Nè con Quanta Dottrina o Eleganza Avremo Parlato…Il Matto.
8 Novembre 2023
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, il nostro Matto offre alla vostra attenzione queste riflessioni che prendono spunto da un libro prezioso, L’Imitazione di Cristo di Tommaso da Kempis. Fra l’altro, ho scoperto di recente che un’autrice che amo molto, Agatha Christie Mallowan, lo teneva sul suo comodino). Buona lettura e meditazione.
§§§
… NÉ CON QUANTA DOTTRINA
O ELEGANZA AVREMO PARLATO …
Heinrich Hofmann, Cristo e il giovane ricco – 1899 – (particolare)
«Questo animale ciarliero, chiassoso, tonitruante, che esulta nel baccano (il rumore è la conseguenza diretta del peccato originale), dovrebbe essere ridotto al mutismo, giacché mai si avvicinerà alle sorgenti inviolate della vita se patteggerà ancora con le parole».
Emil Cioran
«Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
Vangelo di Matteo
«Si può dire che, sotto un certo aspetto, tutta la formazione morale e spirituale si riassume nell’esercizio del raccoglimento».
Romano Guardini
«Tutta l’infelicità degli uomini proviene da una cosa sola: dal non saper restare tranquilli in una camera».
Blaise Pascal
* * *
Cedo più che volentieri la parola ad un brano che fa parte del mio matto archivio, e che ai miei occhi matti, oltre ad essere di una profondità ineauribile, risulta di un’attualità innegabile. Ed è certo che non basta una “lettura”. Si tratta di un testo breve in cui, con operazione diuturna, è (sarebbe) opportuno specchiarsi, fruendo del silenzio della propria camera.
* * * * *
DA «L’IMITAZIONE DI CRISTO»
«Felice colui al quale è maestra la Verità in se stessa, e non attraverso immagini e voci passeggere.
Spesso, infatti, il nostro modo di pensare e i nostri sensi ci ingannano e ci fanno vedere ben poco.
Che cosa mai giova tutto il sottilizzare su certe cose ignote e astruse, se nel giudizio finale l’averle ignorate non ci sarà affatto imputato a colpa? È proprio una grande stoltezza il correr dietro a cose oziose e nocive, trascurando quelle utili e necessarie. Abbiamo gli occhi, eppure siamo ciechi.
E che importanza debbono avere per noi i generi e le specie? Chi ha la fortuna di ascoltare la Parola eterna, non ha più bisogno di tante opinioni. Tutte le cose derivano da quell’unica Parola, e tutte la rispecchiano: è essa il principio, che parla anche a noi. E nessuno senza questo principio può comprendere o rettamente giudicare; mentre colui, per il quale tutte le cose sono una sola e che tutte a questa riconduce – e vede, in tal modo, in quell’unica cosa il tutto – può aver stabilità di pensiero e, in Dio, piena tranquillità.
O Dio verità, fa’ di me, nel tuo eterno amore, una sola cosa con te stesso! Quante volte il leggere e l’ascoltare mi riempiono di noia! Ma in te io trovo sempre, e pieno, l’appagamento di ogni mio desiderio. Tacciano, dunque, tutti i dottori della terra, e chiudano la loro bocca, dinanzi a te, tutte quante le creature: tu solo parlami.
Quanto più uno è interiormente unificato e raccolto, tanto più numerose ed elevate sono le cose che, senza fatica, egli è capace di intendere, perché riceve dall’alto il lume dell’intelligenza. L’anima pura, semplice e salda non si disperde in tante faccende: quello che fa, lo fa in onore di Dio, e quindi si sforza di non far nulla, mai, per propria personale soddisfazione. Che cosa, infatti, ti impaccia e ti molesta più degli affetti immortifìcati del cuore?
A ogni perfezione, in questa vita, è connessa una qualche imperfezione; e qualsiasi speculazione umana ha sempre, più o meno, il suo velo di caligine davanti a sé: sicché l’umile riconoscimento della tua nullità sarà una via tanto più sicura, verso Dio, della più approfondita indagine scientifica.
Non per questo si devono condannare la scienza o la nozione di questa o quella cosa: perché, in sé, sono buone, e ordinate da Dio. Ma, alla scienza, si devono in ogni momento preferire la buona coscienza e la vita virtuosa.
