38 vescovi favorevoli alla benedizione delle cosiddette coppie omosessuali, contro solo 9 vescovi.
A casa nostra si chiama scisma.
QUI Stern in una nostra traduzione: “Il cosiddetto cammino sinodale della Chiesa cattolica in Germania ha approvato con una chiara maggioranza le cerimonie di benedizione per le coppie omosessuali. All’assemblea sinodale finale di venerdì a Francoforte sul Meno, 176 delegati hanno votato a favore di tali cerimonie di benedizione, 14 erano contrari e dodici si sono astenuti. Ciò corrisponde a un’approvazione del 92,6%. Anche una netta maggioranza di vescovi ha votato a favore del documento: 38 vescovi hanno votato sì, nove vescovi no e dodici si sono astenuti. Non essendo conteggiate le astensioni, ciò corrisponde anche a un consenso di un buon 80 per cento.
Trattare con gli omosessuali è una delle principali questioni controverse nella Chiesa cattolica . Più di recente, nel 2021, la Congregazione per la Dottrina della Fede in Vaticano ha dichiarato che la Chiesa non ha l’autorità per benedire le coppie omosessuali.
Secondo la concezione cattolica, l’omosessualità è un peccato. Infatti queste benedizioni vengono praticate in Germania , ma anche in altri Paesi. Nel 2021 e nel 2022, ad esempio, ci sono state giornate di azione con benedizioni per le coppie omosessuali nelle comunità ecclesiastiche tedesche.“.
QUI AP.
Luigi
10-3-23
(a cura Redazione “Il sismografo”) In Germania, sulla rivista Stern, un lancio dell’AFP sottolinea che il 92% dei vescovi tedeschi nel corso dell’ultima seduta del Cammino sinodale ha approvato la benedizione delle coppie dello stesso sesso. Tale decisione entra in aperto conflitto con un dichiarazione contraria della Santa Sede pubblicato con l’autorizzazione di Papa Francesco. (Responsum) Oggi venerdì, l’Assemblea sinodale conclusiva a Francoforte sul Meno, 176 delegati hanno votato a favore della benedizion, 14 contrari e 12 astenuti. Ciò corrisponde a un 92,6%.
Anche una netta maggioranza di vescovi ha votato a favore del documento conclusivo: 38 vescovi hanno votato sì, nove vescovi no e dodici si sono astenuti.Non essendo conteggiate le astensioni, ciò vuol dire che il consenso è formalmente del’80 per cento.
Da ricordare che l’attuazione delle risoluzioni del cammino sinodale dipende da ogni vescovo. Se i vescovi rifiutano, non possono essere costretti ad applicare la risoluzione.
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La Vergine Maria a santa Brigida: «Scopri che se un Papa si mostrasse incline ad autorizzare il matrimonio dei sacerdoti, trarrebbe un giudizio terribile; Dio lo colpirebbe con cecità spirituale e sordità; non potrebbe dire altro, né fare né gustare dell’ordine soprannaturale; e inoltre, dopo la sua morte, la sua anima sarebbe gettata nelle profondità dell’inferno, per rimanervi eternamente in preda dei demoni. Sì, anche se il Santo Papa Gregorio avesse stabilito questa legge, non avrebbe mai ottenuto misericordia davanti a Dio, se non l’avesse umilmente ritirata prima di morire». (“Rivelazioni”, VII, 10.)
non c’è nessuno scisma perchè non c’è alcuna Chiesa di bergoglio, molto semplicemente
Intanto, il Patriarca Kyrill ha chiesto anche a “Papa Francesco” di impedire l’espulsione dei monaci dalla Pechersk Lavra di Kiev.
https://tvzvezda.ru/news/20233112234-F06lQ.html
E gli ortodossi russi protestano in difesa dei luoghi sacri.
