Schizofrenia NATO e mondiale. La guerra russo-ucraina.
24 Luglio 2023
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, Vincenzo Fedele, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste considerazioni sulla guerra russo-ucraina. Buona lettura e diffusione.
§§§
Schizofrenia NATO e mondiale
Il vertice di Vilnius è ormai alle spalle. La NATO ne aveva pianificato la buona riuscita fino a definirlo “storico” e le direttrici lungo cui doveva muoversi era l’interventismo attivo, cioe :
Esaltare la solidarietà militar-politica con possibile entrata della Svezia nella NATO;
Prendere atto della controffensiva ucraina, pianificata a marzo e iniziata a giugno, con riconquista dei territori persi continuando a puntare alla vittoria ucraina ed all’umiliazione russa;
Esaltare la minaccia nucleare nella centrale atomica di Zaporizjia quale trampolino per giustificare un intervento NATO.
Del primo punto ne abbiamo già trattato e del resto è dai film del vecchio west che non ci facciamo più impressionare dalle facciate holliwoodiane sostenute da quattro paletti e dietro cui non c’è nulla.
La famosa controffensiva ucraina è sparita dai radar. Basta vedere su cosa si tace per capire come vadano le cose sul campo. Le unità ucraine, rinforzate con gli ultimi arrivi dal supermarket occidentale, non sono arrivate neanche ai primi avamposti russi delle tre linee fortificate realizzate da Mosca.
Bucando questa possibilità, vista la pochezza del tentativo ucraino e le immani perdite, in mezzi ed uomini, che l’esercito di Kiev sta subendo,l’altra strategie pianificata dalla NATO per la buona riuscita di Vilnius era di esaltare la minaccia nucleare della centrale atomica di Zaporizjia. Questa è stata disinnescata dalla stessa pubblicizzazione e propaganda eccessiva.
Il piano, per grandi linee, era questo: sbandierare lo spettro di una nuova chernobyl con ricadute ancora peggiori e catastrofiche per tutta l’Europa. Le truppe russe, incalzate dalle vittoriose colonne ucraine e costrette ad abbandonare la centrale nucleare, la bombardano o, in alternativa, la minano per distruggerla e non farla cadere in mani ucraine.
Il racconto sarebbe stato avvalorato da filmati girati ad hoc, magari sfruttando poche unità ucraine che fossero riuscite ad avvicinarsi, anche alla lontana, alla centrale e successivamente avvalorate da compiacenti rilevamenti di radiazioni misurate da non si sà chi, ma riprese dai media nostrani e esaltate come catastrofiche. A quel punto l’intervento NATO sarebbe stato acclamato a gran voce a difesa di tutto l’occidente a rischio contaminazione nucleare e la terza guerra mondiale avrebbe avuto ufficialmente inizio.
Se si pensa al terrorismo psicologico che i nostri media stanno conducendo con le temperature estive di questi giorni, (e non dimentichiamo mai il COVID), mostrando immagini di temperature rilevate dalle insegne delle farmacie (anonime e non si sà di dove e di quando) insieme alle notizie della NASA che rileva temperature al suolo di 50 gradi per dare parvenza scientifica alle falsità (tacendo che la temperatura non si misura al suolo, ma a 2 metri da terra, all’ombra e su terreno erboso, che l’asfalto in estate arriva anche a superare i 60 – 70 gradi, che sulla lamiera di un’auto al sole puoi friggere delle uova, ecc.), pensate a cosa potrebbero fare nel caso scoppiasse un petardo vicino alla centrale atomica in questione.
I russi, sapendo con chi hanno a che fare, hanno coinvolto preventivamente l’Agenzia nucleare internazionale, hanno puntato sull’area i loro satelliti, per dimostrare in qualsiasi momento la provenienza di eventuali missili, hanno disseminato telecamere in ogni anfratto ed in ogni albero per documentare anche sul campo l’esatto svolgersi di avvenimenti anomali. Questo, unito al fatto che gli ucraini non sono riusciti neanche lontanamente ad avvicinarsi alla centrale atomica, ha per il momento disinnescato il tentativo sporco di provocazione atomica che pure è stato tentato.
