“Sedemenefreghismo”: un Circolo Vizioso. Enrico Maria Radaelli.
13 Dicembre 2023
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il prof. Enrico Maria radaelli ci ha inviato questo messaggio, che doverosamente portiamo alla vostra attenzione, mentre ringraziamo l’autore per la cortesia. Questo il collegamento al primo articolo sull’argomento. Buona lettura e condivisione.
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SEDEMENEFREGHISMO.
UN CIRCOLO VIZIOSO PER UCCIDERE LA CHIESA
SENZA CHE NESSUNO SE NE ACCORGA.
Carissimo Dr. Tosatti, mi risulta che il Suo pregevole Stilum curiæ sia stato il primo sito ad aver pubblicato le importanti considerazioni compiute dal Gruppo dei Nove raccolte nella tesi del cosiddetto Sedemenefreghismo, e mi permetta dunque di felicitarmi per la Sua meritevole intuizione nel dare visibilità alla legittimità delle più varie posizioni che si hanno oggi riguardo all’assetto dell’attuale governo della Chiesa: infatti capire o non capire in questo momento chi è a capo della Chiesa è decisivo proprio per la sua sopravvivenza, perché poche volte essa si è trovata a un passo da ciò che peraltro il suo divino Creatore ci garantisce non avverrà mai. Sicché è bene qui riconoscere la realtà in cui ci troviamo così da individuare presto e bene i mezzi più idonei per riportare la Sposa di Cristo in salute, e noi, suoi tanto bisognosi figliuoli, gioiosamente in salute con lei. Spero dunque di poter approfittare del Suo spazio per intervenire, perché il tema è senz’altro decisivo.
Ora, come sappiamo, la Chiesa è fondata sulla Verità, e la Verità è ferma, è solida, è una, vedi la Cost. dogm. Dei Filius: « Il senso dei sacri dogmi che deve essere sempre conservato è quello che la santa madre Chiesa ha determinato una volta per tutte e non bisogna mai allontanarsi da esso » (v. Denz3020), e tale senso va conservato mantenendolo « esclusivamente nel suo ordine, nella stessa credenza, nello stesso senso e nello stesso pensiero », come specifica la nota raccolta dal Commonitorio del grande san Vincenzo di Lérins a margine della Costituzione.
Ne discende che se Gesù dice: « Tu sei Pietro, e su questa pietra io fonderò la mia Chiesa » (Mt 16,18), il dogma da conservare è che il Papa è e può essere solo uno, unico e assolutamente inscindibile, se così si può dire, come solo una, unica e assolutamente inscindibile è una pietra, una roccia, pietra o roccia nella quale, con quelle Sue parole, Gesù ha quasi trasfuso e trasformato la persona umana di Simone figlio di Giona, così da conferire simbolicamente, sì, ma, con tale nome, anche quasi materialmente, a un uomo di carne, un solido, invariabile e specialmente particolarissimo, cioè eccezionale carattere, capace di essere il degno e solido fondamento alla Sua Chiesa per tutti i secoli e per tutti i luoghi della terra come lo sarebbe stato Egli stesso se avesse ritenuto vivere per sempre in carne e sangue tra gli uomini.
Perché questa inventio? Perché questo carattere eccezionale? Perché gli uomini che di volta in volta avrebbero portato questo nome tanto speciale di pietra/Pietro avrebbero dovuto con esso ricoprire, di volta in volta, il ruolo vicario del carattere per l’appunto particolarissimo, eccezionale, del suo Primo Detentore: Gesù Cristo stesso, l’uomo-Dio, il Re dei Re, il Signore dei Signori, il Dominatore, Colui cui si deve piegare ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto terra.
Infatti l’investitura petrina non a caso segue a ruota proprio lo specialissimo riconoscimento di chi fosse veramente il Cristo, compiuto unicamente dall’Apostolo Simone figlio di Giona: l’Apostolo – per la luce soprannaturale donatagli per specialissima grazia da Dio Padre – vede nel Cristo ciò che nessuno aveva visto: la Sua natura divina, e così come lui in tal modo riconosce in Cristo le due nature, una di carne e dunque transeunte, ma l’altra eterna, così di rimando il Cristo conferisce a lui, che nei Suoi divini disegni doveva assumere il grave compito di rappresentarlo, una doppia natura in qualche modo vicaria della Sua, affiancando alla natura di carne e transeunte una seconda natura, in qualche modo “vicaria” dell’eterna, quella appunto di pietra, di roccia, su cui si sarebbero potute avventare, come si avventarono, si avventano e si avventeranno, tutte le forze più infernali e terrificanti, ma sfracellandosi contro di essa quasi fosse la divina, per Sua indifferibile e soprannaturale grazia.
