi se la statua di Martin Lutero fatta collocare in sala Nervi da Bergoglio abbia qualche autorevole fonte a cui ispirarsi? Altresì, è lecito domandarsi se la trasformazione della Santa Messa da sacrificio incruento di Nostro Signore Gesù Cristo in cena luterana, abbia una qualche attinenza con la degenerazione prodotta molto tempo prima dell’elezione di Bergoglio?
Il 23 maggio 2016, Bergoglio incontra Ahmed al Tayeb, grande imam di Al Azhar. Un gesto di apertura simile a quello di Benedetto XVI, che a Istanbul, il 30 novembre 2006, entra nella Moschea Blu, accompagnato dal Gran Mufti di Istanbul Mustafa Cagrici e, toltosi le scarpe e calzate le pantofole come prescrive la religione islamica, attraversa gli spazi della moschea e si ferma per pregare davanti al al Mihrab, l’edicola islamica rivolta in direzione della Mecca, verso la quale indirizzano le loro preghiere i fedeli musulmani.
Attingendo dalle esperienze di Assisi 1986 e 2011 – quando, rispettivamente, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI convocano i rappresentanti di tutte le religioni e pseudo religioni mondiali per una giornata di preghiera sincretista – il 4 febbraio 2019, durante il viaggio negli Emirati Arabi, al termine della Global Conference of Human Fraternity, davanti a 700 capi religiosi, Bergoglio firma una dichiarazione insieme al Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Muhammad Ahmad al-Tayyib, massima autorità sunnita. La dichiarazione s’inchina di fronte ad un’altare pagano, la Fratellanza umana, che abbraccia tutti gli uomini, li unisce e li rende uguali, che ricorda la Fratellanza Universale di matrice massonica. Con l’intronizzazione della Pachamama all’interno della Basilica di San Pietro, avvenuta nel mese di ottobre 2019 – non è un caso che il castigo divino del Covid19 inizi poco tempo dopo – Bergoglio chiude il cerchio del concetto della libertà religiosa decretato dal Concilio Vaticano II, ma lo fa in continuità con i suoi predecessori. Anche loro hanno baciato il Corano. Anche loro si sono prostrati nelle moschee. Anche loro sono entrati nelle Sinagoghe senza richiamare alla conversione i loro interlocutori, come Gesù Cristo ha prescritto.
Nell’introduzione di un libro che rappresenta un tesoro di teologia – Quaecumque dixero vobis – Parola di Dio e Tradizione a confronto con la storia e la teologia, Lindau, 2011 – mons. Brunero Gherardini (1925-2017), tra i più grandi studiosi del Concilio Vaticano II, si sofferma sul Discorso alla Curia Romana che Ratzinger tiene il 22 dicembre 2005. Benedetto XVI afferma: «Il Concilio Vaticano II, con la nuova definizione del rapporto tra la Fede della Chiesa e certi elementi essenziali del pensiero moderno, ha rivisto o anche corretto alcune decisioni storiche, ma in questa apparente discontinuità ha invece mantenuto la sua intima natura e la sua vera identità». Quel discorso, che a parere di mons. Gherardini aveva un chiaro intento programmatico, suscitò molte reazioni, alle quali il papa risponde: «Tutto dipende dalla giusta interpretazione del Concilio, o – come diremmo oggi – dalla sua giusta ermeneutica (…). Due ermeneutiche contrarie si sono confrontate (…). L’una ha prodotto confusione; l’altra, silenziosamente, ma in modo sempre più visibile, ha portato e porta frutti». Il papa chiama l’una, ermeneutica della continuità e della rottura; l’altra, ermeneutica della riforma, del rinnovamento nella continuità. A parere di mons. Gherardini, le parole usate da Benedetto XVI «indicano un suo chiaro intento: quello di promuovere il Vaticano II. Mi pare, anzi, ch’esse riflettano un pensiero precedentemente e costantemente espresso. Sotto il nome di Ratzinger, infatti, – da quando, arcor giovane, fu coinvolto nel Concilio fin alle tappe succeessivamente percorse da docente universitario, vescovo, cardinale e papa – si cumulano varie decine d’interventi, scritti e orali, cui un “comune denominatore”, vale a dire la promozione del Vaticano II, conferisce unità e continuità». Ratzinger, ha mantenuto, rispetto al Vaticano II un giudizio sostanzialmente univoco, per Gherardini, che riporta – come egli dice – fior da fiore nell’ambito della vasta produzione ratzingeriana.
