Scomparso il Katechon, l’Iniquo si è Sentito Libero. Boccacci, Russo.
20 Ottobre 2023
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, due amici fedeli del nostro sito, Rosanna Boccaci e Sergio Russo offrono alla vostra attenzione queste riflessioni sul Katchon e l’Anticristo. Buona lettura e diffusione.
§§§
DA QUANDO È SCOMPARSO IL KATECHON,
L’UOMO INIQUO SI È SENTITO LIBERO DI AGIRE
Ovvero: il Vescovo vestito di bianco
può ora stabilire la desolazione nel Luogo Santo.
Dopo aver scritto un articolo (qui), in cui abbiamo “provato” ad interpretare il Terzo Segreto di Fatima, quello reso pubblico il 26 giugno 2000 a Fatima, in occasione della beatificazione dei pastorelli Francisco e Jacinta Marto, e tuttavia ben sapendo che quel medesimo testo rappresenterebbe soltanto la descrizione di quella celebre Visione apocalittica, che la Santa Vergine donò a Fatima nel 1917, adesso invece tenteremo sì, ancora di interpretare, ma un altro testo: quello conosciuto come la “spiegazione”, ovviamente sempre a riguardo della medesima Visione.
Accantonando al momento il discorso concernente le vicissitudini, oltreché le relative problematiche che si riferiscono al fortuito ritrovamento, che fu comunque puntualmente provvidenziale, del testo in questione, noi qui ci accingeremo invece, sin da subito, ad entrare nel vivo del messaggio che la Vergine Santa ha desiderato che la comunità dei credenti ne venisse a conoscenza.
JMJ
Tuy, 1/4/1944
«Adesso vado a rivelare il terzo frammento del segreto:
questa parte è l’apostasia nella Chiesa.»
Senza inutili giri di parole è qui enunciato, sin dall’inizio, ciò che sta realmente accadendo all’interno della Chiesa Cattolica contemporanea, e ciò corrisponde ad un preciso termine, tanto devastante quanto inequivocabile: APOSTASIA!
Sarà bene chiarire che, fra le gravissime piaghe che affliggono la santa Chiesa di Dio, lungo il corso della sua storia e nello svolgersi dei secoli, piaghe quali sono appunto le eresie e gli scismi, l’apostasia – ahimè – tiene il luogo della calamità più grave ed estrema.
«Quando il Figlio dell’Uomo ritornerà, troverà ancora la Fede sulla terra?» (Lc 18,8).
Per apostasia s’intende quindi: “il ripudio totale della fede cristiana” e, paradossalmente, allorquando si verifichino ad esempio eresie, od anche scismi, in certo qual modo si rimane ancora in ambito di fede, per quanto deviata o travisata essa sia diventata, mentre qui, viceversa, siamo in presenza di un abbandono totale della Fede, e ora forse si comprende come l’apostasia risulti essere così grave!
La Chiesa cattolica – e tuttavia sarebbe più opportuno specificare: la “falsa chiesa” – ma proprio a partire dai suoi vertici, sta oggi infatti abbandonando e tradendo il suo Signore, poiché a gran voce reclama di “liberare” quel Barabba, araldo e portatore di inclusività, tolleranza, fratellanza, al posto di Gesù Cristo, la sola Via, ineludibile Verità, pienezza di Vita.
E “coincidenze” hanno voluto che, proprio mentre ci siamo proposti di scrivere tale articolo, iniziato nella data della festa liturgica di quel grande pontefice che fu san Pio X, con nostra grande sorpresa, abbiamo ritenuto essere un suo “regalo” l’aver ricevuto, appunto in quello stesso giorno, queste sue parole le quali, sebbene vergate ben cento anni prima (nella Lettera Apostolica di san Pio X agli Arcivescovi e ai Vescovi francesi “Notre charge apostolique”, Roma, 25 agosto 1910) sono comunque di un’attualità sconvolgente, e dunque rendono a perfezione come vada intesa, molto concretamente, tale “apostasia nella Chiesa”:
«… Ma sono ancor più strane, nello stesso tempo spaventose e rattristanti, l’audacia e la leggerezza di spirito di uomini che si dicono cattolici, che sognano di rifare la società in simili condizioni e di stabilire sulla terra, al di sopra della Chiesa cattolica, “il regno della giustizia e dell’amore”, con operai venuti da ogni parte, di tutte le religioni oppure senza religione, con o senza credenze, purché dimentichino quanto li divide, le loro convinzioni religiose e filosofiche, e mettano in comune quanto li unisce, un generoso idealismo e forze morali prese “dove possono”. [Tali concenti, quantunque negativi, vengono applicati alla lettera nella pastorale ecclesiale odierna: vedi a tal proposito il recente viaggio di Bergoglio in Mongolia].
Quando si pensa a tutto quanto è necessario in forze, in scienza, in virtù soprannaturali, per istituire la città cristiana, e alle sofferenze di milioni di martiri, e alle illuminazioni dei Padri e dei Dottori della Chiesa, e alla dedizione di tutti gli eroi della carità, e a una potente gerarchia nata dal Cielo, e ai fiumi di grazia divina, e il tutto edificato, collegato, compenetrato dalla Vita e dallo Spirito di Gesù Cristo, la Sapienza di Dio, il Verbo fatto uomo; quando si pensa, diciamo, a tutto questo, si è spaventati nel vedere nuovi apostoli intestardirsi a fare di meglio, mettendo in comune un vago idealismo e virtù civiche. [E ciò è, in fin dei conti, appunto lo spirito dell’anticristo, che vuole spacciarsi più benevolo, tollerante e misericordioso del Cristo stesso!].
Che cosa produrranno? Che cosa sta per uscire da questa collaborazione? Una costruzione puramente verbale e chimerica, in cui si vedranno luccicare alla rinfusa e in una confusione seducente, le parole di libertà, di giustizia, di fraternità e di amore, di uguaglianza e di umana esaltazione, il tutto basato su una dignità umana male intesa. Si tratterà di un’agitazione tumultuosa, sterile, per il fine proposto e che avvantaggerà gli agitatori di masse meno utopisti…
Temiamo che vi sia ancora di peggio. Il risultato di questa promiscuità nel lavoro, il beneficiario di quest’azione sociale cosmopolita, può essere soltanto una democrazia che non sarà né cattolica, né protestante, né ebraica: una religione più universale della Chiesa cattolica, che riunirà tutti gli uomini divenuti finalmente fratelli e compagni, nel “regno di Dio”. – “Non si lavora per la Chiesa: si lavora per l’umanità”… [Vedi tutto l’agire “pastorale” di Bergoglio!]
E ora, pervasi dalla più viva tristezza, ci domandiamo, Venerabili Fratelli, che cos’è diventato il Cattolicesimo?… Ahimè!, esso che, in altri tempi dava tanto belle speranze, un tale fiume, limpido e impetuoso, è stato captato nel suo corso, dai moderni nemici della Chiesa e d’ora innanzi forma solo un misero affluente del grande movimento di apostasia, organizzato, in tutti i paesi, per l’instaurazione di una Chiesa universale, che non avrà né dogmi, né gerarchia, né regole per lo spirito, né freno per le passioni, e che, con il pretesto della libertà e della dignità umana, ristabilirebbe nel mondo, qualora potesse trionfare, il regno legale dell’astuzia e della forza, e l’oppressione dei deboli, di quelli che soffrono e che lavorano. [E questo accade oggi con l’avallo, cosciente o incosciente esso possa essere, della stragrande maggioranza di una Gerarchia cattolica, divenuta al presente pusillanime e silente!].»
E diteci voi se questa non è una fotografia, tanto impietosa quanto estremamente lucida, della situazione in cui versa oggigiorno la Chiesa Cattolica contemporanea!
«Nostra Signora ci mostrò una visione di un individuo
che io descrivo come il “Santo Padre”,
davanti a una moltitudine che stava lodandolo.»
Riportiamo qui un altro brano, molto “significativo”, tratto dalla Lettera a Papa Francesco (23 settembre 2013), scritto da Lucrecia Rego De Planas, esperta di media cattolici e profonda conoscitrice di colui che oggi si fa chiamare “Francesco”:
“A quanto sembra, [il Vescovo J.M. Bergoglio] ama essere amato da tutti e star bene con tutti, così che un giorno può pronunciare un discorso in tv contro l’aborto e il giorno seguente, nella stessa tv, apparire benedicendo le femministe pro-aborto nella Plaza de Mayo; può pronunciare un discorso meraviglioso contro i massoni e, un’ora dopo, cenare e brindare con essi al Rotary Club. […] Tu eri l’unico tra loro [gli altri vescovi] che non faceva la genuflessione davanti al Tabernacolo né durante la Consacrazione… Non posso applaudire un Papa che non si genuflette davanti al Tabernacolo, né alla Consacrazione, come dispone il rituale della Messa!”
