Sinodo sulla Sinodalità: Nuova Crocifissione di Pietro. Quarracino.
17 Ottobre 2023
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, José Arturo Quarracino offre alla vostra attenzione queste riflessioni sul Sinodo sulla Sinodalità in corso a Roma. Buona lettura e condivisione.
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Sinodo sulla sinodalità: nuova crocifissione di San Pietro
Come è noto e ben conosciuto, lo Stato della Città del Vaticano – situato al centro della città di Roma – è la capitale mondiale del cattolicesimo. Ha acquisito questo status perché è in questa città che San Pietro ha esercitato il suo ministero episcopale come Vicario di Gesù Cristo. Ed è sul Colle Vaticano che fu martirizzato e crocifisso nell’anno 64 d.C., al tempo dell’imperatore Nerone.
1. Martirio di San Pietro in Vaticano (I secolo d.C.)
Negli ultimi secoli dell’era precristiana, l’area del Vaticano non faceva parte della città di Roma, era fuori dai suoi confini, era una zona paludosa. Dopo essere stata bonificata, una parte di essa fu adibita a cimitero e nel I secolo, durante il regno di Nerone, quest’ultimo ordinò la costruzione di un Circo, dove non solo si svolgevano gare sportive, ma serviva anche come luogo di esecuzione per i cristiani vittime di feroci persecuzioni, tra cui San Pietro, crocifisso a testa in giù. I resti di quasi tutti i martiri furono sepolti nello stesso luogo di esecuzione, in forma anonima.
Tra il 326 e il 333 d.C., l’imperatore Costantino ordinò la costruzione di una basilica dedicata a San Pietro nello stesso luogo in cui si trovava il Circo di Nerone e dove l’apostolo era stato martirizzato.
Il processo di costruzione durò 30 anni. All’inizio del XVI secolo, nel 1506 d.C., Papa Giulio II ordinò l’erezione dell’attuale basilica sui resti di quella costruita da Costantino 12 secoli prima.
In seguito a diversi scavi effettuati nei sotterranei della basilica negli anni ’40, sono stati ritrovati resti ossei e tombe del I secolo d.C., tra cui quelle che una commissione nominata da Papa Paolo VI ha stabilito nel 1968 essere quelle di San Pietro. La tomba dell’apostolo e i suoi resti depositati in un reliquiario si trovano in una cripta situata proprio sotto l’Altare della Confessione, l’altare maggiore della Basilica di San Pietro, anch’esso coperto dal famoso baldacchino, opera dell’architetto, scultore e pittore Gian Lorenzo Bernini, iniziato nel 1623 e completato nel 1634 d.C..
In breve: La Basilica di San Pietro non è solo un tempio, ma un vero e proprio cimitero, il luogo dove sono stati martirizzati e sepolti innumerevoli cristiani, in particolare l’apostolo San Pietro, la pietra su cui il Signore Gesù Cristo risorto ha costruito la sua Chiesa, che è tenuta in vita anche dal sangue versato che scorre in modo permanente per il “seme dei cristiani”, secondo la famosa frase di Quinto Settimio Florenzio Tertulliano, un africano e uno dei grandi Padri latini della Chiesa nel secondo secolo dell’era cristiana.
Martirizzati per aver proclamato che Gesù Cristo è il Messia, il Figlio di Dio morto e risorto; martirizzati per aver testimoniato la loro fede ed evangelizzato uomini, popoli e nazioni. In breve, hanno offerto la loro vita con lo spargimento del loro sangue per annunciare Gesù Cristo e per impegnarsi affinché coloro che ricevevano la loro testimonianza si convertissero a Lui con tutto il cuore.
2. Nuovo martirio di San Pietro in Vaticano (XXI secolo)
Quasi 2. 000 anni dopo Quasi 2.000 anni dopo, nello stesso luogo sacro in cui fu martirizzato il primo Papa, l’attuale Pontefice Vescovo di Roma ha convocato il tanto citato “Sinodo sulla sinodalità”, in realtà uno pseudo Sinodo, poiché funziona come “assemblea deliberativa del clero e dei laici”[1], e non come “assemblea di Vescovi” che si riuniscono per “assistere il Papa con i loro consigli per l’integrità e il miglioramento della fede e della morale e per la conservazione e il rafforzamento della disciplina ecclesiastica, e per studiare le questioni riguardanti l’azione della Chiesa nel mondo”[2] .
Questo nuovo “Sinodo” si propone di “ascoltare e discernere ‘in conversazione con lo Spirito’ come rendere la Chiesa di Cristo un’istituzione ‘sinodale’ in cui tutti i credenti ‘camminano insieme'”. Come ha detto più volte don Jorge Mario Bergoglio, questa iniziativa è animata dall’intenzione espressa da Papa Paolo VI durante la celebrazione del Concilio Vaticano II[3].
In diversi articoli abbiamo dimostrato che il pontificato di Bergoglio intende trasformare la Chiesa cattolica in un ibrido, una ONG “religiosa” priva di peso specifico sulla scena politica mondiale; un organismo ridotto ad essere un accompagnatore delle politiche attuate dal potere globalista, plasmatore di un Nuovo Ordine Mondiale Liberale e promotore del Grande Rilancio Economico e Sociale Mondiale, nel contesto di una nuova era storica – la quinta – caratterizzata dall’imposizione del Transumanesimo, ovvero l’essere umano spogliato di ogni memoria storica e tradizione e convertito in un’entità cibernetica, un’entelechia funzionale priva di valori trascendenti[4].
