Abusi, Piazza Armerina. Il Manto Papale sul Vescovo. Korazym.org.
7 Novembre 2023
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo articolo apparso su Korazym.org, che ringraziamo per la cortesia, e che una volta di più – l’ennesima – di comportamenti pontifici che fanno discutere, quando si tratta di accuse di abusi…buona lettura e condivsione.
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Se non si trattasse di fatti gravi, si potrebbe dire che siamo alle comiche
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 06.11.2023 – Vik van Brantegem] –Alla vigilia dell’Udienza in programma al Tribunale di Enna domani martedì 7 novembre, per la requisitoria del pm Stefania Leonte e le arringhe conclusive delle parti civili nel processo a carico di Don Giuseppe Rugolo, arrestato il 27 aprile 2021, con l’accusa di violenza sessuale aggravata su tre minori, secondo gli articoli 81 e 609 del codice penale [QUI], A braccio Papa Francesco ha elogiato il Vescovo di Piazza Armerina, la diocesi dove è incardinato Don Rugolo. Ha dichiarato che Mons. Rosario Gisana è “uomo giusto”, “un bravo vescovo”, che è stato “perseguitato, calunniato”. Il Papa ha fatto queste affermazioni sul vescovo da lui nominato il 27 febbraio 2014 e nella bufera per alcuni casi giudiziari tra cui il caso Rugolo, nell’incipit del saluto che ha rivolto al gruppo dell’Associazione Piccola Casa della Misericordia di Gela, ricevuto questa mattina in Udienza nel Palazzo Apostolico Vaticano.
Riportiamo di seguito le parole di Papa Francesco, seguite dalla notizia diffusa dall’ANSA e la nota Qualcosa di “indecente” alla vigilia della requisitoria sul caso Rugolo, il Papa dice… a firma di Francesco Zanardi, il Presidente di Rete L’ABUSO, l’unica associazione italiana di vittime di abusi sessuali da parte di esponenti della chiesa, nata nel 2010. Concludiamo con un pro memoria.
Le parole di Papa Francesco
(In grassetto le parole pronunciate a braccio)
«Cari fratelli e sorelle, benvenuti! Sono contento di incontrarvi in occasione del venticinquesimo anniversario della Fraternità Apostolica della Misericordia e nel decimo della Piccola Casa della Misericordia di Gela. Saluto il Vescovo di Piazza Armerina, Monsignor Rosario Gisana: bravo, questo Vescovo, bravo. È stato perseguitato, calunniato e lui fermo, sempre, giusto, uomo giusto. Per questo, quel giorno in cui andai a Palermo, ho voluto fare sosta prima a Piazza Armerina, per salutarlo; è un bravo Vescovo.
Saluto i presbiteri e i diaconi presenti, le Suore di Maria Immacolata, i membri della Fraternità e della cooperativa “Raphael”, i volontari e le persone accolte, giovani e fedeli. E anche il padre [Pasqualino] di Dio… Chi è, il padre di Dio?… Ringrazia Dio di non chiamarti “del diavolo”!» (Papa Francesco, 6 novembre 2023).
Il Papa elogia Vescovo di Piazza Armerina, è stato perseguitato
Nella sua diocesi c’è stato un caso di abusi, ci sarà processo(ANSA) – CITTÀ DEL VATICANO, 06 NOV – Il Papa, nell’udienza con l’associazione Piccola Casa della Misericordia di Gela (Caltanissetta), ha elogiato il Vescovo di Piazza Armerina, Monsignor Rosario Gisana: “Bravo, questo vescovo, bravo. È stato perseguitato, calunniato e lui fermo, sempre, giusto, uomo giusto. Per questo, quel giorno in cui andai a Palermo, ho voluto fare sosta prima a Piazza Armerina, per salutarlo; è un bravo vescovo”, ha detto il Papa. Lo scorso mese di luglio è stato rinviato a processo un catechista di Gela per presunti abusi su un minore. Secondo le indagini, coordinate dalla Procura e condotte dalla Squadra Mobile di Caltanissetta e dal Commissariato di Gela, avviate nel 2022, la presunta vittima aveva messo al corrente il vescovo degli abusi subiti. Affermazione che è sempre stata respinta da Monsignor Gisana. (ANSA).
Il caso di abuso sessuale di cui parla la nota diffusa dall’ANSA, è emerso dopo la denuncia di due avvocati e riguarda un catechista di Gela che fa parte della Diocesi di Piazza Armerina, rinviato a giudizio dal Tribunale di Gela. La vicenda, che si intreccia con quella del processo Rugolo, è emersa nel corso della scorsa udienza al Tribunale di Enna. Il giovane di Gela, che ha denunciato il catechista, aveva già consegnato la sua storia, si legge nella denuncia fatta alla Squadra Mobile di Caltanissetta, al Vescovo Gisana e al Parroco della chiesa Madre di Gela, Vincenzo Cultraro, senza che avvenisse nulla.
Anche se l’ANSA rileva, che lo scorso mese di luglio è stato rinviato a processo un catechista di Gela per presunti abusi su un minore, e che Mons. Gisana ha sempre respinto di esserne stato messo al corrente dalla presunta vittima, La Sicilia ricorda [QUI], che «la vicenda giudiziaria del catechista di Gela rinviato a giudizio non è l’unico caso giudiziario nella Diocesi di Piazza Armerina», puntando i fari sul «caso più spinoso»: «Dinnanzi al tribunale di Enna si sta celebrando il dibattimento a carico di Don Giuseppe Rugolo, il prete di Enna accusato di violenza sessuale aggravata su minori. Il dibattimento è ormai alla fase conclusiva e il giudizio di primo grado è previsto a gennaio. Nel frattempo il sacerdote ha denunciato tutti i giornalisti che si sono occupati del suo caso».