«Però c’era una differenza con un vero Santo Padre,
lo sguardo del demonio, questo aveva gli occhi del male.»
E tale vera differenza ciascuno di noi l’ha potuta constatare, credente o meno che sia, a partire da quel 13 marzo 2013, quando si è avuta la compresenza di “due papi” – caso unico nella bimillenaria storia della Chiesa – all’interno degli stessi Palazzi Vaticani.
Apparentemente simili (per l’esattezza: speculari), ma profondamente diversi: l’uno, il vero Santo Padre – “Rimango papa per sempre”, ebbe a dire lo stesso Benedetto XVI – di bianco vestito, dal portamento umile e regale al medesimo tempo, Vicario di Cristo e Successore di Pietro…
L’altro, il vescovo vestito di bianco – “Buonasera […] vengo dalla fine del mondo”, come disse Bergoglio, appena eletto – appunto vestito (ma soltanto… vestito!) di bianco, “uno di noi”, in grado di ammaliare le folle, ma che ha fatto declassare la dignità di Vicario di Cristo (e non poteva essere altrimenti!), successore di Giuda piuttosto che di Pietro, come diverse profezie indicano, oltre ad autorevoli riflessioni di uomini di Dio lo hanno evidenziato…
“Lo sguardo del demonio…”, purtroppo però qui non abbiamo modo di offrirvi una sorta di “carrellata di immagini” che, sebbene siano semplicemente delle fotografie, colgono eloquentemente tali “occhi del male” nello sguardo di Francesco che, sebbene sia “simile a un agnello, però parla come un drago.” [Consigliamo ai gentili Lettori le foto presenti nel libro Sei tu quello, o dobbiamo aspettarne un altro?, alle pagine 105-06, oppure ricercando in internet].
«Poi, alcuni momenti più tardi,
vedemmo lo stesso Papa entrare in una Chiesa,
però questa Chiesa era la Chiesa dell’inferno,
non c’è modo di descrivere la bruttezza di questo luogo,
sembrava come una fortezza di cemento grigio,
con gli angoli rotti e le finestre come occhi,
aveva un picco sul tetto dell’edificio.»
Dalle visioni della b. Anna Caterina Emmerich, del 12 settembre 1820: “Vidi una strana chiesache veniva costruita contro ogni regola… Non c’erano angeli a vigilare sulle operazioni di costruzione. In quella chiesa non c’era niente che venisse dall’alto… [ragion per cui tutto veniva dal “basso”: Chiesa dell’inferno, appunto!] C’erano solo divisioni e caos. Si tratta probabilmente di una chiesa di umana creazione, che segue l’ultima moda: la nuova chiesa eterodossa di Roma.Quella strana grande chiesa che veniva costruita là [a Roma]. Non c’era niente di santo in essa. E tutto il lavoro veniva fatto meccanicamente. Tutto veniva fatto secondo la ragione umana… Ho visto ogni genere di persone, cose, dottrine ed opinioni.”
“Una fortezza di cemento grigio”: una chiesa che non sia più “madre e maestra”, e non ti accolga più fra le sue materne braccia, è diventata null’altro se non una desolante e tetra fortezza, arroccata su sé stessa, in cui il cemento è grigio, annerito dal “fumo di satana”, oramai penetrato quasi ovunque…
“Gli angoli rotti”: l’angolo è sinonimo, anche esteticamente, di precisione di linee, ciò vuol dire che qui viene disatteso il monito del Signore: “il sì, sia sempre sì; il no, sia sempre no!” Si è persa cioè la linearità dei pronunciamenti (quel parlare “papale papale”, tipico dei veri Sommi Pontefici), per dar luogo, viceversa, all’ambiguità dei se e dei ma, al “si proceda caso per caso”.
“Le finestre come occhi”: tutti coloro che hanno agito coerentemente alla propria coscienza e difeso verità e dottrina, siano essi prelati, sacerdoti, religiosi o laici, hanno sperimentato sulla propria pelle come agiscano quegli “occhi”, nascosti dietro le “finestre”, poiché, all’inizio soltanto limitati al piccolo stato del Vaticano, ma poi metastasicamente diffusisi fin nelle chiese locali, in un modo di esercitare il controllo, che potremmo definire “sovietico”, in cui l’amico spia e riferisce, i confratelli emarginano e pongono all’indice, i famigliari stessi ridicolizzano e compatiscono.
“Un picco sul tetto dell’edificio”: da chi ha letto il libro o visto il film de Il Signore degli Anelli, tale particolare è colto subito al volo, poiché esso è l’attuazione, ai nostri giorni drammaticamente concretizzatosi, di quell’onnipervasivo controllo da “occhio del grande fratello”. Questa utopia o, ancor meglio, distopia, già preconizzata a suo tempo, è divenuta oggi una realtà sociale, accettata dalla maggioranza delle persone, le quali si sono lasciate condurre, seguendo il “bianco pifferaio”, alle soglie del precipizio, rovina per i corpi e perdizione delle anime.
«Subito alzammo lo sguardo verso Nostra Signora
che ci disse avete visto l’apostasia nella Chiesa,
questa lettera può essere aperta dal Santo Padre,
però deve essere annunciata dopo Pio XII e prima del 1960.»
Non rimane infatti che “alzare lo sguardo” verso di Lei, ed implorarLa che, a sua volta, Ella “rivolga a noi gli occhi suoi, misericordiosi” e ci metta, e tenga, sotto la sua protezione, poiché abbiamo visto il “mysterium iniquitatis”, l’apostasia nella Chiesa appunto, l’ultima prova escatologica, che scuoterà la fede dei credenti, svelando al contempo il mistero d’iniquità, sotto la forma di una impostura religiosa, che offrirà agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, e tuttavia al prezzo dell’apostasia dalla Verità. (cfr CCC, 675).
«Nel regno di Giovanni Paolo II
la pietra angolare della tomba di Pietro deve essere rimossa
e trasportata a Fatima.»
E qui entriamo direttamente nella storia: nel precedente messaggio era già stato nominato Pio XI, a proposito di una seconda guerra mondiale che si sarebbe avuta, se gli uomini non avessero smesso di offendere Iddio, ma adesso anche Pio XII e Giovanni Paolo II vengono nominati, assieme a una data, il 1960. Ad ulteriore dimostrazione che le profezie non sono affatto “campate per aria”, ma viceversa, s’incarnano nella storia e nella vita delle persone, citando personaggi reali e indicando date precise!
«Poiché il dogma della fede non è conservato a Roma,
la sua autorità sarà rimossa e consegnata a Fatima.
La cattedrale di Roma deve essere distrutta
e una nuova costruita a Fatima.»
Già con l’avvento di san Giovanni Paolo II ha cominciato a realizzarsi questa specifica profezia, perché nel suo stemma papale campeggiava, sotto la croce, la “M” di Maria, oltre all’eloquente motto “Totus tuus”: tale era il programma di una intera vita, dedicata al servizio del Signore e dei fratelli, per mano alla Vergine Santa.
“La pietra angolare della tomba di Pietro, poiché il dogma della Fede [oggi] non è [più]conservato a Roma, la sua autorità deve e sarà rimosa, per essere trasportata e consegnata a Fatima.”
Gli ultimi tre pontefici hanno già dato il loro triplice, sofferto e partecipe, Ti amo al loro e nostro Signore – Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI – che ha richiesto ad essi di amarLo “più di tutti costoro”, e tuttavia adesso, con l’avvento del falso profeta, proprio lui che è quell’inquietante e parodistico precursore, quegli che sta aprendo la strada alla comparsa dell’anticristo: ora è dunque venuto il tempo che “la cattedrale di Roma debba essere distrutta e una nuova costruita a Fatima”.
Il trionfo del Cuore Immacolato di Maria sarà preceduto da una rigorosa e virile presa di coscienza, di tutta la comunità dei credenti, che “la Donna vestita di Sole” non è un optional alla Fede, ché anzi Essa la genera, la partorisce, la custodisce.