Questo obiettivo neutralizzante è fondamentale per il citato Novus Ordo, per evitare che la Chiesa cattolica torni a essere, attraverso la sua azione missionaria evangelizzatrice, il motore e la fonte di processi di civilizzazione come la formazione dell’Europa cristiana medievale o l’evangelizzazione e l’inculturazione realizzata in America, attraverso l’espansione della Spagna nel nuovo continente: per realizzare un nuovo ordine globale anti-umano occorre impedire la proiezione politica e sociale che ha caratterizzato il cristianesimo nei suoi duemila anni di esistenza.
Purtroppo, il pontificato di Jorge Mario Bergoglio è stato messo al servizio di questa agenda globalista plutocratica, il che spiega perché abbia promosso negli anni lo sradicamento della Tradizione liturgica e dottrinale, la relativizzazione del Dogma a favore della supremazia della “misericordia e della carità pastorale”, l’abbandono della formazione umanistica classica nei seminari, la cancellazione e la repressione degli Ordini contemplativi, la normalizzazione dell’omosessualità e dell’omosessualismo nella vita ecclesiastica, ecc. A tutto ciò si è aggiunto quest’anno l’esplicito abbandono dell’espansione missionaria evangelizzatrice (squalificata come “proselitismo”), il rifiuto della diffusione del cristianesimo da parte della Spagna in America (squalificata come “colonialismo genocida”) e la consegna dell’insegnamento e della diffusione della Dottrina sociale a personalità e settori legati alle Open Society Foundations del clan Soros.
Tutta questa politica di neutralizzazione portata avanti da don Jorge Mario si è tradotta in un vero e proprio colpo di Stato contro Gesù Cristo stesso, Capo, Proprietario e Signore della Chiesa, come è stato esplicitato nella Giornata Mondiale della Gioventù tenutasi a Lisbona nei primi giorni di agosto, in cui Cristo non ha fatto parte dell’ordine del giorno e dell’incontro” (neo cardinale Alves dixit[5]).
Il Sinodo sulla sinodalità, attualmente in corso, è un altro chiaro esempio di un nuovo colpo di stato contro Cristo Gesù, il Messia, come si può vedere nell’Instrumentum Laboris[6] come guida di lavoro per i partecipanti, un documento in cui Gesù Cristo è citato solo 2 volte, Cristo Gesù solo una volta, la conversione 11 volte (senza riferimento a Cristo), evangelizzazione 6 volte, pentimento 2 volte, Chiesa sinodale 100 volte, sinodalità 39 volte, discernimento 81 volte, redenzione 0 volte, peccato 0 volte, ateismo 0 volte, diavolo e Satana 0 volte, persone LGBT 2 volte, Amoris laetitae 3 volte, Bibbia 0 volte, Sacra Scrittura 2 volte (a caso), ascolto (ascolto, ecc.) 70 volte. ) 70 volte. Insomma: una “Chiesa” autoreferenziale e ombelicale, invece di riflettere sulla Chiesa come Corpo di Cristo inviato nel mondo per evangelizzare, per “raccogliere in Cristo tutte le cose, quelle del cielo e quelle della terra” (Ef 1,10)[7].
E lo stesso atteggiamento autoreferenziale è stato mostrato nella prima settimana del Sinodo, parodiando e simulando mini-assemblee democratico-egalitarie (tutti seduti attorno a un tavolo rotondo, in modo che “nessuno presieda”), conversando “nello spirito” (che si suppone sia quello Santo); non esprimere le proprie idee, ma “ascoltare ciò che l’altro dice”, ma non per rispondere o replicare, ma per “esprimere ciò che è stato prodotto in me da ciò che l’altro ha detto”; “non come luogo per esprimere opinioni personali, ma un luogo per ascoltare, discernere e camminare insieme verso la riva dove il Signore ci aspetta”; proporre “la sburocratizzazione delle strutture ecclesiastiche”, ripensando “nuove forme e nuovi luoghi di partecipazione alla comunione e alla storia millenaria della Chiesa”; “senza un’agenda da imporre”, ma “ascoltando la volontà di Dio per la sua Chiesa”; l’inclusione delle persone LGBTQ+ in un approccio pastorale più rispettoso e ampio; la responsabilizzazione delle donne nelle strutture di governo; l’apertura e l’accettazione nella Chiesa delle persone omosessuali, ecc. ecc.
Come è noto, lo Spirito Santo, in quanto terza persona della Santissima Trinità, non ha una dottrina propria, né la sua azione nel mondo costituisce un terzo momento, dopo l’azione creatrice del Padre e quella redentrice del Figlio.
In quanto unità delle altre due Persone, la sua presenza nel mondo ha la missione di attualizzare e mantenere vivo il messaggio e la dottrina creativa-redentiva del Padre e del Figlio, esplicitandone il significato più profondo per tutti i fedeli credenti.
Ma nel caso del “Sinodo”, si ha l’impressione che lo “Spirito” con cui i sinodali dialogano non abbia nulla a che fare con lo Spirito Santo, dal momento che parlano di cose totalmente contrarie, estranee e strane alla Rivelazione nel suo complesso, più caratteristiche di spiriti sviati e menti confuse che dei milioni di autentici seguaci di Gesù Cristo nel mondo. Non è forse aggravante e offensivo divagare nel modo in cui si sta facendo nell’aula sinodale, proprio nel luogo in cui San Pietro e innumerevoli altri cristiani sono stati martirizzati? Non è forse irrispettoso nei confronti della loro memoria e del loro martirio sostituire la testimonianza di fede del primo Vicario di Cristo con una serie di slogan e frasi pseudo-piziose che sostituiscono le verità di Fede con concetti inconsistenti?