https://www.youtube.com/shorts/cXzRszmCHD4
Qui cantano il Credo (a proposito, vi ricordate il prete post-conciliare che qualche anno fa, durante la messa, non disse il credo affermando che non lo avrebbe detto perchè non ci crede?… Da non credere)
Se i “cattolici”, quando era tempo, si fossero scomodati e avessero difeso Benedetto XVI, forse avremmo scampato l’impostore che ha attirato, su tutti, maledizioni a iosa in questi dieci anni
“…Passo verso lo Scisma…”
Certo lo scisma è assolutamente negativo, ma bisogna ricordarsi sempre che l’unità non può esserci nell’apostasia o nell’eresia, già all’epoca, visibile ai cattolici che parlavano di “sovversione-apostasia ordita ipocritamente in seno alla ‘Chiesa post-conciliare’
Non è più molto chiaro su cosa saremmo “uniti”: sulla fede nei fatti sempre più ignorata e alterata? Su un Papa che percuote i cattolici e piace ai nemici di Cristo (v. elogi muratori e non sono)?
Obbedienza e restrizioni sono solo per i cattolici, per gli eretici (v. Germania), al massimo qualche esortazione ignorata. Ma che Chiesa è questa? Con quale coraggio ci fate ancora la ramanzina perché ci tolgono persino gli spazi per pregare?
Davide scrive che “…ai Pope ortodossi è consentito da sempre il matrimonio”
Ecco un’altra fesseria… degna del neoclero o dei neolaici…
gli ortodossi NON consentono il matrimonio ai preti!
Loro consentono a chi è sposato di diventare prete. Spero che si riesca a capire la differenza.
Inoltre si tenga presente che i vescovi provengono dal clero non sposato.
Tragica la situazione dei legittimisti. Scegliere tra due apostasie, l’argentina “moderata” o la tedesca “radicale”. Con diritto a lezioni di ortodossia da parte di Walter Kasper.
Non succedera’ niente.
I padroni dell’argentino hanno faticato troppi anni e hanno profuso troppe risorse, per impossesarsi del vaticano, che non consentiranno mai una frammentazione di quel potere cosi’ faticosamente conquistato.
Inoltre i vescovi dissidenti possono non aderire, trovata gesuiticamente azzeccata…. il salame va mangiato a fette.
E poi …chi e’ il “papa” per giudicare ?.
P.s : stim.mo dott. Tosatti , sull’altro sito mi sono visto rimosso
questo identico, nella sostanza, commento e anche i successivi di prova, e’ stato Lei ? non credo ma se e’ cosi’ me lo dica, tolgo il disturbo, se non e’ cosi’ qualcuno da dentro il suo sito mi sta bannando.
I miei migliori saluti e auguri.
José Maria Bergoglio ha voluto che le chiese entrassero in una perenne condizione sinodale secondo un non ben identificato concetto di democrazia. Che cosa si deve ancora discutere se Cristo ci ha già detto tutto? Su che cosa si deve ancora elucubrare se è già scritto tutto nel Vangelo? Al massimo si può disquisire sui nuovi metodi di evangelizzazione in un mondo neopagano. Il presbitero argentino non faccia finta di stupirsi di certe derive, è lui che ha innescato il meccanismo.
Bergoglio sta smantellando la Chiesa a colpi di ruspa, ogni anno che passa sono aggiunge copiose macerie, che il Signore lo converta subito o ce ne liberi
Tutto secondo copione; dietro c’è Bergoglio che, da astuto generale, ha mandato in avanscoperta una parte della neo-religione pro LGBTQ+. Oggi ha appena dato indirettamente il suo avvallo sdoganando sia “l’accoglienza dei gay” (cosa che peraltro sta facendo sommessamente da tempo) e il matrimonio dei sacerdoti. Dopo la morte di papa Benedetto XVI l’agenda bergogliana ha premuto sull’acceleratore.
Il celibato divenne vincolante solo dopo il Concilio di Trento, lo stesso Simon Pietro era sposato e l’ultimo Papa sposato morì poco prima dell’anno Mille (non mi ricordo il nome, dovrei cercare sull’ annuario che nella mia biblioteca.)
