Chi Controlla la Narrazione in Italia. E Censura Quella Sgradita…
8 Ottobre 2023
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, ci sembra giusto rilanciare questo articolo pubblicato su L’Antidiplomatico, un sito di informazione libera che apprezziamo molto. Buona lettura e condivisione.
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di Alessandro Bianchi
“Il potere non risiede in chi dispone di denaro, soldati o armamenti (tutto ciò è di risulta), ma nel controllo della narrazione”. Con queste parole, Alberto Bradanini introduceva il suo, magistrale, ultimo articolo.
Bene. E allora andiamo alla ricerca di chi controlla, veramente, la narrazione in Italia.
Secondo il 18° Rapporto sulle comunicazioni del Censis (dicembre 2022) emerge come il ruolo dei browser (Google in particolare) e Facebook abbia assunto un peso superiore a TG e giornali. Il rapporto ha il difetto, inoltre, di non considerare pienamente l’impatto dei giganti del Web nel filtro dell’informazione ai cittadini italiani, non considerando, ad esempio, il cosiddetto programma “Discover” di Google – vale a dire le “notizie consigliate” che vengono scelte per il vostro cellulare.
Chi controlla, dunque, la narrazione in Italia? Sicuramente un peso determinante lo hanno i giganti del web a stelle e strisce (browser e social) come potete apprezzare dalla tabella precedente.
Domanda successiva e necessaria per l’indagine in corso: come avviene il “filtro” che utilizzano questi giganti Usa del web per quel che riguarda l’informazione che poi arriva (o non arriva) ai cittadini italiani?
L’esperienza diretta de l’AntiDiplomatico dimostra come il “filtro” costruito in questi ultimi anni violi palesemente i dettami della nostra Costituzione per quel che riguarda libertà di stampa e diritto ad una informazione pluralista e libera. La nostra esperienza diretta dimostra come in Italia sia in atto un sistema di vera e propria censura costruita in modo capillare con un deus ex machina, ben nascosto, che la fa da padrone.
La pagina Facebook de l’AntiDiplomatico (oltre 150 mila seguaci), ad esempio, è stata prima chiusa ed ora è in una situazione di cosiddetto shadowbanning (vale a dire fortemente penalizzata dagli algoritmi) per l’azione di presunti “fact checker” che si autodefiniscono “indipendenti” anche se lavorano per un giornale a noi concorrente, Open. L’arroganza con cui il fondatore di quest’ultimo, Enrico Mentana, descrive alle Iene le modalità con cui fanno il loro lavoro da Torquemada del Web vi offre la reale portata di quanto i nostri diritti siano calpestati. “Il fact-checking sono io e voi…”, la sintesi delle sue parole.
Dal 2019, in Italia agisce poi un’agenzia statunitense, NewsGuard, che può impunemente mettere un “bollino rosso” ad un giornale regolarmente registrato come l’AntiDiplomatico, penalizzando gravemente la nostra presenza su quei social e browser che, come abbiamo visto, sono il filtro principale delle informazioni ai cittadini. Su chi ha creato NewsGuard, quali sono i finanziatori e come sia espressione diretta dei gangli del potere Usa – con riferimenti diretti a Nsa, CIA e Council of Foreign Relation – abbiamo scritto un lungo rapporto nel dicembre del 2022 al quale vi rimandiamo. Non abbiamo nulla da aggiungere se non la triste desolazione dell’omertoso silenzio, da allora, della politica, della categoria giornalistica e anche di tanti finti compagni di viaggio. L’affetto straordinario dei nostri lettori è stata l’antidoto più grande a tutti loro, la ninfa fondamentale che ci ha commosso e dato la forza per resistere con sempre più determinazione.
Abbiamo deciso in quel rapporto del dicembre 2022 di pubblicare tutti i messaggi ricevuti dai “controllori” che l’agenzia Usa aveva scelto per noi, affinché possiate farvi, in massima libertà, la vostra opinione su come vengono decisi i “bollini” che alterano il filtro delle informazioni. Faremo lo stesso anche con l’ultimo arrivato recentemente dalla signora Giulia Pozzi (che trovate in calce all’articolo) che prosegue in questo fantastico Truman Show orwelliano, per cui la decisione di censura è presa, ma il “check” deve partire comunque…
Un piccolo aggiornamento rispetto a quel rapporto, tuttavia, permettetecelo. Provate a cercare la credibilità che vanta l’agenzia Usa sul web qui in Italia, proprio lei che gioca a dare bollini di reputazione agli altri. Troverete interessanti sorprese.