Più di 20 secoli fa, un imperatore romano martirizzò San Pietro. È un tremendo paradosso che nel XXI secolo il suo 266° successore lo lasci martirizzare di nuovo in nome della “sinodalità” e del “discernimento” autoreferenziale, che tralascia l’annuncio di Cristo come Redentore dell’uomo e del mondo e la sua evangelizzazione, per privilegiare l'”esperienza del camminare insieme” senza sapere “dove ci porta lo spirito”. Una “Chiesa sinodale” in cui Cristo non è più l’Alfa e l’Omega, ma il “noi”.
José Arturo Quarracino
16 ottobre 2023
[1] Monseñor Job de Pisidia, Metropolitano de la Iglesia Ortodoxa Oriental del Patriarcado Ecuménico, en https://fsspx.news/es/news-
[2] Código de Derecho Canónico, Libro II, Parte II, Sección I, Capítulo II “Del Sínodo de los Obispos”, Canon 342.
[3] Francisco, Constitución Apostólica Episcopalis Communio. Sobre el Sínodo de los Obispos, nn. 1-3, Ciudad del Vaticano, 15 de setiembre 2018.
[4] Ver https://www.marcotosatti.com/
[5] Detalles de este golpe de Estado contra Nuestro Señor Jesucristo se pueden encontrar en https://gloria.tv/post/
[6] En “Instrumentum laboris” della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi
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[7] Según la versión de la Biblia traducida por monseñor Juan Straubinger. Según la versión de la Biblia de Jerusalén, el propósito evangelizador de la Iglesia es “hacer que todo tenga a Cristo por Cabeza, lo que está en los cielos y lo que está en la tierra”.
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Tag: crocifissione, pietro, quarracino, Sinodo
Categoria: Generale
Caro prof. José Arturo Quarracino,
Se lei ha capito bene che JMB non è il vicario di Cristo, perché alcune volte lo chiama don e altre volte pontefice?
E perché ha citato il nome di un papa santo come San Paolo VI, dicendo che Bergoglio sta portando avanti il suo piano???? (me lo dica se ho malinteso prof. Quarracino)
La prego, almeno lei abbia il coraggio di mettere in luce la diabolica realtà di una MASSONERIA ECCLESIASTICA che da dieci anni continua indisturbata a distruggere Cristo e la Sua Chiesa per COLPA DI TUTTI I VESCOVI APOSTATI E SCISMATICI che si ostinano a riconoscere loro capo l’antipapa massone J.M.Bergoglio e celebrano invalidanente e sacrilegalmente in comunione con tale VICARIO DI SATANA.
Ma dov’è la pietà verso i tanti fedeli che stanno morendo alla Grazia, perché abbandonati e privati della S. Messa valida e dei SACRAMENTI????
Lo gridi forte prof. IQuarracino che per salvare la Chiesa dalla grande impostura religiosa in atto, è d’obbligo obbedire al S Magistero della Chiesa, che impone di RICONOSCERE il legittimo papa BENEDETTO XVI, che tale è rimasto fino alla morte, perché mai ha revocato il MUNUS Petrino (can 332§2), invalidando così e la sua rinuncia e le elezioni di Bergoglio (Can 126) che non può essere il successore di Pietro?
Spero che almeno Lei si renda conto che per dare a Gesù Cristo il Potere di tornare a governare la Sua Chiesa e salvarla, È NECCESSARIO ELEGGERE IL SUCCESSORE DI PAPA BENEDETTO XVI ‼️
Così da poter tornare a celebrare finalmente la s Messa valida e lecita, magari nelle case dei fedeli.
Oggi sono ancora troppo rari i sacerdoti che amano davvero Gesù Cristo, al punto di accettare volentieri di essere cacciati dalla falsa chiesa e di essere privati del mensile, pur di celebrare validamente il s Sacrificio e di non lasciare le anime senza il sostegno vitale dei S Sacramenti!
Prof. Quarracino, dia un’occhiata a questo video perfavore.
E mi dica se è d’accordo.
Grazie
https://youtu.be/W2OroxyP3Qo?si=1tCcmTZsakzHOSeP
Errata: Fratello laico redentorista.
LE VERE CAUSE DELLA CRISI
A- IN COSA CONSISTE LA CRISI
B- L’ATTACCO NEMICO PRIMA DEL CONCILIO
C. TRADIZIONE E ABERRAZIONE: IL TITANIC GERARCHICO-GIURIDICO; IL MODELLO TRAGICO-FATALISTA; LE ABERRAZIONI NON SONO LA VERA TRADIZIONE
D. LA COMPLEMENTARIETA’ MODERNISMO-ABERRAZIONI
E. LA CONTINUITA’ ABERRAZIONI-MODERNISMO
CONCLUSIONI
NOTA: è sottintesa la critica alle deviazioni conciliari (da rifiutare in blocco) e non si intende minimamente accusare i pontefici preconciliari di complicità con il modernismo e la massoneria, e neppure accusare in blocco il tradizionalismo, ma è necessario fare una critica seria per capire veramente la crisi.
La resistenza non basta più. Serve una crociata di liberazione dagli usurpatori.
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LE VERE CAUSE DELLA CRISI: L’INFILTRAZIONE E LE ABERRAZIONI
A- IN COSA CONSISTE LA CRISI
Quella che chiamiamo ‘crisi della Chiesa’ è in realtà una rivoluzione (ribaltamento, sovversione) che ha come obiettivo l’annichilimento del cattolicesimo per sostituirlo con una nuova religione mondialista, neopagana e implicitamente satanista. Questa crisi coincide oggi con una usurpazione della Santa Sede (antipapa e usurpatori vari).