Come chiunque potrebbe sapere, a parte chi si autodefinisce giornalista, qualsiasi centrale atomica è progettata per resistere, fra le altre cose, ad una deflagrazione causata da un attentato terroristico, come anche alla caduta accidentale di un aereo di grandi dimensioni. I russi, oltretutto, hanno quasi spento i reattori della centrale, che viaggia al minimo dei minimi solo per non doverla spegnere del tutto, quindi anche una deflagrazione distruttiva non avrebbe avuto alcuna conseguenza reale, per quanto amplificabile con il megafono dei media compiacenti.
Quindi il vertice di Vilnius, anche se pubblicizzato come vertice storico, è stato un fallimento clamoroso sotto tutti i punti di vista. Resa nei confronti di Erdogan, con annessa certificazione che è consentito fornicare con il nemico; necessità di utilizzo di bombe a grappolo anche a costo di violentare le coscienze di tutti i governi NATO che hanno approvato la convenzione che ne decreta il bando. Certificazione della incapacità delle armi NATO di competere alla pari con un esercito che non sia marginale, che si chiami Iraq, Siria, Afganistan, Libia, Serbia o altro analogo e singolarmente preso. Sensazione, sempre più reale, che il vero obiettivo NATO sia la guerra con la Russia ed il suo smembramento in tante piccole repubbliche indipendenti e marginali.
Qualcuno azzarda anche l’ipotesi che la guerra dovrebbe terminare presto per un motivo molto semplice: L’industria militare USA non può permettersi di continuare le umiliazioni che sta subendo in territorio ucraino con armi spacciate per ultramoderne che vengono regolarmente distrutte e ricostituite a nostre spese. E’ già accaduto con tre distruzioni e ricostituzioni, è in corso la quarta distruzione cui seguirà la quinta. In un primo momento si era detto che gli armamenti ucraini erano ancora quelle dei residui sovietici. Non era vero, ma passi. Poi si è detto che le armi fornite dall’occidente erano i residui antiquati degli arsenali occidentali. Non era vero, ma passi. Poi si è iniziato a fornire gli ultimi ritrovati tecnologici ed anche quelli sono stati spazzati poi si è passati ai sistemi di difesa Patriot, ai missili Himars ai carri armati Leopard, Abrahams ed altri marchingegni spacciati come invincibili ed indistruttibili ed eliminati con allucinante facilità. Uno smacco simile, sul palcoscenico mondiale del Dobass, non può continuare all’infinito se l’industria militare americana vuol continuare a vendere come alabarde spaziali quelle che si sono rivelate giocattoli antiquati o quasi.
Intanto Putin ha disdetto l’accordo sul grano, quindi Erdogan inizia a subire qualche contraccolpo sul monopolio dei traffici sul mar nero. Subito prima che avesse termine l’accordo sul grano, quindi prima del blocco delle navi commerciali o presunte tali, il ponte che unisce Crimea e Russia continentale è stato di nuovo oggetto di attacco, questa volta con droni.
Questo ha provocato due effetti: uno militare ed uno mediatico.
Quello militare è la constatazione che l’attacco è avvenuto con droni “marini”, cioè provenienti da “lanciatori” che con ogni probabilità hanno operato all’ombra di navi commerciali, avvicinati a pelo d’acqua per poi colpire, senza equipaggio e guidati da satelliti. Questa tecnologia non è disponibile dagli ucraini che, quindi, hanno operato con il supporto di USA e UK. Gli ucraini hanno subito rivendicato l’attentato, anche per coprire gli aiuti esterni non confessabili, pur dicendo che i dettagli saranno noti dopo la vittoria. I segreti di Pulcinella tali rimangono, anche se riguardano inglesi ed americani.
Per il precedente attentato di ottobre l’Ucraina aveva sempre negato, contro ogni evidenza, la paternità. I media occidentali, tutti, avevano chiuso gli occhi e totalmente ignorato le palesi evidenze che portavano a Kiev già da subito. Tutti i media occidentali hanno preso, invece, atto della orgogliosa, anche se tardiva, rivendicazione ucraina delle scorse settimane, ma non hanno neanche ricordato che da ottobre gli ucraini avevano negato l’azione e non hanno neanche chiesto scusa per le accuse di complottismo ai pochi che ventilavano quella possibilità, che adesso è certezza. Adesso, che è quasi certo che il livello di intelligence, di coordinamento e di capacità operativa necessario all’attacco dei droni contro il ponte non può essere opera degli ucraini, tutti i media accettano la rivendicazione di Kiev, che è funzionale alla farlocca esclusione di USA e inglesi all’attentato stesso.
