Religione di Stato e Culto Globalista. Mons. Vigano.
18 Febbraio 2023
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, riceviamo e ben volentieri pubblichiamo la trascrizione dell’intervento svolto dall’arcivescovo Carlo Maria Vigano il cui video trovate in collegamento qui sotto. Buon ascolti e buona lettura.
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LA RELIGIONE DI STATO
Alcune osservazioni sul culto globalista
Inoltre obbligò tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi,
a farsi mettere un marchio sulla mano destra o sulla fronte.
Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio,
cioè il nome della bestia o il numero che corrisponde al suo nome.
Ap 13, 16-17
In un interessante intervento su Fox News dal titolo La chiesa dell’ambientalismo (qui), il giornalista Tucker Carlson ha messo in evidenza una contraddizione che a molti può essere sfuggita ma che ritengo estremamente rivelatrice.
Carlson ricorda che la Costituzione Americana vieta la religione di Stato, ma da qualche tempo i governi Dem hanno imposto al popolo americano il culto globalista, con la sua agenda green, i suoi dogmi woke, le sue condanne con la cancel culture, i suoi sacerdoti dell’OMS, i profeti del WEF. Una religione a tutti gli effetti, totalizzante non solo per la vita dei singoli che la praticano, ma anche nella vita nella della Nazione che pubblicamente la confessa, vi adegua le leggi e le sentenze, vi ispira l’istruzione e ogni azione di governo.
In nome della religione globalista i suoi adepti pretendono che tutti i cittadini si comportino conformemente alla morale del Nuovo Ordine Mondiale, accettando acriticamente – e con atteggiamento di devota sottomissione all’autorità religiosa – la dottrina definita ex cathedra dal sinedrio di Davos.
Ai cittadini non è richiesta condivisione delle motivazioni che giustificano le politiche sanitarie, economiche o sociali imposte dai governi, ma un assenso cieco e irrazionale, che va ben oltre la fede. Per questo non è ammesso contestare la psicopandemia, criticare la gestione della campagna vaccinale, argomentare l’infondatezza degli allarmi sul clima, opporre l’evidenza della provocazione della NATO alla Federazione Russa con la crisi ucraina, chiedere indagini sul laptop di Hunter Biden o sulla frode elettorale che ha impedito al Presidente Trump di rimanere alla Casa Bianca, o rifiutarsi di veder corrompere i bambini con le oscenità LGBTQ.
Dopo tre anni di follie incomprensibili a una mente razionale ma ampiamente giustificabili in un’ottica di cieco fideismo, la proposta formulata da una clinica americana di chiedere ai pazienti di rinunciare a parte dell’anestesia per ridurre la propria traccia di anidride carbonica e “salvare il Pianeta” (qui) non andrebbe dunque letta come un grottesco pretesto per ridurre le spese ospedaliere a danno dei pazienti, ma come un atto religioso, come una penitenza da accettare di buon grado, come un atto eticamente meritorio. L’indole penitenziale è indispensabile in questa operazione di conversione forzata delle masse, perché essa controbilancia l’assurdità dell’azione con il premio di un bene promesso: indossando la mascherina (che non serve a nulla) il fedele-cittadino ha compiuto il proprio gesto di sottomissione, si è “offerto” alla divinità (lo Stato? la collettività?); una sottomissione confermata con l’atto altrettanto pubblico della vaccinazione, che ha rappresentato una sorta di “battesimo” nella fede globalista, la iniziazione al culto.
I gran sacerdoti di questa religione giungono a teorizzare il sacrificio umano con l’aborto e l’eutanasia: un sacrificio richiesto dal bene comune, per non sovrappopolare il pianeta, per non gravare sulla Sanità pubblica, per non essere di peso alla previdenza sociale. Anche le mutilazioni cui si sottopongono quanti professano la dottrina gender e la privazione delle facoltà riproduttive indotte dall’omosessualismo non sono altro che forme di sacrificio e di immolazione di sé, del proprio corpo, della propria salute, fino alla vita stessa (assumendo ad esempio una terapia genica sperimentale dimostratamente pericolosa e spesso mortale).