La causa della crisi della Chiesa non è Bergoglio, e neppure il Concilio Vaticano II (sono gli effetti), ma l’infiltrazione massonico-satanista iniziata a partire dall’800 e la reazione insufficiente a contrastarla, da allora fino ad oggi.
La vera causa è quindi duplice: (1) l’assalto nemico e (2) la risposta non adeguata.
Bisogna avere l’onestà e il coraggio non solo di denunciare le deviazioni conciliari, ma anche quelle preconcilari (800, primo 900), non solo l’azione nemica, ma anche la reazione non idonea a contrastarla.
C’è una continuità preconcilio-postconcilio tra azione eversiva e reazione insufficiente.
B- L’ATTACCO NEMICO PRIMA DEL CONCILIO
Bisogna rigettare la narrativa idealizzata del preconcilio, che scarica tutto sul concilio (e il postconcilio), come se fosse stato un cataclisma improvviso, imprevedibile e inarrestabile.
Il vaticano II è il risultato visibile di secoli di infiltrazione nemica, profanazioni, maledizioni e di una reazione troppo debole, non è solo un una truffa o un golpe di un momento preciso.
A partire dall’800 è possibile individuare chiaramente infiltrazioni non solo moderniste, ma anche massonico-esoterico-sataniste anche gravi.
Alcuni esempi:
Presenza di cappellani e forse alcuni cardinali affiliati a massoneria e sette sataniche; esoteristi tra i gesuiti; simboli massonici e satanici nelle chiese (es. simbolo AM storpiato in modo da farlo assomigliare ad esagramma unicursale/squadra e compasso); moltissimi simboli satanici, massonici e alchemici (unione sole-luna) nascosti in illustrazioni (a firma di autore ignoto FMS 1860) del messale romano (ancora oggi si trovano su vari siti cattolici); figure demoniache nascoste tra decorazioni vegetali, pizzi e altro; posa di osiride (braccia incrociate sul petto) in statue e dipinti; l’uso del termine ‘gran madre’ in una preghiera.
Quasi nessuno ne parla, ma se questo è ciò che è documentato, figurarsi gli abomini che non sono stati scoperti.
Ma si parla solo del periodo conciliare. Questo perché nel tradizionalismo spesso c’è una idealizzazione implicita del periodo dall’800 fino ai primi del 900.
Questo periodo preconciliare (pur essendo meno grave di quello conciliare) è allo stesso modo un periodo di grave crisi, affrontata con forza solo da San Pio X (ricorrendo anche a mezzi non convenzionali, segno che già allora non si poteva avere totale potere di azione e totale fiducia nell’apparato burocratico), dagli antimodernisti e dai controrivoluzionari.
L’assalto nemico si è concentrato non solo negli attacchi esterni, ma nella corruzione e infiltrazione interna.
Sarebbe superficiale credere che questa opera di corruzione coincida unicamente con l’introduzione di dottrine ambigue e moderniste o con prassi favorevoli agli stati ‘moderni’.
La ‘fase 1’ del piano nemico (preliminare alla fase 2: concilio sovversivo e antipapato) era far infiltrare degli ‘attori’, cioè massoni, sodomiti e satanisti apparentemente ortodossi e obbedienti, per arrivare lentamente , tramite lobby e cerchie interne, a posti di comando burocratico o a posizioni in cui potevano avere accesso diretto a certi luoghi (es. vaticano) per operare riti satanici e profanazioni, oltre a maledizioni per indebolire le resistenze spirituali. Prima veniva fatto il rito pagano-satanico, e poi l’azione pratico-politica.
E’ una tecnica tipica: maledizioni di intontimento e confusione su monarchi;
rito vaticano descritto da Malachi Martin; anche oggi: prima di demolire la dottrina, Bergoglio fa i riti/profanazioni per ingraziarsi i falsi dei pagani, i demoni).
Sotto Pio XII questa infiltrazione era già molto diffusa, e con ciò si spiega in parte il cambio di rotta successivo (elezione di Giovanni XXIII).
NOTA: Ovviamente qui non si stanno accusando i papi preconciliari di complicità con l’infiltrazione.
C. TRADIZIONE E ABERRAZIONE:
la reazione tradizionale inadeguata nel pre-concilio e le conseguenze.
Quando si parla degli errori preconciliari generalmente ci si riferisce a strategie troppo moderate e controproducenti (es. linea di Rampolla del Tindaro, sospettato di essere massone; ammorbidimento della lotta antimodernista dopo San Pio X). Questi però non sono gli unici errori.
La causa del successo dell’infiltrazione non è nella troppa bravura dei nemici e neppure nel poco rigore di certi papi.
La causa è la presenza delle ‘aberrazioni tradizionali’.
Alcune di queste sono presenti da molti secoli e sono un residuo di mentalità pagana (es. fatalismo, stoicismo) o una esasperazione di certi elementi (es. obbedienza) e anche (paradossalmente) una mentalità di tipo moderno (focalizzazione sull’aspetto giuridico; metafisica corrotta da concetti meccanicistici e burocratici).
La chiesa preconciliare fino ai primi del 900 (ricalcata dal tradizionalismo successivo) purtroppo è affetta da deviazioni particolari: obbedienza assoluta, giuridicismo, fatalismo, mistica della sofferenza e della passività.
NOTA: non si sta accusando tutta la chiesa, ma il problema descritto è reale.
