Rupnik, Cresce l’Imbarazzo in Vaticano. Chi Ha Revocato la Scomunica?
18 Febbraio 2023
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, offriamo alla vostra attenzione questo articolo della collega Franca Giansoldati, che ringraziamo di cuore, pubblicato da Il Messaggero sul caso Rupnik, e sulla domanda scottante: chi ha revocato la scomunica al gesuita abusatole di decine di suore, e colpevole di aver assolto una complice in confessionale (scomunica latae sententiae)? Rupnik era stato condannato all’unanimità da una commissione della Dottrina della Fede, ma misteriosamente dopo qualche giorno la pena è stata revocata. È opinione di molti che solo il Pontefice regnante avrebbe potuto farlo; ma manca la conferma ufficiale. Buona lettura e diffusione.
§§§
Città del Vaticano – La presentazione in Vaticano del Messaggio di Quaresima del Papa ha messo a nudo un sistema con le spalle al muro per l’imbarazzante vicenda del gesuita Marko Rupnik, accusato di essere un abusatore seriale di diverse donne, ma poi perdonato inspiegabilmente: chi ordinò di cancellargli la scomunica per il gravissimo reato canonico di assoluzione del complice, un provvedimento eccezionale di competenza della Sede Apostolica ai massimi livelli? Da tempo il giallo resta aperto e nessuno finora ha dato spiegazioni nonostante le domande sconcertate provenienti da tutto il mondo.
Stamattina la questione è stata posta al cardinale gesuita Michael Czerny, prefetto del dicastero dello Sviluppo Umano Integrale, che ha glissato. «Non sono preparato. Mi hanno invitato per la presentazione del messaggio del Papa per la Quaresima, uno non parla così». A fine gennaio, il Pontefice, in una intervista alla Ap, aveva osservato: «Per me è stata una sorpresa davvero. Una persona, un artista di questo livello, per me è stata una grande sorpresa e una ferita».
Intanto il rapporto tanto atteso su come si sono svolte le vicende legate a questo colpo di spugna (che investono in pieno il mondo dei gesuiti, a cominciare dalle vittime che frequentavano gli ambienti spirituali legati alla Compagnia di Gesù) è slittato ancora, probabilmente verrà reso noto solo a fine mese. Chi ha fatto le indagini è stato un gesuita, così come è gesuita il prefetto del dicastero della Dottrina della fede, il cardinale Ladaria che ha tolto la scomunica a Rupnik, in una sequela opaca che allunga ombre persino sul Papa, anch’egli appartenente all’ordine fondato da Sant’Ignazio.
Per la prima volta padre Daniele Libanori, il vescovo gesuita che si per primo si è battuto per fare emergere la verità e affrontare questa vicenda in totale trasparenza e garanzia per le vittime, ha finalmente rotto il silenzio con una intervista al giornale francese La Croix. «Di questo caso ne sono venuto a conoscenza all’inizio del 2021, grazie al mio ruolo di commissario straordinario della Comunità di Loyola. La visita era stata decisa a causa di vari disturbi riscontrati in alcune sorelle. Il 30 ottobre 2020 sono stato nominato dall’arcivescovo di Lubiana, Slovenia, monsignor Stanislav Zore, per assumere il governo di questo istituto di diritto diocesano».
LIbabori ha raccontato a Loup Besmond che durante il suo incontro «con queste 45 suore, nei colloqui individuali, cominciarono a emergere testimonianze sulle azioni di padre Rupnik prima del 1993, prima in accenni velati, poi in racconti espliciti. Questo era il vero motivo della loro divisione: alcune avevano lasciato l’istituto, altre soffrivano ancora, non avendo mai potuto contare su un aiuto professionale per superare il trauma (…) Chiesi quindi alle persone che mi avevano raccontato le loro storie se fossero state disposte a fornire una testimonianza scritta. Diverse suore, così come donne che avevano lasciato l’istituto, accettarono e io potei consegnarle alla commissione d’inchiesta che era stata istituita e affidata al Procuratore generale dei Domenicani».
§§§
Aiutate Stilum Curiae
IBAN
IT79N0200805319000400690898
BIC/SWIFT
UNCRITM1E35
§§§
Condividi i miei articoli:
Categoria: Generale
http://ilsismografo.blogspot.com/2023/02/italia-mons-libanori-rupnik-non-si-e.html?m=1
Rupnick non si e’ mai scusato per il suo comportamento.
Del resto perche’ mai scusarsi? Lui e’ un potente membro della potente Compagnia Di Gesu’ ,che ora e’ piu’ potente ancora dall’ avere un papa gesuita. Di che cosa dovrebbe temere , di che dovrebbe scusarsi?;
Rupnik , l’ orgia del potere .