L’adesione al globalismo non è facoltativa: esso è religione di Stato, e lo Stato “tollera” i non praticanti nella misura in cui la loro presenza non impedisce alla società di esercitare questo culto. Anzi, nella sua presunzione di essere legittimato da principi “etici” a imporre ai cittadini ciò che rappresenta un “bene” superiore incontestabile, lo Stato obbliga anche i dissenzienti a compiere gli atti basilari della “morale globalista”, punendoli se non si conformano ai suoi precetti.
Mangiare insetti e non carne, iniettarsi farmaci invece di praticare una vita sana; usare l’elettricità al posto della benzina; rinunciare alla proprietà privata, alla libertà di movimento; subire controlli e limitazioni dei diritti fondamentali; accettare le peggiori deviazioni morali e sessuali in nome della libertà; rinunciare alla famiglia per vivere isolati, senza ereditare nulla dal passato e senza trasmettere nulla ai posteri; cancellare la propria identità in nome del politically correct; rinnegare la Fede cristiana per abbracciare la superstizione woke; condizionare il proprio lavoro e la propria sussistenza al rispetto di regole assurde sono tutti elementi destinati a diventare parte della vita quotidiana del singolo, una vita impostata su un modello ideologico che, a ben vedere, nessuno vuole e nessuno ha chiesto e che giustifica la propria esistenza solo con lo spauracchio di un’apocalisse ecologica indimostrata e indimostrabile. Ciò viola non solo la tanto decantata libertà di religione su cui questa società si fonda, ma vuole condurci per gradi, inesorabilmente, a rendere questo culto come esclusivo, come l’unico ammesso.
La “chiesa dell’ambientalismo” si definisce inclusiva ma non tollera il dissenso e non accetta di confrontarsi dialetticamente con chi ne mette in discussione i dettami. Chi non accetta l’antivangelo di Davos è ipso facto eretico e va pertanto punito, scomunicato, separato dal corpo sociale, considerato nemico pubblico; va rieducato a forza, sia con un martellamento incessante dei media, sia tramite l’imposizione di uno stigma sociale e di vere e proprie forme estorsive del consenso, ad iniziare da quello “informato” per sottoporsi contro la propria volontà all’obbligo vaccinale e continuando nella follia delle cosiddette “città di 15 minuti”, peraltro dettagliatamente anticipate nei punti programmatici dell’Agenda 2030 (che sono in definitiva canoni dogmatici al contrario).
Il problema di questo inquietante fenomeno di superstizione di massa è che questa religione di Stato non è stata imposta de facto solo negli Stati Uniti d’America, ma si è diffusa in tutte le Nazioni del mondo occidentale, i cui leader sono stati convertiti al verbo globalista dal grande apostolo del Great Reset, Klaus Schwab, autoproclamatosi “papa” e pertanto investito di un’autorità infallibile e incontestabile. E come nell’Annuario Pontificio possiamo leggere l’elenco dei Cardinali, dei Vescovi e dei Prelati della Curia Romana e delle Diocesi diffuse nel mondo, così sul sito del World Economic Forum troviamo la lista dei “prelati” del globalismo, da Justin Trudeau a Emmanuel Macron, scoprendo che appartengono a questa “chiesa” non solo i Presidenti e i Primi Ministri di molti Stati, ma anche numerosi funzionari, capi di enti internazionali e delle maggiori multinazionali, dei media. A costoro vanno aggiunti anche i “predicatori” e i “missionari” che operano per la diffusione della fede globalista: attori, cantanti, influencer, sportivi, intellettuali, medici, insegnanti. Una rete potentissima, organizzatissima, diffusa capillarmente non solo ai vertici delle istituzioni, ma anche nelle università e nei tribunali, nelle aziende e negli ospedali, negli organismi periferici e nei municipi locali, nelle associazioni culturali e sportive, sicché risulta impossibile sfuggire all’indottrinamento anche in una scuola primaria di provincia o in una piccola comunità rurale.
