Iniziative, Incontri, Dibattiti. Da Genova all’Emilia. Guerra, Pace e Altro.
29 Novembre 2023
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, offriamo alla vostra attenzione questo elenco di iniziative e proposte ricevute da un amico e stilato dal prof. Giovanni Lazzaretti. Buona lettura e condivisione.
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INIZIATIVE
[1] SASSUOLO (MO), MERCOLEDÌ 29 NOVEMBRE 2023, 21.00, FRANCESCO FADIGATI, “I PAPÀ E LA SCUOLA”
Tre incontri accomunati dal titolo “Vietato alle madri. Incontri per una paternità da protagonisti”. Si proseguirà con Alberto Pellai, 11 gennaio 2024 e Gigi De Palo, 22 marzo 2024.
[2] GENOVA, VENERDI’ 1 DICEMBRE 2023, 17.30 E 21.00, ROBERTO MARCHESINI, “MIO DIO CHE ANSIA!”
Doppio incontro di Marchesini a Genova, prima nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano, poi nella parrocchia di Santa Zita.
[3] LONIGO (VI), SABATO 2 DICEMBRE 2023, 10.00, CONVEGNO “LA REGALITA’ SOCIALE DI N.S. GESU’ CRISTO”
VII convegno nazionale “San Tommaso e la Dottrina Sociale della Chiesa”. Dalle 10 alle 17 con possibilità di pranzare. Partecipazione gratuita con iscrizione obbligatoria.
[4] ALBINEA (RE), DOMENICA 3 DICEMBRE 2023, 15.00, FRANCO FRACASSI, “GUERRA ALLA PACE”
Conferenza sul conflitto Israele-Palestina. Prenotazione obbligatoria, ingresso con offerta libera. Al volantino JPG è acclusa una breve mail PDF di presentazione.
[5] MILANO E ZOOM, LUNEDI’ 4 DICEMBRE 2023, 17.00, COSTANTINO LEONI E GIACOMO GENTILE, “CONFLITTO A GAZA: DA DOVE RIPARTIRE?”
Leoni è analista geopolitico, Gentile è operatore dell’Associazione Pro Terra Sancta. L’ambito è “Pomeriggi Maturandi a.s.2023-2024”.
[6] REGGIO EMILIA, LUNEDI’ 4 DICEMBRE 2023, 18.00, GIORGIO PAOLUCCI, PRESENTAZIONE DEL LIBRO “CENTO RIPARTENZE”
Cento ripartenze, sottotitolo “Quando la vita ricomincia”: volti e storie di persone che hanno vissuto la loro “ripartenza” grazie all’incontro con testimoni di speranza che li hanno aiutati a scoprire uno sguardo positivo sull’esistenza e su ciò che conta nella vita. PDF allegato.
TESTI, NOTE & CONTRIBUTI
[1] TRAVAGLIO
Un insolito (almeno per me) Marco Travaglio dice una parola importante sulla vicenda di Giulia Cecchettin. Inviato dall’amica “Vittoria Carini”, che ringrazio.
Un po’ di silenzio
Marco Travaglio, F.Q., 21 novembre 2023
Il giornalismo è un bel mestiere: ogni giorno scrivi e sfoghi ciò che hai dentro. Ma ci sono momenti in cui vorresti fare l’eremita, senza nessuno che ti chieda di dire la tua, di sfoderare una soluzione pronta cassa e a pronta presa.
E questo accade quando una soluzione non c’è o, se c’è, è più grande di te.
Per esempio di fronte al male assoluto nascosto in un ragazzo apparentemente normale che – almeno secondo le indagini – scanna l’ex fidanzata prima che si laurei e la getta in un burrone.
Siccome ne parlano tv, social e giornali, bisogna parlarne sempre di più e ogni giorno aumentano gli spazi in cui se ne parla, anche se diminuiscono le cose da dire.
Ne parlano i politici rinfacciandosi colpe più o meno vere o proponendo leggi più o meno utili o improvvisando mea culpa più o meno ridicoli pur di arraffare un titolo, un sommario, una didascalia che parli di loro.
Ne parlano scrittori, artisti, psicologi, giornalisti: tutti con la loro panacea pronta all’uso, tutti sicuri che è colpa della famiglia, no delle madri, no dei padri, no della scuola, no della società, no del patriarcato, no dei politici, no della destra, no della sinistra, no del governo, no dello Stato, no delle leggi mancanti (ovviamente “bipartisan”) in una cacofonia che stona almeno quanto gli applausi ai funerali.
E rende ancor più prezioso il valore del silenzio. Dinanzi alla morte si tace. Chi crede prega, chi non crede riflette, tutti dovrebbero tacere. Soprattutto se non hanno nulla di utile da dire.
Poi, con calma e sottovoce, potrebbero provare a stare vicino a chi è genitore, a chi è figlio, a chi è marito, o moglie, o fidanzato, o fidanzata, ad ascoltarlo, a parlargli della fatica della vita, del dolore da fallimento, dello smacco da rifiuto, della noia da bambagia, dell’elaborazione del dolore, del valore di battere la testa e di mordersi la lingua e di frenare le mani,
della differenza tra l’amore e il possesso e fra la realizzazione personale e il successo (o, peggio ancora, la famoseria), della caducità dei sentimenti, del rispetto per la libertà dell’altro, dell’importanza di lasciarlo andare e di rimettersi in gioco, sempre con fatica, con rispetto e senza scorciatoie.
Poi si potranno fare tutti i giri di vite che si vuole, ammesso e non concesso che i femminicidi uccidano perché non sanno che è vietato e si rischia l’ergastolo o poco meno.
E si potranno organizzare tutti i corsi scolastici di “educazione all’affettività”, sempreché si potesse insegnarla dalla cattedra in un’aula avulsa dai veri educatori dei nostri tempi: cioè i social network, la tv, il cinema, la strada, gli amici e tutti i “modelli” di riferimento” che oggi arrivano molto prima e molto meglio dei maestri, dei professori e dei genitori.
E alla fine vincono, nella cacofonia che ha ucciso il silenzio.
[2] BREVE STORIA DI UN SANTINO
Domenica 26 novembre ho perso un insolito santino del beato don Alberione, protettore del banco libri del Circolo Maritain. Mando la scansione a tutti, con poche righe di presentazione.
San Martino in Rio, 26 novembre 2023, beato don Giacomo Alberione
Domenica 26 novembre 2023 c’era il banco libri del Circolo Maritain, “Un libro per Natale”. Per la prima volta il banco veniva a coincidere col 26 novembre, memoria del beato don Giacomo Alberione fondatore della Società San Paolo.
Il beato don Alberione è il protettore del banco libri. Lo sforzo del banco è infatti quello di realizzare il suo motto: «Fate a tutti la carità della verità»
Così, sulla scrivania dove si fa la cassa, sta la sua immagine in grande e il suo motto.
C’è però anche un’altra sua immagine, molto diversa e insolita: un giovane don Alberione in processione eucaristica; dietro sono stampate 14 affermazioni su che cosa «La visita eucaristica è…».
Quel santino mi era venuto tra le mani per caso, stava dentro una scatola di libri, molti anni fa. L’avevo anche scansionato e inviato alle Paoline a Roma, ma l’immagine era nuova anche per loro.
Adesso il santino ha preso il volo: un acquirente del banco libri o l’ha raccolto senza volere assieme ai libri acquistati, o l’ha creduto a disposizione.
Andrà a far bene altrove, come ha fatto bene a me. Eccolo qui.
Giovanni Lazzaretti
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Tag: emilia, genova, lazzaretti
Categoria: Generale