E invece molti si preoccupano più di sapere che di vivere bene: e proprio per questo cadono spesso in errore e, quanto a frutto, ne riportano o punto o ben poco. Oh, se mettessero tanta diligenza a estirpare i propri vizi per innestarci le virtù, quanta ne mettono a sollevare le loro questioni! Non ci sarebbero tanto male e tanti scandali fra il popolo, e neppure tanta rilassatezza nei conventi. Certo è che, quando verrà per noi il giorno del giudizio, non ci sarà domandato che cosa avremo letto, ma che cosa avremo fatto, né con quanta dottrina o eleganza avremo parlato, ma quanto santamente saremo vissuti».
* * * * *
Dice che: «quanto più uno è interiormente unificato e raccolto […] riceve dall’alto il lume dell’intelligenza»: v’è qui un’indicazione precisa di ciò che occorre mettere in atto: unificazione e raccoglimento, due termini che possono considerarsi sinonimi, giacché ciò che è uno è raccolto e ciò che è raccolto è uno. E ciò che è uno lo è in virtù del lume dell’intelligenza che scende dall’alto a raccogliere ciò che è sparso nelle parole lette e dette. E infatti dice che: «non ci sarà domandato che cosa avremo letto, ma che cosa avremo fatto, né con quanta dottrina o eleganza avremo parlato, ma quanto santamente saremo vissuti».
Mi avvio alla conclusione con un piccolo inciso ecumenico: nel buddhismo, il raccogliersi e l’unificarsi è l’atto indicato con jiriki, la “forza di sé”, la “capacità personale”, mentre il lume che si riceve dall’alto è indicato con tariki, la “forza dell’altro”, “altra potenza”. Due termini che combaciano perfettamente con il famoso “aiutati che Dio ti aiuta”.
«Nella nostra vita lo sforzo è importante, è molto importante il nostro personale impegno e sforzo ma, arrivati ad un certo punto non è più sufficiente e allora qualcosa, altro da noi, possiamo chiamarlo Dharma, Dio, interviene e ci sostiene».
Eido Shimano Roshi
Dunque il vivere santamente non può prescindere dall’essere unificati e raccolti. E l’essere unificati e raccolti esige una disciplina giornaliera da osservare nella propria camera, a porta chiusa.
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Tag: imitazione di cristo, kempis, matto
Categoria: Generale
A proposito di tariki e jiriki, ricordavo di averne sentito parlare dal carissimo STILOBATE e così ne ho ripescato il commento che trovo opportuno e meritevole di una ulteriore riflessione:
“Anni fa in una chiacchierata postseminariale (a base di tè verde) con uno studioso giapponese della scuola buddista Shingon, si parlò delle spesso abusate categorie di “tariki” (他力) e “jiriki” (自力), vale a dire “forza d’altro” (o aiuto esterno) e “forza propria” (o autoaiuto), in riferimento alla liberazione dai lacci del saṃsāra e della cecità spirituale. Egli evocò due belle immagini tradizionali: il micino trasportato in bocca da mamma gatta e lo scimmiottino che se ne sta aggrappato sul dorso di mamma scimmia mentre questa cammina. In un caso e nell’altro, osservò con nipponica semplicità, il vettore dell’avanzamento è sempre e solo la madre.”
https://www.marcotosatti.com/2022/07/28/citta-di-dio-citta-del-diavolo-fra-bonaventura-boccacci-russo/#comment-196892
Le cose stanno proprio così, caro Occhi Aperti (davvero aperti, mi sembra, tutti e tre). Come disse Qualcuno a un certo funzionario romano, noi non “possiamo” proprio un bel niente, se questo “potere” non ci viene donato dall’alto. Per questo, io penso, la nostra intera esistenza dovrebbe essere un incessante chiedere e ringraziare. // A Lei un saluto cordialissimo.
GRAZIE, Stilobate carissimo!
Forse si può aggiungere che il micino e lo scimmiottino crescono, e la madre, pur restando sempre la madre, “osserva” quel che combinano camminando con le proprie zampe (per l’uomo le gambe).
Ordinariamente, quindi, nell’individuo adulto, ha da esservi tanto jiriki, l’impegno del figlio (aiutati), quanto tariki, la provvidenza della madre (che Dio t’aiuta).
Un mattutino saluto.
Contraccambio con fraterno affetto il saluto, Nippo carissimo!
In un messaggio a S Martino Schio, Gesù si rivolse così ai Suoi chiamati:
“… Per i miei disegni di salvezza io ho scelto le Mie anime vittime che, nel SILENZIO e nel nascondinento offrono le loro sofferenze per la venuta del Mio Regno….