Sconcerta – me ne darete atto – che nel numero dei convertiti alla religione universale si possano contare anche esponenti delle religioni mondiali, e tra costoro addirittura Jorge Mario Bergoglio – che pure i Cattolici considerano capo della Chiesa di Roma – con tutto il codazzo di ecclesiastici a lui fedeli. L’apostasia della Gerarchia cattolica è giunta a rendere culto all’idolo della Pachamama, la “madre Terra”, personificazione demoniaca del globalismo “amazzonico”, ecumenico, inclusivo e sostenibile. Ma non fu proprio John Podesta a caldeggiare l’avvento di una “primavera della Chiesa” che ne sostituisse la dottrina con un vago sentimentalismo ambientalista, trovando pronta esecuzione ai suoi auspici nell’azione coordinata che portò alle dimissioni di Benedetto XVI e all’elezione di Bergoglio?
Ciò a cui assistiamo non è altro che l’applicazione all’inverso del procedimento che ha condotto alla diffusione del Cristianesimo nell’Impero Romano e poi in tutto il mondo, una sorta di rivincita della barbarie e del paganesimo sulla Fede di Cristo. Quanto cercò di fare Giuliano l’Apostata nel quarto secolo, ossia di ripristinare il culto degli dei pagani, oggi viene perseguito con zelo da nuovi apostati, tutti accomunati da un “sacro furore” che li rende tanto pericolosi quanto più sono convinti di poter riuscire nei loro intenti in ragione dei mezzi sterminati di cui dispongono.
In realtà questa religione non è altro che una declinazione moderna del culto di Lucifero: la recente performance satanica ai Grammy Awards sponsorizzata da Pfizer è solo l’ultima conferma di un’adesione a un mondo infernale che sinora era stata taciuta perché considerata ancora inconfessabile. Non è un mistero che gli ideologi del pensiero globalista sono tutti indistintamente anticristiani e anticlericali, significativamente ostili alla Morale cristiana, ostentatamente avversi alla civiltà e alla cultura che il Vangelo ha plasmato in duemila anni di Storia. Non solo: l’odio inestinguibile verso la vita e verso tutto ciò che è opera del Creatore – dall’uomo alla natura – rivela il tentativo (quasi riuscito, ancorché delirante) di manomettere l’ordine del Creato, di modificare piante e animali, di mutare lo stesso DNA umano tramite interventi di bioingegneria, di privare l’uomo della sua individualità e del suo libero arbitrio rendendolo controllabile e addirittura manovrabile tramite il transumanesimo. In fondo a tutto questo, vi è l’odio di Dio e l’invidia per la sorte soprannaturale che Egli ha riservato agli uomini redimendoli dal peccato con il Sacrificio della Croce del Suo Figlio.
Questo odio satanico si esprime nella determinazione a rendere impossibile ai Cristiani di praticare la propria religione, di vederne rispettati i principi, di poter portare il proprio contributo nella società e, in definitiva, nella volontà di indurli a compiere il male, o quantomeno di far sì che essi non possano compiere il bene, né tantomeno diffonderlo; e se lo compiono, di stravolgerne le motivazioni originali (amore di Dio e del prossimo) pervertendole con pietose finalità filantropiche o ambientaliste.
