La Chiesa e il Patrimonio nella Società Liquida. Marco Palombi.

29 Novembre 2023 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, su consiglio di un amico e collaboratore fedele del nostro sito. P.L, offriamo alla vostra attenzione questo articolo, con il consenso dell’autore che ringraziamo di cuore. Buona lettura e condivisione.

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La Chiesa e il patrimonio nella società liquida

Nel corso degli anni, la Chiesa ha adattato la propria dottrina al divenire della società. La Chiesa d’altronde è una comunione di persone guidata da un credo comunicato, quindi non può fare a meno di comunicare e agire in modo inclusivo. Talvolta assecondando il sentire popolare, talvolta anticipandolo.

Ed è su quest’ultima caratteristica che vorrei soffermare la nostra attenzione.

Scriveva Pio IX nella sua Enciclica “Qui Pluribus”, del 9 novembre 1846:

“A questo punta la nefanda dottrina del Comunismo, come dicono, massimamente avversa allo stesso diritto naturale; una volta che essa sia ammessa, i diritti di tutti, le cose, le proprietà, anzi la stessa società umana si sconvolgerebbero dal fondo. A questo aspirano le tenebrose insidie di coloro che, in vesti di agnelli, ma con animo di lupi, s’insinuano con mentite apparenze di più pura pietà e di più severa virtù e disciplina: dolcemente sorprendono, mollemente stringono, occultamente uccidono; distolgono gli uomini dalla osservanza di ogni religione, e fanno scempio del gregge del Signore.”

E, nell’enciclica “Nostis et Nobiscum”, dell’8 dicembre 1849:

“Sappiano essi ancora che, nella condizione delle cose umane, è cosa naturale ed invariabile che, anche tra coloro che non sono costituiti in autorità, gli uni soprastino agli altri, sia per diverse qualità di spirito o di corpo, sia per ricchezze od altri beni esteriori di questa fatta: e che giammai, sotto nessun pretesto di libertà e di eguaglianza, può esser lecito invadere i beni od i diritti altrui, o violarli in un modo qualsiasi. A questo riguardo, i comandamenti divini, che sono scritti qua e colà nei libri santi, sono chiarissimi, e ci proibiscono formalmente non pure d’impadronirci del bene altrui, ma eziandio di desiderarlo.”

Si noti come il diritto alla proprietà faccia parte dei diritti naturali delle persone, in quanto considerate naturalmente tutte diverse, e come tale diritto sia addirittura elemento fondante della società umana: la proprietà privata veniva messa a base del civil vivere .

Facciamo un salto di qualche lustro, volete?

Nella sua Enciclica “Fratelli Tutti”, del 3 ottobre 2020, Papa Francesco I, afferma ex cathedra Petri:

“La tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto o intoccabile il diritto alla proprietà privata, e ha messo in risalto la funzione sociale di qualunque forma di proprietà privata. Il principio dell’uso comune dei beni creati per tutti è il «primo principio di tutto l’ordinamento etico-sociale», è un diritto naturale, originario e prioritario. Tutti gli altri diritti sui beni necessari alla realizzazione integrale delle persone, inclusi quello della proprietà privata e qualunque altro, «non devono quindi intralciare, bensì, al contrario, facilitarne la realizzazione», come affermava San Paolo VI. Il diritto alla proprietà privata si può considerare solo come un diritto naturale secondario e derivato dal principio della destinazione universale dei beni creati, e ciò ha conseguenze molto concrete, che devono riflettersi sul funzionamento della società. Accade però frequentemente che i diritti secondari si pongono al di sopra di quelli prioritari e originari, privandoli di rilevanza pratica.”

Cosa è cambiato? O meglio, cosa sta cambiando?

Per dirla con le parole del Prof. Guido Broich, “dopo millenni di sistemi dirigisti, l’illuminismo … ha portato a livello di governo, con le rivoluzioni americana prima e francese dopo, il modello liberale. Ma lasciare al singolo il libero arbitrio su come disporre dei propri beni è un evento raro nella storia dell’umanità.

