Elezioni, Dominio d’Apparenza, Farisaica Imbiancatura. R.S.

18 Ottobre 2023 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, mi ha colpito questo commento postato qualche giorno fa da un amico fedele del nostro sito, R.S., e vorrei offrirlo alla vostra attenzione. Buona lettura.

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Come si fa ad essere eletti? Bisogna essere votati.

E perchè dovrebbero votarli? Perchè hanno notorietà.
E chi li rende noti? Quelli che parlano bene di loro.
Anche se fanno del male? Lo tacciono per dirne bene.
La nostra società dell’elezione conosce solo questo.
In pratica una rappresentazione, dominio d’apparenza.
Si appare e per apparire ci si maschera e traveste.
Poi c’è chi suona la grancassa, con uno spartito preciso.
Più del partito ormai votano tutti lo spartito.
Il mondo sedicente civile, occidentale, è un simulacro.
Un’apparenza priva di reale consistenza, ipocrita.
Il sepolcro imbiancato, farisaica imbiancatura di tombe per mantenere una purità legale.
Lo spartito non viene eletto, ma solo suonato.
Le grancasse e tutta l’orchestra son dirette a bacchetta.
Possono esserci delle note stonate? Non in quel motivo.
Chi stona è democraticamente silenziato.
Viene fraternamente e accoglionamente emarginato.
Un direttore, una sola musica, e va saputa a memoria.
Tutti liberi di essere uguali, cioè trattati come animali.
Questa è la triste realtà dell’apparente progredita civiltà.
L’indietrista, il non progredito, chi sta ancora nella gabbia, legge che in quel tempo Gesù riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse:
«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.
Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”.
Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.
Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.
Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
Le elezioni in Cielo funzionano diversamente.
Non c’è la grancassa. E non si raccontano balle.
Benedetto XVI mi ha insegnato l’amore per la Verità.

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4 commenti

  • Nuccio Viglietti ha detto:

    In stato di conclamata dittatura… a cosa mai possono servire elezioni… se no a certificare democrazia
    nei fatti inesistente!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

  • Marco Matteucci ha detto:

    e questa l’avete capita! … o ve la devo spiegare?

  • Fantasma di Flambeau ha detto:

    Le organizzazioni e situazioni complesse tendono ad aumentare nel tempo il loro grado di complessità, finché diventano tanto instabili da non poter più evitare quel passo oltre l’orlo del caos che le fa precipitare nell’estrema semplificazione.
    Questa legge è valida in biologia, fisica, astrofisica, sociologia, economia, politica, storia. In questi ultimi due casi le semplificazioni estreme/grandi reset si chiamano rispettivamente “guerra” e “crollo di civiltà”.

    Lo scorso 31 dicembre in molti avevamo scritto che da allora in poi tutto era possibile. E in verità non occorreva essere profeti né figli di profeti per vedere nella morte di Benedetto XVI lo spegnersi dell’ultima fiammella di vecchio mondo.
    Segni (da non confondersi con loghi e trademark) ed eventi simbolici sono tutt’altro che meri costrutti culturali: sono isole magmatiche che emergono dal profondo a manifestare realtà che hanno vita propria e non possono più attendere. Se guardiamo a ciò che è precipitato negli ultimi quattro anni, apparenze democratiche, ingegneria sociale e genetica, chiesa cattolica, fondamentali antropologici, debito mondiale, rapporti di forza anacronistici, ipocrisie e prudenze diplomatiche, quoziente d’intelligenza delle classi dirigenti, più che un nodo solo al pettine sembra di vedere tutta una parrucca alla Madame de Pompadour versione queer che sta per venire giù, testa compresa.

    La guerra è una spada sui nodi gordiani. Semplifica di netto le situazioni che non riescono a sciogliersi da sole, creando due campi frontalmente opposti senza sfumature di grigio in mezzo. Guerra è quando “o di qua o di là”. Militia est ecc.
    Tutto sta a capire per chi e cosa vale la pena combattere, qui e ora e per domani. All’inizio del V secolo salvare Roma poteva ancora essere un imperativo, per quanto decaduta, corrotta e moribonda fosse quella civiltà. L’Occidente oggi ma non da oggi è un cadavere che cammina, morto suicida nell’atto di normalizzare la soppressione dei suoi figli, che è arrivato a definire “diritto umano” e “conquista di civiltà”, putrefatto in tutte le follie necrofile che ne sono seguite, e che pare vivo solo perché ricoperto d’un vestito luccicante e fragilissimo di tecnologia. Non è veteropessimismo né reazionariocatastrofismo: chi è ancora capace di fare i conticini senza calcolatrice digiti “demografia” e computi sulle dita. I cadaveri è giusto che vadano sottoterra; il becchino fa parte del funerale e la sua identità è un particolare secondario.
    Perciò la Meloni, se vuole e può, tenga l’Italia fuori da ciò che sta iniziando. Altrimenti si levi dal teatrino e lasci che chi di potere venga allo scoperto senza maschere pd. Così tutto sarà molto più semplice.

  • E.A. ha detto:

    Siamo ancora oltre… ad impartire lo sparito è chi non è mai stato eletto, non ha volto, non si sporca direttamente le mani, non ci mette la faccia o il muso , per quanto di bronzo possa essere, ma è riuscito a sporcare, a disintegrare quell’unica parvenza che ci permetteva ancora di considerarci in democrazia, cioè il “ voto popolare “. Sono riusciti oggi a togliere questo “ diritto di voto “ anche a Nostro Signore all’interno della Sua Chiesa, sempre convinti di farla franca, ma “ non sanno quel che fanno” e quando lo sapranno stavolta forse sarà troppo tardi!