Tutti i precetti della religione globalista sono una versione contraffatta dei Dieci Comandamenti, una loro grottesca inversione, un osceno capovolgimento. In pratica, costoro usano gli stessi mezzi che la Chiesa ha usato per l’evangelizzazione, però con lo scopo di dannare le anime e sottometterle non alla Legge di Dio, ma alla tirannide del demonio, sotto il controllo inquisitoriale dell’antichiesa di Satana. In quest’ottica si inserisce anche la segnalazione dei gruppi di fedeli Cattolici tradizionali da parte dei servizi segreti americani, confermando che l’inimicizia tra la stirpe della Donna e quella del serpente (Gen 3, 15) è una realtà teologica in cui credono anzitutto i nemici di Dio, e che uno dei segni della fine dei tempi è proprio l’abolizione del Santo Sacrificio e la presenza dell’abominazione della desolazione nel tempio (Dn 9, 27). I tentativi di sopprimere o limitare la Messa tradizionale accomunano deep church e deep state, rivelando la matrice essenzialmente luciferina di entrambe: perché entrambe sanno benissimo quali siano le Grazie infinite che si riversano sulla Chiesa e sul mondo con quella Messa, e le vogliono impedire perché non intralcino i loro piani. Ce lo dimostrano essi stessi: la nostra battaglia non è soltanto contro creature di carne e sangue (Ef 6, 12).
L’osservazione di Tucker Carlson evidenzia l’inganno a cui siamo quotidianamente sottoposti dai nostri governanti: l’imposizione teorica della laicità dello Stato è servita a eliminare la presenza del vero Dio dalle istituzioni, mentre l’imposizione pratica della religione globalista serve per introdurre Satana nelle istituzioni, con lo scopo di instaurare quel distopico Nuovo Ordine Mondiale in cui l’Anticristo pretenderà di essere adorato come un dio, nel suo folle delirio di sostituirsi a Nostro Signore.
I moniti del Libro dell’Apocalisse prendono sempre maggior concretezza, quanto più prosegue il piano di sottoporre tutti gli uomini ad un controllo che impedisca qualsiasi possibilità di disobbedienza e di resistenza: solo ora comprendiamo cosa significhi non poter comprare né vendere senza il green pass, che altro non è se la versione tecnologica del marchio con il numero della Bestia (Ap 13, 17).
Ma se non tutti sono ancora pronti a riconoscere l’errore di aver abbandonato Cristo in nome di una libertà corrotta e ingannevole che nascondeva inconfessabili intenti, ritengo che oggi molti siano pronti – psicologicamente ancor prima che razionalmente – a prendere atto del colpo di stato con il quale una lobby di pericolosi fanatici sta riuscendo a prendere il potere negli Stati Uniti e nel mondo, determinata a compiere qualsiasi gesto, anche il più sconsiderato, pur di mantenerlo.
Per uno scherzo della Provvidenza, la laicità dello Stato – che di per sé offende Dio in quanto Gli nega il culto pubblico cui Egli ha sovrano diritto – potrebbe essere l’argomento con cui porre fine al progetto eversivo del Great Reset. Se gli Americani – e con loro i popoli di tutto il mondo – sapranno ribellarsi a questa conversione forzata, pretendendo che i rappresentanti dei cittadini rispondano del proprio operato ai titolari della sovranità nazionale e non ai capi del sinedrio globalista, sarà forse possibile porre un freno a questa corsa verso l’abisso. Ma per farlo occorre la consapevolezza che questa sarà solo una prima fase nel processo di liberazione da questa lobby infernale, al quale dovrà seguire la riappropriazione di quei principi morali propri al Cristianesimo che costituiscono le basi della civiltà occidentale e la più efficace difesa contro la barbarie del neopaganesimo.
Da troppo tempo i cittadini e i fedeli subiscono passivamente le decisioni dei loro leader politici e religiosi, dinanzi all’evidenza del loro tradimento. Il rispetto dell’Autorità si basa sul riconoscimento di un fatto “teologico”, ossia della Signoria di Gesù Cristo sui singoli, sulle Nazioni e sulla Chiesa. Se coloro che rivestono l’autorità nello Stato e nella Chiesa agiscono contro i cittadini e contro i fedeli, il loro potere è usurpato, e la loro autorità nulla. Non dimentichiamo che i governanti non sono i proprietari dello Stato e i padroni dei cittadini, esattamente come il Papa e i Vescovi non sono i proprietari della Chiesa e i padroni dei fedeli. Se essi non vogliono essere per noi come padri; se non vogliono il nostro bene e anzi fanno di tutto per corromperci nel corpo e nello spirito, è ora di scacciarli dai posti che ricoprono e di chiamarli a rispondere del loro tradimento, dei loro crimini, delle loro scandalose menzogne.
Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
16 Febbraio 2023
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Categoria: Generale
Una cosa è certa: il buon cristiano è in fuga dal Vaticano, s’intende quello occupato dalla setta eretica modernista.
Mi pongo sempre più spesso una domanda: Bergoglio è chiaramente modernista, ma gli altri 5 pontefici dove si collocano? E tutti i cardinali e vescovi che non arrivano certo da Marte, ma hanno reso possibile la deriva cattoprotestante della Chiesa dove si collocano?
Caro Margotti, si potrebbe rispondere con il noto proverbio “di buone intenzioni sono lastricate le vie dell’interno”. Credo sia paradigmatica la vicenda umana di Joseph Ratzinger, Benedetto XVI, dapprima fautore del rinnovamento conciliare e poi testimone della profonda crisi della Chiesa, a cui, ex multis, ha cercato di porre una pezza con il motu proprio che ha reso nuovamente possibile la celebrazione e la partecipazione alla messa antica. Rispondere in modo completo alla sua domanda significa prendere in mano la Storia civile e della Chiesa, almeno a decorrere dal Concilio Vaticano II, anche se “l’offensiva della Modernità”, più precisamente la prima importante frattura tra tradizione e modernità va ricercata nella rivoluzione francese, che è passata dalla decapitazione del sovrano, all’ordine borghese dei girondini, al terrore giacobino, alla violenta repressione in Vandea -forse sarebbe più opportuno chiamarla “guerra civile”- che termina, almeno dal punto di vista politico, con il culto dell'”albero della ragione”. Qui la rivoluzione trova suo pieno compimento, la polarità della bussola è ribaltata: l’Uomo, attraverso tale Idolo, pare non riconoscere altro sovrano che se stesso. E’ l’anticipo di ciò che stiamo vivendo oggi. A tale offensiva corrispondono, ex multis, le apparizioni mariane di La Salette e Lourdes, che possono essere lette, in una prospettiva storica e teologica, come la controffensiva di Colei che vede scalzare le fondamenta cristiane del vivere e vuole difendere i suoi figli dalla dannazione eterna.
REFUSO
Ovviamente “le buone intenzioni riempiono le vie dell’INFERNO”. Mi scuso per l’errore.
REFUSO
Ovviamente: “le buone intenzioni riempiono le vie dell’INFERNO”. Mi scuso per l’errore.
Mi imbatto fortuitamente in un commento di Forum, che si lamenta, anzi si lagna a ogni piè sospinto di essere insultato ed emarginato (si facesse qualche domanda), e che mi tira in ballo definendo i miei interventi come “sproloqui”.
Beh, è vero che un Matto non può che sproloquiare, di fronte al cantasilenare granitico e monotono di un fondamentalista.
Sempre cordialmente.
La maleducazione non è accettabile in nessun caso. E non giova agli argomenti di chi se ne fa promotore
Come sempre monsignor Viganò fa un’analisi lucida e reale della terribile situazione in cui ci troviamo. A volte sono lì lì per essere presa da disperazione, soprattutto pensando a mia figlia ed ai miei nipoti, solo la fede e la preghiera possono darmi conforto e speranza.
Ineludibile una domanda: come mai l’arttuale Regnante e gran parte della gerarchia tacciono su tutto ciò?
MiL ha pubblicato qualcosa di bello e utile per la vita spirituale ed ecclesiale:
http://blog.messainlatino.it/2023/02/preghiera-per-la-devozione-privata.html
E’ una preghiera per la devozione privata chiedendo l’intercessione del Santo Padre Benedetto XVI!
Scacciarli si ma a calcinculo per primo il “sedicente “.