Inoltre, La Sicilia ricorda che in Diocesi di Piazza Armerina ci sono altri casi: «C’è anche il caso di un altro catechista di Gela. L’uomo, dopo la denuncia della vittima, venne allontanato dalla chiesa dei Salesiani e ora è imputato dinnanzi alla Corte d’Assise di Caltanissetta. La vittima dopo i presunti abusi sessuali ebbe uno stato depressivo e raccontò tutto ai genitori».
Qualcosa di “indecente” alla vigilia della requisitoria sul caso Rugolo, il Papa dice…
di Francesco Zanardi
Rete L’ABUSO, 6 novembre 2023
Spazzata in un nanosecondo direttamente dalla bocca di Papa Francesco, qualunque oramai flebile speranza rimasta di giustizia in Italia, per le vittime di abusi sessuali del clero cattolico.
L’unico paese in Europa inerte in materia e al momento oggetto per inadempienza di una petizione al Parlamento Europeo [QUI].
Da quanto riporta ANSA in un comunicato, Bergoglio farebbe i complimenti (malgrado quanto emerga dall’indagine giudiziaria in corso a Enna [QUI]) al vescovo Rosario Gisana, coinvolto dalla Giustizia civile (ma non indagato) in più procedimenti oltre al caso Rugolo.
Tutto con una tempistica tanto perfetta quanto sospetta non solo nell’inaspettata posizione di Papa Francesco, contraria ai suoi stessi decennali proclami di tolleranza zero, ma perché il tutto accade alla vigilia della requisitoria di domani, presso il tribunale di Enna dove parleranno le parti.
L’Associazione non può che disapprovare in nome della verità e della giustizia per le vittime, (solo) in Italia escluse dalla stessa CEI da qualunque attività in materia [QUI].
Teniamo da annotare in virtù della “Giustizia Vaticana” che venerdì scorso, la notizia proprio inerente al caso Rugolo/Gisana che oltre alla vittima, alla Rete L’ABUSO (parte civile nel processo) e tre giornalisti, salgono a cinque le querele per chi ha parlato del caso [QUI]. Querele per le quali in tutti i casi la procura chiede l’archiviazione.
Rete L’ABUSO
Le dichiarazioni di Antonio Messina e del suo difensore
«A poche ore dalla requisitoria del pm e della discussione delle parti civili, nel processo al sacerdote Giuseppe Rugolo, accusato di violenza sessuale aggravata su minori, e che scaturisce dalla mia denuncia, che Papa Francesco tesse le lodi del Vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, fa male oltre che fa pensare. Questo vescovo è lo stesso intercettato mentre parla con Rugolo e dice che di avere insabbiato tutto», ha dichiarato Antonio Messina, il giovane che ha denunciato Don Rugolo per le violenze subite. Rinnova la sua richiesta di potere parlare con Papa Francesco: «Santo Padre mi rivolgo nuovamente a Lei per chiederle di ricevermi. Vorrei parlarle e raccontare, atti alla mano, cosa sta succedendo nella Diocesi di Piazza Armerina. Se è vero che il processo al catechista di Gela si aprirà grazie alla perseveranza di due avvocati, quello di Enna si concluderà, con la sentenza il prossimo 10 gennaio».
«Trovo grave, oltre che inopportuno, che alla vigilia della requisitoria del pm e della discussione delle parti civili, ci sia l’intervento di Papa Francesco, che parla di vicende processuali di cui certamente poco o nulla conosce», ha dichiarato il difensore della vittima, l’Avv. Eleanna Parasiliti Molica.
Antonio Messina ha testimoniato, che prima della denuncia si era rivolto al Vescovo Gisana, che gli aveva offerto 25 mila euro in contanti dai fondi della Caritas in cambio di una clausola di riservatezza. Nelle duemila e passa pagine di documenti processuali – tra cui le conversazioni telefoniche – emerge uno spaccato sociale e religioso sconfortante. Dice il Vescovo Rosario Gisana all’imputato: «Ora il problema non è solo tuo. Il problema è anche mio perché io ho insabbiato questa storia. Per cui stanno cercando in tutti i modi di accusarmi. Adesso vedremo come poterne uscire». I suoi legali replicano che ha collaborato con i pm fin dal principio, che è una spiegazione ma non una giustificazione.
Pro memoria
Foto di copertina. Mons. Rosario Gisana saluta Papa Francesco in occasione della Visita Pastorale a Piazza Armerina, il 15 settembre 2018.
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Tag: abusi, gela, gisana, korazym, papa, piazza armerina
Categoria: Generale
@ Topo Gigio
Come si fa a ridurre un sacerdote allo stato laicale senza un processo canonico? Come si fa a ritenerlo colpevole senza un processo penale? Come principio giuridico e di giustizia esiste la presunzione d’innocenza – non di colpevolezza – finché una persona non viene condannata da un tribunale legittimo – non dai media o dai “si dice” – per aver commesso il fatto che viene lui imputato. Per i sacerdoti e religiosi esiste poi un processo canonico. Quindi, Topo Gigio, abbia pazienza e continui a rosicchiare ….
Basta ! Non se ne puo’ piu’ !
Storie terribili che si ripetono…
E professionisti dello sciacallaggio che si autonominano difensori d’ufficio delle povere vittime. Vittime che hanno bisogno di quiete e di pace ma a cui proprio questa quiete e questa pace non viene concessa.
Perche’ il sacerdote che viene giudicato in tribunale e’ ancora sacerdote ? Perche’ non fu ridotto allo stato laicale ?
Non vorrei che tutto risalisse alla coppia Obama Clinton che avevàno cercato di cacciare RAtzinger ovvero si erano intromessi in un campo che non era di loro competenza.