-IL TITANIC GERARCHICO-GIURIDICO
Un aspetto chiave è la focalizzazione sulla gerarchia e sul diritto canonico (obbedienza e rispetto formale delle norme burocratiche), subordinando la verità, il bene e il livello spirituale. Gli ordini dei superiori e il rispetto delle norme giuridiche divengono il fulcro, tanto da sovrapporsi alla verità divina e alle leggi divine.
La burocrazia può impedire le azioni buone, gli ordini del superiore sono sempre espressione della volontà divina, il diritto canonico è la via principale per risolvere ogni cosa, non si può fare nulla se prima i superiori non ti danno l’ordine, l’inferiore non deve avere volontà propria, non si può sapere la verità se non c’è prima una sentenza giuridica, ecc…
Questa mentalità deviata, simile al giuspositivismo e alle ideologie politiche del 900, è una delle cause della crisi, anche perché è stata sfruttata dai nemici a proprio vantaggio.
L’idea ingenua e demenziale era che un apparato burocraticamente efficiente e guidato da una obbedienza assoluta non potesse mai fallire, perché i superiori non avrebbero mai errato, e, anche in caso di errore, fosse meglio obbedire che fare la cosa giusta.
Il fallimento di questa mentalità si è visto col Concilio e si vede chiaramente oggi: se i superiori sono incompetenti o infiltrati (=usurpatori, false autorità), e gli inferiori sono selezionati per essere dei burattini, dei soldati modello 800-900, dei burocrati privi di senso critico, allora la rivoluzione non incontrerà resistenze, sarà solo questione di scalare la gerarchia tramite lobby e intrighi di potere. Il virus della corruzione si diffonderà automaticamente.
NOTA: Il conservatore medio fatica a capire questo, e vede i danni conciliari principalmente come frutto di una infrazione di norme canoniche e disobbedienza ai superiori.
La verità è che un diritto canonico elefantiaco e idolatrato ha prima limitato le azioni buone, poi è stato usato direttamente contro il cattolicesimo.
C’è una continuità impressionante tra la mentalità giuridica pre-conciliare e la burocratizzazione postconciliare.
Gli abusi e le infrazioni canoniche dei modernisti non sono che strumenti per introdurre nella prassi ciò che poi sarà ufficialmente introdotto per via canonico-giuridica, aggirando la formulazione dottrinale. Il modernista inoltre sfrutta il rispetto canonico esagerato del tradizionalista e del conservatore per ingabbiarlo e ricattarlo e per garantirsi l’immunità.
La colpa non è del diritto canonico (nonostante l’impostazione dei ‘codici’ sia già una impostazione moderna), ma dell’ideologia, degli uomini, che trasformano uno strumento priatico in un idolo.
Il tradizionalista aberrante invece dice: ‘non è colpa mia, devo seguire le norme canoniche, devo seguire gli ordini dei superiori’.
Questa mentalità è presente anche nei gruppi una cum di resistenza: nonostante neghino giustamente l’obbedienza assoluta ai modernisti, a volte la pretendono all’interno del proprio gruppo, e mantengono l’impostazione ideologico-giuridica che ‘giustifica’ il riconoscimento degli usurpatori come vere autorità e ‘giustifica’ l’assenza di azioni per liberare la Santa Sede dagli invasori.
-IL MODELLO TRAGICO-FATALISTA
Oltre a queste deviazioni (obbedienza assoluta, idolatria giuridica) vi è una mentalità tipica, un misto di fatalismo e masochismo devastante: davanti a un problema o un’ingiustizia il modello di comportamento non è cercare di risolvere, combattere il male, fare il bene, ma accettare il male, subire in silenzio, non combattere, soffrire e basta.
In nome di una pseudo-mistica della sofferenza e dell’identificazione errata tra tutto ciò che accade e la volontà divina, si sono giustificati i soprusi e si è impedito di risolvere certi problemi quando era ancora possibile.
Combinato con l’obbedienza assoluta e la burocratizzazione ha permesso l’aggravarsi dell’infiltrazione fino al golpe conciliare e ai danni postconciliari, fino all’usurpazione antipapale.
Applicate il modello fatalista-masochista a qualsiasi altro campo: vi ritroverete una tragedia.
Provate ad applicarlo a questi esempi: bullismo, abusi pedofili, mafia, nazismo.
Il fatto che la Chiesa tradizionale sia sopravvissuta fino ad ora nonostante questo modello criminale è dovuto unicamente all’origine divina e alle azioni sante di chi ha combattuto il male invece che accettarlo passivamente.
Oggi questo modello si esemplifica nella cosiddetta ‘narrazione della tragedia’: la crisi è un destino già scritto e ineluttabile, perché tutto ciò che accade è predeterminato dalla divinità (fatalismo/ predestinazionismo).
Si afferma che la divinità vuole ‘punire’ i fedeli e quindi invia il ‘papa apostata’ per corrompere la chiesa e perseguitare il cattolicesimo.
Ma se la divinità stessa vuole questa mostruosità che stiamo vivendo come possiamo sperare di risolvere la situazione? La conclusione proposta infatti è che non si può fare nulla e bisogna solo soffrire, ‘sopportare con pazienza in silenzio’, rassegnarsi, accettare, non ribellarsi, non combattere il male, ecc… La divinità in realtà vuole che solo pochissimi eletti si salvino e che essi soffrano e subiscano il male, mentre la massa è destinata all’inferno. Per questo trasforma la chiesa in un mostro guidato dal ‘papa diavolo’, che predica un magistero satanico e pratica riti pagani.
Una demenziale inversione della realtà: la bestia ha decretato l’infiltrazione e la rivoluzione satanica, e l’atteggiamento passivo-masochista -con i vari ricatti spirituali (‘sopportate in silenzio’, ‘siate umili’, ‘voi rifiutate la croce’) per impedire le azioni buone- ha facilitato il piano massonico satanista.
