La Famiglia, la Gran Peste di Rossinia. Benedetta De Vito.

8 Dicembre 2023 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici  nemici di Stilum Curiae, la nostra Benedetta De Vito offre alla vostra attenzione questa cronaca di avvenimenti recentissimi, appena mascherati…Buona lettura e diffusione.

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Nel piccolo Paese di Rossinia, noto per i buoni vini, è il giorno dell’adunanza nazionale e, taratà taratà, parlerà a reti unificate nella mattina nel “dopogiorno” del sacrificio umano di Ifigenia, sua figlia, il signor Gigi Del Vino, che già s’appresta, grazie all’Ifi a salire i gradini politici del Gran Partito Illuminato, il Gippi.

Parla e accanto a lui c’è un’altra graziosa molto onorevole del Gippi di nome Cocca, che ha, come gran custode il fratello anche lui sacrificato. I due parlano e sparlano della gran peste di Rossinia: la famiglia. Bisogna superarla, abbandonarla, pestarla sotto i piedi e lasciare che trionfino i buoni omini rossi di Rossinia, i quali vogliono il bene di tutto quanto il popolo…

Lasciamo il podio seguito da tutte le tivvù nazionali in cui si elencano le solite castronerie del mondo al contrario, e penetriamo nelle segrete e tetre stanze dei “super rossi” dove si consuma, per sottrazione la linea maxi del progetto “Eclissi del cuore”. “Bene, abbiamo dato ai sentimenti il loro fiero pasto di immagini commoventi e false, grazie al soldatino Gigi, quelle frasi vuote fatte di palloncini bianchi che danno il colpo giusto al cuore, il quale, vinto da tanto orrore,  rimanda ogni ragione al cervello che, come si sa, ha cento porte per dove far entrare la tentazione del nostro caro Bafometto”.

“Urrà!”, gridano i pochi super rossi presenti. “E andiamo al vero cuore, si fa per dire, del nostro bel progettino: far dimenticare ai rossiniani Rossinia e farli ingoiare da Verdia. Ci ha pensato già il Drago a dirla in faccia a tutti, ma trattasi di sordi incalliti e dunque nessuno ci ha capito nulla. Poi è stata la volta di Cortina che non sarà più una perla di Rossinia ma si chiamerà Marin  e sarà una delle sette bellezze di Verdia. Ahahaha”.

Tutti ridono il loro lugubre riso. “E ieri poi, alla Porta, cioè il teatro più famoso dell’intero globo, è andata in onda una manfrina geniale. Prima di tutto l’inno nazionale di Rossinia è stato suonato per un secondo, volando, così solo per dare un contentino e non si sono viste persone con la mano destra sul cuore. Meraviglia!”.

Continua un altro dei super rossi presenti: “E poi il gran maestro di Rossinia, il capo dei capi, era assente; Sìììì non si è presentato come gli abbiamo ordinato. E al suo posto abbiamo mandato la Regina delle nevi di Verdia! Fantastico”.

Un altro conclude: “E tutti, cretini, la hanno applaudita”: “Avanti così – conclude un terzo – ora bisogna che le elezioni verdiane siano confuse con le rossiniane e il gioco è quasi fatto”. “Intanto – e già cominciano tutti a metter via le carte disposte sul tavolo – fate parlare e straparlare di sciocchezze il Gigi del vin”: Risata corale.

Intanto a casa Rossi, in Italia, s’odono le note del Don Carlo provenienti dalla televisione. La signora Rossi, in cucina, sta rigovernando. “Non vieni cara?”, le chiede il marito. “Non mi piace la musica di Verdi, mi pare senza cuore, senza Dio”. Ed è così, cara signora Rossi, la penso anche io così e con lei, nel segreto della sua stanza già addormentata, recito un bel Santo Rosario di riparazione e in onore dell’Immacolata che oggi festeggiamo felici, anche per Rossinia e come lei dico: “Viva Bellini e viva anche Rossini!”.

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