Il Peccatore che si Crede Giudice. Transfert Egolatrico. Il Matto.

14 Ottobre 2023 Pubblicato da

(Lorenzo Lotto, Cristo e l’adultera)

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum curiae, il nostro Matto offre alla vostra attenzione queste brevi riflessioni su giudici e peccatori. Buona lettura e condivisione.

§§§

 

TRANSFERT EGOLATRICO

IL PECCATORE CHE SI CREDE GIUDICE

 

 

 

Sono ben rare le anime che non misurino la potenza divina secondo i loro pensieri.

Teresa di Lisieux

 

* * *

«Non soffermarti sugli errori

e i difetti degli altri;

cerca invece di esaminare

con chiarezza i tuoi».

Dhammapada (Detti del Buddha) 50

 

«Oracolo del peccato nel cuore del malvagio:

non c’è paura di Dio davanti ai suoi occhi;

perché egli s’illude con se stesso, davanti ai suoi occhi,

nel non trovare la sua colpa e odiarla».

Salmo 35 (36)

 

“Verità rivelata”: da queste due parole è assai facile, per chi vi aderisce, desumere un’auto-investitura a giudice, un’auto-gestione giudiziaria, un diritto di condanna verso chi non vi si conforma. Il tranfert egolatrico fa sì che si assimili il giudizio personale, quindi soggettivo, all’annuncio della Verità rivelata. Si ignora che la Verità rivelata è già il giudizio di Dio nei confronti di coloro che non vi si conformano: «chiunque commette il peccato, è schiavo del peccato», e che – qui è il punto – ne debbono rispondere direttamente a Dio stesso, più precisamente, come si vedrà appresso, a Gesù, e con l’evidente impossibilità, da parte dell’uomo, di stabilire quale ne sarà il vero giudizio definitivo.

 

Infatti, è proprio la Verità rivelata ad escludere il giudizio dell’uomo nei confronti dell’uomo, ed anzi a mettere in guardia per il contraccolpo:

«Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi».

 

Come mostra il dipinto lottiano, Gesù ferma recisamente, e fa vergognare, quelli che vorrebbero lapidare l’adultera secondo quanto stabilito dalla Legge, convinti, grazie al transfert egolatrico, che il loro soggettivo giudizio legalistico corrisponda a quello di Dio fino al punto di sentirsi autorizzati ad eseguire la sentenza di morte, che invece dovrebbero eseguire nei confronti di se stessi, visto che non sono senza peccato. Essi spudoratamente presumono di essere i  delegati da Dio a giudicare e condannare secondo la Legge. Gesù smaschera I PECCATORI SVERGOGNATI CHE GIUDICANO E CONDANNANO IL PECCATORE.

 

L’episodio dell’adultera, non giudicata da Gesù e perdonata ancora prima del suo pentimento (prima del suo atto di dolore!), è sconcertante, e non vi è chi non veda l’immensità di quel «neanch’io ti condanno, va e non peccare più», che stronca il più becero legalismo.

 

A causa del transfert egolatrico, sorge la convinzione che la misura di giudizio che si adotta nei confronti degli altri (giacché i peccatori sono sempre gli altri!) sia in tutto e per tutto corrispondente alla volontà di Dio, e ciò per il solo fatto che si conosce (o si crede di conoscere) a menadito la Scrittura, quindi la Dottrina in cui Essa è stata sistematizzata e perciò ridotta a Legge, e, dulcis in fundo, il Codice di diritto canonico! In altri termini, ha luogo un appropriamento soggettivo della Verità rivelata che si sente legittimato a giudicare e condannare.

 

Sennonché Gesù dice : «il Padre non giudica nessuno, ma ha affidato tutto il giudizio al Figlio […] chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita». Perciò il solo giudice è Gesù, la cui misura di giudizio è umanamente inimitabile. Egli, è bene ripeterlo, ridona la vita della grazia all’anima dell’adultera prima che questa si penta: un atto inaudito!

La Verità si afferma per la sua forza intrinseca, che in ogni caso ha da trovare terreno fertile oltre che a validi annunciatori. È Gesù che giudica e (eventualmente) condanna, non coloro  che Lo annunciano. Chi annuncia la Verità è un messaggero, non un giudice e ancor meno un giustiziere. Non possono esistere tribunali umani che “gestiscono” il giudizio e la condanna in nome e per conto di Dio. Nel confessionale il peccatore non viene condannato bensì assolto, s’intende dietro sincera promessa di combattere i propri peccati onde (cercare di) non cadervi più. D’altra parte, Cristo è venuto per i malati, ed i malati vanno curati, non certamente giudicati e condannati.

La Verità è come la luce che illumina tanto il trasparente quanto l’opaco, quest’ultimo avendo in sé l’ostacolo, appunto l’opacità, alla Luce trasfigurante. Così il trasparente non giudicherà e condannerà l’opaco, bensì, dopo aver verificato se la propria trasparenza è integra (una chimera!) tenterà con misericordia, o buddhisticamente con compassione, di correggerlo onde possa liberarsi dell’opacità.

«Come un fiore dal delizioso profumo

è la parola saggia e amorevole

accompagnata dalla retta azione».

Dhammapada 52

 

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65 commenti

  • il Matto ha detto:

    Complimenti alla “Signora di tutti i popoli” per il suo linguaggio da vera signora.🤣🤣🤣🤣🤣

    In passato, le avevo chiesto di spiegare, per cortesia, il perché di tale pseudonimo da megalomane e chi sarebbe questa “signora”, ma non ho avuto risposta. Posso capire: da lettino dello psicanalista è difficile rispondere.🤣🤣🤣

    Rinaldo: qualche influenza del nonno nella Gestapo?🤣🤣🤣

    • Adriana 1 ha detto:

      Enrico,
      non abbatterti troppo… finalmente stiamo imparando com’ è l’autentico spirito di carità cristiana.
      ( Coincidentia oppositorum: -come scritto-, io avevo pensato alla Sinistra hegeliana e al piccolo, umanissimo Jagoda).

  • il Matto ha detto:

    “PS per NIPPO:
    Le vorrei chiedere gentilmente – per probità intellettuale, se non per altro – di non manipolare le mie risposte.
    Ringrazio in anticipo. Un fraterno saluto!”.

    Chiedo subito scusa ad OCCHI APERT , anche se non vedo in che modo sarebbe avvenuta la manipolazione.

    Però se me lo indica, è meglio.

    Grazie e cordialità.

  • il Matto ha detto:

    Leggo adesso che Frate Luca Antonio 😊 perla di un
    “un mare magnum in cui ognuno pesca il pesce che vuole”,

    Ma … qui si apre una questione dirompente!

    Abbiamo una “veridicità sostanziale della tradizione” dalla quale ognuno piglia o non piglia quel che vuole, e, di conseguenza, interpreta come vuole’?

    Dunque ogni pesce è buono?

    • luca antonio ha detto:

      “Dunque ogni pesce è buono?”
      No ovviamente, le letture possono essere le piu’ variegate a seconda dell’ “egolatria” e questo si lo chiamano libero arbitrio, ma poi per salire la montagna, occorrono delle buone guide, una buona attrezzatura, i passi giusti, tanta fatica , e questo si chiama natura insormontabile delle cose.

  • il Matto ha detto:

    Ora il gentile Occhi Aperti, che saluto, viene anche lui a sostenere che nel Vangelo di Giovanni vi sono “inserzioni maldestre” e “aggiunte postume” . Anche queste sono “Parola di Dio”? Però Adriana avverte che la fonte da cui attinge Occhi Aperti è apocrifa, cioè non considerata sacra.

    E “i dotti commenti su Gesù e l’immagine solare del Risorto” riportati da Adriana che vogliono dire?

    Di che pasticcio stiamo parlando? E la genuina, sicura Parola di Dio dove la troviamo?

  • il Matto ha detto:

    Cari LUCA ANTONIO e ADRIANA,

    mi è venuta alla mente una domanda: ma mons. Viganò li legge i vostri (nostri) commenti?

    Che cosa ne direbbe lui che confeziona i suoi articoli con citazioni a raffica di Sacre Scritture nei confronti delle quali, evidentemente, non nutre il minimo dubbio?

    Su quale gradino di eresia/apostasia nei confronti della Dottrina ufficiale Istituzionale Tradizionalista ci poniamo noi?

    Bella domanda, no?