Ma c’è un’ultima considerazione da fare per avvalorare al massimo il carattere eccezionale del nome che si è visto in qualche modo simbolicamente ma anche molto chiaramente eternizzante di Pietro, e quest’ultima considerazione è senza dubbio la più potente e decisiva. Dice infatti Gesù ai Farisei, che lo ascoltavano per sorprenderlo in errore: « Non avete mai letto nelle Scritture: “La pietra scartata dai costruttori è diventata testata d’angolo: questo è stato fatto dal Signore, ed è una meraviglia ai nostri occhi”? Perciò vi dico: il regno di Dio vi sarà tolto e sarà dato a un popolo che lo saprà far fruttificare. E chi cade su questa pietra si sfracellerà e colui sul quale essa cadrà lo stritolerà » (Mt 21,42-4).
Da queste parole di Gesù veniamo dunque a sapere che quindi la pietra in cui Gesù conforma Simone di Giona ha un modello di riferimento, e il modello è la pietra-Cristo, di cui Pietro è nominato Vicario, ovvero supplente la Sua eccelsa Autorità di natura divina pur essendone infinitamente inferiore; tale modello, come si capisce, ha diverse particolarità: prima di tutto è, pur nella sua inalterabile solidità, pietra viva, capace di stritolare, cioè, fuor di metafora, di valutare, quindi castigare, chi cade su di essa, ossia chi vi si sfracella per non averla riconosciuta, come accadde ai perfidi vignaiuoli della parabola narrata dal Signore appena prima.
Perché valutare? Perché castigare? Perché essa « è diventata testata d’angolo », giacché, solidamente viva com’è, non è affatto grezza, informe, ossia senza regole, senza leggi, anarchica, e « i costruttori » del Regno di Dio che poi giunsero a uccidere Gesù non la vollero riconoscere appunto qual è: misura di tutte le cose, nientedimeno che « testata d’angolo », legge solida e decisiva da cui proviene ogni altra legge, vivente ed eterna Norma normans di ogni misura, canone, ordinamento, precetto; è necessario dunque riconoscere attentamente tale unica e speciale « testata d’angolo » perché essa è manufatto di Dio: è « una meraviglia ai nostri occhi », ossia è qualcosa di splendido, sì, ma anche di sorprendente, ossia di inaspettato, come fu inaspettato Gesù per quei cattivi « costruttori »; perché inaspettato? Perché più che perfetto: superiore in ogni dettaglio alle aspettative umane anche più alte, tale che solo la mente divina può concepirlo, è la Sapienza stessa, è Cristo, è l’uomo-Dio il cui essere e il cui operare, ossia la cui divinità e la cui Redenzione sono « una meraviglia ai nostri occhi » così potentemente ed evidentemente amabile che a chi non Lo riconosce e quindi non Lo ama gli toglie il Regno, cioè la vita eterna, come ha fatto con il popolo dell’Antico Patto, i vignaiuoli che hanno tradito e ucciso il figlio del Padrone della vigna della parabola.
Da queste considerazioni si fa evidente la superiore potenza della solidità della pietra/Pietro, una pietra angolare in tutto vicaria del divino Modello che gli ha trasmesso, anzi lo ha investito della propria: senza questa specialissima solidità la pietra/Pietro sarebbe già stata frantumata da secoli dagli attacchi del nemico infermale, come è ben evidente dalle comunque terrificanti vicissitudini di cui è stato ed è tutt’ora oggetto la Chiesa in particolar modo nel Papato.