Non si è scusato ma si è “certamente” pentito, solo che per pudore non l’ha detto. Sempre per pudore, Mons. Libanori attesta che “non ha mai ammesso le proprie responsabilità”.
E poi siamo a Carnevale, “chi siamo noi per giudicare” simili sciocchezzuole
Non so se chi scrive certi commenti si rende conto delle reazioni dei lettori e del fatto che qui parliamo di abusi e sacrilegi gravissimi e reiterati negli anni.
Rupnik si è (solo presumibilmente) pentito, quindi tutto a posto voltiamo pagina. Dopotutto, “non è uno qualunque” e c’è la questione della “sua amicizia col papa” per cui anche se ha abusa per anni di suore assolvendole in confessionale, è una questione “difficile da definire”.
Considerata la GRAVITA’ E NOTORIETA’ del fatto, il minimo che si poteva fare era RENDERE NOTO QUESTO PRESUNTO PENTIMENTO per dare meno scandalo ai fedeli e alle stesse vittime che attendono giustizia e sono tra l’altro delle consacrate. Nel silenzio è altrettanto lecito presumere che il pentimento non ci sia.
Ma se anche questo pentimento tenuto così ben nascosto ci fosse, revocare una scomunica dopo pochi giorni non pare appropriato, anche come monito contro simili comportamenti. Il soggetto andrebbe MESSO ALLA PROVA per un congruo periodo e RIDOTTO ALLO STATO LAICALE (come in altri casi) per prevenire reiterazioni.
Parlando di presunzioni, ne ho una anch’io: che qualcuno qui pensi che le povere suore, visibilmente provate da anni di soprusi, non dovessero denunciare per non dare scandalo e rimanere in orante silenzio e fiduciosa attesa che padre Rupnik andasse in galera da solo. Se mai ci andrà, perché neanch’io so se c’è stata o no una pena.
Signore, fino a quando?
Guardi, io la capisco ma temo che lei faccia un po’ di confusione. Anzitutto pene come la dimissione dallo stato laicale devono arrivare alla fine di un processo e non sulla base della notitia criminis. Al momento (e sempre che non mi sbagli) non mi sembra si sia arrivati ad una sentenza, quindi invocare sanzioni più o meno gravi è assolutamente improprio. Io penso che si debba esigere giustizia sulla base delle notizie che si hanno, ma circa la colpevolezza bisogna sospendere il giudizio fino alla (eventuale) condanna.
Il giornalismo purtroppo non aiuta, anzi ci fa ragionare come animali decidendo senza processo chi è colpevole e chi no. Se non volgiamo essere animali, dobbiamo ragionare diversamente.
Per quanto riguarda la scomunica, questa non è una pena come potrebbe essere la prigione, una multa, la riduzione allo stato laicale ecc: è una pena che esclude la comunione tra il soggetto e la Chiesa. Volendo uno potrebbe anche fregarsene e campare tranquillo lo stesso; il problema è che uno scomunicato non può ricevere i sacramenti e quindi nemmeno confessarsi. Il che significa che rischia grosso di andare all’inferno.
Quindi, mentre può essere giusto chiedere che uno venga chiuso in cella e buttate via le chiavi, sarebbe ingiusto pretendere che il Papa o chi per lui mantenga la scomunica in capo a uno che si è dichiarato pentito. La Chiesa non è fatta per spedire all’inferno, ma per la ragione opposta e anche il peggior criminali ha diritto di mettere a posto il suo rapporto con Dio a prescindere dalle pene temporali.
Bisogna imparare a tenere distinti i due piani, senza cedere ad una confusione creata ad arte da certi esponenti del giornalismo.
Un saluto cordiale.
L
Farebbe meglio a dare dell’animale a chi abusa di suore, fatto ormai giudizialmente accertato. Come sempre ce la si prende col dito non con la luna.
Le suggerisco di leggere prima di replicare, non ho parlato di scomunica perpetua ma (a caratteri cubitali) di un congruo periodo di prova per verificare se l’eventuale “pentimento” (finora presunto e credo immaginario) sia reale.
Mi risulta che un provvedimento ci sia stato, non si può scomunicare qualcuno (o prendere atto di una scomunica latae sententiae) sulla base di semplice notitia criminis. Comunque:
1. C’è una scomunica
2. E’ stata levata probabilmente dal Papa dopo pochi giorni. E’ facilmente prevedibile che non seguirà la sospensione a divinis, e temo fortemente che il P. Rupnik verrà destinato a un tranquillo atelier di pittura lontano dal ciclone.