Una nuova cattedrale quindi, sorgerà sulle ceneri di quella di Roma, la Gerusalemme celeste, poiché già quella terrena passò il testimonio a Roma, ma Roma dovrà riconsegnarlo a Gerusalemme, adesso sì, trasfigurata e divinizzata…
Ed è appunto con profonda tristezza – e purtuttavia quella medesima tristezza che sperimentò anche il Signore – che dovremmo ricordarci proprio di quelle profezie che predissero appunto tali fatti, quale quella di san Malachia, per esempio, al punto che dice: “… La città dai sette colli sarà distrutta e il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo. Fine.”, oppure altre ancora: le Tre Fontane, la Salette, ecc., ma tuttavia, ed in special modo qui, la nota e prodigiosa lacrimazione della cosiddetta “Madonnina di Civitavecchia”, avvenuta nel 1995, in cui pare quasi che la Vergine abbia voluto come piangere sulla “città eterna” (Civitavecchia è situata infatti alle porte di Roma), a somiglianza di quel che fece Gesù, quand’Egli, trovandosi alle porte della città di Gerusalemme pianse su di essa, ben sapendo della sua imminente distruzione ad opera dei Romani: “Quando fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata.»” (Lc 19,41-44).
«Se 69 settimane dopo che questo ordine sia annunciato,
Roma continua la sua abominazione, la città sarà distrutta.
Nostra Signora ci disse che questo è scritto,
Daniele 9,24-25 e Matteo 21,42-44.»
Abbiamo scritto abbastanza, e non volendo affaticare oltre il Lettore, noi pure lasciamo un ideale testimonio di interpretazione, per esempio a fratel Giovanni Maria, esperto esegeta ed interprete biblico, o comunque a qualsivoglia altro Lettore che desideri cimentarsi, sentendosi convenientemente preparato, su tale specifico ed ultimo punto, a carattere cronologico, di tale profezia.
Ecco dunque, che in conclusione riportiamo i due brani biblici che la Santa Vergine desidera porre alla nostra attenzione:
Dn 9,24-25: «Settanta settimane sono fissate per il tuo popolo e per la tua santa città per mettere fine all’empietà, mettere i sigilli ai peccati, espiare l’iniquità, portare una giustizia eterna, suggellare visione e profezia e ungere il Santo dei santi. Sappi e intendi bene, da quando uscì la parola sul ritorno e la ricostruzione di Gerusalemme fino a un principe consacrato, vi saranno sette settimane. Durante sessantadue settimane saranno restaurati, riedificati piazze e fossati, e ciò in tempi angosciosi”.»
Mt 21,42-44: «Gesù disse loro: “Non avete mai letto nelle Scritture: ‘La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri’? Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare. Chi cadrà sopra questa pietra sarà sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno, lo stritolerà.»
Rosanna Maria Boccacci e Sergio Russo
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Tag: anticristo, boccacci, demonio, katechon, russo
Categoria: Generale
Merci pour ce beau texte plein de signification spirituelle !
Je me suis permis de le traduire en français pour les lecteurs francophones :
Le Katechon disparu, l’Inique s’est senti libre d’agir
par Rosanna Boccaci et Sergio Russo, 20 Octobre 2023
Publié dans le blog de Marco Tosatti : Scomparso il Katechon, l’Iniquo si è Sentito Libero
Source : https://www.marcotosatti.com/2023/10/20/scomparso-il-katechon-liniquo-si-e-sentito-libero-boccacci-russo/
Traduction : Louis Lurton
DEPUIS QUE LE KATECHON A DISPARU,
L’HOMME INJUSTE S’EST SENTI LIBRE D’AGIR
C’est-à-dire : l’évêque vêtu de blanc
peut maintenant établir la désolation dans le Lieu Saint.
Après avoir écrit un article (ici) dans lequel nous avons “essayé” d’interpréter le Troisième Secret de Fatima, celui qui a été rendu public le 26 juin 2000 à Fatima, à l’occasion de la béatification des bergers Francisco et Jacinta Marto, tout en sachant pertinemment que ce même texte ne serait qu’une description de la célèbre Vision apocalyptique que la Sainte Vierge a donnée à Fatima en 1917, nous allons maintenant tenter d’interpréter un autre texte : celui connu comme “l’explication”, concernant évidemment toujours la même Vision.
Laissant de côté pour le moment le discours sur les vicissitudes, ainsi que les problèmes connexes liés à la découverte fortuite, qui fut de toute façon providentielle, du texte en question, nous irons plutôt, ici et maintenant, directement au cœur du message que la Sainte Vierge a voulu faire connaître à la communauté des croyants.
JMJ
Tuy, 1/4/1944
“Je vais maintenant vous révéler le troisième fragment du secret :
cette partie concerne l’apostasie dans l’Église”.
Sans tournures de phrases inutiles, il est dit ici, dès le début, ce qui se passe réellement au sein de l’Église catholique contemporaine, et cela correspond à un terme précis, aussi dévastateur que sans équivoque : APOSTASIE !
Il convient de préciser que, parmi les très graves fléaux qui affligent la sainte Église de Dieu, au cours de son histoire et au fil des siècles, fléaux tels que les hérésies et les schismes, l’apostasie – hélas – tient la place de la calamité la plus grave et la plus extrême.
“Quand le Fils de l’homme reviendra, trouvera-t-il encore la Foi sur la terre ?” (Luc 18,8).
Par apostasie, on entend donc : “la répudiation totale de la foi chrétienne” et, paradoxalement, lorsque, par exemple, des hérésies ou même des schismes se produisent, on reste en un certain sens dans le domaine de la foi, même si elle est devenue déviante ou dénaturée, alors qu’ici, à l’inverse, nous sommes en présence d’un abandon total de la Foi, et l’on comprend alors peut-être pourquoi l’apostasie s’avère si grave !
L’Eglise catholique – et pourtant il serait plus opportun de spécifier : la “fausse Eglise” – mais à partir de son sommet, est aujourd’hui en train d’abandonner et trahir Notre Seigneur, car elle réclame à voix haute la “libération” de ce Barabbas, héraut et porteur de l’inclusivité, de la tolérance, de la fraternité, en lieu et place de Jésus-Christ, seul Chemin, Vérité incontournable, plénitude de Vie.
Une « coïncidence » a voulu qu’au moment où nous commencions à écrire cet article, qui débute le jour de la fête liturgique de ce grand pontife qu’était saint Pie X, à notre grande surprise, nous considérions comme son “cadeau” d’avoir reçu, ce même jour, ces mots de lui qui, bien qu’écrits plus de cent ans plus tôt, n’ont jamais été publiés, bien qu’écrits plus de cent ans auparavant (dans la Lettre apostolique de saint Pie X aux archevêques et évêques de France “Notre charge apostolique”, Rome, 25 août 1910), qui sont d’une actualité bouleversante, et illustrent donc parfaitement comment il faut comprendre très concrètement cette “apostasie dans l’Église” :
“… Mais, plus étranges encore, effrayantes et attristantes à la fois, sont l’audace et la légèreté d’esprit d’hommes qui se disent catholiques, qui rêvent de refondre la société dans de pareilles conditions et d’établir sur terre, par-dessus l’Église catholique « le règne de la justice et de l’amour », avec des ouvriers venus de toute part, de toutes religions ou sans religion, avec ou sans croyances, pourvu qu’ils oublient ce qui les divise : leurs convictions religieuses et philosophiques, et qu’ils mettent en commun ce qui les unit : un généreux idéalisme et des forces morales prises « où ils peuvent » “. [De tels propos, même négatifs, sont appliqués à la lettre dans la pastorale ecclésiale d’aujourd’hui : voir à ce propos le récent voyage de Bergoglio en Mongolie].
Quand on songe à tout ce qu’il a fallu de forces, de science, de vertus surnaturelles pour établir la cité chrétienne, et les souffrances de millions de martyrs, et les lumières des Pères et des Docteurs de l’Église, et le dévouement de tous les héros de la charité, et une puissante hiérarchie née du ciel, et des fleuves de grâce divine, et le tout édifié, relié, compénétré par la Vie de Jésus-Christ, la Sagesse de Dieu, le Verbe fait homme ; quand on songe, disons-Nous, à tout cela, on est effrayé de voir de nouveaux apôtres s’acharner à faire mieux avec la mise en commun d’un vague idéalisme et de vertus civiques. [Et c’est justement l’esprit de l’antéchrist, qui veut se faire passer pour plus bienveillant, plus tolérant et plus miséricordieux que le Christ lui-même].
Que vont-ils produire ? Qu’est-ce qui va sortir de cette collaboration ? Une construction purement verbale et chimérique, où l’on verra miroiter pêle-mêle et dans une confusion séduisante les mots de liberté, de justice, de fraternité et d’amour, d’égalité et d’exaltation humaine, le tout basé sur une dignité humaine mal comprise. Ce sera une agitation tumultueuse, stérile pour le but proposé et qui profitera aux remueurs de masses moins utopistes…
Nous craignons qu’il n’y ait encore pire. Le résultat de cette promiscuité en travail, le bénéficiaire de cette action sociale cosmopolite ne peut être qu’une démocratie qui ne sera ni catholique, ni protestante, ni juive ; une religion plus universelle que l’Église catholique, réunissant tous les hommes devenus enfin frères et camarades dans « le règne de Dieu ».- « On ne travaille pas pour l’Église, on travaille pour l’humanité ». “… [Voir toutes les actions “pastorales” de Bergoglio].
