Padre Cavalcoli, Avvenire e gli ebrei. Mascarucci.
8 Marzo 2023
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Americo Mascarucci, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni su un articolo del quotidiano dei vescovi Avvenire, e la reazione del padre Giovanni Cavalcoli. Buona lettura e condivisione.
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Padre Cavalcoli, Avvenire e gli ebrei
Il teologo domenicano padre Giovanni Cavalcoli ha giustamente stigmatizzato un articolo di Avvenire del 3 marzo scorso, ovvero una recensione di Roberto Righetto al libro dello storico ebreo Vittorio Robiati Bendaud intitolato “Storia di un’ebrea” e dedicato a Santa Benedetta della Croce, al secolo Edith Stein. Ricordate quando la Stein, ebrea convertita al cristianesimo e nonostante ciò deportata dai nazisti, fu canonizzata? Il mondo ebraico protestò contro la Chiesa cattolica accusandola di voler “cristianizzare” l’olocausto.
Non è stata infatti mai accettata quella conversione da coloro che Giovanni Paolo II definì “i nostri fratelli maggiori”, e l’autore del libro naturalmente tratta la vicenda con spirito critico, arrivando a sostenere che si tratti di una vera e propria pietra d’inciampo per il mondo ebraico, e di come questa figura non possa in alcun modo rappresentare un modello per il dialogo fra ebrei e cristiani.
Altrettanto giustamente padre Cavalcoli si domanda se Avvenire sia un giornale cattolico nel momento stesso in cui recensisce di fatto un libro che va a demolire una santa della Chiesa, la cui grande colpa agli occhi del mondo ebraico è di essere morta nel campo di sterminio di Auschwitz da cristiana, e dunque da “apostata” secondo Bendaud.
Non dovrebbe stupire questo atteggiamento chiaramente denigratorio nei confronti di ebrei che hanno avuto il privilegio di conoscere Cristo. Molti sicuramente hanno ancora bene in mente la vicenda del rabbino capo di Roma Eugenio Zolli che dopo la seconda guerra mondiale volle convertirsi al cristianesimo, in seguito ad un accurato percorso di studio e approfondimento delle sacre scritture, e dopo aver avuto una visione di Gesù mentre pregava in sinagoga.
La reazione del mondo ebraico fu durissima, il nome di Zolli è stato bandito dalla memoria della comunità ebraica, cancellato dall’elenco dei rabbini, accusato di essersi convertito sotto pressione della Chiesa di Pio XII per essere stato salvato dalle deportazioni; agli attacchi dei suoi ex fratelli si aggiunse anche il tentativo di una lobby ebraica americana di convincerlo a tornare all’ebraismo con una ricca offerta di denaro, dopo che la sua conversione aveva fatto il giro del mondo.
Zolli fino agli ultimi giorni di vita (per altro è vissuto in stringenti ristrettezze economiche dopo la sua conversione a dimostrazione di come abbia avuto tutto da perderci) ha sempre rivendicato l’originalità della sua decisione, descrivendo il percorso personale che lo aveva condotto a conoscere Cristo e ad incontrarlo personalmente.
Più antica ancora la vicenda di Alfonso Ratisbonne che si convertì dopo aver avuto una visione della Vergine Maria all’interno della Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte dove era entrato per ammirare dei dipinti. Anche lui fu allontanato da tutti i suoi fratelli ebrei, rinnegato dalla comunità di origine, denigrato come apostata.
Tornando ad Avvenire, padre Cavalcoli sottolinea giustamente come l’articolo risenta di un’errata interpretazione dello spirito ecumenico e del dialogo interreligioso promosso dal Concilio Vaticano II, che non ha mai inteso promuovere la rinuncia per i cristiani a testimoniare la croce di Cristo come via di salvezza universale e strumento di grazia.