Ma voi NO miei chiamati!
” Scendete dalle colline fino alle piazze per gridare a tutti la Verità del mio Vangelo.
Chi vi ascolterà sarà salvato.
Chi non vi ascolterà sarà travolto dagli avvenimenti…
IO VI DICO:
NON ESISTE UNA RESPONSABILITÀ MAGGIORE NELLA DIFFUSIONE E DIRAMAZIONE DEL MALE QUANTO IL SILENZIO E LA DISERZIONE DEI BUONI !!!… ”
Ora,
se Satana attraverso il suo vicario JMB sta cercando di distruggere la Chiesa e il mondo, la colpa è del silenzio e della diserzione dei vescovi e sacerdoti, ma sopratutto dei cardinali che, rifiutandosi di eleggere il legittimo successore di papa Benedetto XVI, impediscono a Gesù Cristo di riprendere le redini della Chiesa e salvarla attraverso il Suo legittimo Vicario in terra.
E noi cristiani, di fronte a questo lupo travestino da papa che, assieme ai suoi seguaci sta dilaniando il gregge di Cristo…. DOVREMMO FARE SILENZIO???
ASSOLUTAMENTE NO!
LA SANTA MADRE CHIESA CI INSEGNA CHE AMMONIRE I PECCATORI È OPERA DI MISERICORDIA SPIRITUALE!
Ecco perché, ORA PIÙ CHE MAI, è fondamentale che TUTTI I VERI CRISTIANI ALZINO FORTE LA VOCE, anche attraverso la petizione preparata dal dott. Cionci e rivolta ai cardinali.
Affinché qualcuno abbia il coraggio di uscire dalla Babilonia massonica di JMB, riconoscere Benedetto XVI quale unico e legittimo Vicario di Cristo fino alla morte e, per il bene della Sua Chiesa Una et Sanctam si decida ad eleggere il “Pastore Romano” suo legittimo successore.
Quello che, come profetizzato da S. Malachia, pascerà il suo popolo durante la grande tribolazione…
a cui finalmente seguirà il trionfo del Cuore Immacolato di Maria e l’avvento del regno di Gesù in nuovi cieli e terra nuova…
https://youtu.be/efDuuaWXpSE?si=ZE6uSqbLaVQfGnV-
Del film “7 anni in Tibet” ( suppongo), ricordo una frase pronunciata dai Tibetani invasi dai Cinesi i cui camion con megafoni percorrono su e giù le strade del paese suonando cori patriottici maoisti:
” Ci hanno tolto il nostro silenzio “, ( e la possibilità della meditazione).
Quanto alla difficoltà di rimanere “compatto”:
“La maggior parte delle persone sono altre persone. I loro pensieri sono opinione di qualcun altro, la loro vita un’imitazione, le loro passioni una citazione” ( O. Wilde).
Quanto alla sublimità della meditazione:
” I folli osano dove gli Angeli temono di andare ”
( Alexander Pope )….
# Quanto a Tosatti,
lo sapeva che Agatha Christie fu tra i firmatari della supplica di non mutare la Liturgia?
E che il famoso scrittore
Stephen King la stimava sopra tutti gli altri perchè:
“Lei conosceva e sapeva metter in luce l’autentica natura del Male e del Bene “?
Sarà per questa ragione che un critico giapponese- dall’altra parte del mondo- non esitò a definirla : “Persona molto onorevole”.
Ma chère,
vorresti indicarmi l’ergo? 😊
L’ergo, secondo me, è che si tratta di un viaggio difficile , nonostante il fatto che in numerosi testi sapienziali di Oriente ed Occidente venga ricordato che la presenza della scintilla divina si trova in ogni uomo. Essa, però, può rimanere in uno stato di latenza o spegnersi se lo spirito dell’individuo non la “soccorre”, trasformandola in acceso fuoco.
Quindi, almeno all’inizio, il “viaggio” deve essere intrapreso volontariamente e consapevolmente, affrontandone tutti i rischi…Una impresa per pochi.
Grazie.
Mi confermi, dunque … jiriki e tariki?
❤❤❤
Caro Matto, leggo con interesse quanto scrive in questo blog. Mi trova in piena sintonia in questo suo intercalare incisi ecumenici. Non so quanti di noi siano propensi a cogliere altrove certe vestigia ma chi le scrive lo è. Buon raccoglimento.