Et maintenant, pénétré de la plus vive tristesse, Nous Nous demandons, vénérables Frères, ce qu’est devenu le catholicisme du Sillon. Hélas, lui qui donnait autrefois de si belles espérances, ce fleuve limpide et impétueux a été capté dans sa marche par les ennemis modernes de l’Église et ne forme plus dorénavant qu’un misérable affluent du grand mouvement d’apostasie organisé, dans tous les pays, pour l’établissement d’une Église universelle qui n’aura ni dogmes, ni hiérarchie, ni règle pour l’esprit, ni frein pour les passions et qui, sous prétexte de liberté et de dignité humaine, ramènerait dans le monde, si elle pouvait triompher, le règne légal de la ruse et de la force, et l’oppression des faibles, de ceux qui souffrent et qui travaillent. [Et cela se produit aujourd’hui avec l’aval, conscient ou inconscient, de l’écrasante majorité d’une hiérarchie catholique devenue aujourd’hui pusillanime et silencieuse !”.
Et dites-nous si ce n’est pas là un instantané, aussi impitoyable qu’extrêmement lucide, de la situation dans laquelle se trouve aujourd’hui l’Église Catholique contemporaine !
La Vierge nous a montré la vision d’un individu
que je décris comme le “Saint Père”,
devant une multitude qui le louait”.
Nous citons ici un autre extrait, très “significatif”, de la Lettre au Pape François (23 septembre 2013), écrit par Lucrecia Rego De Planas, experte des médias catholiques et profonde connaisseuse de celui qui se fait appeler aujourd’hui “François” :
“Apparemment, [Mgr J.M. Bergoglio] aime être aimé de tous et être bien avec tous, de sorte qu’un jour il peut prononcer un discours à la télévision contre l’avortement et le lendemain, sur la même télévision, apparaître en train de bénir des féministes pro-avortement sur la Plaza de Mayo ; il peut prononcer un merveilleux discours contre les francs-maçons et, une heure plus tard, dîner et trinquer avec eux au Rotary Club. […] Vous avez été le seul parmi eux [les autres évêques] à ne pas faire de génuflexion ni devant le Tabernacle ni pendant la Consécration… Je ne peux pas applaudir un pape qui ne s’agenouille pas devant le Tabernacle ni pendant la Consécration, comme le prévoit le rituel de la messe !”.
“Mais il y avait une différence avec un vrai Saint Père,
le regard du diable, celui-ci avait les yeux du mal.”
Et cette vraie différence, chacun de nous a pu la voir, croyant ou non, depuis ce 13 mars 2013, où il y eut la coprésence de “deux papes” – cas unique dans l’histoire bimillénaire de l’Église – à l’intérieur des mêmes palais du Vatican.
Apparemment semblables (pour être exact : spéculaires), mais profondément différents : l’un, le vrai Saint Père – “Je reste Pape pour toujours”, a dit Benoît XVI lui-même – vêtu de blanc, au port humble et royal à la fois, Vicaire du Christ et Successeur de Pierre…
L’autre, l’évêque vêtu de blanc – “Bonsoir […] je viens du bout du monde”, comme l’a dit Bergoglio, dès son élection – vêtu (mais seulement… vêtu !) de blanc, “l’un de nous”, capable d’enchanter les foules, mais qui a fait rétrograder la dignité de Vicaire du Christ (et il ne pouvait en être autrement !), successeur de Judas et non de Pierre, comme l’indiquent diverses prophéties, ainsi que des réflexions autorisées d’hommes de Dieu…
“Le regard du diable…”, malheureusement, nous n’avons pas la possibilité de vous offrir une sorte de “défilement d’images” qui, bien qu’il s’agisse de simples photographies, capturent avec éloquence de tels “yeux du mal” dans le regard de François qui, même s’il “ressemble à un agneau, mais parle comme un dragon”. [Nous recommandons à nos lecteurs les photos du livre Sei tu quello, o dobbiamo aspettarne un altro?, aux pages 105-06, ou de faire des recherches sur Internet. https://www.amazon.fr/quello-dobbiamo-aspettarne-altro-Evangelizzazione-ebook/dp/B07QF1121X ]
“Puis, quelques instants plus tard
nous avons vu le même Pape entrer dans une Église,
mais cette Église était l’Église de l’enfer,
il n’y a aucun moyen de décrire la sauvagerie de cet endroit,
qui ressemblait à une forteresse de béton gris,
avec des coins cassés et des fenêtres comme des yeux,
Il y avait un pic sur le toit de l’édifice”.
D’après les visions de la bienheureuse Anna Catherine Emmerich, du 12 septembre 1820 : “J’ai vu une étrange église qui était construite contre toutes les règles… Il n’y avait pas d’anges qui surveillaient les opérations de construction. Dans cette église, il n’y avait rien qui vînt d’en haut… [c’est pourquoi tout venait “d’en bas” : Église de l’enfer, en effet !] Il n’y avait que division et chaos. Il s’agissait probablement d’une église de création humaine, suivant la dernière mode : la nouvelle église hétérodoxe de Rome… Cette étrange grande église qui était en train d’être construite là-bas [à Rome]. Il n’y avait rien de saint en elle. Et tout le travail était fait mécaniquement. Tout était fait selon la raison humaine… J’y ai vu toutes sortes de gens, de choses, de doctrines et d’opinions”.
“Une forteresse de béton gris” : une église qui n’est plus “mère et maîtresse”, qui ne vous accueille plus dans ses bras maternels, n’est plus qu’une forteresse morne et lugubre, retranchée sur elle-même, dans laquelle le béton est gris, noirci par la “fumée de Satan”, qui a maintenant pénétré presque partout…
“Les angles cassés” : l’angle est synonyme, même esthétiquement, de précision de la ligne, ce qui signifie qu’ici on ne tient pas compte de l’avertissement du Seigneur : “que votre oui soit toujours oui ; votre non toujours non!” C’est-à-dire que l’on a perdu la linéarité des déclarations (ce discours “papal papal”, typique des vrais Souverains Pontifes), pour laisser place, au contraire, à l’ambiguïté des “si” et des “mais”, au “procédons au cas par cas”.
“Des fenêtres comme des yeux” : tous ceux qui ont agi en accord avec leur conscience et défendu la vérité et la doctrine, qu’ils soient prélats, prêtres, religieux ou laïcs, ont expérimenté en leur propre chair comment agissent ces “yeux”, cachés derrière les “fenêtres”, puisque, d’abord limitées au petit État du Vatican mais ensuite diffusé de façon métastatique aux églises locales, dans une manière d’exercer un contrôle que l’on pourrait qualifier de “soviétique”, dans lequel l’ami espionne et rapporte, les confrères marginalisent et mettent à l’index, les familiers eux-mêmes ridiculisent et compatissent.
“Un pic sur le toit de l’édifice” : pour ceux qui ont lu le livre ou vu le film Le Seigneur des Anneaux, ce détail est immédiatement saisi, car il s’agit de la mise en œuvre, de nos jours dramatiquement réalisée, de ce contrôle omniprésent de “l’œil du grand frère”. Cette utopie ou, mieux encore, cette dystopie, déjà préconisée en son temps, est maintenant devenue une réalité sociale, acceptée par la majorité des gens, qui se sont laissés conduire, en suivant le “joueur de flûte blanc”, au seuil du précipice, de la ruine pour les corps et la perdition des âmes.
“Immédiatement, nous nous sommes tournés vers la Notre Dame
qui nous dit vous avez vu l’apostasie dans l’Église,
cette lettre peut être ouverte par le Saint-Père,
mais elle doit être annoncée après Pie XII et avant 1960.”
En effet, il ne nous reste plus qu’à “lever notre regard” vers Elle, et à L’implorer pour qu’à son tour Elle “tourne vers nous ses yeux miséricordieux” et nous place, et nous garde, sous Sa protection, car nous avons vu le “mysterium iniquitatis”, l’apostasie dans l’Église, précisément, l’ultime épreuve eschatologique, qui ébranlera la foi des croyants, dévoilant en même temps le mystère de l’iniquité, sous la forme d’une imposture religieuse, qui apportera aux hommes une solution apparente à leurs problèmes, mais au prix de l’apostasie de la Vérité. (cf. CEC, 675).
“Sous le règne de Jean-Paul II
la pierre angulaire du tombeau de Pierre devra être enlevée
et transportée à Fatima”.
