San Giovanni in Laterano, Candido Splendore. Benedetta De Vito.

7 Aprile 2023 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, la nostra Benedetta De Vito offre alla vostra attenzione San Giovanni in Laterano, a Roma, un invito a non perdervi la bellezza di questo splendido tempi, invito condito come sempre dai ricordi personali della nostra BDV. Buona lettura, e passeggiata, se volete e potete.

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Se dovesse capitarvi di trascorrere a Roma qualche giorno di vacanza per perdevi tra le innumerevoli Chiese e Basiliche che ricamano la Città Eterna, non mancate di andare, al mattino molto presto, quando in cielo, il sole indugia ancora tra le coltri azzurre, a San Giovanni in Laterano.

Sostate, in ammirazione, davanti alla candida Basilica che pare fatta di zucchero filato, alzate lo sguardo fino a trovarvi naso a naso con i santi, tanti e che vorrei nominar uno per uno (i due Giovanni, Atanasio, Tommaso, Bonaventura…), che, sul cornicione sono figure bianche nel cielo turchino e invitano ad alzare lo sguardo lassù, dove splende la vera vita nella ricerca del Signore e… sospendo con tre puntini il mio pensiero per andare a ritroso nel tempo, scendendo d’un gradino qui sotto.

Ero giovane sposa e con mio marito cercavamo una casa per ancorare lì la famiglia e ci trovammo, per caso, a camminar lungo Via Sannio, snasammo qualche bancherella, comperai forse una camicia americana con i bottoncini e poi, oh tu guarda, feci a mio marito un cartello vendesi.

Fu un tutt’uno telefonare, salire a guardar le stanze e, per me, d’accorgermi che una finestra, quella della sala da pranzo, incorniciava un pezzetto di cielo arabescato dalle statue di San Giovanni in Laterano. Non so perché poi ripiegammo su Monti, forse la vicinanza con la redazione nel gran Palazzo Marignoli in piazza San Silvestro in Capite o forse perché ci spaventò l’idea dei lavori della metro C, che infatti disastrarono (e ancora oggi lo fanno) per anni tutto quanto, ma ricordo ancora oggi con nostalgia quella finestra che, vivendo lì, avrei tenuta cara al cuore e uno spiraglio aperto all’anima per volare in cielo.

E ora torno daccapo e riprendo. Dunque, osservando la gran mole dell’Arcibasilica, così negletta da chi ne è titolare, vedrete in un ritratto piccino il Volto di Gesù che vi osserva, vi chiama, vi invita ad amarlo. Infatti la gran Chiesa, che per i romani è semplicemente “sangiovanni” (come il quartiere che lì respira), è dedicata in realtà ai due Giovanni, il Battista e l’Apostolo, certo, ma prima di tutto al Santissimo Salvatore.

E’ dunque mattino presto, suonano le campane, la voce di Dio, e immaginate di esser  lì in bellezza e grazia e d’un tratto, a est (che è dove guarda la Basilica, come nei tempi antichi della cristianità) sorge il sole, un bel sole caldo, che irradia i suoi raggi, come un tappeto d’oro, fin sulla soglia dell’Arcibasilica e bacia  sul frontone l’immagine di Cristo che è sole che sorge e  nostra limpida e gioiosa Pasqua, e dona luce e gioia a chi ama seguirlo.

Il sole vi riscalda, vi illumina e illumina tutta quanta la bianca possenza di quel magnifico tempio: fuori scintillano i santi tornati vivi e dentro, il volo estatico, discreto, timido direi, degli angeli del Borromini che dall’alto osservano i devoti.

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