In morte di Silvio Berlusconi. Un commento.

16 Giugno 2023 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, porto alla vostra attenzione questo commento di Pro Italia Cristiana, che ringraziamo per la cortesia, sulla scomparsa di Silvio Berlusconi. Mi sembra un commento equilibrato, scevro del trionfalismo agiografico che ha segnato larga parte delle prese di posizione, e dello squallore di tanta sinistra, che ha veramente dimenticato la sobrietà e il rigore, anche nei confronti degli avversari politici, dei suoi padri.

Personalmente posso aggiungere che credo che Silvio Berlusconi abbia contribuito in maniera rilevante al degrado e allo sfacelo di cui soffre il nostro sciagurato Paese. Il diavolo va nudo alla lotta, insegna la tradizione cristiana, perché se sei nudo è difficile al tuo avversario afferrarti. Silvio Berlusconi purtroppo ha offerto con la sua vita personale e con le sue aziende una quantità di prese ai suoi nemici, dentro e fuori l’Italia. E non è mai riuscito a dissipare, in persone come il sottoscritto, il sospetto che la sua presenza in politica fosse motivata soprattutto dal desiderio di difendere ciò che aveva costruito come imprenditore. Impedendogli perciò di esercitare il rigore necessario per riforme reali. Buona lettura e condivisione.

§§§

Silvio Berlusconi è morto. E con lui se ne va un pezzo importante di storia italiana.

Da cattolici, non possiamo far altro che pregare per la sua anima. E cercare di evitare sia le “canonizzazioni”, del tutto fuori luogo, sia inutili quanto ridicole “condanne” all’inferno.

Piuttosto ci chiediamo: cosa ha rappresentato Berlusconi nella storia del nostro Paese?

Alcune brevi riflessioni al riguardo.

Berlusconi, per un certo periodo di tempo, ha rappresentato un argine al progressismo.

Questo è innegabile.

Perché al di là dei singoli fatti, seppur importanti e che pur ci sono stati, a contare è ciò che si rappresenta.

E Berlusconi, insieme alla sua coalizione, ha senza dubbio contribuito a fermare la “gioiosa macchina da guerra” allestita dai nipotini, mai pentiti, del partito comunista e della tremenda dittatura sovietica.

Se non ci fosse stato Berlusconi, il processo rivoluzionario in Italia sarebbe andato molto più lontano e avrebbe camminato molto più spedito.

Per quanto possa sembrare paradossale, il Berlusconi politico ha quindi rappresentato un ostacolo, un bastone tra le ruote della Rivoluzione.

Lo ha dimostrato la fortissima opposizione che ha ricevuto da tutti i settori radical-chic, progressisti e cattocomunisti del nostro Paese. Lo ha dimostrato l’odio viscerale vomitato su di lui da mass media e determinati poteri forti.

Sì, perché il Cavaliere, pur con tutti i suoi limiti, difetti e colpe, almeno in un dato momento ha rappresentato l’Italia più profonda, legata alla propria identità cattolica. E questo ovviamente non poteva piacere a chi quell’Italia voleva distruggerla, cancellarla, spazzarla via per sempre.

Con Berlusconi al governo si è potuto parlare di “eccezione italiana” sul fronte della difesa dei valori tradizionali. Incredibile a dirsi, ma così è stato.

Ma attenzione!

Allo stesso tempo il Cavaliere, proprio perché incarnava il moderatismo, non è mai andato fino in fondo ai problemi.

Certo, molti gli hanno remato contro e addirittura lo hanno spodestato nel 2011 in maniera alquanto discutibile.

Nonostante la tenacia mostrata in diverse circostanze, nonostante abbia spesso detto cose che molti pensavano ma non avevano il coraggio di dire, egli stesso non ha però mai voluto fare il passo decisivo. E così, moltissime occasioni sono andate sprecate.

E si è giunti al triste declino degli ultimi dieci anni, con prese di posizione molto politicamente corrette e assolutamente criticabili (per non parlare poi della sua vita privata).

Non solo. Le sue televisioni hanno contribuito in maniera decisiva al degrado morale della nostra società, per molti anni. Anche questo non può essere taciuto.

Luci e ombre quindi. Così sono gli esseri umani. Così è la storia dell’umanità.

Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza. E a Dio il giudizio.

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12 commenti

  • Nuccio Viglietti ha detto:

    Convinto europeista… ed ho detto tutto!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

  • laura cadenasso ha detto:

    ….aggiungo che sono “mosche bianche” coloro che rammentano/si pentono degli errori già commessi !