Et là, nous entrons directement dans l’histoire : dans le message précédent, Pie XI avait déjà été cité, parlant d’une Seconde Guerre mondiale qui aurait eu lieu si les hommes n’avaient pas cessé d’offenser Dieu, mais maintenant Pie XII et Jean-Paul II sont également nommés, avec une date, 1960. Une preuve supplémentaire que les prophéties ne sont pas du tout “campées dans l’air”, mais qu’au contraire, elles s’incarnent dans l’histoire et dans la vie des gens, citant des personnes réelles et indiquant des dates précises !
“Puisque le dogme de la foi n’est pas conservé à Rome,
son autorité sera retirée et remise à Fatima.
La cathédrale de Rome doit être détruite
et une nouvelle construite à Fatima”.
Dès l’avènement de saint Jean-Paul II, cette prophétie spécifique a commencé à se réaliser, car dans ses armoiries papales se détachaient, sous la croix, le “M” de Marie, ainsi que l’éloquente devise “Totus tuus” : tel était le programme d’une vie entière, consacrée au service du Seigneur et des frères, entre les mains de la Sainte Vierge.
“La pierre angulaire du tombeau de Pierre, puisque le dogme de la foi [aujourd’hui] n’est [plus] conservé à Rome, son autorité doit être et sera enlevée, pour être transportée et remise à Fatima”.
Les trois derniers pontifes ont déjà donné leur triple et douloureux je T’aime à leur et notre Seigneur – Jean-Paul I°, Jean-Paul II, Benoît XVI – qui leur a demandé de L’aimer “plus que tous”, et maintenant, avec l’avènement du faux prophète, celui-là même qui est ce précurseur inquiétant et parodique, celui qui ouvre la voie à l’apparition de l’antéchrist: “le temps est venu où la cathédrale de Rome doit être détruite et une nouvelle construite à Fatima”.
Le triomphe du Cœur Immaculé de Marie sera précédé d’une prise de conscience rigoureuse et virile, de la part de toute la communauté des croyants, que “la Femme vêtue de Soleil” n’est pas optionnelle à la foi, car c’est bien Elle qui l’engendre, la fait naître et la protège.
C’est pourquoi une nouvelle cathédrale s’élèvera sur les cendres de celle de Rome, la Jérusalem céleste, puisque la terrestre a déjà passé le témoin à Rome, mais que Rome devra le rendre à Jérusalem, désormais transfigurée et divinisée
Et c’est justement avec une profonde tristesse – cette même tristesse que le Seigneur a également éprouvée – que nous devons nous souvenir de ces prophéties qui annonçaient précisément ces événements, comme celle de saint Malachie, par exemple, qui dit : “… La ville aux sept collines sera détruite et le Juge redoutable jugera son peuple. Fin”, ou d’autres encore : celles de Tre Fontane, la Salette, etc, mais néanmoins, et surtout ici, les célèbres et prodigieuses lacrimations de la “Madonnina di Civitavecchia”, qui ont eu lieu en 1995, dans lesquelles il semble que la Vierge ait voulu pleurer sur la “ville éternelle” (Civitavecchia est en effet située aux portes de Rome), à l’instar de ce que fit Jésus lorsque, se trouvant aux portes de la ville de Jérusalem, il pleura sur elle, sachant pertinemment que sa destruction par les Romains était imminente : “Lorsqu’il fut proche, à la vue de la ville, il pleura sur elle, en disant : “Si tu avais compris en ce jour le chemin de la paix ! Mais il a été caché à tes yeux. Des jours viendront pour toi où tes ennemis te ceindront de tranchées, t’encercleront et te serreront de toutes parts ; ils te frapperont, toi et tes enfants au-dedans de toi, et ils ne laisseront pas en toi pierre sur pierre, parce que tu n’as pas reconnu le temps où tu as été visitée”. (Lc 19, 41-44).
“Si, 69 semaines après l’annonce de cet ordre,
Rome continue son abomination, la ville sera détruite.
Notre Dame nous a dit que cela était écrit,
Daniel 9,24-25 et Matthieu 21,42-44.”
Nous en avons assez écrit, et ne voulant pas fatiguer davantage le lecteur, nous laissons aussi un témoignage idéal d’interprétation, par exemple au Frère Jean Marie, expert exégète et interprète biblique, ou à tout autre lecteur qui souhaiterait s’essayer, en se sentant convenablement préparé, à ce point précis et final, de nature chronologique, de cette prophétie.
Voici donc, en conclusion, les deux passages bibliques que la Sainte Vierge souhaite porter à notre connaissance :
Dn 9, 24-25 : ” Soixante-dix semaines ont été fixées à ton peuple et à ta ville sainte, pour faire cesser la perversité et mettre un terme au péché, pour expier la faute et amener la justice éternelle, pour accomplir vision et prophétie, et consacrer le Saint des saints. Sache et comprends ! Depuis l’instant où fut donné l’ordre de rebâtir Jérusalem jusqu’à l’avènement d’un messie, un chef, il y aura sept semaines. Pendant soixante-deux semaines, on rebâtira les places et les remparts, mais ce sera en des temps d’angoisse”.
Mt 21, 42-44 : “Jésus leur dit : ” Jésus leur dit : « N’avez-vous jamais lu dans les Écritures : La pierre qu’ont rejetée les bâtisseurs est devenue la pierre d’angle : c’est là l’œuvre du Seigneur, la merveille devant nos yeux ! Aussi, je vous le dis : Le royaume de Dieu vous sera enlevé pour être donné à une nation qui lui fera produire ses fruits”.
Rosanna Maria Boccacci et Sergio Russo
Gent.mo Sig. Louis Lurton, sarebbe possibile tradurre il libro “Sei tu quello, o dobbiamo aspettarne un altro?” in francese per poi pubblicarlo in Francia, su Amazon?
Si senta comunque liberissimo e, se vuole, mi contatti attraverso Marco Tosatti.
La ringrazio di cuore.
Sergio Russo
Chi cita la Sacra Scrittura, il Magistero o i Santi non rinuncia al proprio cervello, ma usa l’accortezza di non pretendere di inventare qualcosa nella Rivelazione, la quale viene da Dio.
L’uomo ne è il ricevente e l’ascoltatore e non l’autore.
Ciò che è ricevuto è per Grazia e non c’è merito proprio.
La manifestazione dello Spirito e la sua potenza non c’entrano con i discorsi persuasivi dell’umana sapienza. La fede in Cristo si fonda sulla potenza e la Grazia di Dio e non sulla filosofia e l’intelligenza degli uomini.
Dunque la conoscenza e il compimento della volontà di Dio, possibili pienamente attraverso il mistero della salvezza compiuto in Gesù, costituiscono la VERA SAPIENZA e si tratta di un “di più” soprannaturale, che supera le possibilità del lume dell’intelletto umano.
Questo perchè attualmente l’umano (non ancora salvato dalla comunione con Cristo) è una realtà priva di vita spirituale.
San Paolo nella prima lettera ai Corinti distingue l’uomo naturale/carnale dall’uomo spirituale.
L’anima non è divisa, ma in essa si distinguono una dimensione sensuale e psichica (comune all’animale e informata dai sensi), una raziocinante (superiore all’animale, ma suggestionata dal demonio, nei pensieri e in una razionalità che può negare Dio) e una spirituale, abitata da Dio, tanto da fare di noi (in tal caso) un tempio dello Spirito. Santo.
Quando Gesù rimprovera certi sapienti di aver impedito ad altri di entrare dove non sono entrati loro, intende questo ragionare senza essere uomini spirituali, ma ancora legati alla terra, anche nel filosofare più raffinato, oltre che nell’assecondare la concupiscenza.
La VERA SAPIENZA non è di questo mondo e non attiene a conoscenze scientifiche volte alla gestione razionale della materia e della mente. La VERA SAPIENZA riduce al nulla i dominatori di questo mondo e costituisce la VERITA’ CHE RENDE LIBERI: può venire solo da Dio.
Nessuna filosofia umana/carnale può (ri)conoscerla, altrimenti non avrebbero crocifisso il Signore.
Si tratta di una conoscenza che trascende la filosofia e l’intelligenza umane, anche se la ragione (fattasi umile) può intenderne il messaggio, elaborandone poi la dottrina necessaria farsene missionari per il prossimo, secondo la volontà di Dio.
L’uomo naturale (decaduto dall’originale creato) per comprendere questo linguaggio (che se manca lo Spirito ritiene stupido, debole e folle) deve essere capace di riconoscere la salvezza e rinnegare se stesso, nella propensione a reiterare il peccato.