    • Adriana 1 ha detto:

      Caro Matto, ricordo che nei ” secondi tempi ” dei suoi interventi, qualche lettore di questo blog aveva posto qualche domanda a Monsignor Vigano…domande a cui, almeno in questa sede, egli non aveva mai risposto.
      Perciò: 1) non vedo il problema; 2) dovrebbe essere comunque contento che qualche povera anima si interessi a questioni spirituali per puro desiderio di sapere e, se possibile, di migliorarsi ( anche se, forzosamente, in via katafatica ). 🤭

  • luca antonio ha detto:

    Come al solito il Matto sforna un articolo degno di essere dibattuto.
    Tuttavia, pur apprezzando i pregevoli interventi non posso esimermi dal rilevare che l’episodio dell’adultera del vangelo di Giovanni sia una pericope spuria, e, per quanto io sia sostenitore dell’azione dello Spirito nella Storia del Cristianesimo – ma non lo spirito cui si appella Bergoglio nel leggere le veline di Repubblica – qui debba arrendermi ad una solida evidenza filologica.
    Il passo presenta incongruenze sia stilistiche/lessicali che logico/storiche – perche’ ad es. se era stata colta in flagrante l’amante nell’episodio e’ assente ?, per la legge dell’epoca avrebbero dovuto essere lapidati entrambi ?- da far presumere che detto evento sia un’ aggiunta postuma.
    Cordiali saluti a tutti.

    • Adriana 1 ha detto:

      Luca Antonio,
      siamo di fronte a un caso simile a quello del “Vangelo Lungo” di Marco (16: 9-20 riguardanti la tomba vuota e le apparizioni di Gesù )… Diciamo che ha avuto una funzione
      utile nel cercare di contrastare il fanatismo veterotestamentario, ma, soprattutto, nel moltiplicare le opere, -destinate alla devozione dei fedeli-, di molti grandi pittori.

      • luca antonio ha detto:

        Si’ certo, ma mentre la Resurrezione pur mancando scritturalmente in Marco e’ integrata dagli altri vangeli, dagli Atti e da san Paolo ed e’ episodio talmente essenziale, fondativo – che forse Marco puo’ aver ritenuto persino pleonastico ricordare-, dell’episodio dell’adultera non puo’ essere detto altrettanto; e’ contenuto solo nel Vangelo di Giovanni e non ha nessun supporto esterno, se non vado errato neanche negli apocrifi.
        Quindi prenderlo a basamento di un qualche insegnamento teologico risulterebbe quantomeno improprio.

        • Adriana 1 ha detto:

          Luca Antonio,
          iniziare col citare s. Paolo a proposito della Resurrezione mi sembra un tantino fuorviante, visto e considerato che fu quello tra gli Apostoli che non lo conobbe in vita….né in morte.
          Comunque, anche gli altri Vangeli presentano delle “curiosità”, per non dire degli “interrogativi”, o meglio, delle “oscurità”.
          ” Gli undici discepoli se ne andarono in Galilea, sul monte, nel luogo indicato loro da Gesù. Al vederlo lo adorarono,
          alcuni invece DUBITARONO. ” ( Mt. 28, 16-17 ) Dopo sole 48h. o 72h secondo la Tradizione?.
          ” [ i due di Emmaus ]…mentre discorrevano e discutevano Gesù si avvicinò e si mise a camminare con loro. Ma i loro occhi erano impediti dal riconoscerlo…mentre si trovava a tavola con loro prese il pane, lo spezzò e lo distribuì loro. Allora si aprirono i loro occhi…ma egli disparve ai loro occhi. ” ( Lu, 24; 13-16; 30-32 ). ( non la fisionomia né la voce lo fanno riconoscere, bensì una specifica gestualità ).
          A concludere con lo ” strano” mancato riconoscimento della Maddalena che lo crede un giardiniere fino a quando lo riconosce dalla voce, non dall’aspetto, né dal gesto come i discepoli di Emmaus.
          ( Gv.. 20, 11-14-17 ).##
          Prima del Concilio di Nicea Gesù era considerato un grande profeta, non un dio e fu Costantino ad iniziare la eliminazione ( poi continuata nei secoli ) di circa 5000 Vangeli che contenevano la storia di Gesù, completa o parziale, risalenti a non prima del IV secolo.
          Su Gesù e l’immagine solare del Risorto, alcuni dotti commenti:
          ” Resurrezione- questo miracolo non arreca ai pagani nulla di nuovo e ad essi non può apparire scandaloso. ”
          ( Origene );
          ” In un ambito sociale nel quale l’esistenza di un Dominus ac Deus in ogni imperatore cominciava a diventare a poco a poco stile ufficiale di vita, il Cristianesimo non poteva privare il suo eroe di questo altissimo titolo onorifico. ” ( Bossuet );
          ” Quel che c’era di bello e di sublime nel mito del Sole venne fatto proprio dal Cristianesimo : Helios divenne Cristo. ” ( Carl Schneider ).
          L’episodio della fedifraga (?) poteva esser nato ad imitazione ( casta ) del matrimonio di Osea, -come avevo osato suggerire-, forse anche arricchita da una suggestiva ” contaminatio ” con il racconto biblico di Susanna e i vecchioni ( Daniele, 13 ).

        • OCCHI APERTI! ha detto:

          Adriana e Luca Antonio carissimi, perdonerete la mia intromissione, che non intende in alcun modo interrompervi. Ma qualche precisazione è doverosa, pur con poco tempo a disposizione:

          Sì, l’episodio dell’adultera appare chiaramente come un’inserzione “maldestra”, una “aggiunta postuma” al vangelo primitivo di Giovanni: interrompe la continuità col precedente capitolo.
          Inoltre sia lo stile che il vocabolario sono più vicini a Luca che a Giovanni e, di fatti, alcuni esegeti pongono il racconto dopo Lc 21,38 benchè Luca stesso racconti di una peccatrice senza nome, perdonata (Lc 7,37-50).

          Ad ogni modo questa narrazione proviene da una tradizione molto antica, trovandosi menzionata per la prima volta nella Didaskalia Apostolorum (documento siriano del III sec. che la cita per esortare i vescovi ad aver clemenza verso i peccatori). Il racconto, pertanto, non solo è certamente autentico ma s’attaglia perfettamente al Gesù che conosciamo…

          Vero è che avrà spaventato le autorità della Chiesa primitiva per via di una indulgenza eccessiva, allora non contemplata, – in questo dice bene Adriana: “ha avuto una funzione utile nel cercare di contrastare il fanatismo veterotestamentario” –, tuttavia fa parte, e ben a ragione, del Vangelo.

          Pertanto affermare che “prenderlo a basamento di un qualche insegnamento teologico risulterebbe quantomeno improprio” è un ragionamento che non trova alcun fondamento nella tradizione della Chiesa.
          San Gerolamo include l’episodio nella Vulgata e santi come Ambrogio e Agostino (tanto per citare solo Padri della Chiesa!) ne fanno oggetto del loro magistero.

          Interessante sarebbe leggere – e trascrivere, se ne avessi il tempo – il Commento al Vangelo di Giovanni (Discorso XXXIII, 3-8) di sant’Agostino da cui estrapolo una sola frase, sintesi narrativa di tutto il messaggio evangelico, in fondo:

          “Rimasero solo in due: la misera e la Misericordia”.

          Un “insegnamento teologico” dalla portata eccezionale, tanto allora quanto oggi, a me pare.

          Fraternamente.

          • Adriana 1 ha detto:

            Caro Occhi aperti,
            Non si scusi, lei mi è sempre benvenuto anche quando le nostre opinioni possono non coincidere.
            Lei si addentra nelle opere di “didattica” cristiana dei primi secoli, quelle che dalla Chiesa stessa vennero considerate utili per forgiare comunità cristiane dai costumi morigerati, però apocrife -non libri sacri-.
            Didaskalia Apostolorum, a sua volta, pare essersi ispirata sia alla Didachè, sia al Pastore d’Erma in cui si evidenziano intendimenti simili. Mi sembra che lei si dichiari sostanzialmente un sostenitore del Principio di Autorità della Tradizione contro eventuali errori dottrinali in pieno accordo con alcune “certezze” di Origene: ” Illa sola credendum est veritas quae in nulla ab ecclesiastica et apostolica discordat traditione ”
            ( si deve credere solamente a quella verità che non discorda in niente rispetto a ciò che ci è tramandato dalla chiesa e dagli apostoli ). E, quindi, per Origene diviene indispensabile dare un’interpretazione allegorica ai Sacri testi laddove paiano “sconvenienti” alla rappresentazione di Dio…ma ciò porta alle metamorfosi più “strane”, come, per es., quella della bella, sensuale protagonista del Cantico dei Cantici veduta come prefigurazione della Chiesa amata da Cristo.
            ” Extra Ecclesiam nulla salus ” ( Cipriano, Ep. 72 ).
            Ma quale è più importante, la Bibbia o la Tradizione?