C’è di più. Il 20 novembre 2020, ai giovani riuniti ad Assisi, in occasione dell’evento The economy of Francesco, Bergoglio afferma: «L’attuale sistema mondiale è insostenibile, Urge una nuova narrazione economica, urge prendere atto responsabilmente del fatto che l’attuale sistema mondiale è insostenibile da diversi punti di vista e colpisce nostra sorella terra, tanto gravemente maltrattata e spogliata, e insieme i più poveri e gli esclusi (…). Abbiamo bisogno di un cambiamento, vogliamo un cambiamento, cerchiamo un cambiamento. Ci manca la cultura necessaria per consentire e stimolare l’apertura di visioni diverse, improntate ad un tipo di pensiero, di politica, di programmi educativi e anche di spiritualità che non si lasci rinchiudere da un’unica logica dominante. Se è urgente trovare risposte, è indispensabile far crescere e sostenere gruppi dirigenti capaci di elaborare cultura, avviare processi – non dimenticatevi questa parola: avviare processi – tracciare percorsi, allargare orizzonti, creare appartenenze. Ogni sforzo per amministrare, curare e migliorare la nostra casa comune, se vuole essere significativo, richiede di cambiare gli stili di vita, i modelli di produzione e di consumo, le strutture consolidate di potere che oggi reggono le società. Senza fare questo, non farete nulla». Attraverso il richiamo al concetto di transizione ecologica – così caro alle élite – e utilizzando lo strumento offerto dalla diffusione del virus da Sars-Covid-19, si propongono nuovi stili di vita, nuovi modelli di produzione e consumo, nuove strutture di potere, nuovi gruppi dirigenti. Un Nuovo Ordine Mondiale, insomma.
In termini molto più raffinati, di Nuovo Ordine Mondiale aveva già parlato – ancora più esplicitamente – Ratzinger, nell’ormai lontano 2001. Si trovava a Cernobbio, sul lago di Como, nell’hotel Villa d’Este, già sede, nel 1965 e nel 1987, delle conferenze del Gruppo Bilderberg, per il Seminario organizzato dallo Studio Ambrosetti. Tra i presenti: il padrone di casa, Giorgio Ambrosetti, Gianni Agnelli, il presidente della BCE Wim Duisenberg, l’allora presidente dell’UE, Romano Prodi, Shimon Peres, Henry Kissinger, Valery Giscard d’Estaing, Mario Monti, Giulio Tremonti, Giorgio Napolitano, membri dell’Aspen Italia. L’allora cardinale dice: «(…) Oggi ci troviamo in un secondo illuminismo, che non solo ha lasciato dietro di sé il “Deus sive natura” (di Spinoza), ma ha anche smascherato come irrazionale l’ideologia marxista della speranza e al suo posto ha postulato una méta razionale del futuro, che porta il titolo di Nuovo Ordine Mondiale e ora deve divenire a sua volta la norma etica essenziale. (…) Il Nuovo Ordine Mondiale, della cui necessità non si potrebbe dubitare, dovrebbe essere un ordine mondiale della razionalità. Fin qui tutti sono d’accordo». Ratzinger definisce addirittura il Nuovo Ordine Mondiale, norma etica essenziale. Essenziale a chi, viene da chiedersi? All’uomo, al quale Cristo, con la Sua morte in Croce, ha offerto l’unica possibilità di salvezza dalla dannazione eterna o alle strutture del potere di cui l’uomo si dota su questa terra, che sono tutte prive di qualsiasi ancoraggio spirituale e, quindi, etico e morale, perché appartengono al nemico di Dio? Il Nuovo Ordine Mondiale è il tentativo di un gruppo di uomini di privarsi di Dio e di sostituirsi a Dio. Se questa è la prospettiva che la Chiesa propone, è contraria alla volontà di Dio, il quale non ha creato l’uomo per renderlo servo di altri uomini e dei potentati terreni. L’ha creato a Sua immagine e somiglianza, libero, alla continua ricerca della Verità, della Parola del Cristo. Come diceva san Paolo «Siete stati comprati a caro prezzo: non fatevi schiavi degli uomini!» (1Cor 7, 23).
