Un nuovo Cardinale (gesuita…) a Hong Kong. Aurelio Porfiri.
14 Luglio 2023
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il maestro Aurelio Porfiri, da Hong Kong, dove risiede attualmente, offre alla vostra attenzione questo commento sull’annunciata nomina cardinalizia nella città. Buona lettura e condivisione.
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Un nuovo Cardinale a Hong Kong
Ha suscitato vari commenti e qualche curiosità la notizia della nomina a Cardinale del Vescovo ordinario di Hong Kong, mons. Stephen Chow Sau-yan (周守仁), gesuita. Il primo elemento di curiosità è quello relativo a tutto ciò che in qualche modo tocca il mondo cattolico cinese. La storia del cattolicesimo in Cina è molto travagliata, pur se puntellata di esempi di grande eroismo cristiano. I rapporti tra la Santa Sede e il governo cinese sono sempre in punta di piedi, quindi tutto ciò che riguarda nomine di questo livello non può lasciare indifferenti.
Poi Hong Kong è ora città ad alta densità cardinalizia, avendo ben tre cardinali. Oltre a mons. Chow, ricordiamo due Vescovi suoi predecessori e ancora viventi, il cardinale John Tong e il cardinale Joseph Zen. Per una città con una storia cattolica relativamente recente e con una percentuale di cattolica nella popolazione non particolarmente alta, questo sembra un dato sorprendente se non si tiene conto che si parla di Hong Kong, da molti in Vaticano vista come la porta sulla Cina.
È curioso pensare che la diocesi di Macao, che storicamente conserva le memorie delle grandi missioni gesuite, in cui soggiornò il missionario che molti prendono come riferimento, Matteo Ricci, non abbia un Cardinale che sia stato suo Vescovo dal 1962, quando mons. José da Costa Nunes (1880-1976, 高若瑟) fu elevato alla porpora cardinalizia. Anche qui bisogna precisare che la sua nomina a Cardinale avvenne quando il Vescovo aveva già da molti anni terminato il suo mandato a Macao.
Hong Kong, dunque, negli ultimi 30 anni ha quattro Cardinali, oltre ai tre citati c’è John Baptist Wu Cheng-chung (1925-2002), che fu il primo ad essere eletto Cardinale da Hong Kong.
Abbiamo avuto notizia del recente viaggio del Vescovo Chow con il suo ausiliare in Cina, su invito del Vescovo di Pechino. Una missione diplomatica e pastorale sicuramente concordata con Roma e che sicuramente è stata preparata in modo da non scontentare nessuno. Certamente bisogna comprendere dove condurrà questo cammino comune che la Chiesa cattolica universale e la Chiesa cattolica cinese ufficiale, cioè regolata dal governo, intendono condurre insieme. Perché non basta camminare se non si ha una meta comune.
Ma va detto a lode di mons. Chow, che fino a questo momento ha dimostrato grande equilibrio non solo nei rapporti fra governo cinese e Santa Sede, ma anche riguardo la situazione interna di Hong Kong, la cui Chiesa è stata sicuramente tormentata dalle enormi tensioni sociali e politiche degli ultimi anni. Il Vescovo ha saputo per ora gestire le diverse sensibilità cercando di interpretare il senso di smarrimento che alcuni avvertono.
Cosa cambierà ora con la sua nomina a Cardinale? Sembra che la via missionaria alla Cina sia ancora nel segno dei gesuiti. Allora immagino che nel cammino del cammino di mons. Chow e della Chiesa cattolica di Hong Kong possa risuonare questa frase del prediletto Matteo Ricci: “L’uomo superiore fa della verità il suo vessillo. Quando si deve trovare la verità, bisogna conformarsi ad essa, ma quando non vi sia verità, si opporrà”. In fondo alla fine tutto si rapporta alla verità e al confronto con questa, nessuno può sfuggire.
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Tag: cardinale, chow, hong kong, porfiri
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