De Profundis per la Diplomazia Vaticana. Mastro Titta.
20 Aprile 2023
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, Mastro Titta offre alla vostra attenzione queste considerazioni sulle recenti affermazioni del Segretario di Stato vaticano, Parolin. Buona lettura e diffusione.
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Mastro Titta: De Profundis della diplomazia vaticana
Il cardinale dice cose di buonsenso, ma non ne dice altre di altrettanto buonsenso. Fugge dal sen il doveroso riferimento alla guerra tra Russia e Ucraina – dove, sia ben chiaro, l’aggressore è la prima e l’aggredito la seconda – omette di precisare che le due contendenti sono separate e reciprocamente riconosciute dal 1991. Un bel po’ di anni.
Dunque il “modello pacifico” di divorzio geopolitico dovrebbe applicarsi anche alla Crimea, e successivamente alle quattro regioni separatiste di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson. Tutte annesse per via referendaria, evidenza che l’Ucraina rigetta con furore ideologico quasi patetico: in sostanza, rivendica il diritto a massacrare impunemente una parte di sé, come fa dal 2014 nel Donbass. E come non va giù all’Ucraina nata da Euromaidan, non va giù alla Nato. Ma sono dettagli.
Se proprio volessimo dare alla Storia il peso che le spetta, dovremmo considerare che l’Ucraina è Russia tanto quanto la Russia è Ucraina, ed entrambe sono in Europa, come si studiava una volta a scuola.
La Russia lo era almeno sino agli Urali, e il fatto che le tre capitali storiche, Kiev, San Pietroburgo e Mosca stessa, pendano verso l’Europa e non verso l’Asia molto dovrebbe dire ai fautori delle linee immaginarie. Invece non dice niente. Le linee immaginarie le sposti come a piacere, secondo la pruderie del momento.
Dopo di che c’è la piaga della guerra civile, guarda caso retaggio nelle sue varie forme degli stati assoluti, degli imperi dissolti e dissoluti e, nella fase terminale, del colonialismo: come se gli imperi, vittime dell’ideologia borghese che mirava dritta al suffragio universale e quella forma imperfetta di partecipazione politica che chiamiamo democrazia, siano andati ad installare altrove le proprie pulsioni assolutiste. Deputati in casa propria, satrapi all’estero.
Basta gettare un’occhiata alle botte di righello date in tutta l’Africa per capire che qualcosa doveva andare storto. Il potere assoluto, la superiorità tecnica e antropologica, ha rinculato nelle terre di origine, approvvigionandosi in terra straniera di ciò che serviva a mantenere lo statu quo democratico: il benessere diffuso, vagamente tamarro.
Le guerre civili sono pane quotidiano anche in Occidente. In ordine sparso: la Guerra Civile americana, la repressione della Vandea, la Rivoluzione Spagnola, l’opera di persuasione di Oliver Cromwell nei confronti dei cattolici inglesi come antesignano del tema, con metodi da far sembrare l’Isis un gruppo scout.
Davvero si può erigere un’eccezione quasi isolata a “modello”?
Tuttavia, prendiamo per buona l’ipotesi di Sua Eminenza. L’idea stessa di risolvere pacificamente i conflitti interni – etnici, culturali, economici – dovrebbe applicarsi anche alle federazioni come l’UE. Dopo i 70 anni di pace e vacche magre, l’UE è diventata la gabbia di matti che si dissangua (e soprattutto dissangua gli altri) con invii massivi di armi in Ucraina: sicuri che sarebbe incapace di bombardare un paese, ad esempio l’Ungheria di Orban, che voglia uscirne per prendere una boccata d’aria? Ricordiamoci lo zelo con cui l’UE, messo il cappello della Nato, bombardò Belgrado, nel cuore dell’Europa geografica. Ai 70 anni di vacche magre potrebbero succedere 70 anni di vacche scheletriche, grazie a politiche demenziali e anti-storiche, o perfino anti-tutto, messe in atto. Cosa non si sopporta per amor dell’unità.
Infine, sento un sottofondo critico amaro nelle parole di Parolin: la situazione della stessa Chiesa Cattolica, dilaniata da conflitti dottrinali esplosi con il papato illuminato di Francesco.
Dopo una decade di Fratelli Tutti, misericordia, accoglienza e ogni genere di scarabocchio mentale universale – avete presente quei disegnini con bambini e bambine neri, gialli e rosa che fanno il girotondo su un bel prato verde sormontati dall’arcobaleno? – ecco esplodere tutte le contraddizioni, le guerre e le divisioni. E allora Parolin, salomonicamente, spedisce ognuno a casa propria, in lockdown culturale e geopolitico, purché in pace. La pace dei cimiteri e dell’irrilevanza. La Chiesa etnica avanza a passo di canguro.