E’ evidente anche qui come l’equivoco sia stato originato dalle errate interpretazioni dei testi conciliari da parte della setta massonico modernista, che ha finito appunto con l’ingenerare il grande equivoco di un dialogo interreligioso da inseguire adattando il proprio linguaggio a quello delle altre religioni. Dimenticando però che soltanto nel cristianesimo, ed in particolare nella Chiesa cattolica, c’è la salvezza per opera di Gesù Cristo e di come, compito dei cristiani nel dialogo con le altre fedi, sia quello di far comprendere come Cristo non sia l’ostacolo alla reciproca comprensione, ma proprio lo strumento affinché tutti possano raggiungere la salvezza totale.
Del resto anche l’enciclica “Fratelli Tutti” sembra imbevuta della stessa errata interpretazione dei testi conciliari, laddove il messaggio che sembra trasparire è quello di una fratellanza universale all’insegna del motto “tutte le religioni sono uguali perché Dio è uno per tutti”.
A ciò si aggiunga l’opera mistificatrice del messaggio francescano operata dal pastore calvinista francese Paul Sabatier, che ha trasformato San Francesco in un santino protestante che lotta contro le crociate e va dal sultano come uomo di pace, per tentare il primo grande dialogo fra cristiani e musulmani della storia. Quando invece la missione del poverello d’Assisi fu quella di convertire il sultano, e con lui tutti i saraceni, promuovendo appunto la croce di Cristo come unico strumento di verità e di salvezza, pronto anche al martirio per questo.
Solo su un punto non mi sento di convenire con padre Cavalcoli, ovvero laddove sembra dare credito al dialogo con il mondo ebraico che invece mi appare a senso unico. E’ stata finora sempre la Chiesa a testimoniare con la forza dei fatti la volontà di superare le incomprensioni con gli ebrei, ma altrettanto evidente non è sembrata la volontà dell’altra parte. Giovanni Paolo II è stato il primo papa a mettere piede nella sinagoga di Roma e a chiamare gli ebrei “nostri fratelli maggiori”, ma poi da parte ebraica si è fatto di tutto per anteporre ostacoli a questo dialogo: la canonizzazione di Edith Stein è stata appunto considerata un atto di ostilità contro l’ebraismo, al pari della beatificazione di Pio IX, dei tentativi di canonizzazione di Pio XII, della promulgazione del Summorum Pontificum di Benedetto XVI e così via.
La Chiesa dopo il Concilio di ostacoli invece ne ha rimossi parecchi, arrivando a modificare la liturgia del Venerdì santo depurandola da ogni possibile riferimento ai giudei deicidi, e abolendo fra le altre cose il culto di San Simonino da Trento, il cui martirio fu addebitato agli ebrei. Ma quando uno storico ebreo, Ariel Toaff, in un libro intitolato “Pasque di Sangue” ha osato evidenziare come nell’ebraismo esistessero effettivamente delle sette dedite ai rituali del sangue, e di come proprio a Trento vi fosse traccia della loro presenza, contro l’autore non soltanto si sono scagliati gli ebrei, ma ancora di più i cattolici modernisti come monsignor Iginio Rogger, con lo stesso Avvenire che stroncò il lavoro dello storico.
La verità è che da parte della Chiesa si pretendono le scuse per le crociate, per l’inquisizione, per i roghi delle streghe, per le guerre di religione, per l’antigiudaismo teologico pre conciliare (cosa molto diversa dall’antisemitismo, come confermato dall’aiuto prestato dalla Chiesa agli ebrei sotto il nazismo) ma nonostante la Chiesa, dal Concilio in poi e in diverse occasioni,abbia fatto mea culpa per quelli che ha ritenuto essere stati dei gravissimi errori o comportamenti contrari al Vangelo, continua ad essere costantemente sotto accusa e giudicata inaffidabile. Al punto che persino una figura come quella di Edith Stein che potrebbe rappresentare un modello nel dialogo fra ebrei e cristiani, viene denigrata e descritta come un simbolo di offesa dei cattolici al mondo ebraico.