A dimostrazione del fatto che il celibato è una mera istituzione umana, non Divina; senza ricordare che ai Pope ortodossi è consentito da sempre il matrimonio.
Le cose non stanno così né per i cattolici né per i cosiddetti ortodossi (per cui esistono precetti variegati). Non è possibile parlare dettagliatamente in questa sede, causa motivi di spazio, ma se ricerca troverà informazioni precise a riguardo.
Comunque il fondamento del celibato lo si trova direttamente nel Vangelo, nelle parole di S. Paolo, nella tradizione della Chiesa, nelle parole di numerosi mistici e veggenti ufficialmente riconosciuti dalla Chiesa.
Un altro che crede alla balla del celibato stabilito dal Concilio di Trento… In ogni caso, sull’ argomento, molti anni fa si espresse tra i tanti anche un cardinale che dimostrò, col senno di poi, di avere su moltissime cose una non comune acutezza di pensiero e visione autenticamente profetica. Disse che l’eventuale abolizione della regola del celibato avrebbe solo creato, tra le altre cose, una nuova figura di sacerdote: il prete divorziato. Quel cardinale si chiamava Joseph Ratzinger….Ora, alla luce degli “sviluppi” odierni, potremmo aggiungere che oltre al prete divorziato, potremmo incappare, qualora abolito il celibato, anche nel prete convivente more uxorio…( quanti anche tra i battezzati scelgono deliberatamente questa opzione oggi…purtroppo)..e perché no, anche nel prete poligamo. IN fondo, che male c’è!.. E considerati gli orientamenti, preferenze e appetiti dell’ attuale “papa” e compagni di merende, non sarebbe più nemmeno scontato il ” matrimonio ” con una donna 😉. Se poi consideriamo quanto accennavo sopra, e cioè che oggigiorno oramai tanti, troppi, anche tra i cristiani battezzati non si sposano deliberatamente più, anziché pensare al ” matrimonio dei preti” la chiesa si concentri e si impegni f finalmente affinché le coppie riscoprano il Matrimonio. E la si smetta di pensare alle baggianate!…
Un vescovo africano, scherzando in argomento, molti anni fa mi disse che il suo problema era quello di convincere i suoi preti ad avere una sola moglie…
Caro Stefano, i matrimoni religiosi in Italia cesseranno nel 2031. Cosa positiva almeno non si profana il sacramento col divorzio e altro.
I cristiani riscoprire il matrimonio? Ma se un teologo domeicano ha giustamente detto che per un uomo è, giuridicamente parlando, “un cappio al collo”! E se chiedi la dispensa per il rito solo religioso (dispensa a cui hai diritto) ti ridono in faccia. Come per il Concilio, il Concordato è salvo ma non ci saranno più italiani (almeno di fede cattolica).
Sposarsi una figlia del postconcilio? Prego, si accomodino! Sono quasi più affidabili e virtuose le con credenti.
Senza contare le tante 20-30enni che “giocano alle suore” senza prendere impegni esigenti nella loro vita (matrimonio o vita consacrata), nella immatura convinzione che la santità consista in pie pratiche e nel parlare col barbone sul sagrato della chiesa (ma guai se un parrocchiano osa solo avvicinarsi)
Non concordo
Caro Stefano, lei può non concordare ma ciò non cambia i fatti di una virgola. Se ho torto, attendo le prove con dati su divorzi (cattolici) e demografia (battesimi) alla mano!
Non parlo delle generazioni nate nel 1916, ma del presente, in cui l’italia scompare tra proclami sul radioso avvenire della Chiesa e ingiunzioni a tacere l’evidenza.
Un popolo scompare e nemmeno se ne rende conto e non vuole che glielo si dica!
Tralasciando per una volta gli uomini, le nostre donne sprecano i loro anni fertili in futilità, grazie anche a famiglie (leggi padri spesso assenti) che le hanno educate malissimo!