Serve molta umiltà per non rimanere rivolti alla terra in questioni poco spirituali, come succede anche scrivendo su un blog, anche a me, restando raggiunti dalla Grazia, senza perderla dubitando della Rivelazione per accontentarci di questa o quella filosofia o storia.
Essere cristiani richiede un duro combattimento spirituale, per resistere alle suggestioni del demonio, alla vanità mondana e alla concupiscenza della carne.
In assenza di una vita spirituale, difesa tenendosi rivolti al Cielo, si resterà rivolti al mondo, anche con le migliori intenzioni, che lastricano una strada diretta in basso.
Nella preghiera dovremmo chiedere innanzitutto il perdono dei peccati (anche quelli inconsapevoli), la conoscenza e il compimento della volontà di Dio e la salvezza eterna. Invece spesso preghiamo per questioni terrene, mancando la penitenza e inseguendo una vittoria terrena. Dio sa già di che altro abbiamo bisogno, quindi non va informato di questo da noi; piuttosto conoscerà quale sia il nostro desiderio e il nostro sentimento per il Suo Regno, che non è di questo mondo, proprio come la conoscenza di cui si parla.
“Per conoscere devi voler non conoscere! Che non è un esercizio di ascetismo, dice OCCHI APERTI (con riferimento al Monte Carmelo).
Ma senza ascesi, che significa “esercizio”, come si farà ad inoltrarsi nella non conoscenza?
Mi sembra una domanda essenziale.
Nippo carissimo, debbo ringraziarla: ha citato un pensiero del mio commento senza manipolarlo e contestualizzandolo!😊😉😂
Per la risposta al suo quesito direi che la lettura del bel messaggio delle 11.31 di oggi, di Luca Antonio, è determinante. Soprattutto in un passaggio…
Leggerei con avidità – così…giustappunto per mostrare un pò di coerenza 😂 – gli altrui contributi sul tema da lei sollecitato.
Caro OCCHI APERTI,
la ringrazio a mia volta e colgo l’occasione per chiederle di nuovo (forse le è sfuggita la richiesta precedente) di indicarmi dove e come avrei “manipolato” il suo pensiero. Mi sembra (in una sola circostanza) di averlo solamente citato, ma, naturalmente, posso non essermi avveduto della “manipolazione”. Che in ogni caso, vorrà credere, non è stata intenzionale.
Buona serata.
In questa tornata del Forum mi è piaciuto si enfatizzasse (non è stato un caso, motivo per cui non risponderò direttamente alla sua domanda, che non mi era sfuggita neppure la prima volta e a cui certamente lei stesso ha già risposto) la necessità di contestualizzare – e non apocopare, per quanto possibile – le citazioni (e si è pure a tema con l’articolo!).
Penso sia davvero importante sforzarsi di non strumentalizzare alcunchè. Forzare un qualunque riferimento ad un senso che non ha, è oggettivamente scorretto.
Ma mi pare di capire che su questo siam tutti d’accordo. Almeno in teoria.
La mia “fissa” per oneste citazioni (anche dai commenti in arena, dunque) è partita, poi, dall’avermi storpiato la Weil in un paio di occasioni, mio caro Nippo, se ben ricorda😊.
Posso dirle con convinzione che nessuno quanto la Weil mi ha inculcato la volontà e la necessità di una tensione costante alla probità intellettuale a qualunque costo.
Per cui, su questo punto, abbia pazienza con me e sopporti il mio puntiglio.
Alla sua buona intenzione, credo.
Sempre grazie della sua affabilità.
Un santo riposo!
“UBI PETRUS (vicario di Cristo =Benedicto) IBI ECCLESIA” è un sentenza latina del vescovo Sant’Ambrogio, traducibile in italiano come “dove c’è Pietro, là c’è la Chiesa”.
“UBI ANTI-PETRUS (vicario di satana JMB) IBI ANTI-ECCLESIA.”
traducibile in italiano come “dove c’è l’anti- Pietro, là c’è la sinagoga di satana”
E voi che commentate in questo blog, di quale chiesa fate parte?
Adriana, forse non mi sono spiegato adeguatamente , ho ripreso san Paolo e gli altri citati per dire proprio che di per sé l’intelletto umano ha la capacità di conoscere Dio – grazie all’intelletto da Lui donato – attraverso la contemplazione delle Sue opere; rilevo da me che trattasi di risposta sin troppo convenzionale ma è quello che penso e sento… e poi… sotto al diluvio universale delle parole del mondo non voglio aggiungere nulla di quanto già detto da altri ben più “alti” di me; …words…words…words…
pensi che ormai le sole messe cui vado sono quelle in cui il celebrante non fa la predica.
Se dunque l’uomo non “vede” (intendendo per vedere il guardare unito al comprendere … “ma possibile che non vedi ?… ma si vede ! come fai a non vedere !” … diciamo all’interlocutore davanti ad una cosa evidente che si auto dimostra all’intelletto) è per un difetto che non risiede negli occhi ma nel cuore, “dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adultèri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie.”; gli occhi fisici, ma l’accecamento è dello Spirito, in questi casi sono annebbiati da una qualche avidità che rende egocentrici e incapaci di un sguardo pulito sul mondo.
Si può amare senza conoscere quindi ?.
No se pretendiamo di conoscere attraverso una manifestazione diretta ; sì se per conoscere si intende la manifestazione indiretta mediata dal “vedere” come dianzi inteso.
Oltre a ciò…. per noi cristiani tutto risulta più facile….
“Dio nessuno l’ha mai visto:
proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre,
lui lo ha rivelato.”
Un caro saluto.
Ricambio di cuore.
Rinaldo,
non è tanto nuova. In realtà risale all’Apostolo delle Genti, o Gentili, che si accosta al suo uditorio “pagano” ed ellenista, introducendo tra i tanti dei di cui egli riconosce l’esistenza , il suo Dio, ad essi sconosciuto. Si vedano anche il paragone ribadito da Giustino martire tra gli dei e i semidei pagani e Gesù.
Ma che begli scambi, in questa tornata del blog!
La mente, che è una, è capace di sfornare una quantità cosmica di maritozzi con o senza panna.
L’indigestione è assicurata.
Mentre il titolare della pasticceria si sbellica dalle risate.
🤣🤣🤣
Caro Matto,
è vero, ci abboffiamo di cibi indigesti, siamo grassi…ma almeno siamo -ancora- vivi ( anche se ottusi )…o preferiresti che ci automummificassimo in vita per raggiungere l’illuminazione , come insegnò Kukai , maestro della pratica dello Sokushinbutso.
Buona Domenica a te e a tutti.
Pemettimi un matto intervento.
Ogni tanto sono consigliate le analisi per verificare colesterolo, trigliceridi e via dicendo.
E può darsi che, specialmente se si è un po’ avanti con l’età, bisogna evitare le abbuffate ed in special modo i grassi, i sali e gli zuccheri.
Fuor della metafora: le parole provocano parole che provocano parole che provocano parole … insomma un’insalubre abbuffata di parole.
“Parole, parole, parole … soltanto parole, parole fra noi” cantava Mina.
Alla fine ciascuno (nessuno escluso) se l’aggiusta come meglio crede.
Il soggettivismo impazza, la confusione aumenta …
Ma sul ponte ancora non sventola bandiera bianca.
P.S. Oggi succulento pranzo domenicale: riso in bianco con due gocce d’olio (sale e parmigiano proibiti) e insalata con altre due gocce d’olio e senza sale. Un po’ di aceto è consentito. Una fetta biscottata. 😍
🙈🙉🙊😛
Per LUCA ANTONIO
” i baci perugina dello spirito alla fine stuccano”.
Sì, ma se non sono baci perugina, sono ferrero rocher, pocket coffe etc .etc. 😄
Voglio dire che anche senza citazioni, si parla di quel che si è letto e sentito.
Difficile esprimersi con un linguaggio autonomo.
Questo post – spiace sottolinerlo ma tant’è – ha la stessa valenza, veridicità e autorevolezza della sora Gisè di Trevignano, novella Jezebel cui auguro salvifica caduta da cavallo…
Scrivevo altrove che “occorre avere il senso del pericolo”; oggi e qui aggiungerei: ” per mantenere la Fede in purezza”.
Che voglio dire?
Che la castità e la verginità del corpo sono doni eccelsi (di particolare grazia ed elezione), signiferi di integrità; quanto più vale allora mantenere integra la propria Fede – verginità, castità, scudo e protezione dell’anima! – difendendola da morbose curiosità e desideri di conoscenza avulsa da Cristo stesso e dai Suoi consigli!?!
Manipolare la Sua Parola, è vero, fa audience ed è, in genere, molto remunerativo ma si paga un prezzo: si perde la vita di grazia! E la Verità non è in noi…
Nella “Salita al Monte Carmelo” non insegna questo il gran santo carmelitano?