Ad ogni nuovo sviluppo negativo la risposta è stata sempre la stessa: attendere passivamente e accettare il male senza combattere.
Questo ciclo nefasto ha portato alla situazione attuale.
Anche qui c’è una continuità inquietante tra aberrazioni tradizionali e deviazioni conciliari: la pseudo-mistica della resa che rifiuta di combattere per il bene è la sorella depressa del modernismo tollerante pacifista che non dice la verità e non condanna l’errore per non ‘essere violenti, fondamentalisti, crudeli, ecc…’.
LE ABERRAZIONI NON SONO LA VERA TRADIZIONE
Il punto chiave è questo: la Tradizione e il tradizionalismo purtroppo sono stati spesso erroneamente concepiti come inseparabili da certe aberrazioni.
Di fatto il tradizionalismo attuale si porta dietro le stesse aberrazioni del periodo preconciliare (a meno di non dimostrare che queste in realtà sono venute dopo il concilio).
Ricapitolando, le aberrazioni ‘tradizionali’ presenti tuttora sono:
-fatalismo/predestinazionismo (gli eventi sono già scritti, deve passare la nottata, bisogna accettare le disgrazie, la crisi è voluta dalla divinità e non bisogna ribellarsi)
-obbedienza assoluta ai superiori (anche nel falso e nel male; include ricatti spirituali: se non obbedisci sei immorale, ribelle, scismatico, vai all’inferno; tu osi giudicare il papa, ti fai la tua chiesa personale)
-pseudomistica della sofferenza e della passività (non difendersi, non combattere il male, dobbiamo solo soffrire e subire in silenzio)
-giuridicismo (idolatria del diritto canonico, livello metafisico e spirituale subordinato a quello giuridico; per fare il bene serve prima un permesso legale; la soluzione deve per forza venire dal diritto canonico e da dichiarazioni ufficiali).
Ci sono problemi gravi nel tradizionalismo, e questi sono la vera causa della crisi, perché hanno permesso l’infiltrazione e continuano a permettere agli infiltrati di avere il potere, bloccando o ostacolando le azioni necessarie a fermarli.
Chiunque può vedere che conservatori e tradizionalisti spesso e volentieri non si oppongono adeguatamente ai modernisti e all’antipapa perché si appoggiano a queste aberrazioni, ritenute almeno implicitamente come inseparabili dal cattolicesimo e dalla tradizione.
Per alcuni obbedienza assoluta, fatalismo, idolatria canonica e culto della sofferenza ‘sono’ il cattolicesimo, ‘sono’ la tradizione. Ecco perché non ci rinunciano e più facilmente preferiscono lasciare devastare la dottrina e la morale, elaborando pseudo-dottrine tanto complesse quanto false per giustificare l’immobilismo e la resa.
Ma non è così. Le aberrazioni non sono il cattolicesimo, non sono la tradizione. E’ solo un voler ricalcare una caricatura di fine 800.
Chiunque può verificare che le cose buone e risolutive fatte dal tradizionalismo sono avvenute grazie all’infrazione di queste aberrazioni.
Un esempio su tutti: Mons. Lefebvre ha negato l’obbedienza assoluta ai superiori, è andato contro il diritto canonico (inutile fare sofismi per dire che non è vero) e ha messo il giuridico dopo lo spirituale, non si è crogiolato nel fatalismo e in una mistica della sofferenza, ma ha agito per difendere la dottrina e la liturgia (altro che subire in silenzio e accettare il male e la scomparsa della tradizione).
Oggi invece abbiamo tradizionalisti azzeccagarbugli che grufolano tra gli articoli di diritto canonico e gli scritti dei santi per giustificare l’omaggio all’antipapa e la resa all’abominio.
Oggi il tradizionalismo è in gran parte paralizzato dalla volontà di rispettare il protocollo e dalla narrazione della tragedia: ‘la crisi è volontà divina e noi dobbiamo solo accettarla e soffrire, ne usciremo solo quando (tra secoli?) le gerarchie ritorneranno cattoliche’.
Chiaramente la quintessenza delle aberrazioni tradizionali: riproporre lo stesso modello che ha causato la crisi e continua a impedirne la soluzione:
‘parole chiare sulla crisi e come NON uscirne’.
D. LA COMPLEMENTARIETA’ MODERNISMO-ABERRAZIONI
Modernismo e aberrazioni tradizionali sono due facce della stessa medaglia.
Finché non si capisce questo non si può capire la crisi.
Questa denuncia delle aberrazioni è molto rara. Paradossalmente il problema viene proposto come soluzione: attesa indefinita, continuare a sopportare in silenzio, confidare in soluzioni burocratiche…
Il più grande nemico del tradizionalismo non viene dai bergogliani, ma dalle auto-limitazioni dei tradizionalisti.
Modernismo e aberrazioni tradizionali agiscono come la coppia “poliziotto buono e poliziotto cattivo”, portando allo stesso identico risultato disastroso.
Non è neppure assurdo ipotizzare che queste aberrazioni siano state attivamente alimentate dagli inflitrati massoni e satanisti, che non potevano direttamente proporre il male (libertinismo, relativismo) ma si sono concentrati sul disamare i buoni, vietare l’opposizione al male, istigare alla passività e alla rassegnazione (fatalismo tragico), fare concentrare sulla burocrazia e mettere in ombra il bene spirituale.