Bergoglio non è l’uomo dell’iniquità di cui parla San Paolo: «Vi preghiamo, o fratelli, per quanto riguarda la venuta del nostro Signore Gesù Cristo e il nostro adunarci con Lui, di non lasciarvi così presto turbare di animo o allarmare, per qualche rivelazione, qualche detto o qualche lettera a noi attribuiti, che presenterebbero come imminente il giorno del Signore. Che nessuno vi illuda in alcun modo. È necessario che prima si verifichi l’apostasia, si manifesti l’iniquo, il dannato, l’avversario, colui che si esalta al di sopra di tutto ciò che porta il nome di Dio o è oggetto di culto, fino a insediarsi nel tempio di Dio, e a proclamarsi Dio. Non ricordate come, quando ero tra voi, vi dicevo queste cose? E voi ben conoscete l’impedimento attuale, per cui l’avversario non può manifestarsi che nel momento assegnatoli. Il mistero d’iniquità infatti già esercita la sua azione nefasta; solo che c’è chi attualmente lo trattiene, fino a chie non venga tolto di mezzo. E allora l’iniquo si manifesterà, ma il Signore Gesù lo distruggerà col soffio della Sua bocca, l’annienterà con lo splendore della Sua venuta».
Bergoglio è il continuatore di un’apostasia all’interno della Chiesa – distruzione dell’ordine sovrannaturale (l’ecumenismo) e dell’ordine naturale (il liberalismo) – che è iniziata e si è sviluppata molto prima del 13 marzo 2013. Scriveva il futuro Pio XII quando era ancora Segretario di Stato di Pio XI, siamo negli anni ’50: «Noi andiamo ad assistere all’invasione di tutto ciò che è spirituale, la filosofia, la scienza, il diritto, l’insegnamento, le arti, la stampa, la letteratura, il teatro, la religione (…). Sento attorno a me dei novatori che vogliono smantellare la Sacra Cappella, distruggere la fiamma universale della Chiesa, rigettare i suoi ornamenti, darle il rimorso del suo passato storico (…). Verrà un giorno in cui il mondo civilizzato rinnegherà il suo Dio, in cui la Chiesa dubiterà come Pietro ha dubitato. Essa sarà tentata di credere che l’uomo è diventato Dio, che Suo Figlio non è un simbolo, una filosofia come tante altre, e nelle chiese, i cristiani cercheranno invano la lampada rossa dove Dio li attende, come la peccatrice piangendo davanti alla tomba vuota: dove l’hanno messo? (…). Sono ossessionato dalle confidenze della Vergine alla piccola Lucia di Fatima. Quest’ostinazione della Buona Signora davanti al pericolo che minaccia la Chiesa, è un avvertimento divino contro il suicidio che rappresenterà l’alterazione della fede nella sua liturgia, nella sua teologia e nella sua anima (…)».
Che Dio abbia pietà di noi! Santo Anno Nuovo!
(Nella foto: Giovanni Gasparro. San Nicola di Bari schiaffeggia l’eresiarca Ario. Olio su tela / oil on canvas, 100 X 120 cm, 2016.Vienna, collezione privata. Image copyright © Archivio Luciano e Marco Pedicini)
Il mio nuovo libro, appena stampato, s’intitola LA PORTA STRETTA. È dedicato all’esperienza degli esercizi spirituali di Sant’Ignazio di Loyola. La seconda parte riguarda alcune storie di martiti e convertiti. Il prezzo del libro è di 20 euro. https://www.daniloquinto.it/la-porta-stretta-2/ Chi vuole il libro può scrivere a pasqualedanilo.quinto@gmail.com o inviare un messaggio a 340.0727761.
