Bergoglio: Non Sapevo Nulla del Caso Rupnik, non Ho Fatto Nulla. Smentita Credibile?
25 Gennaio 2023
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, torniamo ancora una volta sul caso Rupnik, presentandovi tre diversi documenti. Il primo è il resoconto che Vatican News fa della parte dell’intervista rilasciata dal Pontefice regnante a Nicole Winfield, di Associated Press, sul mosaicista gesuita.
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“Sorpreso e ferito dalla vicenda Rupnik
A lungo, nel colloquio ci si sofferma sulla problematica degli abusi del clero. Il rimando è subito alla vicenda del gesuita Marko Rupnik, noto mosaicista, oggi al centro di accuse di abusi sessuali, psicologici e di coscienza, che gli vengono rivolte da suore e che sarebbero avvenuti circa 30 anni fa in Slovenia e poi in Italia. Interpellato in merito, Francesco dice: “Per me è stata una sorpresa, davvero. Questo, una persona, un artista di questo livello, per me è stata una grande sorpresa e una ferita”. L’intera vicenda è stata gestita dalla Compagnia di Gesù, mentre l’istruzione del processo è stata affidata all’incaricato delle questioni legali dei domenicani. Assicura poi di non aver avuto un ruolo nella gestione del caso ma di essere intervenuto solo proceduralmente “in un piccolo processo che è arrivato alla Congregazione della Fede in passato”. Francesco spiega di aver dato indicazioni affinché le due serie di accuse fossero affrontate dallo stesso tribunale che aveva vagliato le prime: “Che continui con il tribunale normale… Altrimenti i percorsi procedurali si dividono e tutto si confonde”. Quanto al fatto che il Vaticano non abbia rinunciato in questo caso alla prescrizione, il Pontefice concorda che è giusto rinunciare “sempre” ai termini di prescrizione nei casi che coinvolgono minori e “adulti vulnerabili”, per mantenere invece le tradizionali garanzie legali con i casi che coinvolgono gli altri adulti, come è accaduto per Rupnik”.
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Il secondo elemento è la traduzione dell’intervista che riguarda il caso Rupnik:
“Francesco ha fatto la rivelazione martedì in un’ampia intervista all’Associated Press , in cui ha anche negato di aver avuto un ruolo nel decidere il caso di un famoso artista gesuita il cui trattamento apparentemente preferenziale ha messo in dubbio l’impegno del Vaticano a reprimere gli abusi.
[…]
Francesco ha negato di aver avuto alcun ruolo nella gestione del caso di Rupnik, se non quello di intervenire proceduralmente per mantenere la seconda serie di accuse delle nove donne con lo stesso tribunale che aveva ascoltato la prima.
Francesco ha detto che la sua unica decisione è stata quella di “lasciare che continui con il tribunale normale, perché, in caso contrario, i percorsi procedurali si dividono e tutto si confonde”.
Ha aggiunto: “Quindi non ho avuto niente a che fare con questo”.
Il caso ha sollevato interrogativi, incluso il motivo per cui il termine di prescrizione non è stato revocato, dato che il Vaticano fa abitualmente tali eccezioni per i casi di abuso che coinvolgono minori.
Francesco ha riconosciuto di rinunciare “sempre” alla prescrizione per i casi che coinvolgono minori e “adulti vulnerabili”, ma tende a insistere sul mantenimento delle tradizionali garanzie legali con casi che coinvolgono altri .
Usando un termine spagnolo che implica un approccio senza esclusione di colpi, Francis ha affermato che il suo approccio è stato: “Nessuna briglia sciolta con i minori, le redini sono tirate piuttosto strette”.
Ha aggiunto di essere rimasto scioccato dalle accuse contro Rupnik, con il quale, secondo quanto riferito, era stato vicino.
“Per me è stata una sorpresa, davvero. Questo, una persona, un artista di questo livello, per me è stata una grande sorpresa e una ferita”.