Se non si passa per la “notte oscura”…
E che cos’è questa “notte oscura”?
Proprio la via maestra per difenderci da un detrimento della fede ad opera delle passioni, in primis!
Per conoscere devi voler non conoscere! Che non è un esercizio di ascetismo.
Ripropongo, – avendo putroppo appena dato uno sguardo al blog di Valli, ormai inabissatosi in un sedevacantismo cieco e feroce, avallato persino da prelati di santi costumi sedotti dalla potenza d’inganno (gli eletti indotti in errore!!! …) – un insegnamento salvavita e salvafede di San Juan de la Cruz:
“OGNI PASSIONE OTTUNDE IL GIUDIZIO”!
E così è…
PS: La corruzione della fede è infinitamente peggiore della corruzione del corpo; e tanto più difficilmente sanabile. Certamente si ripara col martirio. Tanto su cui riflettere, mi pare.
Occhi aperti,
Un pagano voleva apprendere la Torah, e va dal severo Rabbino Shammay che lo congeda con la durezza per cui era noto.
Perciò il pagano chiede al maestro Hillel di istruirlo. Il saggio disse: ” Ciò che vuoi che venga fatto a te, non farlo al tuo prossimo; questa è tutta la Torah. Il resto è solo commento. Va a studiare. ” ( Shabbat 31,a ).
Disse anche: ” Non giudicare il tuo prossimo prima di esserti messo al suo posto. ” ( Abot, II, 5 ).
Disse anche: ” Se io non sono per me stesso, chi lo sarà?
Ma se io sono solo per me stesso, cosa sarò?…Se non ora, quando? ” Amava il Signore tanto da spostarsi da Babilonia a Gerusalemme per poterLo studiare sulla Torah. Il suo nome significa: ” Egli ha lodato il Signore “.
Fu il più grande esperto di Scritture vissuto al tempo di
Gesù ( Yeshua ).
e.c. ” ciò che NON vuoi sia fatto a te…
”Un Mandarino dei tempi passati si fece traghettare da una riva all’altra di un largo fiume. Durante la traversata ebbe modo di manifestare tutta la sua aristocratica deplorazione nei confronti del barcaiolo che ignorava beatamente il contenuto dei libri sapienziali di cui il Mandarino andava fiero redigendogliene puntigliosamente il lungo elenco…
Ad ogni conferma dell’ignoranza del traghettatore: “Mezza vita persa”, commentava desolato.
Quando però, di punto in bianco, il barcaiolo gli chiese se sapesse nuotare, vagamente sorpreso da una domanda che gli appariva assai poco opportuna, per non dire irrispettosa, il Mandarino fu costretto a rispondergli di no.
“Allora”, disse il barcaiolo: “Tutta la vita persa, perchè la barca sta affondando.”…
Consegnarsi a Cristo interamente l’unico modo per non affondarsi, Adriana carissima.
Occhi aperti,
sei gentile a rispondermi con l’apologo Zen. Forse sbaglio, ma non mi sembra però che risponda alla mia sottesa domanda riguardo alla “originalità” dei due comandamenti evangelici di Gesù…
Esistevano varie scuole rabbiniche a Gerusalemme, esistevano rabbini venerati per la loro pietà – come Hillel -, una pietà tanto simile a quella di Gesù da far supporre che i due si conoscessero e che il secondo fosse stato allievo del primo. Nulla di strano. Questa idea che Gesù fosse sbocciato ( e vissuto ) come un fiore tra deserti e i cammelli è di impostazione Paolina.
” Si gettò in braccio a Gesù…” versi di una devota poesia indirizzata a S. Luigi Gonzaga ( il santo gesuita morto giovane che, pare, evitasse la vicinanza della madre e della sorella per non cadere in tentazione…stranezze di una certa religiosità “esemplare” dei tempi ).
Ma la domanda è: ” Affidati a quale Gesù? ” A quello storico, al dotto rabbi israelita uso a dibattere in animato stile talmudico con i Farisei ( non proprio la genìa di cui parlano i Vangeli, bensì una categoria di “savi” che volevano evitare ulteriori scontri calamitosi con i Romani, v. Giuseppe Flavio ).
Al Messia politico il cui solo intento era quello di trasformare in esercito “le pecore sperdute di Israele”?
[ “…una spada.” G.” Una
( per ciascuno ) è bastante ” ( così sta scritto in greco ) ].
Alla figura numinosa -che azzera la Legge- ( come fosse un “rifiuto dannoso “) evocata da Saulo/Paolo? –
( nonostante l’ossequio alla Legge, al Tempio, alla Circoncisione di appartenenza accettato e praticato da Yoshua ).
Al Figlio umile ed obbediente a sua Madre ( di cui Paolo non fa cenno, ma gli apocrifi si )?… Molte sarebbero le risposte. Tu, evidentemente, ne hai scelta una attraverso un tuo personale, stimabilissimo percorso, peccato che non possa corrispondere al mio. Con affetto, Adriana.
Occhi aperti,
Nota: ossia Paolo si limita a dire di Gesù: ” Nato da donna,
sotto la Legge “.
L’unico affetto, profondo, che le porto è desiderare ardentemente il suo vero Bene.
Non me ne voglia per questo e, d’altronde, è l’unico affetto che vorrei mi si portasse.
Il resto son forbite chiacchiere. O meglio, “cerebralismo intellettualistico” da cui intendo preservare la mia vocazione.
Una santa domenica, sempre a me carissima, Adriana! A lei ma anche a tutti gli amici dell’arena stilumcuriale!
Occhi aperti,
❤
Adriana
❤️
Mi spiace che sto in viaggio e non so quando avrò il tempo libero per rispondere al gentile invito degli autori. Quel che mi viene spontaneamente in mente è il fatto veramente sorprendente che Giovanni Paolo II nel suo pontificato aveva fatto portare una pietra dalle fondamenta di san Pietro per essere inserita nella costruzione della nuova Basilica a Fatima. Lo cito dalla memoria, dovrei fare una ricerca per trovare la fonte. Nel mio viaggio in Germania però ho trovato la conferma come i “buoni” parroci insinuano ai loro fedeli il concetto della tolleranza senza dire apertamente che li preparano alla “nuova sessualità”.
Chiuse le “case di tolleranza” si aprono le “chiese di tolleranza”.
Scusate, ma da dove viene la spiegazione che è stata così attentamente interpretata? Scusate ancora, ma la mia ignoranza è grande su molte cose e chissà quanto mi sono perso…ne approfitto per dire che mi era molto piaciuta l’interpretazione dello specchio nell’articolo precedente…shalom agli autori e a chi legge Stilum
“Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare. “Saranno restaurati, riedificati piazze e fossati”.
Mi sembra possa sorgere una domanda.
A chi – specificatamente – sarà tolto e a chi – specificatamente – sarò dato il regno di Dio?
Chi – specificatamente – restaurerà e riedificherà piazze e fossati?
La sua domanda ha la risposta negli ebrei. Poi come ben sappiamo le cose possono avere anche un riflesso futuro… Se è questo il senso della sua domanda signor Nippo. Saluti.
Massimiliano
C’è un fraintendimento su questo punto, perché si confondono gli ebrei con il popolo di Israele, che in ebraico è detto “iasher El”, ovvero “diretti verso Dio”. Ecco, quindi, che non saranno gli ebrei in quanto tali, ad ereditare il regno di Dio, ma tutti coloro che sono diretti a Lui.
Grazie a Massimiliano e Andrea.
Ma restiamo (siamo costretti a restare?) sul generico.
Caro Enrico,
ti propongo, per non restar completamente sul generico,
lo youtube che vede impegnato il prof. Gabriele Boccaccini nel percorrere il filo rosso che si snoda da Enoch, da Mosè, da Babilonia e il secondo Tempio a Daniele, a Gesù, al Battista, a Saulo/Paolo, ai Vangeli. Come vedi, una passeggiata impegnativa, ma salutare, con una guida competente che soddisferà molti tuoi ( e, spero, non solo tuoi ) interrogativi e che, magari, te ne farà sorgere di altri, comunque interessanti.
Spero di darti il link giusto ( non so mai se bisogna premettere l’http o no. [ http://www.youtube.com/watch?v=3Nw40uCc0ak ]
Giuseppe Cuscito interroga Gabriele Boccaccini.
Spero di cuore che tu riesca a trovare questo prof. Preparato, ma non Pedante.