E se da parte degli ebrei questo tipo di comportamento può essere comprensibile, non è certamente comprensibile che Avvenire possa rendersi complice della promozione di libri che vanno a screditare figure che la Chiesa ha riconosciuto sante. Ma del resto il giornale di Tarquinio negli stessi giorni salutava come “novità esplosiva” l’elezione di Elly Schlein alla guida del Pd. Quindi, di cosa ancora stupirsi?
Americo Mascarucci
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Tag: cavalcali, ebrei, mascarucci
Categoria: Generale
è un bel po’ di tempo che a chi mi offre Avvenire io rispondo No Grazie, io leggo solo stampa cattolica.
Credo che continuate a parlare di :” errata interpretazione “ dello Spirito Conciliare non porti molto lontano … tutto e ‘ statp volutamente reso fumoso e la stessa rimozione di verità storiche ( perché non si doveva parlare di deicidio ?? CHI ha messo in Croce Gesù ??) non contribuisce a fare chiarezza . Le cose vanno chiamare con il loro nome .
Caro Dott. Tosatti, un interrogativo sui “commenti” firmati RENDOX e RUBEN copia-incolla del mio.
Successo anche a me, questo articolo ed evidentemente i nostri commenti provocano molte paturnie
Diciamo che Avvenire ormai è un giornale buono da lasciare a disposizione nelle toilette pubbliche, svolge effettivamente un grande e importante servizio.
Tosatti carissimo, perdoni ma è da ieri che c’è l’eco?! 😂
Forse che le “difficoltà digitali” impediscono anche la moderazione? Non mi sorprenderei..🤔
E forse è la buona volta che passo a Disqus, o l’eco c’è anche lì? Dovrei verificare con una sbirciatina.😊
Ad ogni modo when the going gets tough the tough get going…😁😇
Non so se per eccesso di zelo o per creare caos, il mio post è stato spammato più volte da qualcuno su questa pagina, usando vari nomi. Comincio a pensare che sia la stessa persona che mi calunnia dicendo che scrivo con diversi pseudonimi.
Se il gentile Tosatti ha tempo, dica qualcosa al riguardo per favore
Temo sia in ballo molto più del Metaverso.
Per esempio, masse eterodirette che scendono in piazza a comando, come le Sardine.
Le cito alcuni fatti, decida lei come interpretare queste informazioni.
1. Negli anni ’70 un film (“L’uomo venuto dal Kremlino”) descrisse un papa che veniva eletto per acclamazione e portava avanti un programma umanitario e pseudo-pauperista di riforme umanitarie nella Chiesa, quasi la fotocopia di Bergoglio
2. Giovanni Paolo II, per ragioni mai spiegate, soppresse l’elezione papale per acclamazione, in vigore dai primi secoli
3. Da anni ormai (fonti RAI) durante il Conclave la Cappella Sistina è sottoposta a una sofisticata schermatura elettronica. Non si sa bene quale sia lo scopo, perché i cd. segreti del Conclave trapelano subito
Vorrei farvi una domanda. Gli apostoli conoscevano il tomismo ? Probabilmente no.
So ben poco di Edith Stein. Ma so che nei campi di concentramento nazisti morirono anche persone non ebree come ad esempio Mafalda di Savoia. Edith Stein e’ morta da martire .
Questo basta per considerarla Santa come i primi martiri cristiani.
E alla Santa martire rivolgo una preghiera : liberi tutti noi ignoranti dai filosofi di ogni tipo e di ogni specie.
Policarpo carissimo, non chiamiamola Edith Stein! ma Santa Teresa Benedetta della Croce, martire insieme a un gruppo di bambini nelle camere a gas!
Convertita mentre leggeva la vita di Santa Teresa d’Avila, la “santa tra le donne, donna tra le sante”!