Per tutti questi motivi questa pietra/Pietro del Papato non può in alcun modo spaccarsi in una mezza pietra/Pietro “attiva” e in una seconda mezza pietra/Pietro “passiva”, in due mezze pietre/Pietri: una mezza pietra/Pietro che governa « con le parole e le opere » e in una contemporanea seconda mezza pietra/Pietro che il Papa lo fa « soffrendo e pregando », come decise Benedetto XVI il 10-2-2013 nella sua Dichiarazione di Rinuncia al Papato, perché non c’è neanche mezzo passo del Vangelo in cui Gesù Cristo insegna e stabilisce che la pietra su cui ha fondato la sua Chiesa si può in qualche modo frazionare in diversi modi di essere pietra/Pietro, ossia possa frazionare in più pietre/persone/Papi i diversi momenti in cui si divide la giornata di tutti gli Apostoli di Cristo, in primo luogo quella della pietra/Pietro, per governare la Chiesa di Cristo, una giornata il cui governo non può non essere cadenzato e sorretto in primis dai santi ritmi della Messa, della Liturgia delle Ore, del Rosario e magari anche di qualche santa e auspicabile penitenza; anzi, al contrario, il Signore mette in guardia dalla minima divisione: « Ogni regno discorde cade in rovina » (Mt 12,25), e persino il santo eremita e Papa Celestino V non si mise a elaborare un’inconcepibile frattura del Papato in una attività tutta governativa e in una passività tutta orante vissute all’interno di un “Papato eccezionale”. Puro hegelismo.
Questo è l’argomento evangelico che sostanzia e regge la mia tesi, secondo la quale, come scrivo e argomento con la massima cura nel mio Al cuore di Ratzinger. È lui il Papa, non l’altro, Benedetto XVI è rimasto sullo scranno di Papa fino alla sua morte, perché la pietra angolare del Papato non può essere scissa nemmeno di nascosto, se così si può dire, ossia nemmeno con i sotterfugi e i rocamboleschi labirinti di parole e i miserabili spostamenti semantici usati nella sua Dichiarazione del 10-2-2013 da un Papa che ci si aspetta essere profondo conoscitore e obbediente esecutore della santa Dottrina di sempre come a parole, ma solo a parole, e non nei fatti, fu Papa Ratzinger, sicché, ripeto, la sua Rinuncia è invalida, è nulla, per clamorosi errori sostanziali che, configurando di fatto due Papi, o, per meglio dire, due mezzi Papi, disobbedisce subdolamente ma chiaramente al dogma sancito dalla Dei Filius, Cost. dogm. che stabilisce l’assoluta invariabilità della verità dogmatica « nel suo ordine, nella stessa credenza, nello stesso senso e nello stesso pensiero », dunque che stabilisce che è proibita anche la minima infiltrazione di qualcosa che corregga in qualche modo anche solo latente la fermissima e divina pietrosità del Papato. Se poi questa mia tesi va demolita, benvenuto e santo chi la demolirà.
E a questo punto si chiede al Gruppo dei Nove e a ogni altro religioso e cattolico amico, se pur sedemenefreghista, di aiutarmi a risolvere l’irragionevole diallelo, una vera e propria petizione di principio, un circolo vizioso per il quale, secondo tale Gruppo, « solo la Suprema Autorità della Chiesa ha titolo per giudicare della questione relativa alla Sede. … La questione della Sede è destinata a restare aperta … sino a un giudizio certo da parte della Suprema Autorità ». Chi è mai questa “Suprema Autorità”? Il Papa-antipapa? Un Concilio? Qualche Cardinale? Anche quelli creati da “Francesco”? In altre parole, se è in discussione proprio l’autorità di chi in questo momento siede sul Trono più alto, qual è mai, giuridicamente parlando, a vostro parere, la “Suprema Autorità” di cui è in discussione proprio l’individuazione?
Enrico Maria Radaelli
Al cuore di Ratzinger. È lui il Papa, non l’altro.