Ma anche ciò non fosse avvenuto, è comunque vero che le aberrazioni di fatto agiscono in modo complementare al modernismo, e lo rafforzano indirettamente.
Questo avviene almeno in 3 modi:
1- come falsa dicotomia: aberrazioni o modernismo.
Il modernista accusa il tradizionalismo di crudeltà, tristezza e legalismo, dipingendo una caricatura molto simile a quella data dalle aberrazioni: “la maggioranza è condannata all’inferno, i cattolici dovranno vivere soffrendo e sopportando in silenzio ogni violenza e disgrazia, privandosi di ogni tipo di piacere e solo se sono tra i pochissimi eletti si salveranno”.
Oppongono a questo antivangelo delle tenebre (che è realmente diabolico), il loro vangelo moderno e libertino (tutti predestinati al paradiso, relativismo, legittimazione del peccato, non serve pentirsi, tutte le religioni sono vere, ecc…) e così operano la loro truffa satanica.
Ma satanismo allegro (circo modernista) e satanismo triste (mattatoio delle aberrazioni) non sono il cattolicesimo.
2- come autolimitazione, negazione della lotta.
Come già detto, le aberrazioni limitano moltissimo l’azione necessaria a combattere l’infiltrazione e la crisi: non si può agire per ‘obbedienza’, perché ‘manca il documento ufficiale’, perché ‘dobbiamo solo soffrire in silenzio’, ‘deve passare la nottata’, ‘la disgrazia è volontà divina da accettare’, ecc…
I nemici possono così contare su degli avversari conservatori-tradizionalisti obbedienti controvoglia o semi-paralizzati da paure burocratiche (paura irrazionale di una scomunica per aver difeso la dottrina), masochismo e fatalismo.
3- come legittimazione implicita dell’usurpazione e creazione di capri espiatori che distraggono dalla lotta.
Concepire gli usurpatori come vere autorità, superiori legittimi, li consolida nel loro dominio e conferisce loro potere e una immunità illegittima, con la quale si fortificano per continuare la loro opera.
Oggi parte del tradizionalismo è ormai convinta che l’esistenza della chiesa dipenda dal fatto che un neopagano sia vero papa: ‘deve esserlo, altrimenti la chiesa è scomparsa’.
Questo è il livello di follia raggiunto e fa capire come i modernisti non debbano neppure sforzarsi di combattere, ma possano semplicemente deridere e torturare.
La legittimazione dell’usurpatore si accompagna spesso allo spostamento delle ostilità verso un gruppo diverso, accusato di scisma e eresia: il lefebvriano, il sedevacantista, il neo-sedevacantista. I gruppi diversi catalizzano l’odio e diventano un punto di sfogo della rabbia che viene dall’impotenza e dalla continua accettazione delle ingiustizie. Un meccanismo noto per cui la vittima di violenza, obbligata a sottomettersi senza reagire al persecutore, si ‘vendica’ su un terzo innocente.
Queste faide interne dividono le forze cattoliche e distraggono dalla guerra contro gli usurpatori.
NOTA: In ultima analisi il modernista usurpatore da una parte inganna il fedele ignorante facendo sparire l’inferno e il peccato, e allo stesso tempo inganna il coservatore e il tradizionalista usando la paura dell’inferno e del peccato (scomunica, ribellione) per farsi riconoscere come autorità legittima e per farsi obbedire.
Il modernista usurpatore ‘trasforma’ la chiesa in qualcos’altro (ong, setta) eclissando la visione tradizionale e allo stesso tempo si serve della visione tradizionale per far credere che il suo mostro artificiale coincida con stessa la chiesa al di fuori della quale non vi è salvezza.
Il modernista si serve delle aberrazioni per schiavizzare e rendere innocui i tradizionalisti, consolidando il proprio dominio illegittimo.
NOTA: purtroppo anche sedevacantisti e neo-sedevacantisti collaborano indirettamente e involontariamente alla permanenza dell’usurpazione, nella misura in cui sono influenzati dalle aberrazioni.
E- LA CONTINUITA’ ABERRAZIONI-MODERNISMO
Come già detto, è il modello a 2 truffatori, opposti ma sostanzialmente uniti. Modernismo e aberrazioni tradizionali, pur opposti (es. ottimismo, culto del piacere contro pessimismo e culto della sofferenza, rigetto del passato contro rigetto della modernità), hanno molti punti in comune: c’è una paradossale continuità.
-Antropocentrismo:
nel modernismo è il culto dell’umanità e dello stato mondialista; nelle aberrazioni tradizionali è il culto dei superiori ecclesiastici (obbedienza assoluta).
-Burocratizzazione:
nel modernismo la politica e gli aspetti giuridici sovrastano spesso quelli spirituali; nelle aberrazioni tradizionali il diritto canonico viene elevato a livello divino invece di essere uno strumento pratico (giuridicismo).
-Squilibrio tra rigore e misericordia:
Nel modernismo si tace la dottrina e si pratica un buonismo che legittima il vizio, bollando il rigore come fondamentalismo violento. Nelle aberrazioni tradizionali si impedisce di combattere il male e fare il bene per seguire una pseudo-mistica della sofferenza e della rassegnazione.
In entrambi l’idea chiave è che la bontà equivale alla debolezza e che la forza equivale al male.
-Fatalismo e predestinazione:
nel modernismo c’è un fatalismo ottimista (progressismo) che inoltre nega il libero arbitrio per legittimare ogni perversione e ogni falsa religione (esistono quindi sono volontà divina), per poi postulare una predestinazione universale al paradiso.
