Giussani: Guai a Certa Teologia Ancella e Serva della Cultura Egemone…
7 Febbraio 2023
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, un sacerdote amico fedele del nostro blog offre alla vostra attenzione queste parole di don Luigi Giussani, particolarmente attuali in questi tempi così tempestosi per la Chiesa. Buona lettura, meditazione e condivisione...
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UN LUCIDO GIUDIZIO SULLA CHIESA POST CONCILIARE
Mons. Luigi Giussani, il fondatore di Comunione e liberazione, “non ha dubbi: in questi anni i cattolici sono chiamati a schierarsi, e a battersi per il futuro stesso del cristianesimo. E gli avversari non stanno più soltanto fuori; ma i più insidiosi si anniderebbero anche dentro la Chiesa.
“Oggi – dice testualmente – siamo tornati a una situazione simile a quella in cui visse sant’Ambrogio, quando quasi tutta la Chiesa sembrava divenuta ariana”. L’arianesimo – sarà bene ricordarlo
– è l’eresia che declassa il Cristo, – riducendolo a un uomo eccelso, ma non della stessa sostanza del Padre.
Un ritorno all’arianesimo, ma anche il ritorno di un’altra eresia: il pelagianesimo.
Dunque, la negazione del peccato originale, la relativizzazione dell’importanza di battesimo, grazia, penitenza, preghiera. “Insomma afferma don Giussani – circola nella Chiesa un miscuglio di antiche eresie presentate da qualcuno come cose nuove. C’è un battere continuo sulla sola ragione, intesa però in senso illuministico, come la mia opinione, come ciò che in quel momento sembra a me vero.
È qui, soprattutto, che vedo in azione un processo che insidia mortalmente il cattolicesimo di oggi: il pericolo di una protestantizzazione, per cui la Chiesa non è più la struttura di salvezza in cui continua a vivere Cristo, il quale parla attraverso il Magistero, ma è un club di lettori dello stesso libro.
Il processo degenerativo è oggi rilevante. Ai tempi della Riforma, almeno Italia, Spagna, Portogallo restarono saldamente cattoliche. Ora lo spirito protestante serpeggia un po’ ovunque”.
Non c’è qui, io dico (V. Messori, l’intervistatore – ndr), una scarsa attenzione allo spirito ecumenico che il Concilio ha tanto raccomandato?
“Niente affatto – risponde l’intervistato. Ho grande stima per l’esperienza protestante. Ma questo non impedisce di deprecare l’infiltrazione nel cattolicesimo di atteggiamenti estranei alla sua natura: e il protestantesimo è tra questi. Oltretutto (il protestantesimo – ndr) è un cristianesimo ridotto a sola Parola, a sola lettura della Bibbia, non più visto e vissuto come realtà… Per giunta la Parola cui è ridotto è sfracellata da una esegesi biblica che ha fatto dell’intelligenza illuministica il suo nuovo idolo”.
“Della confusione in cui è stata gettata la Chiesa – continua a dire don Giussani -, soprattutto a danno dei membri più semplici e indifesi, sono responsabili certi teologi con la loro leggerezza e il loro terrore di non essere graditi, alla moda, accettati, applauditi. Da un lato la ricerca teologica aveva, come sempre nella Chiesa, un suo preciso diritto.
Dall’altro lato la divulgazione teologica – su giornali e libri – è stata maneggiata in modo irresponsabile, quando non strumentalizzata, come sfogo intemperante, come autoaffermazione vanitosa…
Ciò che rimproveriamo a certa teologia post-conciliare è l’avere scelto di essere subalterna alla cultura laicista; di essersi fatta, e volontariamente, cortigiana e serva della mentalità egemone.
E non si accorgono che quel laicismo che mette loro tanta soggezione e bisogno di riverirlo, è in agonia, assieme a tutta la modernità nata dall’illuminismo settecentesco…
(V. Messori, Inchiesta sul cristianesimo).
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Tag: chiesa, concilio, giussani
Categoria: Generale
Come affermò Karl Marx Lutero “ha trasformato i preti in laici, trasformando i laici in preti”.
Qui mi sembra che ci si fermi alla prima proposizione, esecrandola, ma c’è anche la seconda che è altrettanto vera e va nella direzione, credo, auspicata da chi scrive.
Forse proprio questo Giussani ammirava dell’esperienza protestante e a mio parere c’è molto di buono nella “laicizzazione”, moderata si intende, della Chiesa.