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Tag: ario, danilo, eresia, nicola, quinto
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Omaggio al nostro Santo Padre Benedetto XVI nell’anniversario della sua nascita al cielo https://youtu.be/RCHeEcNNSzY?si=L8-BlfFiE4MEuKJN
Benedetto XVi non ha sostenuto né poteva sostenere il nuovo ordine mondiale ateo e agnostico ne è prova la famosa enciclica Caritas in Veritate che con i suoi principi non negoziabili certamente non fu un avallo al Nuovo ordine tant’è che gliela fecero pagare cara mandando un avvertimento mafioso annullando il sistema di pagamento mondiale tramite Swift . Se sbaglio correggetemi.
Scriveva il futuro Pio XII quando era ancora Segretario di Stato di Pio XI, siamo negli anni ’50: «Noi andiamo ad assistere all’invasione di tutto ciò che è spirituale, la filosofia, la scienza, il diritto, l’insegnamento, le arti, la stampa, la letteratura, il teatro, la religione (…). Sento attorno a me dei novatori che vogliono smantellare la Sacra Cappella, distruggere la fiamma universale della Chiesa, rigettare i suoi ornamenti, darle il rimorso del suo passato storico (…). Verrà un giorno in cui il mondo civilizzato rinnegherà il suo Dio, in cui la Chiesa dubiterà come Pietro ha dubitato. Essa sarà tentata di credere che l’uomo è diventato Dio, che Suo Figlio non è un simbolo, una filosofia come tante altre, e nelle chiese, i cristiani cercheranno invano la lampada rossa dove Dio li attende, come la peccatrice piangendo davanti alla tomba vuota: dove l’hanno messo? (…).
Non si capisce. se il capitolo virgolettato è stato scritto da Pio XII o quando era segretario di stato poi eletto al soglio pontificio nel 1939
Amen.
E buon anno a tutti nella Grazia del Signore. Sarà dura, sarà molto dura.
Caro Danilo Quinto, hai solo da vergognarti. Non c’è vera conversione che non sfoci nella Chiesa Cattolica e che non porti alla Chiesa Cattolica! Tu te ne poni al di fuori.
Dal sito SILERE NON POSSUMUS:
Papa Francesco ordina: «Via tutti gli stemmi di Benedetto». Continua la damnatio memoriae di Ratzinger
Non sono bastati gli enormi dispiaceri che il pontefice defunto ha dovuto sopportare nei dieci anni di convivenza. Non sono bastati i funerali celebrati con l’incapacità di sopportare l’eredità del predecessore che è un vero e proprio padre della Chiesa. Ora, ad un anno dalla morte di Benedetto XVI, da Santa Marta è partito l’ordine: «Via gli stemmi di Benedetto XVI dalle casule!».
Questo è ciò che si sono sentiti dire il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie e gli addetti della Sacrestia Pontificia. È così che si è provveduto a spedire le casule (di tutti e quattro i colori liturgici) in sartoria per sostituire lo stemma del pontefice defunto con la tiara e le chiavi decussate.
Si tratta di una scelta che non trova alcun tipo di giustificazione, soprattutto fatta a dieci anni dalla fine del pontificato e solo a seguito della sua morte. Dal punto di vista storico, infatti, viene cancellata la memoria di paramenti che erano stati voluti da Benedetto XVI e ricordano il suo pontificato. Si tratta anche di una indicazione temporale: i paramenti sono stati voluti e creati durante questo periodo. Inoltre, tutti gli altri paramenti con gli stemmi di San Paolo VI, San Giovanni XXIII o San Giovanni Paolo II sono tutti nella sacristia pontificia e nessuno ha osato mai toccarli.