  • laura cadenasso ha detto:

    ….aggiungo che sono “mosche bianche” coloro che rammentano/si pentono degli errori già commessi !

    7si pentono degli errori già commessi !

  • Bah ha detto:

    Non sono un ‘berlusconiano’ anche perchè non vado a votare da oltre 25 anni: da quando non si è dato seguito al referendum sulla responsabilità civile dei giudici chiesta a maggioranza dagli italiani e mai ottenuta: ritengo che votare in una finta democrazia serve solo a legittimare il potere di chi comanda.
    Ciò premesso, ancora mi sorprende come in uno stato di cui si accetta tranquillamente la ‘laicità’ da parte dei cattolici che convivono con l’ambiguità di essere cattolici in chiesa ma non in politica, si confonda il giudizio politico con quello morale di una persona, giudicandolo per la sua ‘santità’ privata e non per il suo operato pubblico (si pensi solo a Mitterrand che ha potuto nascondere di avere una figlia illegittima per decenni, per … ‘la sicurezza ed il prestigio della Francia)’. Personalmente credo che Berlusconi abbia fatto solo una minima parte di ciò che avrebbe voluto e, considerando gli ostacoli che ha dovuto fronteggiare (false accuse, tradimenti, diffamazioni, ecc.), sono stati quasi miracoli. Molti pensano che potesse controllare le sue attività come facevano padroni come Agnelli, ma ricordo che Berlusconi si lamentava della parzialità e della partigianeria dei giornalisti anche ‘suoi’! Inoltre non credo che le sue attività abbiano beneficiato delle migliaia di ispezioni della finanza (oltre 3.000) o delle migliaia di udienze (anche queste oltre 3.000 credo) di cui direttamente o indirettamente si è dovuto occupare. Ispezioni ed udienze che hanno pagato gli italiani e che hanno portato risultati insignificanti.
    Per fare un parallelo con un ‘grande’ imprenditore italiano ancora osannato, come Gianni Agnelli, basti pensare ai tanti finanziamenti pubblici a fondo perduto che ha ricevuto dall’Italia prima di portare all’estero le sue attività: si calcola che lo stato italiano (cioè noi italiani) avrebbe speso meno se avesse acquistato la General Motor (la più grande azienda automobilistica). Senza considerare le migliaia di risparmiatori che hanno perso soldi acquistando le azioni Fiat.
    Ne si dice che tutto ciò era possibile grazie al ‘controllo’ della Fiat sulla Confindustria ed il supporto dato ai comunisti: da un lato si aizzavano le proteste dei lavoratori che ‘rischiavano di essere licenziati’ e dall’altro si chiedevano soldi allo stato per ‘non chiudere’ (non a caso i maggiori leader del PCI e derivati provenivano dalla Fiat!).
    Berlusconi invece ha creato migliaia di posti di lavoro nelle sue aziende senza mai prendere un contributo pubblico.
    Se è vero che abbia favorito le sue aziende vorrei sapere quali altre abbia penalizzato! Le esigenze delle imprese sono comuni a tutte e la loro autonomia è alla base delle libertà individuali, prima ancora del liberismo. Mentre invece la mentalità comunista in Italia non considera il fatto che tutte le risorse pubbliche e private anche per istruzione, sanità, cultura, sport, ecc. provengono (direttamente o indirettamente) dalle imprese. O in questi anni di governo di sinistra di imprese italiane hanno chiuso, favorendo le grandi aziende straniere (che non pagano tasse).
    Inoltre, Berlusconi non hai mai preso neanche i compensi della sua attività pubblica, usando per gli spostamenti perfino i suoi mezzi e la sua scorta. Credo che l’Italia ha sprecato una risorsa unica che le altre nazioni hanno cercato di abbattere per ridurre il ruolo dell’Italia in Europa e nel mondo: perfino a livello economico siamo scesi dal quinto posto negli anni ‘90) al quindicesimo posto (circa) di oggi.
    Si potrebbe dire ancora molto a suo favore, ma aggiungo solo che gli italiani, non sostenendo e difendendo il bene fatto dai propri politici (anche se in parte discutibili come Berlusconi, Mussolini, ecc) merita di essere penalizzata a tutti i livelli come ormai avviene da troppo tempo.

  • laura cadenasso ha detto:

    Forse ora la dico grossa ma rischio. Premetto e sottolineo di non augurare la morte ad alcuno. Ebbene, sarò curiosa di leggere che cosa si dirà quando giungerà al fatale decesso l’ ex-presidente Napolitano, l’ attuale presidente (regnante) Mattarella oppure il papa che oggi regna sulla Chiesa. Mi ripeto : nessune è perfetto, nessuno. Non è il mio parere bensì LA VERITA’.