Che bello che i sacerdoti scrivano!
Il “virtuale” non è forse nuova terra di missione?
– In quanto a don Giussani, come non essere pienamente d’accordo su tutto quanto vien riportato?
Salvo dover osservare che…oggi CL è insidiata (e assediata!) dall’interno così come lo è Santa Madre Chiesa.
E’ come se ciò che avvenisse nel macrocosmo ecclesiale si replicasse, in scala ridotta, in ogni microcosmo ad esso legato. Le “parti”, insomma, stanno per la realtà del “corpo” intero.
E questo improvviso ridestarsi di vecchie eresie, come può non far pensare alla figura di San Domenico di Guzmàn?
Fu l’Apostolo del Santo Rosario!
La sua missione si svolse tra diversi movimenti ereticali della sua epoca; in particolare lo si ricorda per la sua pacifica lotta al catarismo, in auge anche oggi, tra l’altro.
Fu proprio durante la sua permanenza a Tolosa per via dei catari che, secondo il beato Alano de La Roche, ebbe in visione la Vergine Santissima, la quale gli additò il rosario come la preghiera più potente per combattere le eresie senza alcun bisogno della violenza.
San Domenico obbedì e alla corona affiancò l’arma della predicazione. Per questo i Domenicani sono conosciuti anche come l’Ordo Praedicatorum.
Ne viene – come detto apertamente da diversi santi – che senza la Vergine Santissima e il Santo Rosario non c’è soluzione alle eresie.
San Luigi Maria Grignion de Monfort, nel suo “Trattato della vera devozione a Maria” ebbe a dire:
“Siccome è solo Maria, dice la Chiesa e lo Spirito Santo che la guida, che ha distrutto tutte le eresie: “Tu sola cunctas haereses interemisti in universo mundo”; benché i critici borbottino, mai un fedele devoto di Maria cadrà nell’eresia o nell’illusione almeno formale; potrà errare materialmente, prendere la menzogna per la verità, e lo spirito maligno per il buono, sebbene più difficilmente di un altro; ma conoscerà presto o tardi il suo sbaglio e il suo errore materiale; e quando lo conoscerà, non si ostinerà in alcun modo a credere e a sostenere ciò che aveva creduto vero.”
Il punto è, allora, – giudicando dalla grave situazione in cui ci troviamo-, comprendere bene cosa sia la VERA devozione alla Madonna…
E’ bello che i sacerdoti scrivano… a seconda di cosa scrivono. Purtroppo lo stato sacerdotale non garantisce automaticamente la ragione.
Mi pare che qui Giussani dica il vero, un po’ tra le righe.
Il che fa dimenticare la proclamata ammirazione per l’esperienza protestante, al punto che chiamò uno dei suoi libri Tischreden in omaggio a Lutero…
“E’ bello che i sacerdoti scrivano… a seconda di cosa scrivono” e vale anche per i commentatori, direi.
Nella fattispecie, non mi pare proprio che l’anonimo sacerdote avesse intenzione di canonizzare Giussani nè tanto meno Lutero.
Io il bicchiere l’ho visto mezzo pieno.
Saluti, Forum!
Già, vale anche per i commentatori specialmente quelli maleducati che danno, per esempio, dell’impotente a chi non è d’accordo.
Non di mezzi bicchieri ha bisogno la Chiesa, ma di santi sacerdoti dalla solida e chiara dottrina (requisito quest’ultimo fondamentale secondo il santo sacerdote, che fu strumento della mia immeritata conversione).
Don Giussani alternava lucide analisi come questa a insistenti richiami al protestantesimo (verso il quale ribadisce anche qui la sua ammirazione). Non credo che la Chiesa abbia bisogno di simili ambivalenze.
Ma un tempo controverso sacerdote cui attribuirono frode spirituale e persino vile distrazione di fondi, un giorno disse: “Non mi abituerò mai alla nuova Messa”.
Era Padre Pio da Pietralcina, che oggi veneriamo come Santo
Carere debet omni vitio qui in alterum dicere paratus est.
Se le riesce, una buona prosecuzione di giornata, Forum!👋
Io però dei suoi vizi, veri o presunti, non mi occupo, lei invece insinua senza freni. Cosa le ho fatto? O forse dovrei chiedere cosa ho fatto a quei soggetti di cui assume la difesa d’ufficio?