          • luca antonio ha detto:

            Grazie occhi aperti, le mie considerazioni, del tutto personali, a mio avviso rimangono….come pure le sue, altrettanto valide….figuriamoci se posso pretendere di avere ragione, io, nulla, su un argomento del genere.
            Un caro saluto.

          • luca antonio ha detto:

            Non era san Paolo a dire che se Cristo non fosse risorto vana sarebbebe la nostra fede e saremmo i piu’ miserabili di tutti gli uomini ?, mi sembra abbastanza avendo conosciuto gli apostoli e vedendo le opere che Cristo aveva fatto per mezzo di loro… non e’ questa una testimonianza esterna
            a supporto della stessa Resurrezione ?.
            Per il resto delle incongruenze esse rappresentano un mare magnum in cui ognuno pesca il pesce che vuole, ma l’economicita’ degli studi storici concorda sulla veriicita’ sostanziale della tradizione che ci e’ stata trasmessa…ma questo non devo certo ricordarlo a Lei.
            Cordialita’.

          • OCCHI APERTI! ha detto:

            Apprezzo grandemente il suo incipit, Adriana carissima, sostenendo con convinzione che è attraverso pareri non coincidenti che può emergere la verità.

            Constato inoltre che è enormemente più semplice per me interloquire con chi mi può essere, apparentemente, distante per idee, che stabilire un approccio dialogico con chi esprime, apparentemente, un pensiero simile al mio.

            Detto questo, vorrei proporle di non farmi indossare abiti che mi calzano davvero stretti e corti😊: Origene è senza dubbio alcuno meritevole di grande attenzione oltre che meritorio – il Cantico dei Cantici “deve”, oltre che a San Gregorio di Nissa, la sua immensa fortuna proprio a Origene, che gli dedicò due “Omelie” giunte a noi nella traduzione di san Girolamo – ma proprio per il suo “rigore” nel voler appianare ogni antilogia nei Sacri Testi finirà per cadere nell’eresia dell’Apokatastasis. Giusto per citare il “deragliamento” più noto.

            Il leit motiv che conduce l’ortodossia dovrebbe pertanto essere la verità soltanto. E la verità non può ridursi a un agglomerato di nozioni: senza il pathos dell’Incontro, della relazione (vissuta! non immaginata!) dell’anima con Dio Verità Prima e Ultima, ogni sapere è sterile.

            Non inutile, sterile. Non esecrabile, infruttuoso. Non a servizio, tiranno. Non liberatorio, schiavizzante. Non istruttivo, depistante.

            Voglio anche dire, con questo, che l’essere cattolici non ha nulla a che vedere col “far mandria”: lo stare nello stesso “ovile” non significa affatto agire pedissequamente.

            I paraocchi esistono dentro quanto fuori dal recinto!

            Ma è solo conformarsi a Cristo che rende ognuno un unicum (perché?…).
            Chi ritenesse di poter perseguire la propria unicità con le sole proprie forze, alla maniera dei self-made men, fallirebbe miseramente; se non già di qua, di Là.

            Infine rammento Chesterton, che ben scrisse dei paradossi del cristianesimo avendo ben compreso, però, nella sua ortodossia, che “tutto è innaturale alla luce del soprannaturale”.

            Spero, e credo, la mia “non risposta” possa alimentare nel tempo, a Dio piacendo, i nostri proficui (per me) scambi.

            Con stima e sincero, fraterno affetto in Cristo.

            PS per NIPPO:
            Le vorrei chiedere gentilmente – per probità intellettuale, se non per altro – di non manipolare le mie risposte.
            Ringrazio in anticipo. Un fraterno saluto!

            PS per LUCA ANTONIO:
            La mia “intromissione” – nè, più in generale, i miei commenti, ormai occasionali – è semplicemente un “dire altro”.
            E in nessuna circostanza rivendico o rivendicherei di aver “ragione” su chicchessia: non è proprio grazie ad alcune discordanze di pensiero che nascono i confronti più arricchenti? E, a parte questo, non è nella mia indole competere su un argomento, tanto più che l’insistenza sa di coercizione, ovverossia sa di falsità a prescindere.
            Pertanto sono io che la ringrazio, carissimo.

            Una santa giornata a tutti!👋

        • Adriana 1 ha detto:

          Caro Luca Antonio,
          su Paolo, sia come figura storica, sia sulla sua importanza nell’ambito della teologia cristiana, da ultimo, sul suo vero carattere e sui suoi autentici fini sono stati scritti chilometri di pagine, specialmente da quando le “scoperte” dei testi di Qumran hanno aperto nuove prospettive sul “paesaggio” frastagliato del mondo ebraico, delle aspettative che animavano quella società-( nelle epoche di poco anteriori, contemporanee e di poco successive alla vita di Gesù )-, dei gruppi che vi spiccavano: farisei, sadducei, samaritani, gesuani, ebioniti, zeloti, esseni, cultori della Legge e messianisti più o meno duttili, ma anche ebrei filoellenisti e filoromani…un nodo intricato e difficile da sciogliere, tenendo conto delle loro inter-relazioni in continuo e non pacifico movimento.
          Dopo aver negato di esser venuto per abolire la Legge, Yeshua lo ribadisce: ” In verità vi dico, finchè non siano passati il cielo e la terra, neppure uno iota o un apice della Legge passerà. ” ( Mt. 5:18 ). Qui Yeshua usa una iperbole che dimostra proprio quanto era forte per lui l’importanza della Torah. Neppure una minima lettera o una particella di lettera . apice=corno, in ebraico: spina
          che indica la piccola sbavatura a forma di piccola spina, o cornino, presente in alcune lettere dell’alfabeto ebraico. Yeshua proprio smentisce che il suo metodo di interpretare la Scrittura annulli o indebolisca la Legge. Al contrario, sostiene di essere più ortodosso degli ortodossi: ” Se la vostra giustizia non supera quella degli Scribi e dei Farisei, non entrerete affatto nel Regno dei Cieli. ” (Mt. 5.20 ).
          Ma Paolo: ” L’uomo non è giustificato per le opere della Legge” ( Gal 2:16 ). ” Mediante le opere della Legge nessuno sarà giustificato davanti a Lui.” (Rm 3:20). Contrariamente a quanto asserito da Giacomo ( fratello di Yeshua che l’aveva ben conosciuto-si deve supporre-) e dal suo gruppo per i quali Paolo si espresse in varie e pittoresche maniere: “falsi fratelli”(Gal,2:4; 2 Cor, 11:26); “falsi apostoli”(2 Cor, 11:13); ” cani ” (Fil, 3:2),” Chi segue la Legge è maledetto” ( Gal, 3:10)ecc…Negli Atti, poi, viene riportata una frase di Paolo che sembra -visti i precedenti- una menzogna bella e buona: “…non avendo fatto nulla contro il mio popolo o contro -l’uso dei nostri padri- “( Atti 2, 17-20 ). Il discorso sarebbe molto lungo, naturalmente. Mi limito a domandarmi perchè- se il Cattolicesimo voleva integrare Paolo nel modificare il Gesuanesimo primitivo, gli bisognò aspettare il II secolo d.C., quando Ireneo di Lione (130-202 d.C. , maestro cattolico ed eresiologo ) iniziò a citare Paolo e la sua teologia? Perchè mai Giustino martire e l’Apologetica cattolica del II sec. d.C. evitano di nominarlo direttamente, mentre, al contrario lo gnostico ( ed eretico ) Marcione dichiarò Paolo sua guida spirituale? Mi fermo qui e ti saluto caramente, Adriana.

    • il Matto ha detto:

      La ringrazio per l’apprezzamento.

      Il tema della “pericope spuria” e della “aggiunta postuma”, nonché delle “incongruenze sia stilistiche/lessicali che logico/storiche” è piuttosto scottante. Si direbbe che la montagna di ricerche e studi attuati attraverso i secoli, complichino la faccenda di parecchio, piuttosto che chiarirla.

