La Chiesa in Crisi, e i Preti in Discussione.
30 Gennaio 2023
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, riceviamo dal direttore de Il Borgo di Monopoli, Vitantonio Marasciulo, questa riflessione sulla Chiesa e i sacerdoti oggi, e la offriamo alla vostra attenzione. Buona lettura e condivisione.
§§§
La Chiesa in crisi. Preti in discussione.
“Chi chiude un occhio causa dolore, chi riprende a viso aperto procura pace” (Salomone).
Prendo le mosse da questa massima, non certo per rendere la penna una frusta, ma consapevole che vi è un grande non detto nella Chiesa, che va espresso con il dovuto rispetto. Per sviluppare il delicato tema ci aiutano degli interrogativi, divenuti, ma non troppo retorici.
La Chiesa dei ministri e dei fedeli è in crisi? La Chiesa è diventata ufficio di servizi? Le Chiese sono vuote? Il Sinodo in corso, “Comunione, partecipazione, missione”, può bastare a curare la crisi della Chiesa?
Si parla tanta, (a do di petto), che i sacerdoti non sono vicini ai poveri, ai fragili, ai malati. Che sono invischiati in scandali, comodità, agi; contaminati di ideologia, di modernismo, indeboliti per il Potere… che distrae dal focus dovuto allo Spirito Santo. A dire il vero chi non ne è contaminato?
Il terreno dei valori su cui si cammina è sdrucciolevole: permissivismo, individualismo aggressivo e competitivo, l’apparire sull’essere, l’Io che si fa dio. All’angolo, il silenzio, la contemplazione, la preghiera, l’ascolto, non posti a fuoco per testimoniare al meglio la carità.
Di interrogativi ce ne sarebbero, ma bastano quelli posti, per interrogare la coscienza e il cuore dei fedeli e dei sacerdoti, di coloro che hanno la responsabilità di guidare le anime e di far amare Cristo e la Croce.
Dopo questo serrato treno di interrogativi, una premessa di chiarezza è d’obbligo: che il presente articolo vuole esprimere solo un punto di vista, giusto o sbagliato che sia, che il SISTEMA che regge la Chiesa è in crisi, non si concilia con la sapienza della croce.
Sia chiaro, non si vuole mettere in pericolo le cose sacre e tanto meno oscurare i preti, anzi la solidarietà prima di tutto, perché la loro crisi è anche la nostra crisi. Il presente scritto è anche figlio del fatto che nella Chiesa il confronto franco e arricchente non sempre è raggiunto, anzi è raro. Esprime inoltre quanto sia grande il desiderio di un sano e autentico confronto con i ministri, per una Chiesa più vicina alla sapienza della croce e meno al potere, al modernismo, all’ideologia.
Veniamo al punto. Se dicessi che i preti non sono in crisi, derubricando la crisi ad un fatto normale, ci potrebbe stare, ma fino ad un certo punto. Se dicessi, per esempio, che l’EUCARISTIA oggi è vissuta e partecipata, sarei credibile? Se dicessi che la liturgia Eucaristica segna il fiato lungo, contaminata dal ristagno, dalla consuetudine, da riti e atti senz’anima con atmosfere di distrazione, finanche di noia e sonnolenza, sarei credibile? Se dicessi che certe omelie non scalfiscono più di tanto, in quanto non comparate con il profondo dolore che scoppia nei cuori delle persone per le emergenze continue, per le guerre continue, ma anche guerre interne; che hanno disperso la speranza, sarei credibile? Dov’è il sacerdote con il grembiule? “Della Chiesa in uscita”, tanto cara a papa Francesco?
Il lettore mi permetta un fuori onda. Se fossi un Vescovo o Rettore di Seminario, avrei fatto fare ai futuri sacerdoti un apprendistato di formazione fra i poveri, fra gli emarginati, fra le solitudini e le incomprensioni del mondo. Li avrei inviati ad incarnare Fratel Biagio Conte, deceduto di recente in odore di santità; li avrei inviati per uno stage nei paesi dei cuori abbandonati, non solo in Africa.
Già, “Chiesa in uscita”. Nel tessuto sociale c’è un dato inconfutabile. Che il territorio della parola è lastricato di lamentele, di delusioni, di sconforto, che sottotraccia esprimono l’insoddisfazione per quello che non è, di vivere il bene, il bello, il giusto.
Se nella Chiesa ci fosse uno sportello invisibile, l’osservazione più gettonata potrebbe essere quella: “che i parroci fanno fatica a rendersi disponibili all’ascolto, col cuore”. Si sa, che la vera prova del nove dell’ascolto, è il dolore, l’incomprensione, le solitudini, le malattie. Se fosse il contrario, le Chiese sarebbero invece frequentate dai giovani, dagli sfiduciati, dai disperati.