Edizioni Aurea Domus, Milano 2022,
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L’autore sarà felice di far avere il suo saggio, a chi lo richiede,
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Tag: bergoglio, radaelli, sedemenefreghismo
Categoria: Generale
Estoy leyendo los comentarios. Veo que se pone en duda la ortodoxia doctrinal del Papa Benedicto XVI. Y nadie ha caído en la cuenta de que en su primera Alocución al Sacro Colegio, inmediatamente después de ser elegido Sumo Pontífice, pronunció unas palabras, al parecer insignificantes, pero que fueron las que provocaron la famosa NOTA EXPLICATIVA PREVIA al Capítulo III de la Constitución Dogmática LUMEN GENTIUM: Dice así el texto conciliar: “Así como, por disposición del Señor, San Pedro y los demás Apóstoles forman un único Colegio Apóstolico, por análogas razones ( PARI RATIONE ) se unen entre sí el Romano Pontífice, Sucesor de Pedro, y los Obispos, Sucesores de los Apóstoles”. Leyó en latín el Papa Ratzinger lo mismo, pero al llegar a las palabras “por análogas razones” (PARI RATIONE) las cambió por las siguientes: “del mismo modo” ( EODEM MODO ). Este fué un punto capital en LA SEMANA NEGRA DEL CONCILIO. No sé que pensarán los distinguidos comentaristas. GRACIAS.
Il est évident que Enrico Maria Radaelli émet un raisonnement logique, sincère , sérieux, réaliste et donc crédible. Toute la Sainte Écriture lui donne raison, surtout l’épître 2TH 2. Et même l’évêque Nicolas BUX, actuel défenseur de la validité de l’élection de Bergoglio, a déclaré en 2018 :
https://www.riposte-catholique.fr/archives/147825
”Comme vous pouvez le constater, la question du jugement du pape hérétique présente de nombreuses difficultés pratiques, théologiques et juridiques. Peut-être – et je le dis précisément d’un point de vue pratique – serait-il plus facile d’examiner et d’étudier plus précisément la question de la validité juridique du renoncement du pape Benoît XVI, à savoir s’il est total ou partiel (« à mi-chemin », comme on l’a dit)
ou DOUTEUX, puisque l’idée d’une sorte de PAPAUTÉ COLLÉGIALE me semble résolument CONTRAIRE À L’ÉVANGILE. EN EFFET, JÉSUS N’A PAS DIT : ”TIDI DABO CLAVES …” EN SE TOURNANT À LA FOIS VERS PIERRE ET ANDRÉ, MAIS IL L’A DIT SEULEMENT À PIERRE !
C’est pourquoi j’affirme qu’une étude approfondie de la renonciation pourrait peut-être être plus utile et plus profitable, tout en contribuant à résoudre des problèmes qui nous semblent aujourd’hui insurmontables.”
Évidement, signe des temps, on trouve de plus en plus de faux prophètes et faussaires de Dieu qui tentent de nous faire croire que le faux prophète Antéchrist de l’apocalypse est celui qui va sauver la Sainte Eglise catholique de son anéantissement.
Il y a deux mille ans, le Sanhédrin rejetait et condamnait le Messie Jésus.
Aujourd’hui, c’est encore plus grave, le Sanhédrin (la hiérarchie ecclésiastique catholique) accueille le faux prophète, l’Antéchrist qui se substitue au Christ et se dresse contre Lui.
C’est çà, le plein accomplissement du mystère d’iniquité !
Lo ripeterò sempre: indagare a fondo per trovare la prova che Benedetto non ha mai abdicato e Bergoglio non è papa. La chiave è lì. Esiste da qualche parte uno scritto di Benedetto XVI che afferma che la sua declaratio non comportasse le dimissioni? Forse qualcuno sa qualcosa e non è stato autorizzato a rivelarlo o a mostrarlo. Si faccia ogni tentativo per cercare una prova, la famosa “pistola fumante”
Che accada nella Chiesa ciò che Daniele profetò per il regno di Nabucodonosor? e che ci sia pure una pietra che giunga a colpirla dall’alto per volontà divina?
Ma se il Papa insegna contro il Magistero precedente , contro il catechismo, contro i Concili precedenti , contro la Tradizione ininterrotta, contro( nei fatti) la Sacra Scrittura, anche se non parla ex cattedra ma comunque in pubblico in modo autorevole , come la mettiamo con l assistenza dello Spirito Santo? La Terza Santissima Persona assisteva , illuminava e voleva ispirare, ma il Papa invece di essere presente pensava ai fatti suoi?
Preghiamo per lui e magari facciamo penitenze e sacrifici , ma dobbiamo ascoltarlo, prenderlo sul serio?
Paradossalmente il cristiani “adulti” mi paiono i tradizionalisti ( brutto termine sarebbe meglio i cristiani ” del catechismo”).