      Al limite sorge la domanda: ma insomma, che c’è scritto di davvero originale nel Vangelo (e non solo nel Vangelo)? Di conseguenza, che valore hanno i fiumi di esegesi che derivano da testi sui quali incombe l’ombra della soggettività degli autori? Esegesi, si badi, anch’esse operate soggettivamente.

      Ciliegina sulla torta: dov’è la Verità?

      • Adriana 1 ha detto:

        Caro Enrico,
        “Dove si trova la Verità?” Nel pozzo e…nuda, perchè la
        Menzogna l’ha lasciata senza vestiti affinchè non potesse uscirne senza scandalizzare la gente.

        • il Matto ha detto:

          Insomma, come Pessoa:

          “Ah, chi mi salverà dall’esistere? Non è la morte che voglio, né la vita: è qualcosa che brilla nel fondo dell’inquietudine come un diamante possibile nel fondo di un pozzo in cui non si può scendere.”

          Che vale ognuno. LO sappia o non lo sappia. Lo ammetta o non lo ammetta.

      • Felice Maggio ha detto:

        UN INSERTO NON GIOVANNEO : LA PERICOPE DELL’ADULTERA( di Rudolf Schnackenburg

        Osservazioni preliminari
        “Già nell’introduzione abbiamo accertato che questo brano non fa parte del contenuto originario del vangelo di Giovanni. Dato che essa è contenuta nella Vulgata e il Concilio di Trento ( dopo una decisione presa a maggioranza, il canone biblico viene dogmaticamente stabilito l’8 aprile 1546 dal decreto De canonicis Scripturis del Concilio di Trento, il quale non fa altro che riprendere l’elenco dei libri canonici contenuto nel Decretum pro Iacobitis del Concilio di Firenze (4 febbraio 1441) non ha fatto alcuna dichiarazione al riguardo, va considerata parte integrante del canone… è inverosimile che la pericope sia stata inventata U. Becker adduce tre motivi che a suo parere depongono a favore di un avvenimento reale della vita di Gesù : I. la questione trattata in questa ‘disputa’ è stata oggetto di vivaci discussioni nel giudaismo ai tempi di Gesù; 2. Gesù si pronuncia inequivocabilmente
        contro la torà e i suoi sostenitori ; 3· egli perdona per autorità propria e incondizionatamente. Questi motivi richiedono soltanto una modificazione, se il racconto per il suo carattere non è una disputa. Sappiamo
        che nel I secolo si discusse aspramente sul tipo di condanna a morte (lapidazione o strangolamento ) Gesù ha superato radicalmente queste discussioni legalistiche; ma qui non prende una decisione di principio come nella questione del ripudio della moglie. Non dice una parola contro la torà, ma impedisce soltanto che una peccatrice sia giudicata da uomini che sono essi stessi peccatori e stanno sotto il giudizio
        di Dio. Questo atteggiamento di Gesù concorda con l’immagine insospettabile del ‘Gesù storico’, quale appare dai vangeli sinottici. Egli si è posto liberamente, noncurante del giudizio degli uomini, al di sopra di ogni legalismo, e ha portato ai peccatori, agli emarginati, ai ‘perduti’, l’amore misericordioso di Dio. Le circostanze storiche, sottintese nella pericope, non sono in contrasto con la situazione di allora.
        Forse la pericope dell’adultera ha scandalizzato fin dal principio, eventualmente perché in apparenza Gesù
        si annovera tra i peccatori; oppure perché credenti dalla mentalità ristretta temevano che «alle loro spose fosse assicurata l’impunità del loro peccato? Ad ogni modo la pericope non è entrata nel canone dei quattro vangeli prima del III secolo. …nel vangelo di Giovanni esso costituisce un corpo estraneo, che interrompe e turba la connessione dei capp. 7 e 8.”

        Una volta che la pericope è entrata nel canone anche se tardivamente questo significa che è autentica, è Sacra Scittura, altrimenti ne restava fuori

  • Mimma ha detto:

    Sì.
    Sembra un salmo, ma nessuna meraviglia, dal momento che i Semina Verbi danno fiori di santità a tutte le latitudini.
    Grazie a Dio!
    Concordo col suo discorso sulla necessità di essere umili e riconoscersi peccatori tra peccatori, evitando l’atteggiamento del fariseo al tempio.
    Tuttavia vorrei aggiungere una noterella.
    Oggi il monito di Gesù ” non giudicate per non essere giudicati ” è usato, furbescamente, anche da chi dovrebbe custodire la sana dottrina e usare le chiavi per aprire e pe rchiudere, non per giocare.
    Giudicare equivale, nel discorso del Maestro, a non ledere l’onore della gente che sbaglia, aggiungendo biasimo e condanna al peccato e a non esprimere giudizi sul destino escatologico di nessuno.
    Non è detto che un adultero un assassino o un ladro non si salvino, come non sappiamo se anime che sembrano belle siano ipocrite anche davanti al Signore.
    Solo Dio, come affermano anche le altre religioni, conosce ogni anima.
    Altro è però affermare che non esiste il peccato e non ci sono peccatori.
    Altro è dire che la debolezza umana dev’essere compatita al punto da riconoscere che non può raggiungere la meta che propone il Vangelo.
    Abbiamo letto che l’indissolubilità matrimoniale è un peso improponibile ai nostri tempi, così come sentiamo che i rapporti omosessuali sono da considerare alla pari di quelli etero.
    Questo modo di pensare è opposto a ciò che dice la Scrittura che lo configura come male.
    Ora il male, in sé, va condannato e quando è compiuto da fratelli, va riconosciuto come tale.
    Non posso proporre a mio figlio come modello il ladro del quartiere né a mia figlia la prostituta.
    Questo non è ” giudicare ” .
    Questo è riconoscere il male.
    Chiudere gli occhi, pensare solo ai fatti propri , lasciando che ognuno si regoli come gli pare, si chiama relativismo morale.
    Esso impera almeno da mezzo secolo nella nostra.societa e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
    Riguardo all’adultera,affermare che il Signore le restitui la grazia mi sembra un azzardo.
    Gesù non le dice ” ti sono rimessi i tuoi peccati ” , formula che Egli riserva a chi vede pentito, ma solo ” neppure io ti condanno ” intendendo con ciò dire che la salvava da morte certa, la morte per lapidazione prevista dalla Legge mosaica.
    In altre parole, le dava il tempo di pentirsi.
    In Maria Valtorta si legge l’epilogo della storia.
    La donna, il cui marito era spesso assente per lavoro, non ebbe la forza di abbandonare l’amante.
    Gesù commenta amaramente ” Non per tutti potei essere Salvatore “.
    Anche oggi , Egli ripete a noi lo stesso lamento.
    I suoi the, caro Matto, profumano di gentilezza.
    Grazie

    • il Matto ha detto:

      Grazie a lei per il contributo.

      Per la prossima ho in serbo un altro tipo di the, sempre giapponese, s’intende! 😊

    • Adriana 1 ha detto:

      “…l’epilogo della storia ” . Acc…, la Valtorta ne sapeva una più dell’Angelo (e pure del Diavolo).

  • andreottiano ha detto:

    Un calciatore scommette sulle partite di calcio.

    Se la partita è quella dove gioca anche lui, è da galera.
    Nel caso di qualunque altra partita è contro il regolamento.

    Il “ragazzo” è stato incauto.

    Sarà uno stupido?
    Si direbbe di no: non così tanto da evitare le scommesse regolari, ma affidando le somme a quelle clandestine.

    Sarà stato ricattato?
    Forse dopo, ma la prima volta in bisca c’è andato lui.

    Sarà ludopatico?
    Il ludopatico è chi guadagna 1500 Euro e ne gioca 3000. Questi hanno giocato solo parte di somme alte, ma inferiori ai loro stipendi. Lasciamo perdere la ludopatia.

    Sarà immaturo e mal consigliato?
    Certamente, probabilmente anche dai genitori, che in alcuni casi diventano avidi appena il figlio fa carriera.

    E che si fa?

    Una squalifica come minimo. E una multa pesante.
    La carriera macchiata e il prossimo ingaggio più basso.
    Al peggio, s’è detto, anche il penale.

    Condanne? Dita puntate? Moralismi immondi?
    No: regole, contratti, responsabilità, buon senso.
    E qui si parla solo di calcio, non di salvezza e vita eterna.

    • il Matto ha detto:

      Appunto: “regole, contratti, responsabilità, buon senso” se “si parla solo di calcio”.