  • luca ha detto:

    “… credo che Silvio Berlusconi abbia contribuito in maniera rilevante al degrado e allo sfacelo di cui soffre il nostro sciagurato Paese”.

    Condivido.

    • Margotti ha detto:

      Non condivido.
      Il degrado e lo sfacelo sono europei e occidentali, e Berlusconi non mi pare abbia esercitato la sua influenza anche all’estero.
      Non esageriamo la sua importanza, nel bene come nel male.
      Non è stato uno statista, ma un politico della nuova generazione cresciuta a pane e nutella.

  • Vitantonio ha detto:

    Un guudizio in questo momento è difficile inchiodarlo su un personaggio così complesso. Se la politica mette tutti d’accordo nel definire mafiosi i politici di ogni movimento, partito, posizione e colore, non si capisce il perche, anzi lo si capisce bene, a Berlusconi sia stato riservato un accanimento giudiziario fuori dal comune. Perche gli altri non sono stati trattati alla stessa stregua? Certo ha fatto i suoi interessi e chi non li avrebbe fatti da quegli scanni, perche gli altri non sono santi politici. La politica è figlia del degrado morale nel mercato degli interessi, alla cui borsa il popolo non conta quasi niente. “Chi ha molto peccato, ha molto amato” recita un passo del vangelo. La differenza semmai sta, che gli altri sono burocrati della politica, Berlusconi è sentito uno di noi nel peccato, in vizi e virtù, l’unico che viene dal fare e che fare. La sinistra in complicità con parte della Magistratura nel far morire Berlusconi, perché morto lo volevano, ha avvelenato l’Italia; ha degradato ancor più la politica e ha rappresentato la forma anticristica del vivere con l’uomo e la società k sotto di loro rinascono sotto una nuova specie… sfrattando la morale naturale e dunque i principi eterni del Creatore.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Più che l’articolo, condivido la seconda parte della presentazione in cui Tosatti esprime con molta e onesta chiarezza la sua personale opinione sulla persona di Silvio Berlusconi. Nella storia dell’imprenditoria e italiana ci sono stati personaggi ben più grandi e ben più importanti di Berlusconi di cui non si parla mai. Qualche nome? Agnelli, Marelli, Pirelli, Magrini, Marzotto, Ferrari, Caprotti…..
    Ma oggi vanno di moda Berlusconi e Mediaset.

  • Astore ha detto:

    A livello umano Berlusconi non era un esempio, ma lo giudicherà Dio che non è né berlusconista né antiberlusconista (siamo noi ad essere chiamati a stare o con Cristo o cotro Cristo).
    Io non giudico la coscienza nemmeno di chi pratica l’omosessualità, figurarsi se giudico quella di S.B.
    Da un punto di vista politico era ai miei antipodi, ma non perché io sono di sinistra, ma perché era lui ad esserlo. Cioè era progressista, come tutti i liberisti.
    Ma se penso all’entrata nell’euro secondo i criteri di Prodi e alle privatizzazioni operate dalla sinistra, c’è quasi da rimpiangerlo, un po’ come Andreotti, che pure ho sempre visto come l’anti De Gasperi, cioè come il paradigma di ciò che un cattolico non deve fare in politica.
    Berlusconi rispondeva a una sola lobby: la sua. E cercava di svinclarsi da quelle straniere. Mentre la sinistra risponde alle lobby straniere, come l’elezione a segretario del PD dell’americana Schlein starebbe a dimostrare.
    Ha abbandonato Gheddafi, ma se penso che quelli di sinistra tifavano per la Francia e aizzavano alla guerra, non ho dubbi su chi preferire.
    Io mi considero uno dei pochi veri antiberlusconisti, perché lo sono stato non per ideologia, mentre quelli di sinistra lo erano per odio, perché a conti fatti erano più berlusconisti di lui: basti pensare alla legge Fornero, al lavoro precario e all’utero in affitto che hanno incentivato e promosso

  • ludo ha detto:

    Ma quale argine al progressismo. Berlusconi era il paladino del liberismo, ossia della punta di diamante del liberalismo, che è la radice di ogni progressismo.
    Non si parte dai gay, si parte dall’economia e poi si arriva ai gay.

    • Nico ha detto:

      Si parte dal liberismo e si può arrivare anche in direzione opposta a quella indicata da Ludo. Solo che Berlusconi non l’ha fatto.
      Purtroppo è vero che la magistratura non appena lui è sceso in politica ha iniziato a perseguitarlo.