Io prego per Jorge e non mi ritengo particolarmente meritevole ma quello che si potrebbe dire il “legittimo affidamento” verso la Gerarchia da questo ultima è stato tradito. Cosa ci può restare se non possiamo fidarci dei Pastori? La Fede nell’ Unico Pastore, quello Eterno, è sufficiente nella pratica? Ci vuole molta molta molta fede ed umiltà di questi tempi.
Tosatti non pubblichi questo commento che è solo lo sfogo di cristiano triste ( Bernanos direbbe che è peccato grave… )
Hai pienamente ragione. Ormai per salvare Bergoglio come Papa si manda al macero l’assistenza divina. Esattamente come vogliono gli eretici: Dio non assiste in nessun modo il Papa o la Chiesa cattolica. E i tradizionalisti si trincerano dietro a “nessuno ha l’autorità per mandare via il Papa”, “nessuna legge canonica valuta questo caso”, “è umanamente irrisolvibile”, “del resto Dio ha detto che non ci sarà la fede sulla terra al Suo ritorno, e le cose andranno sempre peggio” o addirittura “il Papa può fare quello che vuole, Dio o il prossimo Papa lo giudicherà”. Sono i primi a non credere che Dio assista la Chiesa o che Dio sia buono.
Ecco la logica conseguenza di “Bergoglio è Papa”: Dio non è Amore, e comunque non c’entra nulla con la Chiesa.
Per non affrontare il vizio mentale dei teologi che la propongono.
1)La premessa del prof. Radaelli alla sconsiderata ed assurda teoria del “sedemenefreghismo “, è sacrosanta ed ineccepibile! “Tu sei Pietro…”(Mt16,18). 2)Altrettanto ineccepibile ed evidente il fatto che non possono coesistere due Papi, e che BXVI sia stato e sia rimasto l’unico legittimo Papa, fino alla morte! La sua invalida rinuncia, non a caso, da BXVI stesso fu definita Declaratio, e non Abdicatio o Renuntiatio! Qui la prima chiave di lettura! 3) Papa BXVI, non da hegeliano, come asserisce il prof.Radaelli , ma in piena consapevolezza, costretto dalle inesorabili condizioni in cui si è trovato ad esercitare il suo Papato,( una possibile pienezza dei tempi!), e messo sotto pressione affinché abdicasse realmente, ha consegnato ai Nemici interni alla Chiesa il Ministerium, anziché il Munus, rimasto Integro ed Inviolabile! La suddivisione tra Munus e Ministerium non è stata un’invenzione di BXVI, ma già previdentemente e Provvidenzialmente presente all’interno del Diritto Canonico, pronta all’uso, qualora le condizioni lo avessero richiesto, come di fatto è accaduto! 4) Papa BXVI è stato un Santo Papa!!! Fine e profondo teologo, Amante del Signore, e grande conoscitore del Diritto Canonico, di cui all’occorrenza si è magistralmente servito, non per/con un Errore sostanziale, ma per SALVARE la CHIESA e preservare incorrotta la Successione Pietrina! 5) Spetta ai Cardinali Ufficializzare la Sede Impedita in cui è stato confinato Papa BXVI, tramite abusivo ed invalido Conclave 2013. E spetta a tutti gli uomini di Buona Volontà disconoscere il Falso Profeta! P.S. Sottolineo come nel Rogito testamentario di Papa BXVI non si faccia mai menzione ad alcuna Abdicazione, ma si parla di un suo ritiro, dal 2013, nel Monastero Santa Mater Ecclesiae (Madre della Chiesa!) , sempre dentro il Vaticano!!!
Perfetto!!!
Ma, temo, inutile. Non riescono a capire (o non vogliono)
Lo so bene caro Gaetano, ma sappiamo anche che la realtà oggettiva delle cose, per quanto la si voglia nascondere, travisare, o ignorare, non potrà mai, di fatto, essere cambiata!!! Ed il sacrificio di Papa BXVI non risulterà mai vano ed inutile al Cospetto del Signore e della Storia, di cui il Signore è Padrone!!!
Carissoimo E.A., se lei ci potesse consegnare la lista delle sue pubblicazioni, le leggerò volentieri tutte, anche se per caso mancasse il titolo di dottore.