Santa Teresa Benedetta della Croce, travasa in noi la Scientia Crucis che mirabilmente ti ha posseduta e che ti ha resa pietra d’inciampo come Colui che a Sè ti volle da eletta!
Fraternamente.
Grazie Forum.
Il link è interessante.
Tutti gli Alleati prediligono il Vetus ordo, anche perché è più facile che un cammello passi nella cruna di un ago, che un sacerdote che non usi il Messale di San Pio V capisca cos’è che ha nelle mani, quando consacra l’Ostia.
Così non credendo che è carne sanguinante di un Uomo (Dio) appena ammazzato la danno via come fosse carta, mettendo in pericolo di cadere ed essere calpestata la, Sua Vita Sacramentale.
Ma non potendo tutti gli Alleati partecipare alle messe Vetus, noi alleati ci accompagniamo nelle parrocchie per espugnarle dal vizio del sacrilegio, inginicchiandoci tutti a terra davanti al nostro Eroe d’amore.
Molte grazie
Grazie molte
Dialogare e camminare: verbi inflazionatissimi nelle modernità della neo-chiesa post concilio fermamente determinata a chiedere perdono a tutti e a inginocchiarsi persino di fronte a pupazzi di legno. Checché i dialoganti ad ogni costo ne vogliano far credere, nessuno spiraglio almeno di diplomatica cortesia nel rapporto coghjn gli ebrei, i quali, rimasti saldamente ancorati al loro rifiuto di Gesù Cristo come Messia, non sono mai apparsi per nulla interessati alla distensione col cristianesimo, tant’è che mi domando a cosa servano le visite dei papi nella sinagoga di Roma, quando quelli, imperterriti (lo ricordo molto bene), come a sottolineare la loro irremovibile distanza da noi cristiani, a fine dell’ultimo incontro col papa di turno,hg intonarono a gran voce un canto che ribadiva senza se e senza ma la convinta e immutabile attesa del Messia. Non certamente un gesto di gentilezza verso un ospite di quel calibro.
Se conosce poco Edith Stein si documenti, e soprattutto si interessi più di filosofia, che ha ripercussioni rilevanti sulla Chiesa e sui fedeli.
Ho il massimo rispetto per il martirio. Ma la canonizzazione della Stein di fatto sdogana la sostituzione, assai dubbia, del tomismo con la fenomenologia, che procede tuttora. E’ un fatto, non un giudizio (che non mi compete) sulla santità della Stein.
Di grande interesse la conversione di Zolli, documentata con ampi dettagli dall’autorevole rivista cattolica 30 Giorni.
La rivista afferma che assunse il nome cristiano di Eugenio, in onore a Papa Pacelli (la cui canonizzazione è al palo) perché salvò le vite di tanti ebrei e altri perseguitati dalla barbarie nazista.
A differenza di altre però questa conversione non fu “strombazzata”, per usare un termine ricorrente qui
La canonizzazione di Edith Stein di fatto sdogana la sostituzione del tomismo con la fenomenologia nella teologia cattolica. Come cercò appunto di fare Edith, anche se pensava a una (impossibile) sintesi.
Senza dare alcun giudizio sulla conversione della Stein, ce ne furono parecchie tra gli allievi di Husserl, la cui dottrina comunicava un ambiguo misticismo, come rielvò il prof. Eric McLuhan.
L’infiltrazione della fenomenologia in ambito teologico non si è fermata con la Stein, ma prosegue ancora oggi con convegni e pubblicazioni varie.
Ma vediamo di dare un’idea sintetica del pericolo che comporta la fenomenologia per la religione cattolica.
1. Secondo Marshall McLuhan, la tecnologia elettrica/elettronica ha un effetto ipnotico sulla gente, creando un facsimile diabolico del Corpo Mistico di Cristo (intervista del 1969). McLuhan affermà esplicitamente che Satana era “un grande ingegnere elettronico”. Questa frase spalanca abissi di domande, basti pensare alla diabolica “mistica” del globalismo, potenziata dalla rete globale che è (cit. McLuhan) “un’estensione del sistema nervoso centrale”.