E gli uomini, buoni solo a fare da cavalier serventi
Intendevo il discorso del cappio al collo del ” teologo domenicano” e la visione totalmente pessimista sul matrimonio. Per il resto, sono consapevole che la situazione da questo punto di vista è tragica…e lo sarà sempre di più finché la chiesa continuerà a rinunciare a fare catechesi su questo argomento, il Matrimonio cioè. Per quanto riguarda i divorzi, che profanano il matrimonio, permettere ai preti di sposarsi non farebbe altro che aggiungerne di ullteriori…Serve una colossale opera di rievangelizzazione. Ma prima della società, va rienvangelizzato il clero, fin nei suoi più alti vertici.
Sul matrimonio come cappio al collo c’è stato un malinteso: il teologo domenicano si riferiva al matrimonio civile che contempla il divorzio, per di più a condizioni pesantissime per l’uomo.
Per tale ragione ha scritto che la dispensa dal matrimonio civile è un diritto, ma la gerarchia non la concede, forse (e magari senza forse) preferisce che i fedeli si dannino nel concubinato piuttosto che mettere in discussione un Concordato, che fu redatto quando il divorzio non c’era.
Altrove esistono patti prematrimoniali, diritto di famiglia adattato alle esigenze cattoliche (covenant marriage) ma qui impera il femminismo, nelle istituzioni e nella Chiesa.
Anche il Concordato sarà salvo ma non rimarrano cattolici in Italia, vuoi per collasso demografico (fine dei matrimoni religiosi prevista nel 2031, ma “fa niente”) vuoi per allontanamento dalla Chiesa: sopravvivono per ora i matrimoni civili, divenuti la metà del totale nel nostro ex cattolico Paese. Ma come altre cose, il Concordato è più granitico di un articolo di fede, non si discute!
Ci definivano “indietristi, musoni, tradizionalisti, rigidi, fanatici, divisivi”….
Signori, il frutto del cosiddetto”cammino sinodale” è servito.
E questo è solo l’antipasto!
Ormai i pseudo-misericordievoli hanno ottenuto ciò che volevano; e di certo nulla in ciò vi è di cristiano.
Vedrete che ora diranno che la carità e la misericordia è più importante, che non bisogna giudicare il prossimo, che siamo tutti peccatori, ecc..
Bergoglio aveva spalancato le porte al relativismo etico ed anticristiano con la celebre frase di “modestia e umiltà” farlocca: “chi sono io per giudicare?”. In tal modo buonista e misericordievole ha potuto stigmatizzare e portare al pubblico biasimo (in maniera decisamente meno misericordievole ed affabile) i cosiddetti musoni indietristi.
Non dicano ora i “modesti” e “moderati” che questa ennesima mostruosità è stata un incidente; il risultato era ampiamente previsto, anzi voluto. Ora l’autostrada verso l’abisso, già ampiamente preparata, è stata inaugurata e si tratterà solo di ampliarla con ulteriori e mostruose iniziative sinodali.
L’obiettivo finale non credo ci sia bisogno di precisarlo: è da troppo tempo che è chiaro come il sole.
Gli eserciti opposti stanno completando i loro rispettivi schieramenti e, francamente, essere definito “divisivo” mi fa semplicemente sorridere.
Fa sorridere perché sono loro a cacciarci dalle loro sinagoghe, per riprendere le parole del Vangelo.
Il “non giudicare sei superbo” e la lista dei presunti e solitamente immaginari peccati altrui è ormai repertorio stantio dei novatori
Poi, un giorno, qualcuno dovrebbe spiegare ‘il concilio’. Nel senso di dove le costituzioni dogmatiche condurrebbero a derive eretiche. Mha! Forse sarà che sono troppo ignorante e misero x capire.
Oppure, semplicemente, qualcuno si è svegliato in quei giorni e ha cominciato a parlare di ore e post concilio, di novità e progresso, di tradizionalisti ed altro.