Carissimo Fra Giovanni, interpreto le sue parole come segno di approvazione al mio intervento e questo mi riempie di gioia! Sono io a leggere sempre con grande interesse i suoi articoli ed i suoi commenti che apprezzo molto e per i quali la ringrazio di cuore! L’abbraccio fraternamente in Cristo Gesù e Maria Santissima Ci Guidi e Ci Protegga Sempre!
Non sono un esperto, seguo con interesse quanto scritto dal prof. Radaelli, di cui ho letto il testo citato, e umilmente credo che le plurime eresie di Ratzinger, enumerate dal professore nei suoi libri recenti, non siano campate in aria.
Oltretutto, mi pare che i tentativi di far giungere il testo a Benedetto XVI si siano sempre arenati nelle sabbie mobili della sua Segreteria (così e’ scritto nel suo ultimo libro).
Tuttavia non mi permetterei mai, diversamente da colui che si firma come don Fanucci, di blaterare di “idiozie per vendere qualche libro” : entri nel merito delle questioni caro sacerdote (sarà poi un sacerdote?) invece di buttar fango come un modernista qualsiasi.
Non so perché mi venga a dare del “modernista”, evidentemente lei non sa bene di cosa si tratti.
Quello che dovevo dire sulla sgangherata tesi del Radaelli l’ho detto e non occorre altro: se Ratzinger era eretico prima della sua elezione (come dice Radaelli), la sua elezione era nulla (cosa che Radaelli non dice).
Se ha domande da fare, le faccia in modo circostanziato così da poterle rispondere.
Scusi Tosatti, tra le tante tesi che circolano, quella di Radaelli è la più sgangherata di tutte.
Radaelli ha sempre sostenuto che Ratzinger fosse eretico prima ancora di diventare Papa, tanto che lo ha pubblicamente invitato a ritrattare prima della sua morte. Ora, se Ratzinger era eretico già prima dell’elezione, l’elezione stessa sarebbe stata nulla (su questo c’è un antico decreto papale, ma comunque è ovvio perché sarebbe stato scomunicato latae sententiae e quindi inidoneo ad assumere il papato); se Ratzinger, pur essendo eretico, fosse diventato validamente Papa avremmo la stessa situazione di Bergoglio: dubbio sulla validità dell’elezione; dubbio sulla permanenza sul trono di un eretico.
Segnalo la cosa, pur non ritenendo eretico né l’uno né l’altro e perfettamente valide entrambe le elezioni. Per me sono stati soltanto due pessimi papi (entrambi e per ragioni diverse), ma considero le varie teorie che circolano soltanto idiozie per vendere qualche libro.
“…per me sono soltanto idiozie per vendere qualche libro…” Un tipo di giudizio umano, profondo e misericordioso molto affine agli ultimi giudizi di PierCamillo Davigo sulla “fine” di alcuni “suoi” imputati, ma non comprovati tali.
P.S. Da uno “interno” come lei, mi sarei aspettata un giudizio motivato e articolato sulla pessima influenza dei due Papi, non una frasetta alla “tiravia”.
Mah, secondo me l’irragionevole diallelo si risolve solo ASPETTANDO (il prossimo papa degno di tal nome, s’intende).
Infatti i NOVE propongono, per ora, un atteggiamento “sospensivo”, di puro e semplice buon senso.
Prendo atto che purtroppo anche il prof. Radaelli aderisce ai “Cavillieri” della tavola rotonda. Evidentemente quindi ritiene che Cristo, se fosse ancora fra noi, ci inviterebbe a studiare a fondo il CIC (badando bene di prendere l’ultima edizione!) per dirimere la vexata quaestio…
Mi permetto di osservare che Gesù PRIMA sollecita la professione di fede e, solo DOPO che Pietro risponde «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». gli dice «……. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. [19]”
Bergoglio invece sostiene che non esiste un Dio Cattolico ed infatti ha derubricato a titolo storico l’essere ‘Vicario di Cristo’: quindi ha fatto una chiarissima ed esplicita professione di anti-fede.
Se Bergoglio fosse papa vorrebbe dire che le porte degli inferi hanno prevalso e che le promesse di Gesù Cristo sono state vane.
Piuttosto sarebbe opportuno che il Prof. Radaelli approfondisse il problema della ‘sede impedita’ unico caso in cui è possibile rinunciare al ministerium (come ha fatto BXVI) senza perdere il munus. Perchè non si confronta col Dr. Cionci?