Nella Chiesa o con la Chiesa? Nella sua Perennità e Tradizione. Porfiri.
20 Gennaio 2023
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, offriamo alla vostra attenzione queste riflessioni del maestro Aurelio Porfiri sulle tendenze che attraversano la Chiesa, ormai da tempo, e rischiano di deformarne il volto. Buona lettura.
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Nella Chiesa o con la Chiesa?
Fin dai tempi del Catechismo, ci è stata inculcata l’importanza di essere nella Chiesa Cattolica, anche se, almeno a me, non è stato mai detto che al di fuori non c’è salvezza. Questione di sfumature? Mica tanto. Ma soffermiamoci ora sull’essere nella Chiesa.
Alcuni vivono questa cosa come se significasse appartenere ad un club. Un non credente come Vittorio Feltri lo ha osservato, dicendo che la Chiesa è un club esclusivo per uomini anziani.
Una osservazione ironica che però non è del tutto vera (ci sono anche le donne anziane). La realtà è che essere nella Chiesa significa prima di tutto essere con la Chiesa. Cioè aderire alla visione materiale e spirituale che la Chiesa è chiamata ad annunciare nel mondo ma, soprattutto, al mondo. I nostri predecessori nella fede dicevano che la Chiesa è nel mondo ma non del mondo, una cosa che non dovrebbe mai essere dimenticata.
Ma essere con quale Chiesa?
Bisogna essere con la Chiesa come comunione dei santi che si estende nello spazio e nel tempo. Se ascolto solo le ultime trenta battute di una sinfonia, non posso dire di averla capita (a meno che non abbia trenta battute!).
Devo ascoltare dall’inizio, perché l’inizio spiega anche la fine. Se potessimo saltare direttamente alla fine i romanzi sarebbero di due pagine. Così è per la Chiesa, noi siamo con Lei nella tradizione, nella sua perennità.
E questo non vale solo per noi, ma vale anche e soprattutto per la gerarchia, per chi è chiamato, si badi bene, a custodire e ad approfondire, non a rifondare.
San Cipriano lo aveva detto con grande sagacia, nihil innovetur, inquit, nisi quod traditum es: non si innovi se con rispetto quello che è stato tramandato.
Ma io direi anche di più: si innova soltanto nella tradizione. Ecco perché io, voi, il Papa, i Cardinali, non siamo chiamati ad avere una “fedeltà creativa” alla dottrina rivelata, ma siamo chiamati ad ascoltare la Scrittura è la tradizione per comprendere sempre più è sempre meglio.
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Tag: chiesa, porfiri, tradizione
Categoria: Generale
La Chiesa è la Verità e la Verità è Cristo. Rimane nella Chiesa chi rimane nella Verità, quella tutta intera; quella che,se necessario, e Dio solo sa quanto lo è di questi tempi, va gridata sui tetti al momento opportuno e non opportuno…La Chiesa è nel mio cuore ogni volta che testimonio la Verità, tutta intera, infischiandomene allegramente delle conseguenze. La Verità, e quindi la Chiesa, è anche questo blog se e quando è fedele a questo criterio.
Leggendo, rammentavo un pensiero recente del buon Porfiri, che riporto da altro contesto:
“Non bisogna modernizzare la cattolicità ma bisogna cattolicizzare la modernità”.
Ecco, ho trovato tanta saggezza e tanta concreta verità in queste sue parole che iscriverei all’albo dei migliori aforismi, se ne esistesse uno.
Una frase che disseppellisce, tra le altre cose, il vero senso del Concilio.
Sulla stare nella e con la Chiesa, poi, l’accenno alla Comunione dei Santi è oltremodo azzeccato. Un argomento vastissimo, a dire il vero.
Vorrei sintetizzare sottolineando solo un aspetto: tra i Santi non c’è Babele!
Essi, ognuno col suo carisma e con la sua personalità, trasmettono nei secoli un unico grande messaggio “vivente” e GARANTISCONO la tradizione, la continuità.
Mi collego anche ad altro commento, in cui dicevo che la Chiesa non è UN magistero ma la somma dei magisteri pontifici perpetratisi nei secoli per Divina Provvidenza: non si può non tenerne conto!
E questo vale ancor più per il Clero tutto.
Il cardinal Muller disse, non molto tempo fa, che non si può manipolare la Dottrina come fosse un programma di governo messo ai voti da vari partiti.
Mi pare questo sipeghi al meglio come si mantiene e ci si mantiene nella tradizione…
Vorrei suggerire a Porfiri di essere meno sintetico, se possibile, e di sviscerare l’argomento proposto.
Non è una critica, affatto (poche parole bastano già, in effetti), ma dibattere trovo sia molto utile e proficuo, soprattutto quando si è intellettualmente onesti.