2. La fenomenologia, con la sua teoria del “disvelamento”, è il cavallo di troia per insinuare nella Chiesa questo spirito luciferino e disumanizzante. Scrive il figlio Eric McLuhan in un testo sparito dagli scaffali:
Heidegger sembra ribadire che la realtà si rivelerà quando ogni atto, attraverso lo sfondo della tecnologia elettrica, sarà stato cancellato o relegato nell’ambito delle potenzialità: ciò che dà inizio a quel processo costituisce l’«ambito della libertà». Vale a dire, la libertà dai vincoli materiali è raggiungibile quando, tramite la mimesi, ci sottomettiamo alla tecnologia elettrica. «Se ci apriamo autenticamente all’essenza della tecnica, ci troviamo insperatamente richiamati da un appello liberatore». (Op. cit., p. 26).
Questa docile introiezione della tecnologia moderna abbisogna di un accantonamento assoluto dell’identità individuale o dei valori puramente umanistici: la robotizzazione.
E nella introvabile corrispondenza privata, Marshall scrive:
Il Vaticano II è stato tutta una fioritura di individualismo liberale e una specie di immolazione dell’individuo nella nuova totale immersione nella partecipazione, resa possibile dalla sensazione televisiva del viaggio interiore. Nel momento in cui a gente diviene coinvolta nel profondo, essa perde la propria identità privata e il proprio orientamento. Se la Riforma ha significato l’eliminazione delle gerarchie acustiche e musicali a favore del punto di vista visivo e privato, il Vaticano II è stato il seppellimento di questo individualismo nella palude, che si era appena creata, del solidarismo elettronico e del coinvolgimento totale, come in un film porno in cui si finisce per esser tutti quanti d’un pelo e d’una buccia.
Nell’attesa che la Chiesa faccia (un lontano giorno) chiarezza, lascio al lettore formulare le sue ipotesi
Nota finale: Alessandro Gnocchi mise il suo sito sotto la protezione di Edith Stein. Non funzionò: oggi ha lasciato la Chiesa cattolica.
“Complimenti” ai pastori di ogni ordine e grado che con il loro comportamento, anche omissivo, hanno favorito tutto ciò.
Anni fa scrissi due righe sul mio sitarello sulla “fretta scismatica” di Alessandro. Purtroppo tali previsioni si rivelarono esatte. Torna nella Chiesa caro Alessandro
Santa Teresa Benedetta della Croce ha ottenuto ad Alessandro Gnocchi una grazia straordinaria: lo ha fatto cadere dal suo piedistallo!
Si credeva un apologeta della tradizione e invece era già fuori dalla Chiesa…
Ora, entrando nella Chiesa Ortodossa, non ha fatto altro che “ufficializzare” il suo credo rinnegando quello cattolico.
Alessandro Gnocchi è un monito per tutti coloro che credono di stare in piedi!
Ed è esempio vivente di come si conclude ogni estremismo ideologico mascherato, consapevolmente o no, da “vera fede”…
Ma penso anche che Alessandro Gnocchi, a differenza di molti ancora apparentemente cattolici, non sia affatto un ipocrita. E’ stato coraggioso, in fondo. Ragion per cui si spera e si prega che riceva la grazia di far ritorno nell’unico Ovile Santo, da buon figliol prodigo.
Santa Teresa Benedetta della Croce interceda ancora e ancora!
Il testo che lei cita di Eric McLuhan descrive con precisione cio’ che adesso viene presentato come metaverso. Devo dire che rabbrivisco.
Cara Cecilia, temo sia in ballo molto più del Metaverso.
Per esempio, masse eterodirette che scendono in piazza a comando, come le Sardine.
Le cito alcuni fatti, decida lei come interpretare queste informazioni.
