“C’è interesse e attesa da parte del governo russo” per una prossima visita a Mosca del cardinale Matteo Zuppi, inviato del Vaticano per l’iniziativa di pace per l’Ucraina. Lo ha detto il vice ministro degli Esteri Alexander Grushko, citato dall’agenzia Tass.
Grushko, che non ha detto quando tale visita potrebbe aver luogo, ha ribadito l’opinione positiva del governo di Mosca per l’iniziativa della Santa Sede. “Apprezziamo la posizione equilibrata del Vaticano e la posizione presa personalmente dal Papa”, ha affermato il vice ministro.
“Qualche giorno fa – scrive il Sole24ore – a Bologna, ad un “meeting” del Rotary, il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei ed arcivescovo del capoluogo emiliano anche se non in modo diretto, il porporato ha finito per confermare che la sua missione umanitaria voluta da Papa Francesco, dopo il viaggio in Ucraina, avrà un seguito nei prossimi giorni a Mosca: un nuovo passo avanti, il suo, sulla strada del disgelo anche se appare difficile che, in questa occasione, ci possa essere un incontro al Cremlino tra Sua Eminenza e Putin. Il cardinale ha anche confermato che esiste la chiave della pace perché, in fondo, la cercano tutti. Ma ha poi aggiunto che ognuno ha la sua soluzione per porre fine alla guerra: come riuscire a trovare la quadra tra ipotesi così diverse?
Il presidente della Cei è, comunque, sembrato ottimista anche perché, in questo momento, la strada umanitaria appare come la più praticabile e Zuppi si sta impegnando, in particolare, sul problema dei bambini ucraini che, violando il diritto internazionale, sono stati estradati ed adottati da famiglie russe”.
Fonti russe hanno fatto intanto trapelare che Mosca ha sollecitato una riunione dell’Onu sulla fornitura di armi occidentali a Kiev. L’istanza è stata inoltrata al Consiglio di sicurezza perchè possa pronunciarsi sulle forniture di armi occidentali all’Ucraina per il 29 giugno, ha reso noto la missione diplomatica di Mosca all’Onu, citata dalla Tass.
Da parte sua, invece, il ministero della Difesa israeliano ha smentito le notizie sull’invio di carri armati Merkava per le esigenze delle forze armate ucraine. “Le notizie sul trasferimento di carri armati israeliani in Ucraina sono falsi. A causa della guerra in Europa, diversi Paesi hanno espresso interesse ad acquisire carri armati Merkava dalle riserve dell’IDF (Forze di difesa israeliane). Le discussioni non hanno ancora portato a un accordo e sono in attesa di approvazione da parte del Ministero della Difesa, nonché dei Paesi interessati”, ha affermato il ministero.
La scorsa settimana, il quotidiano Yediot Ahronot aveva riferito, citando funzionari militari israeliani, che Israele stava discutendo l’ipotesi di spedire oltre 200 carri armati Merkava di precedente generazione a due Paesi, uno dei quali è nell’Europa continentale. Successivamente, il portale israeliano Walla ha scritto, citando un anonimo esperto militare polacco, che la Polonia e l’Ucraina potrebbero ricevere un grosso lotto di carri armati Merkava. A suo avviso, si suppone che vengano modernizzati in Israele o in collaborazione con imprese di difesa polacche. Il capo del dipartimento delle esportazioni della difesa del ministero della Difesa israeliano, il generale di brigata Yair Kulas, ha confermato in un’intervista a Kalkalist che il Paese sta negoziando la vendita di carri armati Merkava con due Stati, uno dei quali è in Europa.
Più atlantista di tutti, invece, il governo britannico ha ribadito, senza nessun tentativo di trovare una soluzione pacifica, che manterrà le sanzioni contro la Russia fino a quando “non verrà pagato un risarcimento” a Kiev per le devastazioni causate dal conflitto. Secondo una nuova legge, annunciata dal ministro degli Esteri di Londra, James Cleverly, il Regno Unito potrà così avviare “un percorso per la ricostruzione dell’Ucraina, donando i beni russi congelati”.
Questa nuova normativa consentirà al governo di Londra di mantenere le sanzioni contro i cittadini russi e di modificarne gli scopi. Infatti, il denaro sequestrato potrà anche essere utilizzato “per promuovere il pagamento di compensazioni”. Cleverly ha sottolineato che, a quasi 16 mesi dall’inizio della guerra, sono “sempre più chiari i terribili impatti” dell’invasione russa dell’Ucraina.
“Attraverso queste nuove misure di oggi, stiamo rafforzando le sanzioni britanniche. Il Regno Unito è pronto a utilizzare le sanzioni per garantire che la Russia paghi per la ricostruzione del Paese che ha attaccato impunemente”, ha detto Cleverly, assicurando che Londra sosterrà Kiev “per tutto il tempo necessario” a recuperare dagli effetti devastanti dell’invasione russa e a “porre le basi per una nazione prospera”.
Un colloquio telefonico è avvenuto inoltre tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen in vista della conferenza sulla ricostruzione che si terrà a Londra. “Noi saremo insieme, per un lungo periodo. Ho parlato con Zelensky in vista della Conferenza di Londra sulla ricostruzione dell’Ucraina. Abbiamo discusso del sostegno finanziario dell’Ue oltre il 2023 e dei progressi compiuti dall’Ucraina nelle sue riforme”, scrive in un tweet la von der Leyen.
Zelensky ha parlato al telefono anche con i premier di Olanda e Danimarca
“Mantengo un dialogo regolare con gli amici dell’Ucraina. Ho avuto una telefonata con il Primo Ministro dei Paesi Bassi Mark Rutte e il Primo Ministro della Danimarca Mette Frederiksen. Li ho informati della situazione attuale sul campo di battaglia. Ho anche parlato dei risultati della visita dei leader africani a Kiev. Abbiamo discusso degli sforzi necessari per consolidare il sostegno all’Ucraina da parte dei paesi del Sud del mondo. In particolare, abbiamo discusso del coinvolgimento di questi Paesi nell’attuazione della nostra formula di pace”. Lo scrive sui social il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Zelensky ha reso noto di avere parlato al telefono anche col presidente della Banca mondiale Ajay Banga. “L’ho ringraziato – scrive Zelensky – per l’incrollabile sostegno della Banca mondiale sin dai primi giorni dell’aggressione su vasta scala della Russia. Abbiamo discusso dell’ulteriore sviluppo della cooperazione, in particolare della mobilitazione del sostegno internazionale. Ho notato la rapida risposta della Banca mondiale all’esplosione della centrale idroelettrica di Kakhovka da parte degli invasori russi e la cooperazione con l’Ucraina per valutare i danni causati da questa tragedia. Ho invitato la Banca mondiale a riaprire il suo ufficio di rappresentanza in Ucraina e ho sottolineato che siamo interessati alla cooperazione durante la trasformazione postbellica dell’Ucraina, in particolare, a superare la corruzione e ridurre la quota di liquidità nell’economia ucraina”.
Irina Smirnova
§§§
Aiutate Stilum Curiae
IBAN
IT79N0200805319000400690898
BIC/SWIFT
UNCRITM1E35