Health Canada: nel Siero Pfizer una Sequenza DNA forse Tumorale.

26 Ottobre 2023 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, offriamo alla vostra attenzione, nella traduzione di un amico, che ringraziamo di cuore, questo articolo apparso su The Epoch Times. Buona lettura e condivisione.

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 Health Canada conferma la presenza non rivelata di una sequenza di DNA nel Pfizer Shot

“Health Canada ha confermato la presenza di una sequenza di DNA del Simian Virus 40 (SV40) nel vaccino Pfizer COVID-19, che il produttore non aveva precedentemente rivelato. C’è dibattito tra gli scienziati riguardo al significato della scoperta, con alcuni che dicono ha il potenziale per provocare il cancro e altri dicono che rappresenta una minaccia minima o nulla.
“Health Canada si aspetta che gli sponsor identifichino qualsiasi sequenza di DNA biologicamente funzionale all’interno di un plasmide (come un potenziatore SV40) al momento della presentazione”, ha affermato l’agenzia in una e-mail a The Epoch Times.
“Sebbene la sequenza completa del DNA del plasmide Pfizer sia stata fornita al momento della presentazione della domanda iniziale, lo sponsor non ha identificato specificamente la sequenza SV40.”
L’autorità di regolamentazione ha affermato che dopo che gli scienziati Kevin McKernan e il dottor Phillip J. Buckhaults hanno pubblicamente sollevato la presenza di potenziatori dell’SV40 nei vaccini all’inizio di quest’anno, “è stato possibile per Health Canada confermare la presenza del potenziatore sulla base della sequenza del DNA plasmidico presentata da Pfizer rispetto alla sequenza di potenziamento SV40 pubblicata.”
Entrambi gli scienziati hanno fatto scalpore dopo aver scoperto il DNA plasmidico nelle iniezioni di mRNA COVID-19, avvertendo che potrebbe potenzialmente alterare il genoma umano. Tuttavia, i due condividono diversi gradi di preoccupazione riguardo al significato di una sequenza SV40 – che viene utilizzata come potenziatore per guidare la trascrizione genetica durante il processo di produzione del vaccino – presente nelle iniezioni.
Il signor McKernan, ex ricercatore e leader del team del progetto genoma umano del Massachusetts Institute of Technology, ha detto a EpochTimes che sospetta che Pfizer non abbia rivelato la presenza della sequenza di DNA a causa dell’associazione dell’SV40 con i vaccini antipolio. Ha detto che anche se non ci sono prove che la sequenza sia cancerogena, è preoccupato per la sua integrazione nel genoma umano.
Il poliomavirus Simian Virus 40, un virus oncogeno a DNA, era stato precedentemente rimosso dai vaccini antipolio a causa delle preoccupazioni su un collegamento con i tumori. Si è scoperto che i vaccini antipolio utilizzati alla fine degli anni ’50 e all’inizio degli anni ’60 erano contaminati da SV40 poiché il virus era presente nelle cellule renali delle scimmie utilizzate per coltivare il vaccino.
Il signor McKernan ha affermato che mentre nei vaccini antipolio era presente l’intero virus SV40 da 5kb, la presenza dei promotori dell’SV40 era ancora preoccupante a causa del rischio che si integrassero nei genomi umani vicino agli oncogeni, che sono geni che hanno il potenziale di causare il cancro.
Angus Dalgleish, professore di oncologia presso la St. George’s Hospital Medical School di Londra, ha recentemente scritto su The Conservative Woman di una maggiore incidenza di tumori in seguito alla vaccinazione COVID-19 osservata da lui stesso e dai suoi colleghi, inclusa una “epidemia di tumori esplosivi” con molteplici diffusione metastatica.
Ha notato la potenziale “integrazione del plasmide del DNA e dell’SV40 nel promuovere lo sviluppo del cancro”.
Il dottor Lindsay si è chiesto perché la Pfizer non abbia divulgato il promotore dell’SV40 alle autorità di regolamentazione come la Food and Drug Administration statunitense, l’Agenzia europea per i medicinali e Health Canada.
“Li hanno nascosti. Quindi non è solo il fatto che sono lì, è il fatto che sono stati intenzionalmente nascosti alle autorità di regolamentazione”, ha detto.
Pfizer non ha risposto alla richiesta di commento di The Epoch Times

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2 commenti

  • Marco Matteucci ha detto:

  • arrendersi all'evidenza ha detto:

    Per aiutare a capire l’importanza della cosa spero sia utile fornire qualche rudimento sulla materia. Mi scuso con chi saprebbe presentarlo con maggior precisione e competenza.

    Circa 15 anni fa la ricerca impegnata sui plasmidi DNA si era imbattuta in un grosso problema: una volta imparato a manipolare geneticamente l’informazione, come farla arrivare dove serve?