Conosco sacerdoti x il quali tutto quello che esisteva prima del concilio (che non a caso sembra essere l’unico mai esistito) era pressoché spazzatura. Si .. questo vuol dire essere eretici ma quando domando dove avrebbero letto o inteso che il discrimine tra il prima e dopo sia così netto e radicale non rispondono o si riempiono la bocca di slogan ideologici…
Se coloro che hanno la malizia nel cuore volessero fare un rivoluzione copernicana non avrebbero bisogno di scuse: la farebbero!
E la stanno facendo. Ma il concilio c’entra ben poco.
Provo a spiegarglielo: secondo Amerio, la mancanza di unità e la ribellione nella Chiesa ha origine nel Conciclio. Si legga quanto ho riportato nell’intervento qui sotto (11 Marzo 2023 alle 12:00)
Donde viene questa divisione, dai soliti tradizionalisti (quattro gatti che non contano nulla)? Vediamo cosa ne dice Romano Amerio:
La novità di maggior rilievo nella Chiesa postconciliare è di aver dato alla partecipazione di tutti i ceti della Chiesa organi giuridicamente definiti, quali il Sinodo permanente dei vescovi, le Conferenze episcopali, i Sinodi diocesani e nazionali, i Consigli pastorali e presbiterali e via dicendo.
Un Sinodo di vescovi o un Consiglio pastorale esprime opinioni nelle quali può persistere anche se il Papa o i vescovi le rigettino. Onde questi corpi ecclesiali di partecipazione divengono in realtà organi del dissenso e dell’indipendenza del popolo di Dio dai suoi pastori e dal pastore supremo.
Provato a posteriori dagli effetti infelici dei sinodi nazionali e massime del Sinodo olandese in seguito al quale la Chiesa di quella provincia trovasi in condizione prescismatica. Ma comune a tutti i sinodi, diocesani o nazionali, è la propensione all’indipendenza e l’avere stanziato tesi e proposto riforme in contrasto con la mente dichiarata della Santa Sede, domandando per esempio l’ordinazione di uomini uxorati, il sacerdozio delle femmine, la comunanza eucaristica coi fratelli separati, l’ammissione ai sacramenti dei divorziati bigami [già fatto] (Sinodo germanico, Sinodo svizzero).
Sussiste contraddizione tra democratizzazione e costituzione divina della Chiesa. La Chiesa non si formò da sé stessa né formò il suo governo, ma fu fatta in toto dal Cristo che statuì le leggi prima di chiamare i fedeli e concepì il disegno prima che i fedeli fossero. La Chiesa è dunque una società senza eguale in cui il capo è anteriore alle membra e l’autorità vien prima della comunità.
La costituzione delle Conferenze episcopali ha prodotto due effetti: ha difformato la struttura organica della Chiesa e ha generato l’esautorazione dei vescovi. I vescovi, secondo il diritto preconciliare, sono successori degli Apostoli e reggono ciascuno la propria diocesi con potestà ordinaria, nello spirituale e nel temporale, esercitandovi potestà legislativa, giudiziaria e coattiva (can. 329 e 335). L’autorità era precisa, individuale e, tranne che nell’istituto del vicario generale, indelegabile.
Secondo la mente del Vaticano II l’esercizio della potestà vescovile in cui si concreta la collegialità è quello delle Conferenze episcopali: come il decreto (n. 37) trovi la ragione di questo nuovo istituto nella necessità per i vescovi di un medesimo paese di operare di conserva, e come non veda che questo vincolo di cooperazione ormai giuridicamente configurato altera l’ordinamento della Chiesa sostituendo al vescovo un corpo di vescovi e alla responsabilità personale una responsabilità collettiva, cioè una frazione di responsabilità.
Ora con l’istituzione delle Conferenze episcopali la Chiesa è un corpo policentrico e i molti centri sono le Conferenze episcopali, nazionali o provinciali. La prima conseguenza del nuovo organamento è dunque un allentamento del vincolo di unità che si è manifestato con ingenti dissensioni su punti gravissimi.