Ci sarebbe anche da fargli pagare la tassa di soggiorno al s.Marta un pedatone extra a saldo.
Sua Eccellenza scrive: “è ora di scacciarli dai posti che ricoprono”.
Bene. Mi chiedo: che suggerisce, Monsignore? Il Popolo di Dio deve usare i forconi? Quali armi ritiene opportune, un Arcivescovo di Santa Romana Chiesa, per addivenire allo scopo che Ella ritiene fondamentale? In che modo il Popolo di Dio è chiamato a difendere Dio, Patria e Chiesa? Insorgendo? Iniziando una guerra? Ma questa è già alle porte, Monsignore! Scismando? Ma anche in questo siamo già molto avanti, purtroppo!
Quindi che vogliamo fare? Sui fuochi, vogliamo metterci più benzina o, Dio volesse, il “sale” della terra?!
E poi, può il Popolo di Dio portare ancora per molto tutti quei pesi che gli vengono ingiustamente posti sulle spalle, arrivando ad influenzarne la corretta postura e financo deformandone l’ossatura!?
Cristo al centro!
PS: L’unica cosa che certa “Coscienza Maschile” dimostra, ficcandosi sotto le gonne di Mons. Viganò – utili come la tela di un ragno per catturare solo mosche di primo pelo! (chi ha orecchi per intendere, intenda) -, è che la tutina da SuperTrad-man non gli s’infila proprio. Si sgonfi e poi ritenti😁
1. Occhi Aperti (?) mi scongiura in privato di non contestare gli sproloqui del Matto palesemente la fede, affermando di non essere d’accordo con lui
2. Almeno un sacerdote che si sforza di attribuire ai tradizioalisti comportamenti eretici e scismatici, interloquisce col Matto chiudendo due occhi su quanto dice e ripete contro i fondamenti della Fede cattolica, ad esempio sulla Chiesa non può pretendere di conoscere la verità della fede
3. Occhi Aperti difende senza riserve questi sacerdoti ma non Mons. Viganò
4. Occhi Aperti si schiera ormai apertamente anche col Matto e calunnia cristianamente un cattolico tradizionale attribuendogli menzogne, vizi, familiarità con prostitute, nel preciso momento in cui esorta alla carità e a seguire lo Spirito Santo (con cui pare abbia filo diretto).
A questo punto il lettore anche più distratto si sarà fatto un’idea di cosa succede nella Chiesa oggi, ad ogni livello
Aggiungo che questo squallido indegno spettacolo, di un uomo tra l’altro avanti con l’età, non è riservato agli autori degli articoli, che dicono cose talora molto più pesanti. Tipico atteggiamento di tanti “buoni cattolici” senza argomenti, che però non porterà fedeli al Novus Ordo, da cui manifestamente scappano, né vuoterà parrocchie tradizionali come la mia, sempre più affollata dei suddetti fedeli “in fuga” (forse anche da soggetti come Occhi Aperti)
La resistibile ascesa di culto mondialista in Vaticano retto da un presunto papa!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
Il lettore avveduto avrà notato che, laddove Mons. Viganò intepreta la politica presente secondo categorie teologiche, altri abusano della teologia per far politica. Arrivando a chiamare a testimone lo Spirito Santo per i loro scopi ideologici.
L’inclusività, avverte Monsignore, è intollerante con rovesciamento di significato tipico del nostro tempo e di certa Chiesa.
Si rifiuta il confronto dialettico perché si sa di non avere argomenti, per cui si “trolla” (non solo sui blog) calunniando le persone (v. Francescani dell’Immacolata) e rispolverando, in tanto oblio di elementari dottrine di fede, la parola eresia da applicare soltanto a chi è ancora cattolico.
La cifra riconoscibile di chi sta dalla parte del mondo e del potere è il sentimentalismo: “l’amore, la bontà, la carità” nominati a sproposito.
Con riserva di andare più a fondo in determinate questioni, se certo andazzo nei commenti dovesse continuare