Dal punto di vista economico, aspetto tanto caro a Papa Francesco, si tratta di una spesa folle. Sarebbe stato più economico ricomprare delle casule senza stemma o con lo stemma del Pontefice regnante. Perché, quindi, procedere ancora con questa damnatio memoriae del Pontificato di Joseph Ratzinger?
Nei giorni successivi alla sua morte, Francesco dimostrò la sua insofferenza verso tutta l’eredità di Joseph Ratzinger. Nessuno potrà mai dimenticare le immagini di Benedetto XVI caricato su un pulmino, all’alba con ancora il buio, e portato nella Basilica Vaticana facendolo entrare dalla porta laterale. Un trattamento del genere non è mai stato riservato neppure agli scomunicati.
Ad un anno dalla morte, questa mattina, S.E.R. Mons. Georg Gänswein ha celebrato una Santa Messa in suffragio dell’anima di Benedetto XVI. La richiesta di partecipazione è stata talmente alta che non si è potuta fare una celebrazione nelle grotte vaticane ma la Messa è stata spostata all’altare della cattedra per permettere a tutti di parteciparvi.
d.S.E.
Silere non possum
Articolo pubblicato il 31 dicembre 2023
https://silerenonpossum.com/papa-francesco-ordina-via-tutti-gli-stemmi-di-benedetto-continua-la-damnatio-memoriae-di-ratzinger/
Ritengo che la verità, per essere tale, deve essere raccontata per intero, non solo la parte che ci fa comodo, magari per immiserire un uomo giusto, un Santo, un martire come Papa Benedetto XVI.
Pertanto, dott. Quinto, se citiamo il discorso del Cardinal Ratzinger del 2001 a Cernobbio dove parla di “ Nuovo ordine Mondiale “ è doveroso riportare anche il discorso del Natale 2005 di Papa Benedetto XVI dove, anche qui, fa riferimento al “ Nuovo Ordine Mondiale “
Dice Benedetto XVI :
«Uomo moderno, adulto eppure talora debole nel pensiero e nella volontà, lasciati prender per mano dal Bambino di Betlemme; non temere, fidati di Lui! La forza vivificante della sua luce ti incoraggia ad impegnarti nell’edificazione di un nuovo ordine mondiale».
Già, “ l’edificazione di un nuovo ordine mondiale»…. Quello costruito lasciandosi prendere per mano dal
Bambino di Betlemme….Capito, dott. Quinto?
P.S: Dott. Quinto: lei afferma polemicamente “….come se decidesse ciascuno di noi chi è papa e chi non è papa.”
E certo che non lo decide ciascuno di noi; lo decide il ” Codice di Diritto Canonico e l’ Universi Dominici Gregis”, e, in base a questi due documenti risulta chiaramente che mons. Bergoglio non è Papa nè lo è mai stato.
Era il 28 febbraio 2013;
Vorrei lasciarvi un pensiero semplice, che mi sta molto a cuore: un pensiero sulla Chiesa, sul suo mistero, che costituisce per tutti noi … la ragione e la passione della vita. Mi lascio aiutare da un’espressione di Romano Guardini, scritta proprio nell’anno in cui i Padri del Concilio Vaticano II approvavano la Costituzione Lumen Gentium…
Dice Guardini: La Chiesa “non è un’istituzione escogitata e costruita a tavolino…, ma una realtà vivente… Essa vive lungo il corso del tempo, in divenire, come ogni essere vivente, trasformandosi… Eppure nella sua natura rimane sempre la stessa, e il suo cuore è Cristo”. E’ stata la nostra esperienza, ieri, mi sembra, in Piazza: vedere che la Chiesa è un corpo vivo, animato dallo Spirito Santo e vive realmente dalla forza di Dio. Essa è nel mondo, ma non è del mondo: è di Dio, di Cristo, dello Spirito…
Guardini: “La Chiesa si risveglia nelle anime”.
