di Andrea Zhok*
Nel 1991, alla dichiarazione d’indipendenza, lo stato ucraino contava su 51 milioni di cittadini. Nel 2014, con il colpo di stato di Maidan la popolazione era di 44 milioni di abitanti. Oggi, ottobre 2023, l’Ucraina conta 23,7 milioni di abitanti. Quelli che mancano all’appello sono per la maggior parte rifugiati o emigrati volontariamente all’estero, cui si aggiungono – secondo le stime più aggiornate – intorno ai 300.000 morti in guerra (il che vuol dire almeno un milione di feriti gravi e mutilati).
Le infrastrutture, la produzione agricola e gli apparati industriali ucraini sono devastati.
L’intero sistema statale sopravvive soltanto grazie alla costante iniezione a perdere di capitali occidentali.
Di fronte a questo quadro ricordo le surreali discussioni dei primi giorni e settimane di guerra.
Ricordo uno scambio di battute avuto su La7 in un Talk Show con un ambasciatore e con il conduttore del medesimo.
L’ambasciatore (o ex ambasciatore, non ricordo), alle raccomandazioni di cercare il più rapidamente possibile la strada di una tregua e della trattativa rispondeva testualmente che era “troppo presto”, che bisognava lasciar fare agli eserciti.
Il conduttore, alla sollecitazione a prendere sul serio la piattaforma di proposte russe (ripristino accordi di Minsk, neutralità ucraina senza ingresso nella Nato, statuto amministrativo speciale delle regioni russofone all’interno dello stato ucraino) rispondeva stizzito che uno stato sovrano aveva il diritto di decidere se entrare o meno nella Nato.
Ora, senza neanche provare ad entrare nelle contraddizioni, nelle bugie, nei doppiopesismi, una sola cosa mi chiedo. Mi chiedo se tutta questa gente che dall’inizio ha soffiato in tutti i modi sul fuoco del conflitto, adducendo come giustificazione la necessità umanitaria di “aiutare gli ucraini” ha riflettuto per un minuto sulle proprie responsabilità.
Poche settimane prima del 24 febbraio 2022, e di nuovo alcune settimane dopo l’inizio del conflitto ci furono tornate di trattative per ottenere una risoluzione politica del contenzioso; in entrambi i casi il rifiuto venne da parte americana (non ucraina, americana a nome dell’ucraina).
Quello che non posso non chiedermi è se questa gente ha mai messo a confronto mentalmente cosa sarebbe stata l’Ucraina se quegli accordi fossero stati firmati con quello che è oggi.
Da un lato avremmo avuto un paese neutrale, capace di commerciare in tutte le direzioni a est e ovest, con le province a maggioranza russa dotate di uno statuto simile a quello del nostro Trentino.
Dall’altro lato abbiamo un cumulo di macerie svuotato della popolazione più giovane e attiva.
E in mezzo le vostre campagne h24 di menzogne guerrafondaie.
Ecco, ora per piacere, diteci di nuovo che lo avete fatto per l’inderogabile dovere umanitario di aiutare la popolazione ucraina; diteci che l’Europa si è svenata e ha compromesso il proprio futuro industriale, per il bene superiore dell’autonomia ucraina.
Spiegateci una volta di più come voi eravate dalla parte del bene e dell’umanità, e tutti gli altri erano abietti putiniani.
*Post Facebook del 3 ottobre 2023
Parole sante
In quella foto ci sono gli esseri umani più disgustosi e immorali:quelli che prostituiscono la loro anima e giocano con la vita degli altri.