I ministri di Dio sanno certamente quanto l’ascolto misericordioso sia di aiuto per gli ultimi, perché negli ultimi si nasconde Dio. Eppure fuori dalla Chiesa c’è un esercito di smarriti, di insoddisfatti, di abbandonati; un esercito di incompresi, di vittime di abusi e ingratitudini. Ha un senso se in avanti è stato detto che nella società il terreno della parola è lastricato di lamentele? Di quella tanta umanità che non trova quella valvola di sfogo nel confronto con i sacerdoti al punto da gonfiare di delusione i cuori, entro cui sono sospese le sofferenze, perché alla fine la domanda è: “Servirebbe a qualcosa se si dicesse al parroco tal dei tali, al vescovo tal dei tali, come stanno le cose?”. Anzi spesso si assiste che coloro che hanno da avanzare delle osservazioni di sofferenza nei confronti dei preti, risultino poi non avere quella dignità che meriterebbero.
Di fronte a queste lamentele, di contro c’è un’altra verità, che la Chiesa cresce grazie al confronto nelle assemblee, nelle riunioni, negli incontri sinodali. Ma siamo sicuri che cresce? Siamo sicuri che c’è un rinnovato equilibrio che invetera nuove relazioni, servizi, collaborazioni e sani rapporti con i parroci e con i vescovi? Siamo sicuri che la crescita che si vuole palesare, porterebbe ad influenzare il cuore, vera bilancia di un rinnovato credo e sviluppo?
Dicevamo in avanti che la crisi della Chiesa è un fatto normale, ma non troppo. Prendiamo i Seminari. E’ lecito porli in discussione, insieme ai ministri del sacro, non per castigarli, ma alla luce di una finalità di beneficio e di aiuto vicendevole che faccia crescere in Cristo?
Tempo fa, nell’autunno scorso, all’Abbazia benedettina di Noci (Bari), ci fu un incontro in cui partecipò, don Luigi, Maria Epicoco, noto teologo e filosofo al quale va la gratitudine e il plauso degli italiani e non solo, per l’efficace missione con cui porta in giro la parola di Dio, sia in presenza che sui social. Alla fine di quell’evento mi avvicinai per congratularmi, non senza dirgli, (l’estrapolo dal contesto): “I preti sono in crisi”. Mi guardò, mi fece un mezzo sorriso, come per dire che stai dicendo? Nel mentre ci stringemmo la mano, gli chiesi un indirizzo email. L’ottenni. Non persi tempo e gli inviai le ragioni di quell’affermazione, non disgiunta dal dirgli che la Chiesa potrebbe crescere di più se, se e se. Sia chiaro non è che chi scrive sia un oracolo. Ma rappresenta solo un punto di osservazione e in quanto tale non esaustivo. Sebbene, ed è possibile, avessi detto una idiozia, non ho ricevuto nessuna risposta via email. L’aspetto ancora. Anzi gradirei che qualcuno dei ministri di Dio mi rispondesse.
Un altro interrogativo sale alla coscienza. Vi sono vie d’uscita alla crisi della Chiesa e dei sacerdoti?
La risposta la giro allo Spirito Santo. Lui solo sa. Che garantisce che il male non prevarrà sulla Chiesa. Tuttavia, qualcosa si potrebbe dire: se chiedessimo ai fedeli e non, un giudizio generale sulla Chiesa, il quadro sarebbe ambivalente: da una parte una Chiesa centrata su Cristo e sulla croce, con al bando il modernismo e l’ideologia (parte minoritaria); dall’altra, una Chiesa con Cristo vestito appunto di modernismo e di ideologia, (parte maggioritaria). E visti i veleni presenti in Vaticano ed anche nelle periferie, farei peccato se dicessi che oggi la Chiesa rischierebbe di diventare una caricatura di Cristo? Anche alla luce dei tanti buchi oscuri (Emanuela Orlandi per esempio). Alla luce degli scandali… posti sotto il tappeto, che fervono e spingono verso l’alto per uscire dal vaso di pandora. Alla luce delle divisioni sempre più in agguato e sotto traccia, nondimeno della Chiesa tedesca, la più forte in Europa, dichiaratasi pro modernista e favorevole alle riforme. Le divisioni a dire il vero ci sono sempre state nella Chiesa, ma questa volta sembrerebbero giunte ad un tragico limite, oltre il quale la strada presenta un enorme burrone. Tale rischio, permettetemi, è stato già annunciato dalle apparizioni della Madonna a Fatima, a Garabandal, a Medjugorje.
Cari lettori, preghiamo la Madonna che aiuti i sacerdoti e il popolo di Dio a ritrovare il senso della fede. L’umanità oggi ha tanto, ma tanto bisogno di sacerdoti col cuore caldo in Cristo e per Cristo.
Vitantonio MARASCIULO
§§§
Aiutate Stilum Curiae
IBAN
IT79N0200805319000400690898
BIC/SWIFT
UNCRITM1E35
§§§
Condividi i miei articoli:
Tag: chiesa, crisi, marasiculo, preti
Categoria: Generale