La Chiesa vive, cresce e si risveglia nelle anime, che – come la Vergine Maria – accolgono la Parola di Dio e la concepiscono per opera dello Spirito Santo; offrono a Dio la propria carne e, proprio nella loro povertà e umiltà, diventano capaci di generare Cristo oggi nel mondo.
Attraverso la Chiesa, il Mistero dell’Incarnazione rimane presente per sempre. Cristo continua a camminare attraverso i tempi e tutti i luoghi.
Nota mia:
A un anno dalla morte dell’autore del messaggio, che ha segnato la distanza tra l’istituzione escogitata a tavolino e la realtà vivente della sposa, la realtà vivente attende il compiersi dei tempi che alla loro pienezza videro avvenire il mistero dell’Incarnazione.
Esso rimane presente per sempre, mentre l’istituzione affonda nel secolo, che è transeunte.
Il mio commento, finito per sbaglio sotto quello di Andreottiano, preciso che non è una risposta a nessun altro commento, ma una semplice e personale constatazione, confermata per l’ennesima volta dalla lettura di questo articolo, del grado di ipocrisia, di cecità e di Perdita di Logos, che caratterizza questo disgraziato e cruciale momento storico!!!
Che dispiacere venire a sapere che Danilo Quinto sputa veleno su Giovanni Paolo II e Benedetto XVI…
Firmate la petizione. I cavilli li lasciamo a chi ci vuole speculare. Guardiamo alle cose con più semplicità e pensiamo a deporre il pampero per fare indire un nuovo conclave.
Non condivido nulla di quanto ha scritto. Dei papi precedenti si può dire FORSE che fecero foto con persone sbagliate nei posti sbagliati. Ma produssero il Catechismo della Chiesa Cattolica. Ora invece un certo Bergoglio lo sta distruggendo. Vogliamo farla aprire un’inchiestina, visto che un papa assistito dallo Spirito Santo dovrebbe confermare la fede, non moltiplicare i dubbi?
Ah ecco, adesso si spiega tutto.
Giovanni Paolo II aveva baciato un Corano e Benedetto XVI era entrato in moschea senza scarpe.
E questo sarebbe conclusivo? Di cosa?
Un Santo di Santa Romana Chiesa ed un gigante della teologia mondiale passati ai raggi X da chi?
Dal radicale convinto che vent’anni fa raccoglieva firme per “Emma for President”, quella che faceva gli aborti con la pompa della bicicletta?
Come dice dott. Quinto? La infastidisce essere giudicato per i suoi errori del passato? Ah ma Lei poi si è convertito, è vero, me ne ero scordato, Le chiedo scusa.
I Suoi peccati saranno stati confessati e perdonati ormai, ora la Sua vestina bianca del battesimo è di nuovo candida.
Che dire? Siamo sempre lì a girare in tondo. Se sono tutti anticristi non c’è nessun anticristo. Indi per cui tutti al bar.
https://www.stilumcuriae.com/munus-rinuncia-benedetto-xvi-risposta-di-robert-siscoe-ad-alcune-obiezioni (i commenti)
Se a Caporetto gli ufficiali italiani non fossero stati una collezione di addormentati e incapaci, non ci sarebbero stati (forse) la vittoria mutilata, il fascismo e l’alleanza con l’imbianchino pazzo. E ora (forse) non saremmo gli sciuscià di Zio Sam.
La Storia dovrebbe servire come esperienza di cui far tesoro, non come spot per i fabbricanti di antiacido. Ma sono fiato e caratteri al vento. Perché è sempre più facile ri-combattere Caporetto sul tavolino del risiko che imbracciare il 91 sul Piave.
Buona e serena festa della Madre di Dio e buon 2024.
Juntar al hereje y apóstata Jorge Mario Bergoglio con las Cartas y Discursos de los Papas verdaderos y legítimos -tergiversando su contenido- ya califica al autor de este confuso y engañoso artículo.