Grazie, gentile Giampiero.
Mi hanno colpito particolarmente la sue felici quattro parole: “cogliere altrove certe vestigia”, che esprimono alla perfezione la propensione della mia anima … Matta.
Ah! Trovare sprazzi di Bello, di Buono e di Vero ad ogni latitudine e longitudine!
Per me è come volare!
Proprio così. Mettiamo al vaglio ogni cosa trattenendo ciò che è buono (consiglio di un certo Paolo di Tarso). Alla prossima. 👍
…il quale diceva anche: “Tutto mi è lecito! Sì, ma non tutto giova”…
Ho decontestualizzato la frase. Per meditarla meglio: 1Corinzi 6,12-20
Resta poi memorabile l’insegnamento che si trae, e che mai decade, dall’episodio dell’asina di Balaam. (Numeri 22,1-41)
Mi sovviene or ora anche un bel commento di MIMMA la quale recentemente rammentava a noi tutti i Semina Verbi.
Questo suo commento mi ha fulmineamente richiamato un’osservazione di di Plotino, ormai per me indelebile da anni:
“L’occhio non vedrebbe mai il sole se non fosse già simile al sole, né un’anima vedrebbe il bello se non fosse bella”.
Un distinto saluto.
Contro il moralismo ma piamente e religiosamente:
Lettera a Tito 1,15
“Tutto è puro per i puri; ma per i contaminati e gli infedeli nulla è puro; sono contaminate la loro mente e la loro coscienza”.
Omnia munda mundis…e anche omnia immunda immundis!
😊👋
In un messaggio a S Martino Schio Gesù si rivolse così ai Suoi chiamati:
“… Per i miei disegni di salvezza io ho scelto le Mie anime vittime che, nel SILENZIO e nel nascondinento offrono le loro sofferenze per la venuta del Mio Regno….
Ma voi NO miei chiamati!
” Scendete dalle colline fino alle piazze per gridare a tutti la Verità del mio Vangelo.
Chi vi ascolterà sarà salvato.
Chi non vi ascolterà sarà travolto dagli avvenimenti…
IO VI DICO:
NON ESISTE UNA RESPONSABILITÀ MAGGIORE NELLA DIFFUSIONE E DIRAMAZIONE DEL MALE QUANTO IL SILENZIO E LA DISERZIONE DEI BUONI !!!… ”
Ora,
se Satana attraverso il suo vicario JMB sta cercando di distruggere la Chiesa e il mondo, la colpa è del silenzio e della diserzione dei vescovi e sacerdoti, ma sopratutto dei cardinali che, rifiutandosi di eleggere il legittimo successore di papa Benedetto XVI, impediscono a Gesù Cristo di riprendere le redini della Chiesa e salvarla attraverso il Suo legittimo Vicario in terra.
E noi cristiani, di fronte a questo lupo travestino da papa che, assieme ai suoi seguaci sta dilaniando il gregge di Cristo…. DOVREMMO FARE SILENZIO???
ASSOLUTAMENTE NO!
LA SANTA MADRE CHIESA CI INSEGNA CHE AMMONIRE I PECCATORI È OPERA DI MISERICORDIA SPIRITUALE!
Ecco perché, ORA PIÙ CHE MAI, è fondamentale che TUTTI I VERI CRISTIANI ALZINO FORTE LA VOCE attraverso questa petizione rivolta ai cardinali. ⬇️
https://www.petizioni.com/riconoscimento_della_sede_impedita_di_benedetto_xvi_e_convocazione_del_conclave
Affinché qualcuno abbia il coraggio di uscire dalla Babilonia massonica di JMB, riconoscere Benedetto XVI quale unico e legittimo Vicario di Cristo fino alla morte e, per il bene della Sua Chiesa Una et Sanctam si decida ad eleggere il “Pastore Romano” suo legittimo successore.
Quello che, come profetizzato da S. Malachia, pascerà il suo popolo durante la grande tribolazione…
a cui finalmente seguirà il trionfo del Cuore Immacolato di Maria e l’avvento del regno di Gesù in nuovi cieli e terra nuova…
https://youtu.be/efDuuaWXpSE?si=ZE6uSqbLaVQfGnV-
Personalmente, ritengo i messaggi dei mistici del tutto soggettivi e non necessari ad una vita santamente condotta, quasi che non bastasse il Vangelo. Per dirla tutta, diffido di “visioni” e “locuzioni” che un qualsiasi soggetto afferma di aver avuto e che una certa popolarità fa sembrare senz’altro vere e inconfutabili.