Ogni organizzazione di persone, soprattutto se assurge al potere di uno Stato, tenta di aumentare i propri poteri in un processo di autotutela. Essa vede nei poteri dell’individuo il più grande rischio alla sua stessa esistenza, e reagisce in due modi: disarmando il popolo e avocando a sé le decisioni sul godimento dei suoi beni. Per creare il consenso necessario usa l’indottrinamento religioso e/o ideologico politico…”

Alla luce di queste considerazioni, si riesce meglio ad interpretare il cambio di orientamento imposto dal Soglio Pontificio nei confronti della proprietà privata. Infatti, la proprietà privata, intesa come ultimo baluardo di libertà e identità personale, non è più funzionale alla costituzione di un “gregge”, per sua definizione composto da elementi anonimi e privi di volontà identitaria.

All’epoca di Pio IX, il fatto di possedere qualcosa spingeva le persone a difendere lo status quo, sotto minaccia di perdere quel che si erano guadagnate.

Ma ora la situazione è diversa: in un mondo connesso, non esistono gerarchie se non quella imposta dal sistema – non più sociale, morale ed economico, ma di comunicazione e scambio.

La comunicazione lineare e paritaria dei social fa in modo che la voce del non competente sia ascoltabile al pari di quella di un competente, e magari che essa abbia più audience e capacità di influenza.

Questo annulla la gerarchia del sapere e del pensiero, facendo in modo che il passo venga ceduto ad una forma di conoscenza come credenza condivisa piuttosto che come credenza vera e verificabile .

La perdita della gerarchia morale e filosofica, unita alla velocità degli scambi che ha accelerato le alternanze delle fortune, ha reso uniforme e instabile la massa, come delle molecole ravvicinate e non organizzate, che costituiscono un liquido, non un solido. Il liquido è contenuto nel sistema di comunicazione stesso, come in una cisterna, e viene alimentato in modo da aumentarne l’omogeneità. Se quel qualcosa che ti sei guadagnato o che hai ereditato determina la tua indipendenza, impedendo la censura preventiva da parte di terzi sul modo di esplicare la tua personalità, il liquido di cui sei componente non è omogeneo, anzi diventa sommamente instabile. Questo perché il livellamento e la compressione delle masse vengono a aumentare l’invidia sociale e potenzialmente la protesta, facendo venir meno la stessa funzione di regolamentazione sociale del sistema di alimentazione.

Ad esempio, come scritto mesi fa, quel che mette a rischio di caduta il sistema in questo momento è la protesta dei percettori di reddito in nero. Questi, non coperti dai sussidi e aiuti governativi, protestano. Eccome, se protestano! E protestando, contestano il sistema stesso di uniformazione.

E la Chiesa, che rappresenta il Pastore del Gregge del Signore, non può fare a meno di un sistema di controllo, che mantenga l’ordine. Quindi… Ecco spiegato il cambiamento.

Dimentica che l’obbligo allo spossessamento equivale a furto, e quindi condannabile ai termini del Settimo Comandamento, essa appoggia le politiche fiscali redistributive che colpiscono il patrimonio, giustificandole con l’esigenza di far beneficiare tutti della ricchezza.

Quel che rende esecrabile, quindi, la presa di posizione di Papa Francesco I, è che essa ricalca l’orma intrapresa dai Potenti della Terra.

Egli si comporta come un pastore al servizio di latifondisti enormi e voraci, che si nutrono di persone, di individui.

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6 commenti

  • Riccardo ha detto:

    “dopo millenni di sistemi dirigisti, l’illuminismo” ma a cosa fa riferimento? Cosa intende con “dirigismo”, visto che prima del XIX secolo era semplicemente impossibile dirigere alcunché nella società, mancando i mezzi di controllo?

  • Margotti ha detto:

    E arriviamo sempre alla Teologia della Liberazione, fonte a cui questo Papa si abbevera costantemente.

    • piero laporta ha detto:

      Magari, la Teologia della Liberazione, piuttosto è la teologia della dominazione.

  • Margotti ha detto:

    Teologia della Liberazione docet, Bergoglio ne e’ imbevuto.

  • Piero Laporta ha detto:

    Teniamo d’occhio questo autore.
    Con chiara sintesi ha messo in luce l’eresia pauperista di Bergoglio, nella duplice contraddizione dalla quale è schiacciato.
    1) Tira la volata ai globalisti e al governo mondiale, quindi il Vaticano ne sarebbe assorbito.
    2) Predica la povertà e vive da satrapo, più di come deve vivere un capo di Stato.
    Mi colpisce infine la coincidenza di obiettivi, circa la proprietà privata, fra comunisti e globalisti. La Cina è, non per caso, la sintesi di questa visione.