      Ora, a parte che pure nel calcio gli intrallazzi umani abbondano, non le pare che riguardo alla salvezza e alla vita eterna la questione sia di gran lunga più delicata?
      .

      • andreottiano ha detto:

        Verissimo: la salvezza eterna è molto più importante dell’evitare la serie B e lo scudetto che ci corona di stelle in cielo vale più di quello che aggiunge una stella sulla maglia.

        Ciò detto: ma il peccatore è ancora doverosamente tenuto a pentirsi o no? Il timor di Dio è ancora un dono dello Spirito santo o no? Chi giudica il peccato, e non il peccatore che pecca, ha ancora diritto di insegnarlo ai figli o no?

        • il Matto ha detto:

          Il peccatore (compresi noi due 😊) è tenuto a pentirsi? Certamente.
          Il timor di Dio è ancora un dono dello Spirito santo? Certamente. (il timore, però, non il terrore).
          Il diritto di insegnare ai figli cos’è il peccato?
          Certamente, anzi non solo il diritto ma anche il dovere. Però, soprattutto a partire dal controllo e la disciplina di sé.

          La natura umana è portata (in)naturalmente a proiettarsi all’esterno di sé, a fare le bucce agli “altri”, ed a guardarsi bene dallo specchiarsi.

  • il Matto ha detto:

    Per ACIDO-TOSSICO

    Ognuno deve trovare la propria pace dentro di sé. E la pace per essere reale non deve essere influenzata da circostanze esterne.
    Mahatma Gandhi

    Ci rifletta, Fratello.

  • OCCHI APERTI! ha detto:

    Non ho capacità di sintesi ma faccio un maldestro tentativo di esporre quanto ritengo più importante.

    Parto dalla frase di santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, incompleta, che è stata estrapolata da un discorso alquanto significativo (Scritto Autobiografico C, par. 273).

    La frase per intero è la seguente:

    “Madre mia, lei lo sa, son ben rare le anime che non misurino la potenza divina secondo i loro corti pensieri; si ammette che dappertutto sulla terra esistano eccezioni, soltanto Iddio non ha diritto di farne!”

    Ora, sempre con emozione, ri-poso gli occhi sul “Cristo e l’adultera” del Lotus:

    Domina la scena il silenzio del Cristo che si esprime, invece, col gesto eloquente e autorevole delle mani. Protegge la donna con segno, abbozzato eppur chiaro, trinitario; che rivendica a Sè ogni giudizio.
    Nessuno della folla di scribi e farisei guarda le mani di Cristo; solo la donna adultera, con sguardo basso e umiliato, indice di interiore pentimento, tiene fissi gli occhi sui “moti”, che son parole, del Salvatore.
    Il Lotus non ha alcuna remora nel dipingere l’adultera in tutta la sua bellezza, soffusa di luce, nonostante sia trattenuta per i capelli da uno dei suoi “giudici”!
    Scribi e farisei, invece, sono resi perfettamente nella loro ipocrisia, mentre enumerano i peccati, – solo uno in particolare, posto non a caso dietro Gesù, indica il cielo, come a dire, il giudizio è di Dio! – con volti volgari, rozzi, ombrosi.

    Ma leggiamo le Scritture:

    ‘’Allora gli scribi e farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono:
    ‘’Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?’’.
    Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro: ‘’Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei’’. E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra”. (Gv8,3-8)

    L’episodio è uno dei tanti in cui è facile rilevare la malizia degli ipocriti: essi tendono tranelli a Dio per coglierLo in “flagranza” – come l’adultera! – e “avere di che accusarlo”, usando della legge di Mosè!
    La peccatrice era dunque funzionale al loro recondito scopo (è un particolare non di poco conto).
    Ma Gesù insegna che non è venuto ad abolire ma a dare compimento. E dimostra la supremazia della Grazia sulla Legge. Se fosse la Legge a salvare, a che pro la Sua morte di croce? Non la “lettera” ma lo “Spirito”! Che non è – NON E’ – abolizione della Legge, secondo le stesse parole di Gesù.

    Come reazione a tanta malizia, Gesù si china – ovverossia distoglie il Suo volto dagli interlocutori – a scrivere per terra, una prima e una seconda volta!
    Ecco qualcosa che dovrebbe catturare la nostra attenzione e spingerci a farci domande.
    Tra le varie ipotesi a chiarimento di questo gesto misterioso, interessantissimo il rimando – poco noto – a Ger 17,13:
    “O Speranza di Israele, Signore, quanti ti abbandoneranno resteranno confusi; quanti si allontanano da te saranno SCRITTI NELLA POLVERE, perché hanno abbandonato la fonte di acqua viva, il Signore”.

    Così, mentre coloro che si ritengono sapienti e “legittimi”, vengono – presumibilmente – “scritti nella polvere”, una adultera passa loro avanti e viene chiamata a non peccare più. La sua “condanna” è l’aver fissato seriamente – come Simon Pietro – quello sguardo che la chiama a verità per porre la sua vita nella rettitudine che conduce all’amore di Dio e del prossimo. La libertà di Dio! e delle Sue creature! (Val la pena rileggere la frase citata all’inizio, di santa Teresina).

    Gli ipocriti, invece, sconfitti nei loro intenti, si ritirano momentaneamente per tornare all’attacco in seguito.
    Il demonio, d’altronde, che personifica – anzi è – il “transfert egolatrico”, sa bene come sedurre menti e cuori che da Dio e dalla grazia si allontanano, rendendo i suoi seguaci – anche inconsapevoli – audaci e noncuranti di fronte a qualsivoglia richiamo della grazia e degli stessi eventi.

    Riguardo al non giudicare, che dovrebbe essere tratto distintivo di chi si professa cattolico, occorre precisare che significa precisamente “non condannare”.
    Infatti siamo chiamati eccome a giudicare, a discernere tra bene e male; tanto che una delle opere di misericordia più disertate nella Chiesa è la correctio fraterna (Mt 18,15-17). Ragion per cui oggi smarrirsi è così facile. Manca la direzione spirituale del corpo docens!

    Inoltre, a conferma di quanto detto, basterebbe rileggere la pericope di Matteo succitata che si conclude così:
    “In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo”.
    Il Confessionale – per chi ancora, da cattolico, sa farne buon uso! – ci pone sotto giudizio del sacerdote che in quel momento fa le veci di Cristo. E grazia vuole che non sempre si ottenga l’assoluzione!
    Quante anime furono cacciate da Padre Pio e che poi ritornarono coscienti, consapevoli e veramente pentite e desiderose di stringersi in amicizia con Dio!
    La carità è tale solo se nella verità!
    Mentre il misericordismo, non provenendo da Dio ma dal diavolo, non guarda alla salvezza ultima ma a salvare le apparenze. Perché, per “transfert egolatrico” 👿, non solo si può condannare ma financo assolvere…

    “Quando l’arcangelo Michele, in contrasto con il diavolo, discuteva per avere il corpo di Mosè, non osò accusarlo con parole offensive, ma disse: Ti condanni il Signore!” (Gd1,9).

    Ecco qui, come se non bastasse, anche l’esempio di San Michele dato a nostro vantaggio. Un esempio che andrebbe seguito, come suggerisce san Giuda.

    Ma veniamo ad un altro approccio, necessario per inquadrare rettamente il peccato di giudizio:

    “Perciò sei inescusabile, proprio tu che giudichi, chiunque tu sia: con lo stesso atto con cui giudichi gli altri, condanni te stesso: infatti tu che giudichi compi le stesse cose che condanni. Ma sappiamo che il giudizio di Dio si applica secondo verità a coloro che compiono tali cose. O pensi questo, o uomo che giudichi coloro che compiono tali azioni e intanto le compi tu stesso, che sfuggirai al giudizio di Dio? Oppure disprezzi il tesoro della sua bontà, della sua pazienza, della sua longanimità, senza riconoscere che la benignità di Dio ti spinge alla conversione’’. (Rm 2,1-4)

    Molto evidente, anche qui, che giudicare è nel senso di condannare e non certo di capacità di discernere tra bene e male.

    San Paolo dice infatti qualcosa di estremamente rivelativo in 1Cor 2, 15-16:

    “L’uomo spirituale invece giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno. Chi, infatti, conobbe la mente del Signore da poterlo dirigere? Or noi abbiamo la mente di Cristo.”

