Neera fra di Noi, o dell’Invidia, Cuore della Malvagità. Benedetta De Vito.
5 Aprile 2023
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, la nostra Benedetta De Vito offre alla vostra attenzione queste riflessioni su una scrittrice, Neera, e un suo racconto che si attaglia molto bene ai tempi nostri…buona lettura e meditazione.
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In un bellissimo racconto del suo “La sottana del diavolo”, Neera, scrittrice di rango (non come gli “story teller” di oggi, tutti usciti in serie, ben stirati nel birignao contemporaneo, dalle scuole di “scrittura creativa”…) immagina una riunione dei sette vizi capitali e che in quella sede si svolga l’elezione, per dir così, di miss peggio. E ogni vizio, mostrandosi per come è anche nell’orrido aspetto, racconta la propria “grandezza” e di come riesca a tentare la coscienza e a penetrare nell’anima degli uomini. Chi vincerà la competizione è facile immaginarlo.
Ma, per ora, invece di chiamare per nome questa signorina che appare livida e gialla come una malattia, vi dirò, affinché indoviniate, che il grande pittore Giotto la dipinse in una nuvola di fuoco che raggiunge le ginocchia e avente per lingua un serpente che le si torce contro.
Sì, l’invidia, in etimologia vedere contro e che, nella Bibbia intera (Antico e Nuovo Testamento), è foriera di assassinio, sangue e distruzione, è lei certamente la regina del male. Per invidia Caino uccise il fratello Abele, per invidia i fratelli di Giuseppe lo vendettero ai mercanti, e per invidia (come si legge nel Vangelo, detto nel pensiero di Ponzio Pilato), l’Agnello, il Salvatore, fu consegnato e messo in Croce. L’invidia, che vede nel prossimo un rivale da eliminare e da divorare, è la grande protagonista del mondo in cui, pian pianino, ci han precipitati i lugubri signori che ben conoscono (e manipolano) i comportamenti umani. Sotto l’arcobaleno di Satana, sparsa la porporina dell’odio attraverso ogni canale possibile, accesa la musichina del pifferaio di Hamelin, l’invidia domina e regna nei cuori induriti degli uomini.
L’invidia, ad esempio, mascherata da “diritto umano” è stata la molla del comunismo e delle rivoluzioni. L’invidia porta a odiare la propria condizione umana (quella in cui siamo stati posti per volontà dell’Onnipotente) e a volere quella altrui, in spregio del comandamento mosaico: “Non desiderare la roba di altri”. Che è Legge del Signore. L’invidia, con la scusa della giustizia sociale, rode l’anima di chi si sente defraudato ingiustamente e odia il “fratello” che sembra avere di più. L’invidia è anche cieca perché non vede proprio la Croce che grava sulle spalle del prossimo e, senza pietà, usa la lingua e ogni mezzo per uccidere l’avversario e, casomai, anche per divorarlo.
L’invidia è il vizio su cui poggia la vera riforma degli ultimi tempi: il cannibalismo. L’invidioso, infatti, pur senza saperlo è cannibale. E, pur non partecipando ai riti dell’apice, li vive inconsapevolmente, dentro di sé nella sua “dura cervice”.
Il Signore, invece, ci insegna che il prossimo è ramo dello stesso albero della Vita (che è Lui), che la sua gloria è la nostra nella Sua volontà che tutto guida. Che ogni uomo, soprattutto i più piccoli, sono primizia dell’Onnipotente. Che un cuore umile e contrito è caro a Dio. Che le cose piccole sono le più grandi. Il Signore, poi, si è sacrificato per noi anche perché cessassero per sempre i sacrifici umani. Duemila anni fa, il cannibalismo è stato sconfitto dal cristianesimo, ma oggi che il cristianesimo è messo alle corde dai cattivi pastori, lupi travestiti da agnelli, i cannibali hanno rialzato la testa e pian pianino Caino, i fratelli di Giuseppe e i sommi sacerdoti hanno ripreso le redini del mondo, fidando nell’eterna signora invidia, la regina di tutti i vizi capitali che alligna nel cuore indurito di quanti non hanno più orecchie per udire la voce del Signore.
Prima di chiudere, una parola sola su Neera, alias Anna Radius Zuccari, discendente dei fratelli Zuccari, pittori entrambi (Taddeo, morto in giovane età, e Federico, fondatore dell’Accademia di San Luca), che il racconto, con gran maestria, lo ha scritto. Un racconto che consiglio vivamente per conoscere le armi del Nemico in questi ultimi giorni di Quaresima, che già sembrano sorridere alla gioia pasquale.
Buona Santa Pasqua a tutti, Benedetta
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