1. Negli anni ’70 un film (“L’uomo venuto dal Kremlino”) descrisse un papa che veniva eletto per acclamazione e portava avanti un programma umanitario e pseudo-pauperista di riforme umanitarie nella Chiesa, quasi la fotocopia di Bergoglio
2. Giovanni Paolo II, per ragioni mai spiegate, soppresse l’elezione papale per acclamazione, in vigore dai primi secoli
3. Da anni ormai (fonti RAI) durante il Conclave la Cappella Sistina è sottoposta a una sofisticata schermatura elettronica. Non si sa bene quale sia lo scopo, perché i cd. segreti del Conclave trapelano subito
La canonizzazione di Edith Stein di fatto sdogana la sostituzione del tomismo con la fenomenologia nella teologia cattolica. Come cercò appunto di fare Edith, anche se pensava a una (impossibgile) sintesi.
Senza dare alcun giudizio sulla convbbersione della Stein, ce ne furono parecchie tra gli allievi di Husserl, la cui dottrina comunicava un ambiguo misticismo, come rielvò il prof. Eric McLuhan.
L’infiltrazione della fenomenologia in ambito teologico non si è fermata con la Stein, ma prosegue ancora oggi con convegni e pubblicazioni varie.
Ma vediamo di dare un’idea sintetica del pericolo che comporta la fenomenologia per la religione cattolica.
1. Secondo Marshall McLuhan, la tecnologia elettrica/elettronica ha un effetto ipnotico sulla gente, creando un facsimile diabolico del Corpo Mistico di Cristo (intervista del 1969). McLuhan affermà esplicitamente che Satana era “un grande ingegnere elettronico”. Questa frase spalanca abissi di domande, basti pensare alla diabolica “mistica” del globalismo, potenziata dalla rete globale che è (cit. McLuhan) “un’estensione del sistema nervoso centrale”.
2. La fenomenologia, con la sua teoria del “disvelamento”, è il cavallo di troia per insinuare nella Chiesa questo spirito luciferino e disumanizzante. Scrive il figlio Eric McLuhan in un testo sparito dagli scaffali:
Heidegger sembra ribadire che la realtà si rivelerà quando ogni atto, attraverso lo sfondo della tecnologia elettrica, sarà stato cancellato o relegato nell’ambito delle potenzialità: ciò che dà inizio a quel processo costituisce l’«ambito della libertà». Vale a dire, la libertà dai vincoli materiali è raggiungibile quando, tramite la mimesi, ci sottomettiamo alla tecnologia elettrica. «Se ci apriamo autenticamente all’essenza della tecnica, ci troviamo insperatamente richiamati da un appello liberatore». (Op. cit., p. 26).
Questa docile introiezione della tecnologia moderna abbisogna di un accantonamento assoluto dell’identità individuale o dei valori puramente umanistici: la robotizzazione.
E nella introvabile corrispondenza privata, Marshall scrive:
Il Vaticano II è stato tutta una fioritura di individualismo liberale e una specie di immolazione dell’individuo nella nuova totale immersione nella partecipazione, resa possibile dalla sensazione televisiva del viaggio interiore. Nel momento in cui a gente diviene coinvolta nel profondo, essa perde la propria identità privata e il proprio orientamento. Se la Riforma ha significato l’eliminazione delle gerarchie acustiche e musicali a favore del punto di vista visivo e privato, il Vaticano II è stato il seppellimento di questo individualismo nella palude, che si era appena creata, del solidarismo elettronico e del coinvolgimengto totale, come in un film porno in cui si finisce per esser tutti quanti d’un pelo e d’una buccia.
Nell’attesa che la Chiesa faccia (un lontano giorno) chiarezza, lascio al lettore formulare le sue ipotesi
Vorrei farvi una domanda. Gli apostoli conoscevano il tomismo ? Probabilmente no.
So ben poco di Edith Stein. Ma so che nei campi di concentramento nazisti morirono anche persone non ebree come ad esempio Mafalda di Savoia. Edith Stein e’ morta da martire .