Temo che il cardinale parli a nuora perché suocera intenda. Del resto, un’istituzione in frantumi come la Chiesa Cattolica difficilmente può insegnare agli altri come tenersi insieme.
Parolin certifica che il Nuovo Ordine Mondiale è nato morto e che la Chiesa, a parte qualche vago pistolotto su quanto sia bello salutare il vicino di casa col sorriso sulle labbra salvo scannarsi perché l’acqua dei fiori ti cola in balcone, non abbia molto da dire.
Certo, il Segretario di Stato fa un rapido passaggio su Cristo non come repressore dei conflitti, ma come portatore di giustizia e misericordia.
Cristo, appunto. Non africani dispersi dentro ignobili bagnarole, la tutela della biodiversità, la salvezza del pianeta, dilemmi laceranti sull’abbattimento di orsi o i diritti dei trans. Ma tanto, in Cristo chi ci crede più?
È un mondo che finisce “non già con uno schianto, ma con un lamento” di Eliot. Se le armi negoziali in mano alla diplomazia vaticana sono queste, ne vedremo delle brutte.
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Tag: diplomazia vaticana, paroline, russia, ucraina
Categoria: Generale
Ma quali altre poderose PAROLE potrebbero venire da………da…..PAROLIN?
Questo scritto, con la sua dolorosa ironia, è una pistolettata alla tempia dei traditori del Cristo, venduti al sorriso e alla pacca sulle spalle dei potentati satanici che hanno in mano il pianeta. Che ciò porti a dolore, disperazione e sangue, a costoro importa nulla. I loro piani sono di egemonia totale sulla mente e sul corpo fisico dell’umanità. Già lo dimostrarono quando sostennero Lenin, spedito per distruggere il potere dello Zar di Russia. L’Alta Finanza e i suoi accoliti più fedeli, già condannati alla involuzione eterna – e ce lo sanno – cercano di distruggere il maggior numero di esseri umani, dopo averli omologati alle loro idee. La Chiesa, divenuta imbelle a cominciare dal quel santo Giovanni XXIII, iniziato Rosacroce, ovvero al 18° Grado della Massoneria, fin da quando era Nunzio Apostolico in Bulgaria, ormai è in mano alla Massoneria. Questa notizia (riletta si Chiesa Viva) la ebbi decenni fa quando studiavo i materiali Rosacroce, datimi da un Maestro Venerabile di Macerata. Successivamente, un 33° Grado, chiedendomi se quei materiali li reputavo interessanti (e lo erano), mi rivelò che stavo studiando cose che aveva già studiato papa Giovanni, il Papa Buono… Io, pur invitato a fare parte della Massoneria, avevo avuto quei materiali senza avere fatto i tre gradi iniziali massonici. Invece il Nunzio Apostolico Roncalli li aveva fatti. E poi tutti i gradi precedenti al 18° Grado. Magari avere conoscenze massoniche sarà servito a quel papa per rendere migliore la Chiesa, o almeno più attuale. Però, di rinnovamento in rinnovamento, abbiamo sdoganato il “peccato” e siamo piombati dove ci troviamo. Ossia, nella confusione più totale, in presenza di rari sacerdoti che ci richiamano all’ordine. Perché lo Spirito Santo non interviene per “illuminarci”? Perché non intervenne nella Passione e nel Sacrificio del Cristo. Perché determinati destini si devono compiere secondo il piano divino e, per noi, per la legge del karma del “se semini vento raccogli tempesta”. E se vivi male, dolorosamente assorbendo parte dell’orrore che si sta consumando in Ucraina e nel resto del mondo, e se sei nella Notte Oscura dell’Anima, è solo perché è così che deve avvenire per il tuo bene e per la tua riscossa. Non dimentichiamo che uno Spirito eletto come quello di Madre Teresa di Calcutta, strumento del massimo Amore umano, è vissuta per anni nella Notte Oscura e dentro a questa Notte Oscura ci è morta, senza per nulla avere i benefici spirituali dell’Eucaristia e del Rosario. Ingiustizia divina? No, è la prova in cui ti mette per il Piano Divino per forgiarti a nuovi combattimenti… Di fronte all’orrore che avanza non mi viene minimamente l’invocazione di allontanare da me (da noi) questo calice. Dobbiamo accettarlo, afferrarlo e berlo, perché ormai Colui che chiese di non berlo e lo bevette ci ha reso liberi. Liberi di offrirci a nostra volta per la Chiesa; liberi di pregare per Papa Francesco, affinché la confusione che è in lui scompaia e gli faccia apparire i Cieli di Nostro Signore. Malgrado la chiaroveggenza ci riveli certe cose su tutto e tutti, io prego per Papa Francesco, perché non ha l’aspetto dei Padroni del Mondo: è solo un gesuita influenzato, che cerca di ritrovare la strada.