Gesù Nasce Povero? Sì, ma non come lo Vuole la Mitologia Modernista…R.S.

29 Dicembre 2023 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, un amico fedele del nostro sito, che ben conoscete, R.S. ha commentato così un articolo apparso nei giorni scorsi sul nostro sito. Lo offriamo alla vostra attenzione. Buona lettura e diffusione.

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La povertà di Gesù e della Sacra Famiglia è diversa da quella socio-economica cara alle riletture moderniste.
Nel mistero del Natale a campeggiare potentemente è la povertà di spirito (l’umiltà) dei protagonisti e non la loro indigenza. La povertà di spirito dei protagonisti consiste nella fiducia nella Provvidenza, prima che nelle loro sicurezze (incluse quelle legali del giusto Giuseppe).
Dio tesse la storia e loro in quella trama e in quell’ordito ci si mettono confidenti. Maria è prossima al parto e un ordine dei romani impone proprio allora un lungo e faticoso trasferimento? Ma è quel trasferimento inopportuno e forzato a compiere la profezia di Michea.
Essa non si limita al solo -più famoso- capitolo 5, ma anche al 4, con la torre delle greggi a collegare la messianicità al re Davide e agli agnelli da immolare per pasqua, sempre secondo le parole di Michea.

Anche il non trovare alloggio in città è provvidenziale, conducendo Giuseppe (uomo intelligente e volitivo, conoscitore dei luoghi) a individuare una sistemazione sufficientemente dignitosa e ancora legata alla profezia.
Purtroppo questa vicenda avrà bisogno anche della morte dei santi innocenti. Ma anche le loro anime sono nella gloria di Dio (come quelle dei ben più numerosi abortiti dagli Erodi attuali).

Anche i pastori che ricevettero l’annuncio angelico del Natale di nostro Signore non erano dei pezzenti emarginati come piace ripetere all’esegesi modernista.

Fare il pastore riguardò Abele, Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, Davide, Amos… Non proprio dei personaggi comuni ed insignificanti dell’Antico Testamento. Anche donne, come Rachele!

Betlemme era il luogo in cui venivano selezionati gli agnelli (senza macchia né difetto) per la Pasqua e c’erano pastori deputati ad eseguire questa selezione e a sorvegliare questi agnelli così particolari.
Il che non toglie che dovessero anche dormire all’aperto, mungere, produrre formaggi, tosarle, procurare la lana ai tessitori, portare il gregge al pascolo etc. Gesù non si vergogna affatto di loro e anzi si proclama anche il buon pastore!

Sarà la letteratura successiva a dipingere i pastori come dei poco di buono, ma all’epoca di Gesù non era così.
Non si tratta di pastori invisi alla classe dirigente, ma incaricati di un’attività importantissima e riconosciuta.
Siamo noi oggi a ritenere queste cose “futili”, pensando solo al valore commerciale dell’allevamento.
La nascita di Gesù coincide non solo con il tempo della festa delle luci, ma anche con quello della nascita degli agnelli… C’è tutta la sapienza biblica, rivelazione di Dio, a concentrarsi nella notte del Natale.

Anche chi non è di religione ebraica nota segni inequivocabili in cielo ed i Magi arriveranno ad adorare il bambino (almeno per quarti, dopo Giuseppe e Maria, dopo gli angeli e dopo i pastori) sapendolo un Re.
Nemmeno qui la riproposizione stantia della povertà economica e materiale coglie nel segno: piuttosto l’oro portato in dono al re incensato non cancella i segni collegati alla sua morte: l’Agnello sarà offerto in sacrificio di espiazione, la mirra serve per l’unzione.

Le profezie messianiche si saldano con la Provvidenza nel condurre tutti gli strumenti di Dio al loro posto, compresi gli angeli, compresa la luce, compresi gli indumenti che avvolgono il neonato Gesù e non sono privi di significato per la comprensione dei pastori.
Il tutto davanti alla Sempre Vergine Maria, ancora secondo una profezia. San Giuseppe è istruito dal Cielo.
E’ tutto un pregare adoranti, altro che preoccuparsi della povertà materiale.

Ad essere crudelmente materiale è il Re Erode, ipocritamente interessato ad adorare anche lui, ma folle di invidia e di violenza.

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7 commenti

  • stefano raimondo ha detto:

    La famiglia di Gesù, considerando il luogo e il periodo, non era povera. Oggi parleremmo di ceto medio (forse anche ceto medio-alto).

  • OCCHI APERTI! ha detto:

    L’Exinanivit della Seconda Persona della Trinità non è forse un accennare, in modo inversamente proporzionale, alla Sua Potenza, alla Sua Gloria, alla Sua Regalità?

    Solo Chi è ricco può farsi povero, Chi potente farsi debole, Chi glorioso farsi umile e lo fece perché Lo seguissimo nel Suo esempio, ognuno nella misura voluta da Dio, ab aeterno.

    Essere anawim. Essere preghiere viventi. Essere dei “crocifissi” a vita. Essere come Lui…non esternamente, come sepolcri imbiancati, non superficialmente, non “materialmente”… ma anzitutto dentro, ove solo il Padre vede e sa, insieme a quelli cui intendesse comunicarlo…

    E così la vera lucerna non sarà posta sotto al moggio ma prima o poi farà ciò che deve, secondo l’uso destinatole dal Signore stesso. AB AETERNO…pensate…AB AETERNO…

  • Mimma ha detto:

    Non solo, colto e sensibile Amico!
    La Vergine aveva portato con sé nel cofano i lini più morbidi, da lei filati e che Giuseppe aveva comprato coi suoi straordinari…
    E a Nazareth era rimasta una culletta costruita con legni pregiati dal principe falegname.
    Dagli amboni in questi giorni , per bocche sguaiate ,tutto un chiarire differenze stupide e inutili tra carpentiere e falegname per definire il padre putativo di Cristo.
    Legnaiolo discendente del Re.
    Nobile decaduto oggi lo si direbbe, perché privo di beni.
    A ciò si aggiunga che anche Maria era della stessa pasta.
    Principessa reale.
    Senza beni, certo, ancheLei
    Perché brillasse come Stella del Mare e del Mattino, non per diademi e diamanti…
    E aggiungiamo che la grotta famosa altro non è che la rovina del Palazzo di Davide; un anfratto tra le antiche sue fondamenta.
    Logico.
    Cantato e atteso da tutti i profeti come
    Radice e germoglio di Jesse, Cristo anche nel luogo di nascita, icasticamente, mostra di essere unito con lui…
    Altro che miseria …
    Altro che popolani…
    La povertà luminosa della Sacra Famiglia fu solo specchio al Sole che sorgeva per illuminare le tenebre e l’ombra di morte.
    La miseria è tutta nostra, culturale, spirituale, etica.
    Grazie assai

  • michele ha detto:

    finalmente qualcuno che mette apposto tutta la retorica della povertà. Roba stantia e fuorviante. una mistificazione.
    scrive uno che è povero sul serio.
    uno dei miei famigliari disse di noi tutti in famiglia-
    ” eh, noi non siamo buoni per i soldi”
    Scoppiammo tutti a ridere

  • cattolico ha detto:

    erode non era re.egli era procuratore del protettorato romano,nominato da marco antonio e confermato da ottaviano augusto

  • Milly ha detto:

    La Sapienza di Dio sovrasta la nostra povera umanità che è sempre alla ricerca di ricondurre le “Cose di Dio” a quelle della Terra!