Ma allora non sono i famigerati tradizionalisti a dividere! Vediamo ora se sono i famigerati tradizionalisti a ribellarsi alla Chiesa: Prosegue Amerio:
La seconda conseguenza è l’esautorazione dei singoli vescovi come tali; essi non rispondono più né ai propri popoli né alla Santa Sede: alla responsabilità individua subentra infatti una responsabilità collegiale.
C’è una generale inclinazione delle Conferenze episcopali a pronunciarsi in proprio sopra i documenti papali, non, come fu in passato, con un giudizio di obbedienza e di consenso, bensì con un giudizio critico e spesso di dissenso, come si vide, e fece stupore, alla promulgazione di Humanae vitae.
I Sinodi nazionali continuano a mettere in discussione punti già decisi, come l’abolizione del celibato, l’intercomunione ecc. Una indipendenza prescismatica.
Vediamo ora chi è a disobbedire e mancare di rispetto ai vescovi:
Ma l’indipendenza che i vescovi assumono verso la Santa Sede, ammettendo come disputabili materie già decise dalla Santa Sede, è solo una lustra, giacché mentre essi fanno proprie le opinioni e rinunciano a giudicarle e sceverarle, scemano o distruggono la propria autorità. Scemano o distruggono l’autorità del singolo, e sta tra le mie carte la lettera già citata di quel vescovo elvetico che, invitato a rimuovere uno scandalo in cose di fede, confessava: «Come singolo vescovo io sono assolutamente impotente». E confessava che «talmente manipolate sono oggi le cose nella Chiesa, che il richiamo del vescovo sarebbe non solo inascoltato, ma addirittura dileggiato»392. Ma risulta scemata anche l’autorità del corpo episcopale medesimo, giacché un corpo i cui componenti si sentono privi di autorità e responsabilità, non può che essere privo di autorità e irresponsabile. È anche da aggiungere che i vescovi rimettono gli affari a commissioni di periti (che spesso non sono affatto periti).
Il fondo dello spirito sinodale è che lo spirito soggettivo prevalga nella vita della comunità ecclesiale perfondendola del primato dell’opinione pubblica e che convenga perciò continuare a tenere aperte le questioni che la Chiesa ha chiuse. Dalla dipendenza del cristiano dall’autorità della Chiesa si passa alla dipendenza della Chiesa dall’autorità di Demo.
La piaga della disunione dei vescovi è vistosamente aperta nel corpo della Chiesa contemporanea.
Sono sì moltiplicati gli incontri, i consessi, i simposii, le riunioni delle Conferenze episcopali, ma gli organismi di governo in ciascuna nazione sono scissi nel loro seno, come vedesi in Olanda, negli Stati Uniti, nel Brasile; e documenti episcopali si oppongono a documenti episcopali, come se nella Chiesa mancasse ormai un sensus communis.
Esattamente come ha previsto la Madonna ad Akita: “La Chiesa sarà piena di coloro che accettano compromessi. Si leveranno vescovi contro vescovi, cardinali contro cardinali”
Infine, vediamo se sono i tradizionalisti a “dividersi dal Papa”:
Tale intestino dissenso è l’effetto necessario della divisione dal Pontefice Romano cui si continua a professare attaccamento voce tenus, ma del quale si sottomettono ad esame e a giudizio gli insegnamenti, come lampantemente apparve della Humanae vitae (§§ 62 e 63) o come appare dal trattarsi continuamente in sinodi particolari punti già solennemente decisi dalla Santa Sede.
Come si è visto recentissime secessioni, quella della Chiesa rumena, quella della Chiesa rutena e quella della Chiesa cinese, tutte motivate sul rifiuto dell’autorità di Roma e sul fallace proposito di mantenere la dogmatica e l’etica cattoliche pur svincolandosi dall’autorità papale, e conservare l’unità dopo aver rigettato il principio dell’unità.
