Di Candele Vere, Candele Finte e di Trinità. Benedetta De Vito.

11 Dicembre 2023 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum curiae, la nostra Benedetta De Vito offre alla vostra attenzione questa riflessione su una forma di rispetto e venerazione verso il sacro, e la sua imitazione moderna…Buona lettura e condivisione.

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Quando il mio bambino fu battezzato ebbi dall’allora parroco di Santa Marcella (che venne apposta per noi, in trasferta, alla Madonna dei Monti) una bella candela decorata con su una piccola sacra famiglia ed era ed è il simbolo della lucina che s’accese nella vita vera del mio piccino. Io ancora la conservo, con tanto amore, nel cassetto del comò tra le cose mie più care. E penso a quella candela lì, così semplice, bianca, schietta, diritta, al mattino quando in una chiesa romana (dove di solito all’alba mi reco alla funzione, ma sto cambiando il mio calendario, guidata da Santa Gudula…) vedo sull’altare un piccolo lucignolo che pare la pantofola di un sultano oppure una lampada d’Aladino.

Da quello strano lucignolo esce un fil di luce in forma di stenta fiammella e io, potendo, storno lo sguardo e mentre sono lì e vedo che di fronte alla Madonnina ci sono delle finte candele elettriche penso che quel brutto lucignolo l’ho visto anche a San Pietro, in un servizio televisivo e c’era una donna, mi pare, che lo teneva in mano e anche allora mi sentii salir su un piccolo disgusto, ma non posso sempre brontolare.

Così tacqui.

E oggi lo dico e mai più.

Ma proprio oggi, essendomi recata nell’ombra del mattino ancora fresco, alla Santa Messa alla Trinità dei Pellegrini, ho potuto ammirare le tante candele sull’altare e quattro così alte e snelle e splendide da raggiungere quasi, in altezza, lassù, il nostro Creatore che, avvolto in una nube di prezioso tessuto è un tutt’uno con il Figliolo, il dolce nostro Gesù, in Croce, e tra i due, in volo diritto, ad ali spiegate sta la colombina dello Spirito Santo e mi pare che le candele, a modo loro, riproducano la Trinità, facendo, in cera bianca, tutt’uno le tre Sante Persone unite dall’Amore.

Scendo a piedi a terra, la Santa Messa è finita e prima di andar via m’accorgo che in Chiesa c’è un Cristo dolente con lo scapolare trinitario (sorride la mia dolce Elsabetta Canori Mora, trinitaria scalza…) e, bellissimo, un quadro che rappresenta San Filippo Neri (amore mio!) mentre, con i fianchi cinti da un cencio bianco, sta lavando i piedi ai pellegrini. E leggo sotto la scritta in cui Pippo ridiventa toscano con la battuta salace. A chi lo dipingeva, un suo penitente, senza averne il permesso, disse ridendo: “Mi hai rubato!”. Bellissimo!

Ps: rispondendo a un caro lettore: sì C’ero una volta l’ho scritto io! Grazie per la sua dolce attenzione!

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1 commento

  • OCCHI APERTI! ha detto:

    Oh! grazie di cuore, Benedetta carissima!
    Per tutto.
    E domani festeggiamo – spiritualmente uniti – la Madonna di Guadalupe!

    Buon Avvento!