La Lezione di Indi al “dottor” Crisanti. Pro Vita e Famiglia. Poche Ore per Salvarla…

8 Novembre 2023 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mentre il regime anti-cristiano della Gran Bretagna cerca ancora un volta di uccidere malati innocenti, il partito dell’eutanasia trova adepti anche da noi. Qui sotto trovate il post che Jacopo Coghe, di Pro Vita e Famiglia, ha pubblicato su X in risposta all dott. Crisanti, quello che cantava “Sì, si vax” con i suoi degni compari Bassetti e Pregliasco sulla cittadinanza italiana concessa a Indi Gregory, e un messaggio che abbiamo ricevuto da Jacopo Coghe. Buona lettura e condivisione. 

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LA LEZIONE DI INDI AL “DOTTOR” CRISANTI

Il Governo Italiano ha coraggiosamente conferito la cittadinanza italiana a #IndiGregory, una bimba inglese di 8 mesi con una grave malattia genetica che il Sistema Sanitario britannico, col benestare della magistratura, vuole far morire per soffocamento contro il volere dei genitori – come accaduto già con Charlie Gard e Alfie Evans – perché “inguaribile”, mentre l’Ospedale Bambino Gesù di Roma si è offerto di prenderla in cura per assisterla con dignità nella malattia fino al termine naturale della sua vita. Il Senatore del Partito Democratico e “medico” Andrea Crisanti ha contestato la scelta del Governo definendo le cure palliative offerte dall’Ospedale Bambino Gesù una “inutile crudeltà”. Definire una “inutile crudeltà” le cure palliative è uno sputo in faccia a tutti i malati gravi, anche inguaribili, che grazie alle cure palliative vivono con piena dignità l’ultima parte della loro vita. Si tratta peraltro dello stesso Crisanti che durante la pandemia era ogni giorno in televisione a pontificare sull’importanza della medicina, della scienza, della sanità, della tutela della vita dei soggetti più fragili della società.. Evidentemente per Crisanti una bambina di 8 mesi non è abbastanza “fragile” per meritare le cure palliative a cui un qualsiasi adulto potrebbe accedere nelle sue stesse condizioni. No, Indi deve morire. E perché deve morire? Perché un giorno morirà ugualmente. Non puo “guarire”. Diamo una notizia a Crisanti e a tutti i cervelli immersi nella naftalina eutanasica: anche lui, come tutti, un giorno “dovrà morire”, e se crede che la sua vita sia più “degna di essere vissuta” rispetto a quella della piccola Indi solo perché le sue funzioni vitali gli consentono di sproloquiare a piacimento da pulpiti pseudo-scientifici o pseudo-politici, beh, si sbaglia di grosso. Nel forse poco tempo che le rimane da vivere, la piccola Indi ha la capacità di portate nel mondo tanta bellezza, tanta bontà e tanta verità sulla dignità dell’essere umano quanta Crisanti non potrà mai sperare di portarne con tutti i titoli, le lauree e i seggi parlamentari lucrati in una vita di onorata ..e onerosa.. carriera. “Con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari.” Salmo 8

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Marco, ho urgente bisogno del tuo aiuto!

“Mia figlia Indi messa a morte da un Sistema diabolico”. 

Queste sono le parole strazianti del papà di Indi Gregory, la bellissima bambina inglese di soli 8 mesi affetta da una grave malattia genetica che il Sistema Sanitario britannico, col benestare della magistratura, vuole far morire per soffocamento contro il volere dei genitori.

Indi è stata condannata a una morte violenta e ingiusta per soffocamento in nome di quello che l’Alta Corte britannica ha definito il suo “miglior interesse”.

Marco, è scioccante!

Ma c’è ancora un’ultima speranza: il Governo Italiano ha coraggiosamente conferito la cittadinanza italiana alla piccola Indi, per facilitare il suo trasferimento all’ospedale Bambin Gesù di Roma che si è offerto di prenderla in cura per assisterla con dignità nella malattia fino al termine naturale della sua vita.

Oggi, alle 15:00 (tra pochissime ore!), i giudici decideranno definitivamente il destino di Indi.

Marco, sostieni questo ultimo tentativo: aiutami a portare Indi in Italia!

FIRMA QUESTO APPELLO URGENTE: SALVATE LA VITA A INDI LASCIANDO CHE VENGA IN ITALIA! #SALVATEINDI

Marco, ricordi le storie di Charlie Gard e Alfie Evans?

Stiamo assistendo all’ennesimo caso di infanticidio per cause eugenetiche.

L’esecuzione di Indi (inutile girarci intorno: si tratta di fatto di un’esecuzione) è prevista per le prossime ore. 

La situazione è disperata, lo so. Ma dobbiamo tentare il tutto per tutto.

Il caso di Indi è stato contornato da un vergognoso silenzio da parte dei media. Da giorni, con Pro Vita & Famiglia, stiamo facendo tutto il possibile per amplificare la richiesta di aiuto dei genitori della piccola Indi.

Anche noi – io, te, i nostri amici e conoscenti – dobbiamo fare tutto il possibile. Per ogni firma che si aggiungerà alla petizione di Pro Vita & Famiglia, partirà una mail diretta al Governo italiano e al Governo inglese affinché facciano di tutto per salvare la vita della piccola Indi.

Non possiamo, non dobbiamo rimanere in silenzio mentre la vita di una bambina viene spezzata.

 

Di fronte a questa situazione disperata, il papà di Indi ha deciso di battezzare sua figlia:

“Non sono religioso e non sono battezzato. Ma quando ero in tribunale mi sembrava di essere stato trascinato all’inferno. Ho pensato che se l’inferno esiste, allora deve esistere anche il paradiso. Era come se il diavolo fosse lì. Ho pensato che se esiste il diavolo allora deve esistere Dio”.

Marco, non abbandoniamo Indi e i suoi genitori. Scateniamo il paradiso per loro, con preghiere e con un’azione concreta!

 

Mancano solo poche ore alla decisione finale dei giudici…

Facciamo sentire alto e forte il nostro grido di speranza. Per Indi e per i suoi genitori.

In alto i cuori!

Jacopo Coghe
Portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus

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2 commenti

  • paolo deotto ha detto:

    Ho firmato, naturalmente e invito a firmare anche gli amici lettori del Nuovo Arengario. Solo una preghiera: non assassiniamo anche l’italiano e la giurisprudenza. Il caso che stiamo trattando è un caso di OMICIDIO, non di INFANTICIDIO. Quest’ultimo reato è previsto dall’art. 578 Codice Penale, che recita: “La madre che cagiona la morte del proprio neonato immediatamente dopo il parto, o del feto durante il parto, quando il fatto è determinato da condizioni di abbandono materiale e morale connesse al parto, è punita con la reclusione da quattro a dodici anni”.
    Come si può vedere, le carogne inglesi vogliono commettere un OMICIDIO.

    • Mara ha detto:

      Ben argomentato. Tutto giusto. Sul comportamento dello pseudo magistrato inglese, dei medici dell’ospedale di Nottingham e dell’ideologizzazione della vicenda mi cucio la bocca perché altrimenti vomiterei epiteti offensivi a raffica. Quando l’uomo non ha nel proprio cuore Dio, offende il suo prossimo in tutti i modi e le maniere.