    Un modo per trasferire DNA in cellule ospiti è la trasfezione virale (cioè la consegna mediante un virus), ma uno dei fattori che limita l’efficienza del procedimento è la scarsità dell’ingresso del plasmide nel nucleo una volta che è arrivato al citoplasma.

    La soluzione al problema fu la scoperta di una regione del virus vacuolizzante della scimmia, abbreviato SV40 (dall’inglese Simian virus 40, un polyomavirus presente tanto nelle scimmie quanto negli esseri umani).

    In particolare la regione di cui parliamo è il frammento 372-bp, che include il promoter e l’enhancer della trascrizione. Per chi vuole approfondire vedere qui:
    https://en.wikipedia.org/wiki/Transcription_(biology)

    Non è fantascienza, ma materia già studiata dai ricercatori dalla fine degli anni novanta.

    Ebbene questo spezzone genico ha le prerogative adatte a risolvere il problema dell’inserimento nel nucleo della cellula del contenuto immesso nei plasmidi.

    Evitiamo qui di approfondire le potenzialità della scoperta: ciò che conta è il fatto che sia possibile.
    Abbiamo un adatto DNA-targeting sequences (DTS), un vettore plasmidico da indirizzare dove serve, guarda caso particolarmente indicato nella consegna mediata da lipidi cationici (dal 2020 sono NANOlipidi cationici) .

    Che bravi? Siamo tutti contenti? Gli diamo un premio?
    Per la genialità sì, ma poi si è scoperta un’altra cosa.

    Infatti l’SV40 ha la peculiarità di inibire un importantissimo oncosoppressore naturale, il p53.

    E’ vero che è tuttora controversa l’oggettiva responsabilità del SV40 nell’insorgenza di determinati tumori, ma che inibisca un oncosoppressore è certo e quindi costituisce un fattore di rischio.

    E’ inquietante che chi ha proposto il siero a mRNA e sapeva della sequenza SV 40 abbia fatto finta di nulla, non segnalandolo. Correttezza avrebbe voluto che
    sia identificata “qualsiasi sequenza di DNA biologicamente funzionale all’interno di un plasmide al momento della presentazione” …

    Hanno fatto lo gnorri…

    La materia è molto delicata.

    Il dsDNA (derivante dai processi di produzione del mRNA) ha un potenziale oncogenico potendo interferire con il DNA naturale: il problema è che nelle fiale c’è e in certi casi è tanto. Questo è provato.
    Il DNA potrebbe creare problemi come oncostimolatore diretto (da dimostrare), ma anche per inibizione di un oncosoppressore, il gene p53 (e questo è certo).

    Anche se fossero eventi rari, sono certamente dose-dipendente: più nei prendi e più si sommano gli addendi, che (come si è visto) sono molto variabili da lotto a lotto.
    Poco tranquillizza l’ammettere limiti < 330 ng /mg, che sarebbero già inadatti alla presenza concomitante dei nanolipidi, se poi le analisi non le fanno su tutti i lotti, considerando la variabilità di processo retrostante (non convalidato) e quindi la possibilità che esistano lotti con valori di dsDNA molto più alti!

    La contaminazione da DNA oltre il requisito di 330ng/mg dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) e i requisiti di 10ng/dose della FDA è stata assodata in alcuni dei lotti testati. Nel caso peggiore, il 30% (30 volte il limite !!) del materiale genetico presente nella fiala era costituito da DNA plasmidico.

    Le Agenzie regolatorie erano avvertite del problema, dato che Pfizer aveva presentato all’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) i già citati documenti comprovanti la presenza di DNA a doppio filamento (dsDNA).
    Un livello di impurezza che avrebbe richiesto il richiamo precauzionale dei lotti, ma ciò avrebbe discreditato tutta l’operazione, per cui… silenzio.

    In un processo che può prevedere un’impurezza non è scandaloso che essa ci sia, ma ne va garantito un livello minimo, soprattutto se ne è nota la pericolosità dell’impurezza.Se si supera quel livello, le regole impongono che il lotto sia respinto e che i lotti futuri prevedano azioni correttive del processo che impediscano il ripetersi dell’evento.

    Scusandomi ancora per qualche approssimazione, penso che possa far comprendere meglio la delicatezza dell'argomentazione dell'articolo.

    Che si conclude con l'interrogativo del dottor Lindsay circa il perché Pfizer non abbia evidenziato il promotore dell’SV40 alle autorità di regolamentazione come la Food and Drug Administration statunitense, l’Agenzia europea per i medicinali e Health Canada.

    “Li hanno nascosti. Quindi non è solo il fatto che sono lì, è il fatto che sono stati intenzionalmente nascosti alle autorità di regolamentazione”.

    Pfizer non ha risposto alla richiesta di commento di The Epoch Times