Dopo di che, voglia scusarmi, non si vede che relazione possa esservi tra il silenzio quale pratica dell’anima che vuol purificarsi dal chiasso del mondo ed il silenzio connivente davanti allo sfacelo imperante.
Caro Matto, io sono consacrata a Maria Regina dell’amore di S Martino – Schio e, oltre ad aver ricevuto grandi grazie in quei luoghi santi, posso assicurare che Renato Baron ha testimoniato la veridicità dei messaggi divini e con la sua vita santa e con la sua morte: aveva la schiena inchiodata ad una croce.
Lei dice:
non si vede che relazione possa esservi tra il silenzio quale pratica dell’anima che vuol purificarsi dal chiasso del mondo ed il silenzio connivente davanti allo sfacelo imperante.
Le rispondo:
Come può la mia anima purificarsi e nutrirsi dell’amore di Dio nel “silenzioso” e profondo rapporto intimo con Lui attraverso la Santa Comunione, se tutti i preti me lo impediscono perché celebrano invalidamente in unione con il vicario di Satana?
Inoltre, come posso sperare di impedire lo sfacelo della mia famiglia, della chiesa e del mondo se non posso offrire a Dio il Santo Sacrificio di espiazione valido, perché dalle mie parti non ci sono più veri sacerdoti della chiesa di Cristo ???
Se è vero che per noi cristiani, la vera pace interiore è direttamente proporzionionale con la comunione con Cristo e la Sua Divina Volontà …
Come si può perseguire questa pace interiore, se la Chiesa di Cristo è in mano ad un branco di demoni che profanano ogni giorno il Santo Sacrificio nominando l’eretico nel momento più Sacro ?
Spero di sbagliarmi, ma colgo nel suo intervento una certa disperazione che, mi sembra, non rientra negli atteggiamenti auspicati per un Cristiano o una Cristiana.
Mi fu insegnato, molti anni addietro, che Dio vede e sa, quindi se lei non può fruire della Comunione sacramentale può fruire della Comunione spirituale (o di desiderio).
Dio vede e sa. Questa la grande consolazione!
Un caro saluto.
Al di là delle vie ordinarie per la nostra salvezza si danno anche delle vie straordinarie che solo Dio conosce. La Provvidenza non si lascia certamente imbrigliare da situazioni eccezionali per quanto incresciose esse siano.
Aggiungo un passo che mi sembra particolarmente adatto ai tempi che corrono. Un passo particolarmente profondo non proprio facile da “capire” e ancor meno facile da praticare.
“Non è grande merito stare con persone buone e miti … È invece grande virtù, e lodevole comportamento, degno di un uomo, riuscire a vivere in pace con le persone dure e cattive, che si comportano senza correttezza e non hanno condiscendenza verso di noi”.
Ricordiamo?: “Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso”.
Non possiamo sgattaiolare in nessun modo.
“Dunque il vivere santamente non può prescindere dall’essere unificati e raccolti. E l’essere unificati e raccolti esige una disciplina giornaliera da osservare nella propria camera, a porta chiusa”
Peccato che ogni tanto occorre uscire di casa e incontrare altre persone – l’uomo è un animale sociale, mi pare – per cui l’idea di fondo di questo post va a farsi benedire. Anche perché spesso e volentieri è ciò che è fuori che entra “nella propria camera” sfondando la porta.
Il Vangelo ridotto a “le migliori frasi di Osho”, lasciando il mondo in balìa del male: è quello che vogliono tutti tranne Dio, per cui ok, no?
“Peccato che ogni tanto occorre uscire di casa e incontrare altre persone”: certamente. Infatti, non mi sembra di aver proposto il murarsi vivi, bensì una disciplina giornaliera del raccoglimento silenzioso. Gutta cavat lapidem: chiaro che l’impedire a ciò che è fuori di “sfondare la porta” non lo si ottiene dall’oggi al domani. Ci vuole costanza e abnegazione.
In quanto alle “migliori frasi di Osho”, posso dirle con le parole dell’Imitazione di Cristo: “non volere sapere chi l’ha detto ma guarda a ciò che è detto”.