C’è una concezione della Chiesa come aggregazione delle Chiese locali, concezione, aggiungiamo noi, promossa dalla elevazione indiscreta della potestà dei vescovi nella propria diocesi e dalla conseguente debilitazione di Pietro.
Nello stato presente l’unità è rotta sotto un triplice aspetto: quello dottrinale, quello cultuale e quello potestativo.
E per i sacerdoti, tutto a posto?
La corruzione dottrinale del ceto dei presbiteri precede o seguita quella dell’ordine episcopale. Qui i Superiori con pronunciati propri difformi dai pronunciati dei loro pari, più spesso tollerando o autorizzando le deviazioni dei presbiteri, hanno provocato nella Chiesa un generale smarrimento delle certezze di fede e un increscioso indebolimento del consenso tra i fedeli
Ma allora non sono i famigerati fedeli che non credono ai sacerdoti, ma questi ultimi che si comportano in modo da perdere credibilità!
Il Sinodo ha decretato, il Papa forse farà finta di non vedere: tutto bene, coscienza a posto e chi non benedice le coppie omosessuali è eretico e gli cancelliamo pure la Messa. Frutti del Concilio? Se no, perché nessuno fa nulla?
Grazie! E’ la prima volta che leggo qualcosa in risposta alle mie domande. Lo studierò con molta attenzione.
In effetti non sono ancora del tutto convinto. Per dirne una: secondo il concilio la comunione dei vescovi con il Papa DEVE essere mantenuta (e anche il contrario, per la verità). Se non c’è i vescovi sono fuori dalla Chiesa. Che i sinodi si arroghino un potere che non hanno è pertanto una deriva della coscienza degli uomini e non della costituzione dogmatica.
La verità sta forse nel mezzo ed è più grave, molto, molto più grave ed è la perdita della fede! Da primo fino all’ultimo, dal più grande al più piccolo chi e’ senza peccato scagli x primo la pietra.
Senza la fede nemmeno Cristo può fare nulla. Ancora meno un sovrano assoluto il cui potere spirituale e temporale si basa sul punto atto di fede.
E infatti siamo allo sbando totale… I fatti di Massa e Meriba di ripetono. Solo temo che questa volta non andrà alla stessa maniera
Ci manca soltanto che il Concilio dica che i Sinodi devono ribellarsi al Papa!
Ma è la stessa costituzione dei Sinodi ad alimentare questa ribellione, come ha evidenziato Amerio: all’autorità (e responsabilità) personale del Vescovo si sostituisce quella burocratica e impersonale del Sinodo!
Sempre Amerio riporta l’opinione di un Vescovo, che diceva nulla poter fare contro le decisioni del Sinodo!
A chi è venuta l’idea di mettere i Sinodi nel Concilio e perché?
Il Sinodo ha decretato, il Papa forse farà finta di non vedere: tutto bene, coscienza a posto e chi non benedice le coppie omosessuali è eretico e gli cancelliamo pure la Messa. Frutti del Concilio? Se no, perché nessuno fa nulla?
distruggono la propria autorità. Scemano o distruggono l’autorità del singolo, e sta tra le mie carte la lettera già citata di quel vescovo elvetico che, invitato a rimuovere uno scandalo in cose di fede, confessava: «Come singolo vescovo io sono assolutamente impotente». E confessava che «talmente manipolate sono oggi le cose nella Chiesa, che il richiamo del vescovo sarebbe non solo inascoltato, ma addirittura dileggiato»392. Ma risulta scemata anche l’autorità del corpo episcopale medesimo, giacché un corpo i cui componenti si sentono privi di autorità e responsabilità, non può che essere privo di autorità e irresponsabile. È anche da aggiungere che i vescovi rimettono gli affari a commissioni di periti (che spesso non sono affatto periti).
Il fondo dello spirito sinodale è che lo spirito soggettivo prevalga nella vita della comunità ecclesiale perfondendola del primato dell’opinione pubblica e che convenga perciò continuare a tenere aperte le questioni che la Chiesa ha chiuse. Dalla dipendenza del cristiano dall’autorità della Chiesa si passa alla dipendenza della Chiesa dall’autorità di Demo.