L’attentato al ponte sarà un motivo ulteriore per non rinnovare l’accordo sul transito delle navi per il trasporto di cereali, ma anche per incentivare la presa di Odessa da parte russa.
Finora non ci sono stati attacchi risolutivi russi su Odessa che adesso diventa una città strategicamente importante, se non fondamentale per ambo le parti. La notizia che è stata colpita anche la cattedrale di Odessa, per quanto da approfondire, conferma quale saranno gli sviluppi prossimi.
Se Odessa, città con popolazione russa, venisse conquistata dai russi, l’Ucraina perderebbe qualsiasi sbocco sul Mar Nero. Il mantenimento di Odessa, e della relativa regione, oltre a consentire uno sbocco al mare da parte dell’Ucraina, comporterebbe la possibilità delle navi NATO di accedervi e di tenere sotto stretto controllo Sebastopoli, la Crimea e quindi la flotta russa ed il suo accesso al Mediterraneo, oltre ad isolare totalmente le guarnigioni russe in Transnistria dalla madre patria.
Logorate le forze ucraine nella fallita controffensiva non è lontano dalla realtà pensare ad una ripresa delle azioni russe con attacchi indirizzati proprio verso Odessa. Le ultime dichiarazioni di Mosca che considerano qualsiasi nave diretta a porti ucraini come portatrice di carichi militari, quindi suscettibili anche di attacco ed abbordaggio, suonano proprio come un blocco navale ucraino da parte della Russia.
Del resto la Russia non può certo permettersi di vedersi bloccato, o comunque limitato, l’accesso al Mediterraneo, tramite il Mar Nero e, nel contempo, accettare passivamente la limitata operatività nel Baltico, dopo l’ingresso di Finlandia e Norvegia nella NATO
Non è un caso che, in relazione al blocco russo dell’accordo sul grano, la NATO stia cercando nuove rotte che coinvolgano, scendendo lungo la costa ad ovest di Odessa, la Romania, la Bulgaria ed infine la Turchia che governa gli accessi al Mar Nero da Istambul.
In relazione a quanto visto sinora, sembra che al Pentagono, e di conseguenza nella NATO, sia in atto una strategia schizzofrenica che da un lato punta dritto all’incidente nucleare per provocare un conflitto atomico, dall’altro sembra che vogliano scongiurarlo o, almeno, imputare ai russi la prima mossa in questa excalation, come sono riusciti a fare il 24 febbraio dello scorso anno, quando Putin decise che non poteva più attendere a reagire alle provocazione ed ai dinieghi continui dell’occidente.
In alternativa un incidente, anche sulle rotte navali, che coinvolga la Romania, la Bulgaria o la Turchia, tutte nazioni NATO, provocherebbe un innesco dagli esiti imprevedibili (o forse già pianificati) visto anche che in Romania è di stanza la 101^ divisione aviotrasportata USA e la Turchia è l’unica Nazione NATO dotata di un esercito realmente operativo, ma che finora non ha mai cercato di contrapporsi alla Russia.
Quale sia il limite a cui la NATO possa fermarsi è sinora incomprensibile soprattutto alla luce di alcuni fatti di pubblico domino:
La NATO è, o dovrebbe essere, una unione difensiva. Le sue armi, mezzi, uomini, intelligence ecc. dovrebbero muoversi solo in difesa ed a fronte di un attacco, reale o potenziale, ad uno qualsiasi dei propri membri, cosa sin quì mai avvenuta. Ma del resto non era avvenuta neanche il Libia, in Serbia, in Iraq, in Afganstan, ecc.
Si dà ormai per accettata, in occidente, la teoria assurda della “legittima difesa preventiva” con la NATO che, senza alcun mandato, si sovrappone e si sostituisce alle organizzazioni internazionali preposte, ad iniziare dall’ONU ormai totalmente esautorato anche dalla funzione di stanza di compensazione e di dialogo mondiale.
Gli stati cuscinetto hanno sempre funzione di garanzia ed hanno sempre favorito il dialogo e la pace. Sia i paesi realmente neutrali, come Svezia e Finlandia anche durante la guerra fredda, sia i paesi dell’est europeo dopo la fine del Patto di Varsavia e prima del loro ingresso nella NATO. Adesso che l’est europeo è già entrato nella NATO e che anche l’accerchiamento a nord sembra completato con l’ingresso della Svezia, quale spazio rimane per la pace ed il dialogo ?