    Un concetto dalla portata eccezionale, che apre una porta – anche – per la conoscenza e il riconoscimento della “cardiognosi”, dono insigne concesso ad alcuni santi, come san Pio da Pietrelcina, ad esempio.
    Ma anche dono momentaneo/occasionale, per esempio, concesso a confessori nell’esercizio del loro ministero, in qualità di vicari di Cristo e per la salvezza di date anime.
    E qua fermiamoci.

    Fatto è che se a nessuno è data la facoltà di condannare, in Cristo ci è però data la luce per discernere e saper distinguere ciò che è buono da ciò che è cattivo; ciò che è bene da ciò che è male. E astenersi dallo schierarsi non è astenersi dal giudizio, ma mera illusione (del Transfert Egolatrico😂).

    Concludo ringraziando Adriana e R.S. per i loro commenti edificanti e citando il caro Nippo, in un suo recente commento degno di nota e utile a tutti:

    “(…)non è affatto escluso che l’inginocchiatoio diventi un podio:

    quel particolare, subdolo senso che si nutre di certezze granitiche, di umiltà, di purezza intoccabile dallo schifo del mondo, di distinzione dalla massa dannata, del vedere la vita terrena in bianco e nero, dell’auto investirsi adepti della verità mentre tutt’intorno impazza l’errore. Insomma quel dare per scontato che il primo vizio capitale, la superbia, sia senz’altro esorcizzato dall’inginocchiatoio, dalle preghiere e dalle messe,

    ecco, questo, è ciò da cui guardarsi”. (…)

    Aggiungo solo : “anche” (“è ciò da cui guardarsi”, anche).

    Buona prosecuzione e santa domenica a tutti!

    PS per gli zelanti:

    Ecco il paragrafo 273 da cui proviene la frase citata di Santa Teresina per leggerla e comprenderla nel suo contesto:

    Il suo desiderio è, lo so bene, che io compia accanto a lei una missione molto dolce e facile; questa missione non potrò assolverla dall’alto dei cieli? Come disse Gesù un giorno a san Pietro, così lei ha detto a sua figlia: ‘’Pasci i miei agnelli’’, e io mi sono meravigliata, ho detto a lei: ‘’sono troppo piccola’’… l’ho supplicata di fare pascolare lei stessa i suoi agnellini e di custodirmi, di farmi pascolare per grazia con essi. E lei, Madre amata, rispondendo un poco al mio giusto desiderio, ha custodito gli agnellini con le pecore, ma comandandomi di farli spesso pascolare all’ombra, di indicar loro le erbe migliori e più fortificanti, di mostrar loro chiaramente i fiori brillanti che non debbono mai toccare se non per schiacciarli sotto i loro passi.
    Lei non ha temuto, cara Madre, che io facessi smarrire i suoi agnelli; la mia inesperienza, la mia giovinezza non l’hanno affatto spaventata, forse lei si è ricordata che spesso al Signore piace concedere la sapienza ai piccoli, e che un giorno, pieno di gioia, egli ha benedetto suo Padre perché ha nascosto i propri segreti ai prudenti e li ha rivelati ai più piccoli.
    Madre mia, lei lo sa, sono ben rare le anime che non misurino la potenza divina secondo i loro corti pensieri; si ammette che dappertutto sulla terra esistano eccezioni, soltanto Iddio non ha il diritto di farne! Da lungo tempo, lo so bene, questo modo di commisurare l’esperienza agli anni viene praticato fra gli uomini, perché nella sua adolescenza il santo re David cantava al Signore: ‘’Sono giovane e disprezzato’’. Nello stesso Salmo 118 tuttavia non esita a dire: ‘’Sono diventato più prudente dei vegliardi: perché ho cercato la vostra volontà… La vostra parola è la lampada che rischiara i miei passi…Sono pronto a compiere i vostri ordini e non sono turbato da nulla’’.

    • il Matto ha detto:

      La ringrazio, Fratello carissimo.

      Sono onorato della sua dedizione nel contribuire a quanto propongo nei miei matti articoli.

      Cordialmente.

    • Adriana 1 ha detto:

      Occhi aperti,
      il suo intervento è veramente “angelico”. Anche se non su tutto mi trova concorde, non posso fare a meno di rilevare la profondità ispirata delle sue parole.

  • Acido_Tossico ha detto:

    Inquisitore accatastatore di legna è da 10 anni che non mi confesso perché il Regnante Papa insegna che Dio è misericordioso con “todos, todos, todos ..”, che i i “santi sono i vicini della porta accanto” che hanno un cane che puzza e abbaia togliendomi il sonno, che il prefato da la comunione alla Pelosi abortista, che i vescovi nordici benedicono i froci sudici, etc..
    Vado a fare il ridicolo con il confessore ?
    Vado a far perdere loro il tempo con tutte le iniziative pastorali e le riunioni sinodali?
    Però ho un incallita tendenza inquisitrice e inquisendo…inquisendo… discrimino che su questo blog imperversa un P.M., un “tira pietre” soprattutto verso i commentatori che non condividono il suo catto-buddismo.
    “Ma il “dottore” scribolatrico non se ne andò e continuò a “giudicare” i peccatori… ossia gli altri”.

    • il Matto ha detto:

      Mi costringe a ricordarle, voglia credere senza il minimo astio, che ad occhi acido-tossici corrisponde uno sguardo acido-tossico, la qualcosa non sembra il meglio.

      La rabbia che traspare chiaramente da quello che scrive certamente non le fa bene. Forse l’incazzatura è diventata per lei un motivo di vita?

      “Non tramonti il sole sopra la vostra ira” avverte Paolo.

      Fraternamente.

  • Bah ha detto:

    Nello scritto mi ha colpito l’affermazione che Cristo perdona l’adultera prima del suo pentimento.
    È possibile che si fosse già pentita in cuor suo, e
    Gesù, che legge i cuori, lo sapeva?

    • il Matto ha detto:

      Ottima osservazione. Grazie.
      Gesù che legge i cuori? Non credo si possa dubitarne.

  • Adriana 1 ha detto:

    Caro Enrico,
    l’episodio di Gesù e della peccatrice sembra richiamare volutamente la morale esplicitata dal profeta Osea ( VIII sec a.C ).
    Il primo della serie dei Profeti minori, colui che descrive la fedeltà di Dio verso gli uomini essenzialmente attraverso la descrizione del suo infelice rapporto matrimoniale con la prostituta Gomer che finirà per tradirlo, abbandonarlo e tornare a prostituirsi. Egli, però, la recupererà, pagando per lei anche un riscatto , e con lei tornerà a vivere dopo una promessa di reciproca fedeltà.
    Si deve a Osea l’identità, per lui non- metaforica, tra il popolo israelita infedele a Dio e la prostituzione… quella identità ripresa numerose volte per tutto l’Antico e il Nuovo Testamento. Del resto lo stesso nome, Osea, sembra significhi: ” Dio viene in aiuto “…il che accade
    – per i Cristiani- nell’episodio tra Gesù e la donna infedele.##
    Ci sono parecchie considerazioni interessanti riguardo al Salmo 36, la cui prima parola, nel testo ebraico, inizia
    con la lettera “alef” e quella finale con la lettera “tau”: la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto ebraico, costituendo uno dei segni rivelatori di una stesura assai meditata, così come la presenza della parola hèsed che serve ad esprimere un concetto complesso significante: bontà, misericordia,
    fedeltà e che si riferisce a quelle di Dio. ( da cui i termini hasid e hassidim ) nonchè la presenza della parola émet, che significa stabilità, verità, fedeltà, ma anche vita ( in riferimento a ciò che è da ” farsi”, da “praticare” nell’ambito della storia umana, non invece a quel che è da “conoscere” o da “pensare”).
    E’ necessario ricordare che il Salterio tutto,
    (la cui stesura e trasmissione risale al V secolo a.C. ), dall’ebraico è stato tradotto in greco, poi in latino, quindi in italiano, per cui le immagini dei singoli versetti appaiono spesso difformi dall’originale, quale venne “ricostruito” nella versione masoretica: ( ad es. ” i monti di Dio” è la traduzione dei ” monti più alti ” ; i peccatori che “non possono risollevarsi”, quella dei ” malfattori che non possono risorgere”; l’immagine di: ” si rifugiano gli uomini all’ombra delle tue ali” traduce ” le ali tue proteggono uomini e dei “). Che cosa, quindi, vi rimane di fondamentale per un Cristiano? Il contrasto tra due Abissi: l’Abisso del malvagio ( e quindi dell’empio ) avvolto nelle tenebre, e l’Abisso della bontà di Dio, avvolto in quella luce in cui l’orante ha scelto di naufragare ( concezione molto cara a Rosmini, a te
    e a numerosi altri ). Però l'”abbattimento” per gli avversari che lo meritano, invocato dall’orante, forte delle proprie ragioni, -che sono, contemporaneamente, anche quelle del suo popolo-, se non viene attuato direttamente dal supplice, viene comunque da lui demandato a Dio, incaricato-per così dire- di attuarlo, e di dimostrare in tal modo tutto il peso e la forza della Sua Giustizia.
    Il teologo e mistico russo Pavel Eudokimov disse del Salterio che:
    ” è nella vita come un santuario che non è separato da nessuna grata rispetto alla strada e alla casa “, e perciò…

    • il Matto ha detto:

      Poderoso intervento di cui ti ringrazio.