Personalmente non credo che la formula con “una cum” possa inficiare la consacrazione che il sacerdote compie nella Santa Messa, come del resto non inficia la formula “manda la tua rugiada” al posto del “manda il Tuo Santo Spirito”! Le parole della consacrazione, fino a quando non verranno drammaticamente cambiate, faranno sì che Nostro Signore trasformi realmente il “pane e il vino”, nel Suo Corpo e nel Suo Sangue!
Gesù ha detto: “Chi è senza peccato lanci la prima pietra” E papa Benedetto e Giovanni Paolo II non erano mica peccatori… Chi puó dire che al posto di loro l’avrebbe fatto meglio?
Danilo Quinto è un convertito di quelli col botto.
Nel mio piccolo penso di potermi dire un convertito.
Dall’essere disorientato e distratto da Dio e dalle celesti cose all’andare in quella direzione, cercando di alleggerirmi dei miei pesi. Cercando soprattutto di incontrare realmente il Signore, anche in croce.
Purtroppo per me (e forse per Danilo) la conversione non è finita… Troppe le passioni, troppi i vizi, troppa la rabbia che cova e l’orgoglio che affiora: la pace nel cuore è un’altra cosa e il poterla vedere anche nelle situazioni più dolorose, abbracciandole, si addice a pochi che sono prossimi alla santità.
La Chiesa subisce l’assedio delle società segrete e del modernismo da almeno tre secoli interi; e prima di quelli fece i conti con Lutero e prima con la cattività avignonese, per giungere alla quale si vissero situazioni spinose. Se San pier Damiani quel che scrisse nel 1050 significa che certi problemi c’erano già secoli fa.
Quindi dissento dalla logica di definire Bergoglio in continuità con i suoi diretti predecessori: ognuno nella vita può sbagliare, ma Dio conosce il cuore e sa con quanto amore e dolore hanno servito anche coloro che hanno rimediato uno o più passi falsi.
Per noi, in un certo modo spettatori, ma anche in un certo senso vittime e soprattutto fortunati ricettori di tante grazie che la Chiesa ha dispensato anche dopo il Concilio Vaticano II, deve valere quel che vale anche per i pontefici: essere riconosciuti dai frutti dello Spirito Santo. Il livore non lo è.
I frutti sono carità, gioia (grazia), pace (interiore), fedeltà (perseveranza), modestia (umiltà), magnanimità (bontà, dolcezza), mitezza, dominio di sé (continenza, castità), pazienza… Temo sempre che Dio veda solo tante foglie
e dopo tanti propositi e confessioni non faccio che constatare che ricasco nel fogliame, nonostante tanti doni spirituali che dovrebbero guarirmi.
Anche il buon Danilo rischia di non essere guarito definitivamente, se associa Benedetto XVI o Giovanni Paolo II a Bergoglio, come se San Padre Pio l’avesse perseguitato la chiesa post conciliare e non quella degli anni trenta! Il caso Bergoglio è differente dagli altri, troppo differente per non riconoscerne l’enormità e l’unicità. Questo non significa che sia facile sapere come muoversi. E questo è motivo di sofferenza per tutti… motivo anche per un salutare bagno d’umiltà, nel sopportare fidandosi della Provvidenza, come insegna la meravigliosa preghiera di Don Dolindo.
Senza confondere chi ha sbagliato al canto del gallo (Pietro) con chi ha venduto il Maestro.
Davide, con quello che fece ad Uria, sarebbe forse un avo di cui vantarsi? Eppure Gesù è “figlio di Davide”, quel Davide che ci ha lasciato preghiere bellissime.
Anche San Paolo non era granchè prima di convertirsi, eppure il Signore l’ha chiamato. Lasciamoci chiamare e lasciamo che sia Lui a chiamarci, restando sempre timorati di Lui. Di Bergoglio dovrebbe importarci soprattutto la sua anima, purtroppo non quel che dice e scrive trovandosi vestito come uno che lo può fare.
Ma anche tra l’essere e il fare c’è di mezzo il mare.
Una bellissima testimonianza e un eccellente commento. Grazie.
da condividere
Ma come… non era Cionci lo scrittore fantasy e …non cattolico???!!!!!!