Francesco ha affermato di volere maggiore trasparenza nel modo in cui vengono gestiti i casi, ma ha suggerito che è stata una dura battaglia in un’istituzione che per secoli ha gestito preti predatori a porte chiuse.
«È quello che voglio», disse. “E con la trasparenza arriva una cosa molto bella, che è la vergogna. La vergogna è una grazia”.
Il terzo elemento è un articolo di Messa in Latino in cui si esprimono seri dubbi sulla smentita del Pontefice; e in effetti si dovrebbe pensare, se fosse vera, che alla Congregazione per la Dottrina della Fede sono diventati improvvisamente tutti matti: condannano qualcuno il 20 maggio, e senza apparente motivo qualche giorno più tardi la scomunica viene revocata.
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…Ritorniamo, dunque, sulla squallida, scandalosa (e a tratti blasfema) vicenda emersa dalle testimonianze delle vittime anche perché lo scandalo suscitato nei fedeli non sembra aver provocato nella Santa Sede quella giusta reazione che tutti si aspettavano.
Infatti la denuncia presentata per assoluzione del complice de sexto, che ha assunto n. Prot. 685/2019, terminata con l’emissione del decreto che riconosceva la scomunica latae sententiae firmato (maggio 2020, si veda qui anche l’ammissione di p. Sosa) dal Card. Luis Ladaria Ferrer, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e dal Segretario Aggiunto S. Ecc.za Mons. Augustine di Noia, Arcivescovo Titolare di Oregon City, si è poi risolta in un nulla di fatto.
Non è dato sapere perchè e soprattutto CHI abbia dato l’ordine al Card. Ladaria e al Segretario Aggiunto Mons. Di Noia di revocare la scomunica pochi giorni dopo. Pare illogico che a toglierla sia stato sua sponte il Card. Ladaria che lo aveva appena condannato. (si veda aggiornamento in testa al testo).
Sappiamo anche che la Compagnia di Gesù aveva richiesto la sua dimissione dallo stato clericale e aveva pronto un comunicato stampa che poi non è mai stato pubblicato.
Ugualmente sappiamo anche anche che la seconda vicenda che riguarda il sacerdote sloveno e i presunti abusi disgustosi commessi sulle suore, è finita in un nulla di fatto.
Sappiamo che il Dicastero per la Dottrina della Fede (allora Congregazione) ha un Segretario Aggiunto (Mons. Scicluna) e un Segretario (Mons. J.J. Kennedy) che sono stati appositamente nominati per occuparsi dei casi di abusi sessuali. Ci si chiede come sia stato possibile non derogare alla prescrizione violando il Vademecum sugli abusi sessuali (che prevede la non applicazione della prescrizione per quel tipo di reati, QUI.
).Che dire? Che la smentita del Pontefice regnante appare ben poco credibile. Anche se appare improbabile che l’altro protagonista della vicenda, il cardinale gesuita Ladaria, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, lo smentisca. Ma purtroppo non sarebbe la prima volta che papa Bergoglio ricorre alla menzogna come potete ben vedere da questo collegamento. L’impressione conclusiva è di una tristezza e squallore infiniti.
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Categoria: Generale
Gli accoglini ci credono sicuramente, prorio il papocchio che si meritano
Credibile come una banconota da 3 euri.
Carissimo Tosatti, non crede che, a questo punto, sia necessario aggiornare la “Galleria neovaticana”?😊
Facciamoci una risata, va, che domani – pulce all’orecchio – temo leggeremo notizie peggiori; e avanti così, verso l’abisso.
Ma chi ancora ha fede e prega e vive con coerenza la sua vita in Cristo, attende con fiducia il trionfo certo del Cuore Immacolato di Maria!
E come aveva ragione il beato cardinal Schuster!
In una lettera a don Carlo Sonzini del 28 gennaio 1932 diceva:
“La nostra condizione è tale che, o siamo ministri utili a Dio – ed allora saremo santi – o non lo siamo, e allora recheremo più danno che vantaggio alla Chiesa e alla anime”.