      Perdonami se non ho saputo evincere, da ciò che scrivi, se ritieni che tribunali umani, in special modo ecclesiastici visto che si rifanno al Padreterno, abbiano la facoltà di giudicare, condannare e giustiziare (a mezzo anatema o braccio secolare) il reo scagliando la “prima pietra”, che, a mio parere, è anch’essa “pietra d’inciampo”.

      Di passaggio ricordiamo anche la famosa trave che si ha nel proprio occhio del tutto inabile, quindi, a vedere la pagliuzza nell’occhio altrui.

      L’episodio dell’adultera perdonata da Cristo ancor prima del suo pentimento sembra escluderlo, e suggerisce addirittura il metodo da adottare: annunciare, richiamare, ammonire, perdonare, ma senza giudicare, condannare e giustiziare … in nome di Dio!

      Conoscerai senz’altro quell’emblematico capolavoro di ipocrisia ecclesiastica che fu la sentenza nei confronti di Giordano Bruno già destinato al rogo:

      «[…] et dover esser rilasciato alla Corte secolare, sì come ti rilasciamo alla Corte di voi monsignor Governator di Roma qui presente, per punirti delle debite pene, pregandolo però efficacemente che voglia mitigare il rigore delle leggi circa la pena della tua persona, che sia senza pericolo di morte o mutilatione di membro […]».

      Come dire: un vero e proprio mandato di esecuzione infiorato di una falsa, falsissima misericordia che sembra in diretta connessione con lo spregevole «a noi non è consentito mettere a morte nessuno».

      Il giudeo-cristianesimo … te lo raccomando.

      • Adriana 1 ha detto:

        Per risponderti un pochino meglio e più chiaramente sul mio pensiero, ricorro alle parole del dotto Origene,
        ( Origene contro Celso, II, 64 ), che ammette le trasformazioni dell’aspetto di Gesù,
        ( contenute nei Vangeli), metamorfosi apparentemente simili, ma nella sostanza spirituale dissimili da quelle degli dei antichi.
        “Gesù, pur essendo uno, aveva per lo spirito umano più aspetti e non era visto alla stessa maniera da tutti quelli che lo osservavano…Il fatto poi che, quando era osservato, non appariva alla stessa maniera a quelli che lo osservavano, dimostra che Gesù non appariva
        sempre lo stesso… lo dimostra ancora il fatto di Giuda che stava per tradirlo, dicendo alle folle che andavano insieme a lui ( Giuda ), perchè non lo conoscevano:
        ” Quello che io bacerò, è lui. ”
        Di seguito, Origene offre una spiegazione tutta cristiana, giovannea e spirituale sulla “naturale” diversità di visione che gli uomini ebbero e possono avere della figura di Gesù.
        ( Origene contro Celso, IV, 16 ) ” Infatti esistono- se così si può dire- varie forme del Logos, allorchè il Logos appare a ciascuno di quelli che sono condotti verso la scienza della nostra dottrina, in RELAZIONE alla condizione di chi è appena introdotto in essa…Questo
        sia detto in risposta all’opinione di Celso che non ha compreso i cambiamenti e le trasformazioni di Gesù
        menzionate nelle storie ( Vangeli ) e la sua condizione mortale o immortale “….
        Mi sembra, quindi, evidente che la mia opinione nei confronti delle azioni di repressione di una istituzione che si è arrogata il diritto di inquisire, controllare ed eliminare fisicamente tutti coloro che non si erano sottomessi al “suo” pensiero unico non possa essere che negativa.

  • La Signora di tutti i popoli ha detto:

    Prendo solo una piccola frase dell’articolo del sig. Matto, perchè troppe sono le sfaccettature e le dinamiche che hanno i giudizi umani.
    Penso al diritto penale italiano (come di molti altri paesi che prendono dal nostro ) che ha la sua radice, come qualsiasi branca del diritto civile, nella ricerca la più possibile perfetta nella legge naturale e in qualche modo chiaramente
    è legato alla Parola… Tizio uccide Caio e in tribunale la sentenza di condanna non è: Tizio è condannato a […]perchè è assassino o è un omicida.” ma: “[…] perchè riconosciuto colpevole di omicidio.”
    Sembra chiara la differenza sostanziale del “giudizio” pur nella
    medesima dichiarazione di colpevolezza.
    E dunque mi sembra di capire che il Matto non abbia voluto criticare il Diritto Canonico – nelle sue articolazioni – sulle VV. fattispecie ma nella sua probabile, possibile e poco perfetta aderenza alla volontà (e potestà) divina, che invece rappresenta non solo la perfezione del giudizio di Dio ma anche un Suo solo diritto.
    Così mi sembra ancora che il Codice Canonico su questa terra debba rispecchiare, con ogni possibile sforzo, la aderenza al Magistero della Chiesa che, come sappiamo, è conforme all’amore misericordioso e al Giudizio di Dio, cioè all’intera Volontà Divina. Ecco che questo adattamento legale, se nasce dal Magistero bimillenario, deve essere perfettamente giusto.

    Quindi capisco l’affermazione del “dulcis in fundo” e la giustifico perchè questa sistematica raccolta di norme ha la mano umana come artefice materiale, anche se approvata dal Pontefice.
    Sarebbe bello ( si fa per dire) esaminare il Cod. Can alla luce delle pronunce ex cattedra o comunque espresse per volontà petrina… e chiaramente gli argomenti sarebbero quelli oggi in voga: nomine invalide, papa illegittimo, messe nulle, sacramenti invalidi, sanatio possibili, supplet ecclesia, ecc..

    • Enrico Nippo ha detto:

      Grazie per il contributo.

      • La Signora di tutti i popoli ha detto:

        Spiace dirlo, siamo in tema di giudizi umani dunque ci starò attenta: non parlerò di lei ma posso definire i suoi contributi. Interventi nulli, inutili, dispregiativi, al limite dell’indolenza, irrispettosi, egoistici, presuntuosi e a volte cattivi ma non li correlerò con la sua persona, lo faccia lei.

        • il Matto ha detto:

          Non vorrei deluderla: il sottoscritto Matto ed Enrico Nippo siamo la stessa persona.

          Ma lei, che è “La signora di tutti i popoli” certamente capirà.

          Stia bene.

          • La Signora di tutti i popoli ha detto:

            Povero mr. Hyde, ho sbagliato nel difendere le sue emerite fesserie scritte, dai porci cosa puoi aspettarti se non grugniti? Ma me lo spiego benissimo il suo sdoppiamento della personalità, bipolarismo, bisessualismo, bi se col congiuntivo, ecc. Non mi meraviglio più di niente. Ma se lei facesse meno il ricercatore del Kaiser e il presuntuoso esegeta, forse sarebbe accettabile come uno dei tanti poveri cristi che hanno davanti la verità e non riescono a vederla perchè non la vogliono vedere, ma sono solo ipocriti come tanti; ma lei è peggio: è pieno delle sue elugubrazioni, pieno di se stesso.
            Peccato aver sopravvalutato un Matto, succede. Daltronde doveva aprirmi gli occhi la baggianata della adultera che non chiede perdono ed è il tipico commento dell’ebreo maschio di quel tempo e di questo. Quando un maschio generico medio come lei scrive è chiaro che non tenga conto che, dietro l’angolo del Tempio, quella donna poteva essere stata benissimo stuprata da tre uomini e questi, come se,pre avviene, passarla liscia senza neanche una pietrolina sul loro prepuzio sfregiato.
            Ma no lei, il Matto bipolare del blog di Tosatti, il dilemmatico delle questioni inutili, nota quasi con invidia che la donna sia stata perdonata senza richiesta esplicita in carta da bollo ma dimentica, il bipolare maschio, che l’uomo che era con lei non è stato portato alla lapidazione.
            Lei Matto, matto davvero, avrebbe scagliato la prima pietra, lei è superiore a Gesù. Altro che ricerca di Dio: lei si è fermato a se stesso, al suo enorme contorto io, lei giudica tutti su questo Blog ma in realtà ogni suo post invidia la fede e lo zelo che lei non ha e neanche merita.