La NATO è andata ad abbaiare alle porte della Russia, come dice chiaramente anche Papa Francesco, ed adesso cerca tutte le possibili vie per la dissoluzione della Federazione Russa scoprendo però che il boomerang si sta abbattendo pesantemente su chi lo ha lanciato senza saper prevedere le reali reazioni di Mosca oppure, ancora peggio, ben conoscendole ed andando proprio a ricercarle.
La NATO, cioè gli USA e il Regno Unito che la stanno trainando e su cui si stanno imponendo, nel silenzio accondiscendente degli altri Stati aderenti, oltre alla stessa UE, continua a puntare tutto su una vittoria finale dell’Ucraina sulla Russia ben sapendo quanto sia irrealistica e sapendo ancor meglio che qualora potesse anche lontanamente realizzarsi, l’opzione nucleare rimane dietro l’angolo e, a quel punto, sarebbe l’unica possibile.
Sembra che a Washington ed a Londra domini un male assoluto e schizofrenico, peggiorato, se possibile, dal silenzio accondiscendente di tutti gli altri stati NATO, compresa l’Italia, che continuano ad avanzare verso il baratro sapendo di farlo.
Il mondo unipolare non esiste più ne in ambito militare e neanche in quello politico ed economico. L’occidente non lo ha ancora metabolizzato oppure, se lo ha fatto, opera come se il mondo multipolare, cioè tre quarti del pianeta, non esistesse.
Siamo tutti pellegrini su questa terra e tutti dovremo rendere conto del nostro viaggio e delle azioni che avremo compiuto. Che il nostro viaggio terreno si concluda per un olocausto nucleare ricercato in modo maniacale da apprendisti stregoni, per non dire emissari del male assoluto, può essere anche possibile. La morte è comunque la conclusione per chiunque sia nato e solo il Padre celeste decide quando il momento arriva per ognuno di noi. Martedì ricorre la memoria di San Giacomo, patrono dei pellegrini. Che interceda anche Lui per noi poveri pellegrini e per far rinsavire la mente ottenebrata di molti.
Vincenzo Fedele
§§§
Aiutate Stilum Curiae
IBAN
IT79N0200805319000400690898
BIC/SWIFT
UNCRITM1E35
§§§
Condividi i miei articoli:
Categoria: Generale
Forse é interessante: il budget per la difesa USA per l´anno 2024 viene aumentato di 80 miliardi di dollari (da 800 miliardi a 880 miliardi; con questi ci si possono comprare 8.000 carri armati Abrams in piú, per esempio).
https://www.thetruthseeker.co.uk/?p=271382 (in inglese).
Per cui, secondo questo ex impiegato del Pentagono, questa é una indicazione che gli USA prevedono di combattere una terza guerra mondiale fra il 2023 ed il 2024.
Forse contro la Cina? Ma fatemi il piacere.
Sulla nuova bussola quotidiana di oggi c’e’ una eccellente recensione di un libro di Ariano dell”Asta. A cura di Sante Maletta che insegna filosofia politica all’Universita” degli studi di Bergamo. Sulla teologia politica di Putin.
Sappiamo tutti che Russia cristiana significa Romano Scalfi e quindi gesuiti , ma vi assicuro che , purtroppo, questa visione onnicomprensiva della russicita’ era gia” presente 40 anni fa tra alcuni esponenti della cosiddetta emigrazione russa in occidente. Sto parlando dei discendenti di coloro che si erano rifugiati in occidente dopo la prima guerra mondiale.
Il prolungarsi della guerra di frizione fa’ solo il gioco dell’occidente. Da’ tempo di ricostruire il tessuto produttivo, necessario allo sforzo bellico e inoltre, il campo occidentale , puo’ contare di una base demografica di circa un miliardo di persone piu’ l’imponente immigrazione. La Russia dispone di circa 144 milioni di abitanti. La guerra lunga puo’ solo indebolire la Russia. La strategia e’ la stessa dal 1989 ad oggi. Quindi vogliono che rompa gli indugi e attacchi come nel 2022. Per poi accusarla dell’invasione e scatenarle contro la nato. Putin e’ di nuovo con le spalle al muro. La situazione e’ pessima.