Questa ad esempio la reputazione di Newsguard su Google Play:
e qui invece su TrustPilot
Se scorrete i commenti degli utenti troverete uno squarcio di speranza: la consapevolezza popolare è la risorsa più preziosa da cui ripartire come paese.
Eh sì, cari signori, perché prima o poi dovremo ripartire e dalle fondamenta per ricostruire questo digraziato paese, se pensate che la nostra classe politica ha permesso che un’agenzia straniera con un “rating” di questo tipo sul web possa avere il potere di decidere quello che può o non può arrivare ai cittadini in termini di informazione.
“La trilogia distopica di G. Orwell (1984: la pace è guerra, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza) è divenuta realtà”, chiosava correttamente il suo articolo Alberto Bradanini. Benvenuti nel fantastico mondo di Colonia Italia, dove quello che potete leggere lo decidono agenzie nordamericane e Torquemada arroganti del “fact-checking”.
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Di seguito la nuova lettera “controllo” di un’agenzia statunitense ad un giornale italiano regolarmente registrato al Tribunale di Roma, nell’omertoso silenzio della politica e della classe giornalistica. Il bollino di infamia affibbiato a l’AntiDiplomatico ha inciso profondamente sugli algoritmi dei browser e social con cui l’agenzia statunitense collabora, creando un enorme danno patrimoniale alla nostra realtà editoriale. Le uniche comunicazioni e risposte che riceverà in futuro Newsguard, lo ribadiamo, saranno solo attraverso i nostri legali.
Gentile Direttore,
la contatto da NewsGuard in quanto stiamo effettuando il periodico aggiornamento della nostra scheda sul sito de L’Antidiplomatico. Avrei alcune domande da porle, in modo da poter includere i suoi commenti nella nostra scheda. Le riassumo brevemente qui sotto.
1) Le chiederei un commento in merito a due esempi recenti di contenuti che, secondo la nostra analisi, contengono delle affermazioni non accurate o fuorvianti su tematiche concernenti la guerra in Ucraina: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-cercasi_mercenari_in_africa_per_lucraina_paga_da_fame_ma_il_sogno_della_cittadinanza/45289_49748/, https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-la_tv_polacca_ha_mostrato_il_sosia_di_zelensky/45289_48889/.
2) Durante la nostra analisi, non abbiamo trovato esempi recenti di correzione sul sito. Come intervenite in caso di errore?
3) Quanto alla gestione delle opinioni, abbiamo notato che, sebbene vi siano alcune categorie destinata alle opinioni (come “Op-ed” e “Blog”), in molte altre sezioni del sito compaiono pezzi d’opinione. In proposito, nel 2021 ci aveva rilasciato il seguente commento: “Dobbiamo darvi ragione nel senso che stiamo ancora catalogando ed inserendo nelle sezioni del nostro quotidiano on line i diversi articoli e sicuramente abbiamo intenzione di meglio indicare in futuro se trattasi di editoriali o meno”. Le chiederei un follow-up su questo.
4) Passando alla trasparenza, abbiamo notato che il sito pubblica informazioni biografiche e di contatto soltanto per alcuni autori. Diversi articoli più recenti sono invece attribuiti ad autori per cui non sono disponibili biografie o informazioni di contatto. Mi chiedevo se considerereste l’idea di pubblicare queste informazioni per tutti gli autori del sito.
Grazie per l’attenzione.
Cordialmente,
Giulia
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Tag: antidiplomatico, censura, mentana, open
Categoria: Generale
Raccontando “realtà”.. di fatto tu puoi creare realtà!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
…l servizi esteri (i soliti noti) controllano tutta l’informazione, basti pensare alle veline tutte uguali, con gli stessi titoli e gli stessi contenuti che vengono poi passati a giornali e TV.
In realtà una vergogna che dovrebbe indignare qualunque cittadino della colonia-Italia , sentendosi trattare- psicologicamente- come uno schiavo del famigerato dott. Jones,
colui che indusse i seguaci ad un suicidio di massa( in Guyana).
Che “indignazione” può permettersi un popolo colonizzato?