E se Osho dice, per rimanere in tema:
“Torna a casa, muoviti all’ interno. Come inizi a muoverti all’interno, più silenzio, più tranquillità, più equanimità, più equilibrio, più centratura e più radicamento iniziano ad accadere spontaneamente”,
non si vede dove possa nascondersi l’eresia.
Grazie per il contributo.
Mai parlato di eresie. Sono vuotezze, frasi che vanno bene per tutto e tutti, visto che non significano nulla e non servono a nulla. E non rendono migliore nessuno, perché ci si ritrova soli – con i propri sforzi – a mettere in pratica queste robe. Dio, Dharma,…poco conta: alla fine non ha rilevanza, per cui che differenza fa? Una vuotezza vale l’altra, e certamente c’è una pletora di gente pronta a vivere e morire per queste robe – finché li fanno sentire meglio le leggono, poi passano ad altro.
“Le migliori frasi di Osho”, pagina facebook. Si informi.
Le confesso che fatico a seguirla.
Mi sembra che per lei niente abbia “rilevanza”.
Non capisco.
Vuol cortesemente spiegare?
Quello che ha rilevanza (non “per me”, ma in sé) non riguarda questo discorso. Riassumo tutto:
Con il wishful thinking non si vive e si combinano solo casini.
Più chiaro?
Per niente.
Per di più sono allergico agli inglesismi che mortificano (vorrebbero mortificare) la nostra bella lingua italiana.
Ma non voglio tediarla oltre.
Grazie lo stesso.
Enrico carissimo,
non ho fatto a tempo ad esprimerle un mio pensiero (sullo “stato di non belligeranza”…) relativamente al suo penultimo e al suo ultimo articolo, che ho letto con grande interesse (Hagakure…!) ma intervengo – vorrei, in breve, ma ultimamente vedo che non mi riesce😂 – su questa sua ultima fatica, meritoriamente essenziale, che non ho potuto non apprezzare nella molteplicità delle sue applicazioni e del suo valore.
Butto là qualche pensiero spicciolo che mi ha riportato alla mente il suo post:
– Il momento dell’Adorazione del Santissimo Sacramento esposto:
Moltissime chiese adottano la “musichetta” di sottofondo oppure – e non so cosa sia peggio – il sacerdote ritiene necessario “animare”.
Il Silentium esorcizzato, come fosse il gran male!
Le anime, rese inabili e incapaci di ascoltare la voce di Dio.
– Marta o Maria?
Oggi, manco a dirlo, Marta…ma, comunque, non la Santa Marta del Vangelo che, pur affaccendandosi, era presa da un servizio che promanava dal suo desiderio di compiacere Cristo…
Silenzio mancato, ancora una volta.
– “Interiormente unificati”:
Ne ha già ben detto il nostro Matto ma aggiungerei che il rimando è anche al non essere “scollati”.
Si è interiormente unificati solo quando la fede permea la vita; si è unificati quando la vita intrisa di fede, “salva”.
E si salva solo chi salva, diceva qualche santo…
Chi si lascia salvare, inconsapevolmente o con cognizione, diventa “corredentore” …
Resta il fatto che ci si salva e si salva solo “in silenzio”.
Vita e fede, un tutt’uno. Non, cristiani a Messa la domenica e, nella vita e nei feriali, pagani e idolatri…
-Il solo esercizio ascetico, fine a se stesso, non può in alcun modo salvare:
Il Rigore e la Disciplina possono fare di noi degli ipocriti, e con una certa facilità, direi.
Credo fosse del Santo Curato d’Ars questa espressione:
“Meglio fare dei penitenti con la dolcezza che degli ipocriti con la severità”.
Chi percorre un cammino spirituale serio sa di quanta miseria è impastato il nostro cuore e, se lo sa (non parlo del concetto ma dell’esperienza: teoria e pratica andrebbero attentamente vagliate per renderle sincroniche ovverossia unificate!), non può non essere benevolo verso il suo prossimo.
La correzione fraterna non è far calare dall’alto l’ascia delle nostre sentenze ma preferibilmente un prendersi a braccetto, per procedere verso la Meta. Ordinariamente, con tanta pazienza e amore gli uni per gli altri.
Naturalmente, poi, le eccezioni si danno e ci stanno: chi si pone in ascolto è chiamato a non fare il proprio interesse ma quello di Dio. E talvolta lo scontro diventa scelto, consapevole e inevitabile…
Chi ascolta, ascolta per obbedire e non per compiacere se stesso.