Mi permetta: in una guerra moderna prima della “base demografica” c’è quella politica ed economica. La prima è rappresentata dai valori associati ad un giudizio politico e/o di merito sugli eventi in parola, e sulla volontà e capacità di effettuare scelte politiche coerenti a tale obiettivo, la seconda si basa invece sulle risorse utilizzabili per sostenere il conflitto. Esemplificando: quale è l’attuale condizione dell’esercito italiano, quanto costerebbe l’innalzamento del livello tecnologico dello stesso per portarlo a livelli “operativi” e soprattutto: quale è il costo attuale e futuro della guerra in termini di “coesione sociale”? Sappiamo che il costo dell’energia è un fattore rilevante sia per alcuni settori economici, sia per la totalità dei cittadini via inflazione. Ritengo pertanto che abbondino le incognite ed i rischi anche per l’Occidente. In conclusione ritengo che a fronte della popolazione di un miliardo di persone, di cui “tot” appartententi a Stati favorevoli ad un intervento militare diretto, la percentuale di effettivi schierabili non credo sia di molto superiore a quella della Russia. In più intravedo la possibilità che la Cina possa inserirsi qualora vi fossero delle opportunità favorevoli. Termino il mio intervento affermando che ad oggi: “la situazione può solo peggiorare”.
Il problema economico sussiste, ma in campo occidentale , nonostante le contrazioni dovute allo sforzo bellico, la somma delle economie e’ di molte volte maggiore a quella della Russia . Gli eventuali movimenti interni contrari alla guerra, cozzano contro la tendenza generale della popolazione all’individualismo e possono essere tenuti a bada con una buona propaganda, le cui prove generali col covid, ne hanno validato la bonta’. Per i riottosi si useranno metodi piu’ ” convincenti ”, anch’essi gia’ sperimentati durante il periodo cui sopra e che possono essere ulteriormente aggravati. Per la guerra e’ ormai risaputo l’uso di mercenari provenienti da tutto il globo . La Cina poi e’ un capitolo assai delicato. Tendenzialmente propensa a mercanteggiare, per cui non sarei del tutto sicuro d’una sua discesa in campo al fianco della Russia, se non in caso di effettivo pericolo. In questo, lo zio sam, usando il metodo del bastone della carota, ha una autentica ghiottoneria per i Cinesi : Taiwan. Non dimentichiamo nemmeno che il WEF mira ad istituire anche in occidente il sistema di controllo capillare che usa il potere Cinese. Pertanto e’ lecito pensare che i plenipotenziari con gli occhi a mandorla non siano poi cosi’ antipatici.
La sua analisi sembra esauriente e completa, caro dottor Fedele , ma non tiene conto di un paio di dettagli , purtroppo non trascurabili.
Il primo dettaglio e’ la diatriba religiosa sottesa a questa guerra , diatriba in cui Bergoglio , che cerca di interpretare la parte di pacifista, e’ immerso totalmente. I gesuiti da un lato ed anche i cattolici di rito bizantino desiderano che , per tutte le confessioni cristiane vi sia un solo calendario , dimenticando che il calendario seguito attualmente da Roma, e’ una invenzione di un certo papa Gregorio. Ma le decisioni di papa Gregorio non furono accettate dagli ortodossi. E mi permetto di ricordarvi che l’egemonia culturale , cosi’ cara ai nostri sinistresi , viene interpretata da Kirill con molto impegno , in campo religioso. Ma per decidere la data del santo Natale e della santa Pasqua non mi sembra giusto muovere i carri armati e arrivare a una carneficina della portata della guerra attuale. Carneficina che sta annientando la meglio gioventu’ di entrambi gli schieramenti.
Il secondo dettaglio sono due scadenze elettorali. Una europea, l’altra americana. Nel 2024 , come tutti sappiamo, verra’ rinnovato il parlamento europeo . A tutti noi, in questi anni , fu mediaticamente nascosta la centralita’ di questa istituzione. Non si e’ mai sottolineata la necessita” di mandare su quei seggi politici autorevoli. E COMPETENTI. E POSSIBILMENTE INCORRUTTIBILI.
Ovviamente la scadenza maggiormente importante e’ quella americana. Come puo’ Biden o colui che verra’ eletto democraticamente con le elezioni primarie, presentarsi come sconfitto in una guerra che non tutti gli americani considerano propria ?