          • Rinaldo ha detto:

            Signora di tutti i popoli, non serve a niente bastonare il Matto alias Enrico Nippo. Tu gli dici che è pro bisessualismo, ma che ne sai? Sicuramente ha un ego malaticcio, ma appunto perché è matto. Però invece di aggredirlo prova a fargli qualche domanda. Tipo: per te Cristo è Dio e Figlio del Dio vivente o è solo un maestro spirituale? Vedi cosa ti dice.

        • Adriana 1 ha detto:

          Signora di tutti i popoli,
          perchè, di grazia, nell’esaltare il codice di diritto canonico, lo paragona al codice di diritto civile e amministrativo italiano e non al codice di diritto penale ( di cui non parla, pur riportandone una nota formula )?

          • La Signora di tutti i popoli ha detto:

            Cara Adriana1, non credo di aver esaltato il codice Canonico.
            Anzi mi sembrava di averne incoraggiata una miglior aderenza alla Dottrina e al Magistero. Ho parlato di diritto penale e dunque della relativa raccolta di articoli ma non l’ho confrontato col CIC o altro, mi sembra, ma posso esser stata poco chiara e me ne scuso.
            Quello che volevo dire prima di scoprire la double face del Pazzo è che il corpus di norme della legislazione italiana (stracopiato per bellezza e profondità da altri ordinamenti stranieri), ivi compreso il penale, prende a sua volta nelle fattispecie “essenziali” dalla Legge Naturale, almeno mi sembra sia così.

          • Adriana 1 ha detto:

            Cara Signora di tutti i popoli,
            mi sorge il dubbio che nel suo animo, lei evochi, piuttosto che l’utopistico diritto naturale, quello del
            ” Codex juris civilis Justinianensis ” che rimase modello di giurisprudenza per secoli, fino a quando venne eliminato e sostituito dal Codice Napoleonico. Quello dello Stato italiano non è certo un capolavoro. Oggi meno che mai…e neppure quello in uso nello Stato della Chiesa ( come si è potuto, ahimè, constatare ):” o tempora, o mores “. A noi ( dativo di svantaggio )
            ” sunt lacrimae rerum…”.

        • Adriana 1 ha detto:

          Rinaldo,
          ” sicuramente ha un ego malaticcio, perchè è matto “…, che bella frase…profuma di Jagoda, il “benemerito” per le grandi purghe staliniane, fondate sull’ eliminazione dei portatori di “ego malaticcio”.

  • Remi ha detto:

    Per chiarezza : bisognerebbe aggiungere che e’ dovere di ciascuno e di tutti di condannare il peccato e non il peccatore.

    • il Matto ha detto:

      Occorre però considerare che il peccato in sé è un’astrazione ed è l’uomo che lo rende concreto.

      Senza l’uomo che pecca, il peccato non avrebbe luogo.

      Quindi, condannare sì il peccato ma avvertire il peccatore che, come dice Gesù, se ne rende schiavo.

  • giovanni ha detto:

    NS Gesu’ Cristo ha riconosciuto il peccato, evitato la pena prevista dalla legge perdonandola, ammonendola poi a non peccare piu’. Tutti i ricami fatti sopra l’episodio sono interpretazioni di vari soggetti che se ne sono occupati e i cui fini, partoriti da idee diverse, possono solo dar luogo ad ampia e sterile discussione.

  • CAGI41 ha detto:

    @IL MATTO.
    “Non sembra di leggere un Salmo?”
    Si, sembra di leggere un salmo, e quindi?
    Questi detti “sapienziali” in me possono suscitare ammirazione non certo ispirazione! Un cristiano, ossia una persona che ha conosciuto Gesù di Nazaret, ha in sovrabbondanza la possibilità di ispirarsi nella Sacra Scrittura tutta, e non si ispira certamente ai detti di Budda, oggi tanto di moda per coloro che sono usciti o stanno uscendo dall’orizzonte cristiano! O vogliamo mettere Gesù accanto a Budda?

    • il Matto ha detto:

      Carissimo,

      con pieno rispetto prendo atto del suo pensiero e quindi della sua visione.

      Ma così, tanto per fraternamente interloquire, mi permetto tre osservazioni.

      – Il fatto che certi detti “sapienziali” destino la sua ammirazione non è forse un segno che lei vi trova del buono e del vero? E allora dove sarebbe l’inconveniente?

      – Non è detto che chi cerca e apprezza ciò che propongono altre Tradizioni finisca per uscire dall’orizzonte cristiano: al contrario, può darsi che vi trovi una conferma del medesimo orizzonte. Le diversità di sguardi possono essere (non certamente sono) una ricchezza. Se si trovano punti in cui Buddha conferma Cristo, dov’è l’inconveniente?

      – Le sarei grato se vorrebbe dare un contributo in merito al contenuto del mio articolo che tratta dell’egolatria del peccatore.

      Cordialmente.

      • Condizionale vs congiuntivo ha detto:

        Se VORREBBE?! Mamma mia, pietà per la lingua Italiana!

        • il Matto ha detto:

          Chiedo venia, me ne sono accorto subito dopo l’invio.

          Però, mi sembra vi sia dell’altro nell’articolo.

          O lei è uno che sta lì a scoprire gli errori altrui?

          • La Signora di tutti i popoli ha detto:

            Siamo cristiani dunque guai a lasciar perdere un’occasione per dimostrare la ns perfezione; sempre pronti a riprendere gli errori degli altri: tutto perfettamente in linea con l’articolo.

    • Pissi pissi ha detto:

      Quando si parla di Budda , da parte di noi cristiani, bisogna procedere con una certa cautela. Esiste infatti un’opera anonima che viene attribuita a san Giovanni Damasceno che ha per titolo LA VITA BIZANTINA DI BAARLAM E JOASAPH.
      Uno studioso asserisce che detta opera preceda di secoli l’era cristiana, ma sappiamo quanto possa venire manipolata la conoscenza per scopi anticristiani.
      Comunque nei calendari tradizionali ortodossi Barlaam e Joasaph sono considerati santi.

  • R.S. ha detto:

    L’ego è metro a se stesso, dunque inadatto al giudizio.
    L’ego-latria è una forma illegittima di (auto)divinizzazione.
    Nell’egocentrismo evapora la centralità di Cristo uomo-Dio.

    Può esserci il retto giudizio? Sì, altrimenti Cristo non vale.
    Può esserci la divinizzazione umana legittima? E’ la santità.
    Può esserci la centralità di Cristo? La dà lo Spirito Santo.

    L’apofatismo non rende giustizia alla Rivelazione.
    Orgoglio e amor proprio vanificano croce e resurrezione.
    Il silenzio parla di Dio, ma il Verbo si è fatto carne.

    Caro Matto, sì: la Verità è una luce che investe l’opaco e il trasparente, trasfigurando la realtà gravida di peccato in una realtà piena di Grazia.

    La Verità non lascia le cose come stanno, ma trasforma.
    C’è un’azione che transustanzia la natura.
    L’importante è non giustificare il male, ma per riconoscere il Male è necessaria la nozione del Bene.

    A questo serve l’umiltà, a purificare lo sguardo.
    A questo serve la preghiera: a far scuola di umiltà.
    A questo serve la Rivelazione di Cristo: a far luce.
    A questo serve la croce: a non rifiutare neanche il buio.

    Nell’ego che legifera c’è tutta la miseria dell’uomo.
    E’ tutto un mondo che insegue le misure umane.
    Concorrenti, ma tutti appiccicati alla terra (anche sotto).

    Trasfigurarsi di luce significa desiderio di Cielo.
    De siderum… La grazia viene da Dio.
    Le soluzioni vengono dall’alto, non dal basso.

    L’importante è che chi invita a non giudicare gli errori degli uomini non finisca con il dimenticarsi che l’uomo attuale non è quello originale, ma una specie decaduta.
    E’ un perduto capace di rifiutare Salvatore e Salvezza.