Spero ci si renda conto dei danni che sta facendo la pastorale dell’insabbiamento
https://uploads.disquscdn.com/images/8a69e0951da73f752f95811ad9f2dc1abfce4a1a21040bc3a91f27315adcaff6.png?w=800&h=583
Dimissione dallo stato laicale???
Per passare … a bestia???
Beh! Per i candidati c’è un’offerta cospicua.
Non ho seguito molto il caso Rupnik, ma non capisco il perché di tante chiacchere sulla revoca della scomunica. Se gli è stata tolta è perché LUI ha chiesto la revoca, e se lui ha chiesto la REVOCA C’È DA CREDERE CHE SI SIA PENTITO. Bisogna essere scettici e bisogna non credere al pentimento dei penitenti? Quando si hanno tutti gli elementi chiari bisogna assolvere il penitente? Il vangelo ci insegna che se una persona ti chiede perdono abbiamo l’obbligo di perdonarla. E poi chi può giudicare con certezza se il penitente è realmente pentito o bleffa? Magari si può discutere sulla pena da infliggere o non inflitta… ma bisogna tener presente che in questo caso la persona in questione non è uno qualunque… Ci si può magari indignare e non condividere la pena (se c’è stata o no, non lo so), ma al di là della sua amicizia col papa, sarà stato difficile definire la questione per chi l’ha trattata.
Caro Don Pietro Paolo, il vero problema è che questi commentatori – per quanto si dicano cattolici e parlino con apparente competenza – non sanno nemmeno bene che cosa sia una scomunica, che funzione abbia e che conseguenze porti anche con riferimento alla vita eterna. La sola consapevolezza che chi muore in stato di scomunica – quindi senza nemmeno aver potuto emendarsi i saramenti – facilmente andrebbe all’inferno, dovrebbe bastare per capire che non stiamo parlando di “gogna”, “prigione”, “ergastolo” o “castrazione chimica”. Usare l’argomento della scomunica per fare i “forcaioli” (o meglio per accusare il Papa di non essere abbastanza forcaiolo) non ha nulla a che vedere con una proposta di esame critico della vicenda ispirata in prospettiva cattolica.
A livello più genericamente giornalistico, la notizia è un bluff, perché la scomunica riguarda il delitto di assoluzione del complice ed è stata rimossa in riferimento a quel delitto; che vi fossero connessioni con abusi non solo non lo ha ancora chiarito nessuno, ma probabilmente neppure rileverebbe.
Sono d’accordo con Don Ciro. Scotta, però, la scomunica e la riduzione a stato laicale di Don Alessandro Minutella. Certo, lui è sempre pungente quando parla, però, anche da tanti altri episodi comprese certe nomine, risulta evidente che José Maria Bergoglio ama circondarsi solo da suoi simili che hanno trasformato la Chiesa cattolica in una grande, banale onlus e che si sono dimenticati del Vangelo. Una nuova protestantizzazione.
Il problema è che Don Minutella non manifesta pentimento e neppure riconosce l’autorità di chi lo ha scomunicato e dovrebbe rimettere la scomunica….
Perché non provare a chiederlo a Don Minutella?!
Son pronto a scommettere che lui vi risponde
Povero Gesù quante crocifissioni sta subendo ancora?
Francamente meglio uscire scomunicato da una chiesa il cui capo cammina con un medaglione col skull and bone al petto.
Anzi meglio uscire da dove rientra kupnik.
Buongiorno dottor Tosatti. Personalmente non credo che la Giansoldati la consideri un “collega”. Indaghi…..
Caro, siamo amici e colleghi da decenni. Cerchi di non dire idiozie. Faccia altro.
Se lo dice lei….
Dottore che cos’è la scomunica “latte sentenzia” ?
Comunque vorrei capire perché sarebbe sbagliato togliere una scomunica, foss’anche latte e caffè. Chiunque abbia tolto una scomunica a un peccatore pentito HA FATTO BENE. Forse da queste parte si ignora cosa significhi “scomunicato” e si crede poco all’inferno. Siete cattolici?
Ciro, non so se siano peggio i correttori automatici o i troll. In talare, finti preti come lei…
Com’è permaloso. Non volevo certo offenderla….ma lei che ne sa di preti finti e veri scusi?
Ne so a sufficienza, dal momento che l’indirizzo da cui afferma di scrivere non esiste. Quindi…
E dire che costui si è più volte spacciato per garante di interpretazioni autentiche di teologia modernista inclusiva dando peraltro ai fedeli scandalizzati l’epiteto (meno inclusivo) di seguaci di satana ed augurando persino delle bastonature sulla loro schiena (molto poco misericordievoli)… Mi ricorda tanto le maledizioni di un noto sedicente mago televisivo, a suo tempo caduto meritatamente in disgrazia.