Questo basta per considerarla Santa come i primi martiri cristiani.
E alla Santa martire rivolgo una preghiera : liberi tutti noi ignoranti dai filosofi di ogni tipo e di ogni specie.
Suona paradossale invocare una filosofa, che voleva introdurre la fenomenologia nella Chiesa, affinché ci liberi dai filosofi…
Non credo serva dire che ho il massimo rispetto per il martirio cristiano. E sono anche devoto a S. Massimiliano Kolbe
Dialogare e camminare: verbi inflazionatissimi nelle modernità della neo-chiesa post concilio fermamente determinata a chiedere perdono a tutti e a inginocchiarsi persino di fronte a pupazzi di legno. Checché i dialoganti ad ogni costo ne vogliano far credere, nessuno spiraglio almeno di diplomatica cortesia nel rapporto con gli ebrei, i quali, rimasti saldamente ancorati al loro rifiuto di Gesù Cristo come Messia, non sono mai apparsi per nulla interessati alla distensione col cristianesimo, tant’è che mi domando a cosa servano le visite dei papi nella sinagoga di Roma, quando quelli, imperterriti (lo ricordo molto bene), come a sottolineare la loro irremovibile distanza da noi cristiani, a fine dell’ultimo incontro col papa di turno, intonarono a gran voce un canto che ribadiva senza se e senza ma la convinta e immutabile attesa del Messia. Non certamente un gesto di gentilezza verso un ospite di quel calibro.
La canonizzazione di Edith Stein di fatto sdogana la sostituzione del tomismo con la fenomenologia nella teologia cattolica. Come cercò appunto di fare Edith, anche se pensava a una (impossibile) sintesi.
Senza dare alcun giudizio sulla conversione della Stein, ce ne furono parecchie tra gli allievi di Husserl, la cui dottrina comunicava un ambiguo misticismo, come rielvò il prof. Eric McLuhan.
L’infiltrazione della fenomenologia in ambito teologico non si è fermata con la Stein, ma prosegue ancora oggi con convegni e pubblicazioni varie.
Ma vediamo di dare un’idea sintetica del pericolo che comporta la fenomenologia per la religione cattolica.
1. Secondo Marshall McLuhan, la tecnologia elettrica/elettronica ha un effetto ipnotico sulla gente, creando un facsimile diabolico del Corpo Mistico di Cristo (intervista del 1969). McLuhan affermà esplicitamente che Satana era “un grande ingegnere elettronico”. Questa frase spalanca abissi di domande, basti pensare alla diabolica “mistica” del globalismo, potenziata dalla rete globale che è (cit. McLuhan) “un’estensione del sistema nervoso centrale”.
2. La fenomenologia, con la sua teoria del “disvelamento”, è il cavallo di troia per insinuare nella Chiesa questo spirito luciferino e disumanizzante. Scrive il figlio Eric McLuhan in un testo sparito dagli scaffali:
Heidegger sembra ribadire che la realtà si rivelerà quando ogni atto, attraverso lo sfondo della tecnologia elettrica, sarà stato cancellato o relegato nell’ambito delle potenzialità: ciò che dà inizio a quel processo costituisce l’«ambito della libertà». Vale a dire, la libertà dai vincoli materiali è raggiungibile quando, tramite la mimesi, ci sottomettiamo alla tecnologia elettrica. «Se ci apriamo autenticamente all’essenza della tecnica, ci troviamo insperatamente richiamati da un appello liberatore». (Op. cit., p. 26).
Questa docile introiezione della tecnologia moderna abbisogna di un accantonamento assoluto dell’identità individuale o dei valori puramente umanistici: la robotizzazione.