Caro Enrico,
e cari tutti, sono veramente stanca di queste citazioni estrapolate dai testi sacri “fior da fiore” con un criterio analogo a quello della critica letteraria di Benedetto Croce
che pensò bene- secondo la sua filosofia- di scegliere quali fossero i versi della Divina Commedia da salvare, perchè appartenenti alla “poesia” (ispirata), e quali da buttare perchè attinenti ad altre discipline mentali. Ma da”salvare”, in realtà, perchè corrispondevano esclusivamente al suo gusto estetico…
o al suo “gusto” tout court, così come si può preferire il caviale Beluga invece dei suoi succedanei di vario genere.
I salmi, le profezie dell’AT e del NT vanno letti per intero, confrontati con altri testi analoghi anche appartenenti alla medesima opera e, nelle parti possibili, sottoposti a studi storici seri, confessionali o laici che siano. Proviamo a indagare in che cosa consistesse il “peccato” supremo, sia negli antichi tempi biblici, sia in quelli delle guerre giudaiche in cui vissero sia Giovanni il Battista, sia Yeshua, e confrontatelo con il concetto di peccato che oggi va per la maggiore ( senza far riferimento a quello “ambientale”, naturalmente ).
P.S. Alla magnifica immagine di Luca Signorelli, qui riprodotta, manca la figura del giovane riccamente vestito, alla destra del diavolo, che osserva la folla con un ghigno beffardo. Numerosi critici d’arte individuano in lui l’Anticristo, mentre il personaggio abbracciato dal Nemico dovrebbe essere il falso e sciocco Profeta.
Adriana buongiorno!
In linea di principio non posso che condividere la tua lamentela.
Ma mi vien da osservare che non necessariamente le citazioni estrapolate rispondono al vizio del proprio uso e consumo. Può esserci, diciamo così, una premura di fornire un punto d’appoggio alla proprio argomentare che non vuole apparire “originale” ma che si riallaccia ad una tradizione, oppure il sincero intento di porre un quesito.
A ciò, sempre a mio parere, occorre aggiungere che nel leggere e meditare i testi scritti può sorgere quel particolare momento in cui una frase, anche brevissima, può presentarsi con una particolare luminosità e incisività che inducono ad evidenziarla tanto per sé quanto per altri.
D’altra parte, se per ogni citazione si dovesse tener conto dell’intero, dei contesti, delle analogie, degli studi e a quant’altro, ogni volta verrebbe fuori un trattato. Immaginiamo poi quanto durerebbe un’omelia che illustra il Vangelo del giorno.
Ciao.
Caro Enrico,
è verissimo che un’omelia, così come un forzatamente succinto intervento su questo blog non può contenere tutte le analogie, i confronti testuali o storici ecc… Quello è un lavoro che ( in grande o in piccolo, parzialmente o estesamente ), dovrebbe esser stato fatto “prima” e/o nell’attualità, però continuativamente, allo scopo di realizzare un autentico dibattito, sia pure sotto forma di combattimento, ma evitando l’uso di armi spuntate dall’una e dall’altra parte: evitando cioè di combinare tutti assieme un puzzle di ostica comprensione per un lettore “fuori” dalla mischia. Un puzzle, ma sarebbe forse più opportuno chiamarlo “mosaico”, non sempre splendido come i mosaici cristiani. E’ anche vero, d’altra parte, che fin dal tempo di Yoshua, le stesse notizie che ne tratteggiarono le azioni e le parole furono frammentarie e divergenti, fino a Nicea, quando vennero scelti quei testi canonici che non eliminarono nel prosieguo l’accoglienza pratica e il culto delle numerose informazioni tratte dai testi apocrifi precedenti e successivi, tanto numerose erano le comunità che rivendicavano a se stesse il possesso della informazione “giusta”.
Le illuminazioni “poetiche” le trovo, personalmente, benvenute: spesso “illuminano” meglio dei trattati ponzosi ( almeno per quanto concerne gli angoli più nascosti delle vicissitudini della nostra esistenza ): un efficace esempio di ciò lo si
trova nel ” De Profundis ” del famigerato Oscar Wilde, un sagace maestro della sensibilità umana.
Insomma, riconosco che la confusione di gran parte dei corrispondenti sia dovuta all’iniziale collegamento attuato tra Antico e Nuovo Testamento, con “due Dio Padre o Signore” assolutamente divergenti. Sono marcioniana?
Può darsi, però mi trovo in ottima compagnia con Atenagora, Giustino Martire, Cassiano, Aristide di Atene…insomma con i primi Apologeti, attenti più alle ragioni della Teologia che a quelle del Potere.
Nulla da obiettare sulla tua compagnia. 😉
“…all’iniziale collegamento attuato tra Antico e Nuovo Testamento, con “due Dio Padre o Signore” assolutamente divergenti”.
E… si’, qui nasce il grande inghippo… il veleno che ha ucciso la chiesa viene da li’… ma questo solo se si passa, come avvenuto, da una teologia ad un’antropologia sociologica, dal primato di Dio sull’uomo – “amerai il Signore Dio tuo con tutta la tua anima….” –
al primato dell’Uomo su dio – ” …il prossimo tuo come te stesso.”-, dimenticando che la seconda parte e’ diretta conseguenza della prima e diviene possibile solo se si e’ messo in atto “con tutta la … forza ” la prima.
P.S. Nel ” De Profundis ” O. Wilde offre una sua personale e suggestiva interpretazione del Cristo evangelico, ma non per questo eretica.
Concordo, i baci perugina dello spirito alla fine stuccano.
Luca Antonio,
si può amare senza conoscere? A cominciare dal ” Conosci te stesso”?
Si’, stando alle parole di san Paolo :
“… poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità; essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa.”
Santa Teresa de Bambin Gesu’ racconta dell’emozione fortissima di sentire Dio nella natura;
… la corazza di san Patrizio :
” Io sorgo oggi grazie alla forza del cielo:
luce del sole,
fulgore della luna,
splendore del fuoco,
velocita’ del lampo,
rapidita’ del vento,
profondita’ del mare,
stabilita’ della terra,
saldezza della roccia.”
La maggior parte della grande mistica di ogni tempo e religione parte da qui.
Solo per i duri di cervice e di cuore occorrono prove piu’ personali e pratiche ma possono non bastare
– se non credete alle cose che dico, almeno credete alle cose che faccio !, lamenta Cristo stesso- perche’ a quel punto l’individuo e’ introflesso e non vede (Gesu’ e’ venuto a dare la vista) fuori di se’ , e pertanto non conosce neanche se stesso, poiche’ e’ il “fuori” che, come ho detto altre volte, ci circoscrive, ci definisce, ci da’ la misura di noi stessi, di chi siamo.
Creature.
Luca Antonio,
posto qui, dove c’è il “rispondi”.
La domanda mia era rivolta a te, non a Paolo o a S. Teresa…speravo fossi tu a rispondere.
La tua ultima considerazione sull’individuo “introflesso”, incapace perciò di “vedere”, è meravigliosamente gnostica. Sembra riprendere, infatti, la descrizione gnostica della morte sulla croce di Gesù che, non solo non muore affatto, ma che ride degli spettatori dallo sguardo ottuso fissato sul “sarx”, ( la carne apparente di un uomo che essi credono sia “tutto” il condannato ), restando loro nascosta la sua divina natura.
Quanto alla rinuncia – a priori- della conoscenza, o alla proibizione della conoscenza, mi sembrano entrambe
contradditorie con l’incipit del Vangelo di Giovanni:
” In principio era il Logos, e il Logos era presso il Dio e il
Logos era Dio , questi era in principio presso Dio ecc…” ( Inno al Logos )… Logos: parola, verbo, discorso, intelligenza, intelletto, logica…
Per quanto l’uomo non sia un Dio o un Semidio come il Figlio (e come questo criptico inizio può anche indurre a pensare ),
una cosa pare sicura: che siamo stati fatti a immagine e somiglianza di Dio.
Se, quindi, ciò è vero, perfettamente consentaneo alla natura di Dio è il nostro anelito alla Sua conoscenza per mezzo di quelle doti di pensiero, parola, discorso, intelletto che ci sono stati date: piccole, ma qualitativamente simili a quelle del creatore. Oppure…
oppure si apre un abisso di incomunicabilità tra noi e il nostro Creatore, che, da figura amorevole, si trasforma in quella di un capriccioso, dispotico padrone che si “svaga” ad osservarci dall’alto della sua incommensurabile lontananza.
‘un Semidio come il Figlio’?! Questa è nuova.
Perfettamente d’accordo, occorre contestualizzare per non distorcere.
Meno male. Grazie a chiunque tu/lei sia.
Mamma mia! …. questa è roba da: “La sai l’ultima?”
ALLORA PAOLO VI VA BENE?
Domandatelo a mons. Viganò … per favore!