Che dire: in tal indecorosa maniera cala il sipario su don Ciro. Almeno sinché non inventerà un nuovo nickname ecclesiastico di più alto grado. Ad maiora!
Gentile Tosatti, sono molto lieto di saperlo così potrò dire quello che penso senza scrupoli di coscienza e senza la pistola alla tempia del 403
Caro Federico, è il tratto dei modernisti: parlano di carità e misericordia e nella riga successiva, prendendo il posto di Dio, condannano al pozzo infernale chi aderisce alla fede cattolica
Bravo dott. Tosatti!.. colpito e affondato un altro mitomane buontempone!
@ STEFANO _ Che Don CIRO sia stato colpito dall’avveduto (ed informato) TOSATTI ne sono certa, il dubbio avanza sull’ …. “affondato” : ho l’impressione che il Sig. CIRO ” soffra di protagonismo” vuole (comunque) essere al centro dell’attenzione, probabilmente nella sua parrocchia ….. NON SE LO FILA PIU’ NESSUNO!!!
Nuntio vobis gaudium magnum: habemus Don Cirus ….MAXIMUS
Povero troll! Da quando è stato scoperchiato è scomparso…
Povero DON CIRO: è stato smascherato proprio ……. A CARNEVALE !!!!
Mi sovviene un manifesto: “A Don Ci’…ma n’do sta la tua misericordia?”
@ DON CIRO -” I finti preti” si riconoscono subito, sono quelli che (come lei) indicano come seguaci di satana, destinati all’inferno e “servi dell’Anticristo” coloro che nell’oscurità attuale della Chiesa, cercano, attraverso la fitta nebbia, di seguire la luce divina nonostante chi , garantito da un “DON” che precede il nome, cerca di allontanare i fedeli della fede evangelica come sta facendo lei.
ERRATA CORRIGE: Scusatemi, presa dalla foga dell’annuncio, non ho rispettato l’accusativo del “latinorum” : Habemus Don CIRUM …MAXIMUM (anzicchè Don Cirus Maximus) . Comunque sempre lui è.
Credo che il commento di don Ciro fosse più sul significato della scomunica e sul perché è bene toglierla quando si può. Io vorrei aggiungere un altro dubbio: quella scomunica c’entrava qualcosa con gli abusi? Sarebbe ora che lo dicesse perché notiamo una certa insistenza su un fatto che di strano (di per sé) non avrebbe niente
Sì, era direttamente collegata.
Imbarazzo? In vaticano? Ma per piacere! Per provare imbarazzo per qualcosa prima si dovrebbe avere il senso della propria dignità.
Grazie per la sinteticità dell’articolo.
Sulla nuova bussola quotidiana, in data 17-02-2023 c’è un articolo di Luisella Scrosati in cui ci si domanda che cosa fare delle opere del suddetto Rupnik.
L’unico argomento non trattato dagli articoli e’ la risposta alla domanda : Rupnik si e’ pentito o no ?
Scusa figlio mio, ma ti chi sei per voler sapere se uno si è pentito o no e come fa a saperlo una strillona della nbq? Tu quando ti penti della tua morbosa curiosità?
Se anche si fosse sinceramente pentito e senza bisogno di venirlo a dire a noi, i due pesi e le due misure, l’arbitro e l’arroganza non sono né legge, ne’ misericordia. Cioè non sono nulla di definito. Quindi mancano di autorevolezza e di credibilità. In più mancano anche di autore. Quindi, visto l’oggetto costituito da materia grave, deliberato consenso è piena avvertenza (mortale per lo spirito) non è il caso di di imborghesire nel liberalismo vizioso o di scivolare nel peggior dispotismo autocefalo.
Sa, DON CIRO, è un po’ difficile credere alla genuinità di un pentimento quando questo arriva dopo anni di abusi e solo a seguito di provvedimenti ecclesiastici penalizzanti e diffusione scandalistica a livello di stampa nazionale!
Mi scusi, da donna, io non capisco proprio cosa c’entri se “si e’ pentito o no”, il male fatto resta; o sta suggerendo che se dicesse di essersi pentito puo’ continuare a rimanere dov’e’? Anche quando noi poveri mortali che non godiamo i favori di un Bergoglio, ci accostiamo al confessionale, in base alla gravita’ di quanto commesso, non e’ che finisce tutto li. Il male che e’ stato capace di commettere costui, non lo cancella ne un sedicente pentimento ne una confessione ma solo l’eventuale perdono di ogni singola vittima.
questo non possiamo saperlo, anche se si dichiarasse pentito.!
Berggy il legittimo vicario di Cristo sulla terra. ;)))))