I testimoni del Concilio. Rileggere, per capire.
24 Giugno 2023
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae il maestro Aurelio Porfiri offre alla vostra attenzione questa riflessione sul Concilio, e su chi vi ha giocato un ruolo determinante. Buona lettura e diffusione.
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Testimoni del Concilio
Negli ultimi decenni si è tornato a parlare molto del Concilio Vaticano II. Certamente questo evento storico ha segnato il cammino della Chiesa in modo decisivo e oggi la questione fondamentale che l’ecclesiologia affronta è sul modo in cui il Concilio deve essere recepito e interpretato. Alcuni lo vedono come una nuova primavera, altri come un buio inverno, una questione è certa: il Concilio non può essere ignorato.
Accanto alla trattazione di alcuni che cercano di identificare i nodi principali dell’assise conciliare, molta importanza hanno le testimonianze personali di coloro che il Concilio lo hanno attraversato, a volte da protagonisti.
Tra questi, un ruolo di primo piano lo ha certo avuto il teologo domenicano Yves Congar (1904-1995), studioso di grande influenza proprio per quello che riguarda il discorso ecclesiologico, liturgico ed ecumenico. Anche qui, alcuni lo esaltano, altri lo avversano.
Certo non può essere ignorato, ed è per questo che è importante leggere il suo Diario del Concilio, pubblicato dalle Edizioni San Paolo. Il testo, ripubblicato di recente, conta più di 1000 pagine e riguarda un periodo che va dal 1960 al 1966. Quindi coinvolge anche gli anni immediatamente prima ed immediatamente dopo il Concilio.
Quale che sia la propria opinione sul Concilio o su Congar, questo è un testo che merita essere letto, perché il futuro Cardinale è una delle chiavi essenziali per comprendere gli sviluppi postconciliari nella Chiesa cattolica. Non dimentichiamo che egli si occupò anche del tema della tradizione della Chiesa e che cercò il confronto con l’arcivescovo Marcel Lefebvre, al tempo dello strappo.
Nell’introduzione riportata al testo viene riportata una annotazione di Congar che ben ci fa comprendere il suo ruolo durante il Concilio: ““Sont de moi”: Lumen gentium: la prima redazione di molti numeri del I capitolo e i numeri 9, 13, 16, 17, più alcuni passaggi specifici. De Revelatione: ho lavorato al cap. II, e il n. 21 deriva da una mia prima redazione. De oecumenismo: vi ho lavorato; il Proemium e la conclusione sono più o meno miei. Dichiarazione sulle religioni non cristiane: vi ho lavorato; l’introduzione e le conclusioni sono mie. Schema XIII – Gaudium et spes: ho lavorato ai capitoli I e IV. De missionibus: il capitolo primo è mio dall’A alla Z, con prestiti di Ratzinger per il n. 8. De libertate religiosa: ho collaborato a tutto, in modo più specifico ai numeri della parte teologica e al Proemium, che ho scritto io. De presbyteris: per tre quarti è una redazione di Lécuyer/Onclin/Congar. Ho rifatto il Proemium, i numeri 2-3; ho scritto la prima redazione dei nn. 4-6, ho rivisto i nn. 7-9, 12-14, e la conclusione, della quale ho redatto il secondo capoverso. Così, stamattina quanto è stato letto era in gran parte mio. Servi inutiles sumus”.
Insomma, si comprende che è un teologo che non si può ignorare. Io credo che sulla scia della Égo Histoire, il cui massimo esponente è lo storico francese Pierre Nora (1931) sia utile non solo consultate le sintesi su determinati avvenimenti storici, ma anche sondare le emozioni, aspirazioni e fallimenti di coloro che questi avvenimenti li hanno vissuti in prima persona.
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Tag: concilio, contar, porfiri
Categoria: Generale
Sarà pure utile leggere il diario di congar per capire quanto è stato bravo a porre le basi per istitutionalizzare l’eresia modernista nella chiesa. Ha aperto “processi” di confusione irreversibili…
N. S. Gesù Cristo troverà il modo di superare questo sciagurato concilio, che ha dato solo frutti marci.
Oggi ci ritroviamo nella strana chiesa descritta dalla Beata Emmerich.
Ancora un poco e vedremo cadere tutti questi “teologi” conciliari con tutte le loro costruzioni fatte sulla sabbia.
Mille pagine???!!!
Altre mille pagine oltre alle mille e mille e mille e mille già scritte?
E dopo di che?
Altre mille pagine per “capire”?
O per aggiungere confusione e confusione?
Ma dove si pensa di giungere a furia di miliardi e miliardi di parole riferite ad un mondo che sta inesorabilmente morendo?
How the priests have become worldly and stop praying, fasting, etc:
http://www.jesusmariasite.org/the-second-sign-lack-of-discipline/
http://www.jesusmariasite.org/the-first-sign-confusion/
Il Vaticano II è stato provvidenziale, nonostante sia stato strumentalizzato dai modernisti.
I santi, a cominciare da Padre Pio, (ma anche le mistiche Beata Maria Bolognesi, Beata Speranza di Gesù, Pierina Gili e molte altre anime sante) lo hanno mai contestato, ne hanno solo conestato gli abusi.
Anzi, Padre Pio, prima di morire, volle far conoscere il suo apprezzamento nei riguardi di Papa Paolo VI.
Ma soprattutto è l’autorità della Chiesa che attesta la validità del Vaticano II.
E’ vero che è un Concilio solo pastorale, ma ciò che la Chiesa lega, è legato in Cielo. Per cui si può dire che l’attuazione del Concilio, in certi casi, non è stata fatta come si deve, ma non che i principi non sono validi.
Del resto il modernismo non è certo nato col Vaticano II.
Io ero molto giovane, ma ricordo che negli anni settanta nessun sacerdote metteva in guardia dalle pratiche occulte come pratiche demoniache, mentre quasi tutti erano restii nei riguardi delle manifestazioni soprannaturali, basti pensare a come fu trattata la veggente di Ghiaie di Bonate.
E’ vero che la maggior parte di certe manifestazioni sono imbrogli o hanno origine dal demonio, e la Chiesa ci deve andare coi piedi di piombo, ma c’era un vero pregiudizio, dovuto evidentemente a un modo di sentire e di ragionare modernista.
In Vaticano II ha fatto sì che il rapporto con Dio fosse più immediato.
Con questo non disprezzo affato la Messa in latino che, invece, considero una ricchezza, ma il novus ordo ha lo stesso valore e oggi in molti casi è più indicato.
Inoltre il Vaticano II ha anche anticipato a attenuato il sessantotto, che avrebbe potuto essere ancora più catastrofico.