La piaga della disunione dei vescovi è vistosamente aperta nel corpo della Chiesa contemporanea.
Sono sì moltiplicati gli incontri, i consessi, i simposii, le riunioni delle Conferenze episcopali, ma gli organismi di governo in ciascuna nazione sono scissi nel loro seno, come vedesi in Olanda, negli Stati Uniti, nel Brasile; e documenti episcopali si oppongono a documenti episcopali, come se nella Chiesa mancasse ormai un sensus communis.
Esattamente come ha previsto la Madonna ad Akita: “La Chiesa sarà piena di coloro che accettano compromessi. Si leveranno vescovi contro vescovi, cardinali contro cardinali”
Infine, vediamo se sono i tradizionalisti a “dividersi dal Papa”:
Tale intestino dissenso è l’effetto necessario della divisione dal Pontefice Romano cui si continua a professare attaccamento voce tenus, ma del quale si sottomettono ad esame e a giudizio gli insegnamenti, come lampantemente apparve della Humanae vitae (§§ 62 e 63) o come appare dal trattarsi continuamente in sinodi particolari punti già solennemente decisi dalla Santa Sede.
Come si è visto recentissime secessioni, quella della Chiesa rumena, quella della Chiesa rutena e quella della Chiesa cinese, tutte motivate sul rifiuto dell’autorità di Roma e sul fallace proposito di mantenere la dogmatica e l’etica cattoliche pur svincolandosi dall’autorità papale, e conservare l’unità dopo aver rigettato il principio dell’unità.
C’è una concezione della Chiesa come aggregazione delle Chiese locali, concezione, aggiungiamo noi, promossa dalla elevazione indiscreta della potestà dei vescovi nella propria diocesi e dalla conseguente debilitazione di Pietro.
Nello stato presente l’unità è rotta sotto un triplice aspetto: quello dottrinale, quello cultuale e quello potestativo.
E per i sacerdoti, tutto a posto?
La corruzione dottrinale del ceto dei presbiteri precede o seguita quella dell’ordine episcopale. Qui i Superiori con pronunciati propri difformi dai phgdronunciati dei loro pari, più spesso tollerando o autorizzando le deviazioni dei presbiteri, hanno provocato nella Chiesa un generale smarrimento delle certezze di fede e un increscioso indebolimento del consenso tra i fedeli
Ma allora non sono i famigerati fedeli che non credono ai sacerdoti, ma questi ultimi che si comportano in modo da perdere credibilità!
Ipse venena bibas
“Bevi il tuo stesso veleno ” è il passo più intrigante della più antica formula di esorcismo ufficialmente riconosciuto dalla chiesa cattolica.
Ricordo con che arroganza il ” coso” invitava allo scisma, sfidando apertamente le voci critiche alla sua nouvel vague teologica.
Per chi non è esperto dei metodi di discernimento ignaziano ricordo che lo spirito del male invita alla divisione mentre lo Spirito del Bene unisce ed accomuna.
Se un Papa invita allo scisma fa ben capire chi e cosa lo anima nel profondo.
Che poi qualche raccomandato ” ben conosciuto” ( in tanti si sono prodigati ad affermarlo) faccia lo stesso, invitando al silenzio le voci critiche, può solo far sorridere per la modestia dell’imitazione.
Quindi la chiesa tedesca va verso lo scisma o il papato attuale abbraccera’ lo scisma tedesco ?
Ben vengano ambedue le ipotesi !
Poiché il maligno non sopporta la Chiesa e di certo non ne desidera unità e santità di intenti.
È il suo tempo, lasciamo che il suo lavoro si svolga, è il gran maestro dell’entropia, il principe dell’abisso.
“Senza fondo” è il suo regno ed è lì che sprofonderà.
Amen, Signore, Amen !