Grazie ❤️! Bravissimo!
Ma c’è chi continua a proporre Ratzinger l’IDOLO come Dottore della Chiesa Cattolica!
A me pare chiaro che l’uomo iniquo è proprio Ratzinger e più si manifesta la sua iniquità più i suoi lo coprono e, come dice la Sacra Scrittura, sembrava morto ma la bestia lo riportava in vita!
Garabandal ci ha avvertiti:. dopo Giovanni Paolo II è arrivata la fase degli Ultimi Tempi inaugurata dall’Emerito Figlio della perdizione Ratzinger che ha lavorato contro la Chiesa Cattolica da Fatima ad oggi.
Gli unacum dicono che non si può giudicare il Papa e da 60 anni lasciano che Ratzinger l’IDOLO giudica Gesù Cristo, il Sommo Giudice.
L’APOSTASIA manifesta di Bergoglio cos’è se non un giudizio di condanna contro il Capo della Chiesa Cattolica: Gesù Cristo?
Se il Vangelo non è un distillato della Verità perché a quel tempo non c’erano i registratori come afferma la gerarchia ecclesiastica chi sta giudicando Chi?
Il Papa apostata giudica il Capo della Chiesa Cattolica, Gesù Cristo ma gli Apostoli non possono giudicare il Papa ( sic!)!!!
Capito bene?
Hanno occupato la Cattedra di Pietro e gli hanno garantito l’impunità!
Come hanno fatto con gli inoculatori del vaccino con feti abortiti: dal PdR ai Ministri del Governo ai tecnici ai medici : tutti garantiti dall’impunità!
Gesù Cristo può essere contesto, manipolato, vilipeso, umiliato ma Ratzinger l’IDOLO non si tocca!
Bergoglio non si depone!
Fernandez si tocca?
No!
Aspettiamo la completa distruzione della Chiesa Cattolica , del PAPATO e del gregge!
Ma Cristo Regna adaver!
Grande S. Nicola di Bari ! Per difendere l’onore di Gesù Cristo era pronto a pagare di persona.
Mi piacerebbe sapere cosa pensa della istituzione della figura del Papa Emerito .
Grazie ❤️
Quando m’innervosisco comincio a sbagliare.
Vogliate scusarmi.
Non è detto che l’età renda a tutti i costi l’uomo più saggio, il più delle volte lo rende solo più vecchio.
Anche se non mi ricordo chi sia il primo ad averlo detto, devo purtroppo constatare che chiunque sia aveva perfettamente ragione.
Infatti qui si sta rischiando di voler buttar via il bambino insieme all’acqua sporca.
Purtroppo anche qui sono troppi coloro che l’hanno detto per poter valutare chi sia il primo ad averlo considerato.
San Nicola c’è, Ario anche …stiamo aspettando che arrivi il ceffone!
L’unica cosa che mi lascia perplesso è questo disgustoso minestrone, il voler a tutti i costi rimestare nel torbido, per cui anche i papi “Santi subito” ora diventano dei pericolosi modernisti, apostati della fede.
…MAH!
…qualche ombra c’è.
Per esempio Assisi, ma effettivamente sentire parlare di Ratzinger anticristo è inquietante.
Dio sa.
Quindi, tutto sarebbe finito e la Chiesa Cattolica sarebbe defunta insieme a Pio XII di santa memoria ? Dopo solo eresia ? Ma mi faccia il piacere come diceva Toto… È faticoso vivere la Fede Cattolica tra i modernisti imperanti al potere e i fondamentalisti ottusi … Signore , anni misericordia di noi.
Per fondamentalisti, sono da intendere i normsli cattolici di sempre?
Danilo Quinto ha grandi meriti ed in generale le sue tesi sono spesso condivisibili.
In questo caso tuttavia si appiattisce su luoghi comuni cari a molti tradizionalisti come l’avversione a Ratzinger di cui enfatizza gli errori, spesso solo presunti, ignorando però completamente i meriti
ottimo commento
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