E nella introvabile corrispondenza privata, Marshall scrive:
Il Vaticano II è stato tutta una fioritura di individualismo liberale e una specie di immolazione dell’individuo nella nuova totale immersione nella partecipazione, resa possibile dalla sensazione televisiva del viaggio interiore. Nel momento in cui a gente diviene coinvolta nel profondo, essa perde la propria identità privata e il proprio orientamento. Se la Riforma ha significato l’eliminazione delle gerarchie acustiche e musicali a favore del punto di vista visivo e privato, il Vaticano II è stato il seppellimento di questo individualismo nella palude, che si era appena creata, del solidarismo elettronico e del coinvolgimento totale, come in un film porno in cui si finisce per esser tutti quanti d’un pelo e d’una buccia.
Nell’attesa che la Chiesa faccia (un lontano giorno) chiarezza, lascio al lettore formulare le sue ipotesi
questo il link al commento di Padre Giovanni Cavalcoli.
In calce al commento c’è il link all’articolo di Avvenire
https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/riflessioni-sul-dialogo-interreligioso.html
Alla fine del suo commento Padre Cavalcoli riporta il link all’articolo di Avvenire:
https://www.avvenire.it/agora/pagine/stein-pietra-dinciampo-per-ebrei-e-cristiani
Forse è la categoria del “dialogo” ad essere estranea alla Rivelazione cristiana? Questa parola, nelle Scritture, non esiste. È stato Paolo VI con l’Ecclesiam suam a tirarla in ballo. Certo, l’annuncio suppone anche un dialogo, ma questo dovrebbe essere un mezzo e non un fine. Lo scopo dell’annuncio è la conversione. Il problema è che il “dialogo” nella Chiesa piatconciliare è divenuto fine a sé stesso: si sialoga con gli altri per far vedere al mondo quanto si va d’accordo e quanto ci si rispetta (spesso da una parte sola).
Quel che succintamente va descrivendo non è forse la differenza che passa tra ecumenismo (vero) ed irenismo (una sua distorsione)?
Qual miglior contromossa della contraffazione per nuocere più a lungo e più in profondità?
La parola d’ordine del “Partito del Loglio” è “diffondiamo i nostri surrogati”, “adulteriamo”, “falsifichiamo” “emuliamo”…
Dialogare e camminare: verbi inflazionatissimi nelle modernità della neo-chiesa post concilio fermamente determinata a chiedere perdono a tutti e a inginocchiarsi persino di fronte a pupazzi di legno. Checché i dialoganti ad ogni costo ne vogliano far credere, nessuno spiraglio almeno di diplomatica cortesia nel rapporto con gli ebrei, i quali, rimasti saldamente ancorati al loro rifiuto di Gesù Cristo come Messia, non sono mai apparsi per nulla interessati alla distensione col cristianesimo, tant’è che mi domando a cosa servano le visite dei papi nella sinagoga di Roma, quando quelli, imperterriti (lo ricordo molto bene), come a sottolineare la loro irremovibile distanza da noi cristiani, a fine dell’ultimo incontro col papa di turno, intonarono a gran voce un canto che ribadiva senza se e senza ma la convinta e immutabile attesa del Messia. Non certamente un gesto di gentilezza verso un ospite di quel calibro.
DALL’ARTICOLO: “Del resto anche l’enciclica “Fratelli Tutti” sembra imbevuta della stessa errata interpretazione dei testi conciliari, laddove il messaggio che sembra trasparire è quello di una fratellanza universale all’insegna del motto “tutte le religioni sono uguali perché Dio è uno per tutti”.
FRATELLI TUTTI NON DICE AFFATTO QUESTA ROBA: consiglio all’articolista (o a Cavalcoli) di mettersi gli occhiali e leggere meglio, oltre a scrivere meno scempiaggini.
Ciò posto, un articolo che dovrebbe essere una critica ad un pezzo di Avvenire, dovrebbe almeno rendere edotti i lettori sul contenuto di quel pezzo o contenere un link al pezzo medesimo, oltre che al commento di cavalcoli
Chi è che va dicendo che siamo tutti figli di Dio battezzati o no?