Nelle aberrazioni tradizionali allo stesso modo si professa il fatalismo e il predestinazionismo, ma in modo pessimista: si identifica tutto ciò che accade con la volontà divina (e quindi anche il male e la corruzione della chiesa), postulando una tragedia metafisica in cui la chiesa viene guidata dal ‘papa diavolo’ e solo pochissimi eletti sono predestinati a salvarsi. Ma entrambe le versioni sono false.
-Adeguamento al mondo:
per il modernismo si tratta di aggiornarsi alle mode sociali e al governo dell’epoca, storpiando la dottrina e legittimando il peccato. Nelle aberrazioni tradizionali c’è un adeguamento passivo: si rifiuta la lotta e l’opposizione al male per obbedienza ai superiori, per mancanza di supporto giuridico, per fatalismo e per culto della sofferenza.
In entrambi si identifica il potere pratico con autorità di origine divina.
Se il modernista si prostra felicemente al mondialismo e ai potenti, il tradizionalista aberrante si prostra controvoglia perché li ritiene comunque autorità legittime e perché ‘dobbiamo soffrire e sopportare con pazienza in silenzio’. Il risultato è l’avanzamento del male per mancanza di opposizione.
-Distruzione del papato:
il modernismo vuole democratizzare e rendere il papato una sorta di presidenza parlamentare (papato come ruolo politico) oppure fare del papa una sorta di sciamano interreligioso; le aberrazioni tradizionali in ultima analisi veicolano la stessa cosa.
Per mantenere obbedienza assoluta, idolatria giuridica e fatalismo, si arriva alla formulazione di pseudo-dottrine che distruggono il papato stesso: la teoria del papa non cattolico. Per evitare la ‘fine giuridica della chiesa’ e la sede vacante, si riduce il papato a un mero ruolo politico-giuridico (fede cattolica opzionale, il papa è solo un tizio che comanda), e si identifica il papa con un neopagano (chiunque può essere papa, anche il capo di una setta sincretista).
-Distruzione della Chiesa:
il modernismo vuole distruggere la chiesa cattolica per costruire una setta satanica o almeno una ONG asservita al nuovo ordine mondiale.
Le aberrazioni tradizionali solo apparentemente si oppongono a questo, ma in pratica non fanno che legittimarlo e legittimare l’idea che tale monstrum ecclesiastico coincida con la vera chiesa.
L’obbedienza assoluta ai superiori ‘costringe’ i tradizionalisti a lavorare per il male.
La pseudo-mistica della sofferenza e della passività impedisce di difendersi e di combattere il male, bloccando la guerra santa e lasciando campo libero ai nemici.
L’idolatria giuridica boicotta e limita le buone azioni e conferisce legittimità e immunità fasulle agli usurpatori, creando paure immotivate (es. scomunica da parte dell’antipapa).
Il fatalismo infine spinge alla rassegnazione e all’accettazione passiva dell’abominio, bloccando completamente la volontà di risolvere la situazione.
-Mascheramento cristiano:
Il modernismo usa nomi e figure cristiane come maschere per veicolare un significato politico o pagano (es. arianesimo, culto della grande madre, comunismo, relativismo, democratismo, liberalismo, panteismo, gnosticismo…).
Le aberrazioni tradizionali fanno la stessa cosa, veicolando concetti diversi: positivismo giuridico (riducendo la chiesa ad un involucro giuridico pieno di eretici e pagani), mentalità pagana (stoicismo, fatalismo, divinità unione di bene e male), mentalità politica (obbedienza assoluta a chi ha il potere), masochismo.
Modernismo e aberrazioni operano la loro truffa servendosi di maschere cristiane: ‘il cristiano non giudica e lascia tutti liberi di vivere come vogliono’, ‘il cristiano non combatte il male e le ingiustizie, ma le lascia avvenire, rimanendo in silenzio’.
Entrambi si servono di ricatti spirituali per fare avanzare il male in modo attivo (modernismo) o passivo (aberrazioni tradizionali).
RICAPITOLANDO: Bisogna capire che le aberrazioni sono corruzioni nella tradizione cattolica, non la tradizione stessa.
Togliete il tradizionalismo alle aberrazioni e vedrete meglio la natura demoniaca e anticristiana di esse.
Togliete le aberrazioni al tradizionalismo e miracolosamente moltissimi problemi che limitano l’azione buona saranno eliminati.
+ CONCLUSIONI: SERVE UNA CROCIATA DI LIBERAZIONE DELLA SANTA SEDE
La crisi della chiesa è causata dall’infiltrazione nemica e dalle aberrazioni a volte (non sempre, ma fin troppo) presenti nel tradizionalismo, che dovrebbe essere la forza di contrasto.
Bisogna quindi epurare il tradizionalismo dalle aberrazioni e riunificare le forze cattoliche, denunciare gli usurpatori come tali e cacciarli.
Il primo passo è ovviamente purificarsi individualmente e mettere al primo posto il livello spirituale, mettere al primo posto Cristo Re, il Signore degli Eserciti, non le aberrazioni (e ovviamente neppure le deviazioni conciliari).
Serve una crociata (vedere https://www.marcotosatti.com/2023/09/23/e-finita-andate-in-pace-ii-parte-don-alberto-strumia/#comment-218847 ).
F.M.S.1890 FRATER MAXIMILIAN SCHMALZL pittore, fratello laico redendorista. Nato a Baviera (1850-1930) venne condotto alla decorazione dei libri liturgici, la sua massima gloria.(Enc. Catt. XI). Quindi, nessun mistero. E così, via dicendo.
Grazie per la precisazione. I simboli occulti purtroppo però sono realmente presenti, anche in illustrazioni con altre sigle o senza firma.