Il silenzio e il raccoglimento sono, in ultima analisi, per poter servire.
Chi serve la propria causa (lo “sforzo”!), benchè viva apparentemente in eremitaggio, è perchè non ha ascoltato; e chi non ascolta non può obbedire!
Non dimentichiamo che il Silenzio non garantisce e non è zona franca dalla tentazioni e dalle illusioni!
Moltissimo altro (la Parola di Dio dice tutto…quanti versetti mi si affacciano alla mente del cuore😊…) si potrebbe aggiungere al fine di un fecondo confrontarsi, ma mi par d’aver detto già troppo.
Un carissimo saluto a lei, Nippo, e a tutti coloro che interverranno su questo bel tema propostoci.
Ben trovato!
“Meglio fare dei penitenti con la dolcezza che degli ipocriti con la severità”.
Sì, ma, con un pochino di attenzione. Perché se è vero che la severità può produrre facilmente degli ipocriti (e mettiamoci pure farisei), la dolcezza può indurre all’auto-indulgenza, per cui: “ma sì, dai, cosa vuoi che sia!”.
Trovare ed esercitare l’equilibrio fra severità e dolcezza è una vera e propria arte, che, almeno per quanto mi riguarda, non lascia troppo tempo per occuparsi d’altro.
Senza entrare in dettagli ma solo per essenziali accenni:
Non credo allo “stato interiore di non belligeranza”.
Non credo neppure al “deserto” come a stato di quiete ma di lotta o preparazione ad essa.
L'”auto-indulgenza”, dunque, è propria di chi non è tagliato per il combattimento o non ne è pratico.
La dolcezza, invece, è altro ed è da intendersi come serena rassegnazione all’evidenza della propria miseria, pur senza mai fare pace coi propri difetti.
Il silenzio precede il raccoglimento se promana dalla grazia: allora, sì, ci farà giungere alla contemplazione, in grado e misura stabiliti da Dio e, sempre, a Dio piacendo…
Va detto anche che il raccoglimento interiore non sempre necessita di silenzio, essendo dono celeste che non va perso neppure nel peggior frastuono.
Da ultimo, se il silenzio è artefatto – opera di mani d’uomo, per intenderci – il rischio è di ascoltare se stessi o il “Transfert Egolatrico” 👿😊…
E’ la semplicità dei bambini che ci preserva! E’ l’infanzia spirituale che ci mette al riparo!
“Se non vi convertirete e non diventerete come bambini…”
La scelta di ciò che è piccolo, umile, di ciò che è tenuto in poco conto, di ciò che sembra non aver valore alcuno agli occhi degli uomini e ai nostri, resta sempre il miglior esercizio ascetico possibile. Di gran lunga il più difficile: mortifica l’orgoglio.
Apparire è non essere!
E, a questo proposito, faccio i complimenti per la scelta del bellissimo e incisivo dipinto di Hofmann: Cristo, al giovane ricco, chiede di svestirsi di tutto…di tutto…
Questa spoliazione sarà poi la medesima voluta, accettata, compiuta per grazia, da San Francesco d’Assisi, il giovane ricco che a Cristo disse sì: ma ora mi fermo.
Un fraterno grazie, carissimo e prezioso Nippo.
Prendo atto del suo posizionarsi, caro Occhi Aperti.
Sullo “stato interiore di non belligeranza” non siamo d’accordo.
Io ci credo perché in alcuni particolari momenti – preziosissimi anche se sfuggenti e che giungono quando dicono loro – ne ho avuto conferma. Si tratta del “tariki” di cui nell’articolo, che ovviamente richiede l’apofatico “jiriki”.
Per questo, le auguro di tutto cuore di esserne beneficiato.
Così poi ci crederà anche lei 😄
Il mio “non credo” – troppo sintetico e sbrigativo ma tant’è – sottintendeva “nel cattolicesimo”…😊
Sul fatto che “non siamo d’accordo”: io non ci scommetterei😊. Ma può essere, certo. Per appurarlo, bisognerebbe addentrarsi in un argomento fitto fitto (che neppure due dei suoi articoli han potuto sviscerare, e più che comprensibilmente, dato il tema immenso e poco circoscrivibile) che ormai è fuori tempo e fuori luogo con il post attuale.
A presto, Nippo carissimo.👋
Ho scritto erroneamente “penultimo”: in realtà mi riferivo all’articolo del 15 settembre…😊