La Misteriosa Scatola sotto la Tonaca del Pontefice.

18 Gennaio 2023 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, lo stato di salute dei Pontefici come ben sapete è un tema delicatissimo; persino in un pontificato per altri versi trasparente sulla figura e le attività del papa quale fu quello di Giovanni Paolo II, passò del tempo prima che il Parkinson diventasse di pubblico dominio (e Navarro rischiò qualcosa, ad ammetterlo, in Ungheria…c’era chi voleva la sua testa din Segreteria di Stato). Sotto papa Bergoglio la blindatura è ancora maggiore; qualche tempo fa mons. Ics alludeva al fatto che a Santa Marta dicono che tre volte a settimana il pontefice regnante si sottopone a un trattamento, in conseguenza dell’operazione di rimozione di una parte dell’intestino. Francesco ha smentito che si trattasse di un tumore. Qualche settimana fa – prima che iniziasse il tornado Ratzinger abbiamo ricevuto questo commento, che vi giriamo così come c’è pervenuto, in inglese, nella nostra traduzione. Che pensare? Buona lettura.

***

 

Forse è vero che Papa Francesco han tumore. L’ho visto su YouTube durante la festa dell’Immacolata Concezione a Piazza di Spagna per pregare davanti alla colonna con la statua della Beata Vergine Maria in cima. Camminava con il bastone, con molta difficoltà. Ma sulla sua schiena all’altezza della vita ho visto quelle che sembravano due piccole scatole sporgenti e di forma molto visibile. Mio zio è un cardiologo e gli ho mostrato il video. Mi ha detto che quelle che sembrano scatole potrebbero essere piccole pompe che vengono somministrate ai pazienti terminali affetti da cancro (o farmaci antidolorifici, o chemioterapici), o potrebbero essere farmaci antidolorifici per la sua sciatica e/o osteoartrite. Come Papa, penso che Papa Francesco non sia affatto un bene per la Chiesa cattolica, ma a differenza di alcuni commenti che ho letto su vari blog, non auguro un cancro del genere a lui o a chiunque altro. Anche se è probabile che ce l’abbia.

Kenjiro M. Yoshimori

§§§

Aiutate Stilum Curiae

IBAN

IT79N0200805319000400690898

BIC/SWIFT

UNCRITM1E35

§§§

 

 

 

Condividi i miei articoli:

Libri Marco Tosatti

Tag: , , ,

Categoria:

4 commenti

  • OCCHI APERTI! ha detto:

    Molti che si dicon buoni cristiani mi pare non vogliano più distinguere tra peccato e peccatore.
    Eppure ben ce lo insegnò GPII.
    Fu da meno forse BXVI? Nient’affatto, anzi: chi più di lui seppe incarnare l’esempio di Cristo nei confronti di Giuda?
    I santi non odiano mai e puntano a salvare ogni anima, sulle orme del Redentore.
    È vero, serve la Verità per salvare, ma senza la Carità essa resta inefficace e depotenziata, privata dell’Amore che rappresenta…

    Preghiamo, allora, ogni giorno per Francesco I e invochiamo la signoria di Cristo su di lui, su di noi e su tutta la Chiesa!

    • Genevieve ha detto:

      Qualcuno afferma che , se una persona si impegna tutta la vita al servizio del bene, non gli mancherà di certo la grazia soprannaturale al momento della sua morte.
      Ma se qualcuno si è impegnato tutta la vita al servizio della menzogna e non è più in grado di distinguere, da vecchio, il bene dal male , cosa gli capiterà al momento della sua morte ?

      • GIOPAV ha detto:

        Per quanto riguarda l’anticristo ho le mie convinzioni che
        non sono certezze. Chiedere a DIO la sua conversione mi
        è impossibile, perchè non sono in grado di soffrire quanto
        forse sarebbe necessario. Tuttavia, DIO sa se si dannera’
        eternamente ed in questo caso prego la MISERICORDIA
        di abbreviare la sua vita biologica per diminuire le sue
        pene infernali. (Questo vale anche se fossi io l’anticristo)

      • OCCHI APERTI! ha detto:

        Genevieve, Dio solo ha la prerogativa del Giudizio.

        Siamo noi forse Dio? Possiamo noi presumere di conoscere il cuore dell’uomo più di quanto non sappia fare Dio?
        Discernere tra bene e male è grazia, appioppare condanne che riguardano la coscienza altrui è invece peccato e basta!

        Morte, Giudizio, Inferno, Paradiso: i Novissimi sono in mano a Dio e solo a Lui spetta, e spetterà sempre, l’ultima parola!

        Questo – e conviene metabolizzarlo, se ci diciamo cattolici – disse San Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi:

        “A me però, poco importa di venir giudicato da voi o da un consesso umano; anzi, IO NEPPURE GIUDICO ME STESSO, perché anche se non sono consapevole di colpa alcuna non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore!”

        Il Verbo di Dio disse di Giuda: “figlio della perdizione” e persino “diavolo”. Al Suo giudizio e alla Sua parola noi crediamo indefettibilmente ma noi non siamo Dio per poter fare altrettanto!!!

        Finchè c’è vita, c’è speranza, recita l’adagio molto opportunamente, e pregare per la conversione altrui – intercedere! – ha senso proprio perchè la Grazia fino all’ultimo istante busserà a quel cuore…

        Se lei, Genevieve, avesse un figlio degenere, le piacerebbe se tutti lo dessero per spacciato anzitempo? Non vorrebbe forse essere aiutata da chiunque pur di riportarlo sulla retta via?
        O anche lei si ritrarrebbe dalla sua maternità per abbandonarlo alla sua triste sorte?
        Anzichè metterci al posto di Dio dovremmo piuttosto empatizzare con Dio; e imparare ad immedesimarci coi dolori del Suo Cuore paterno e materno.
        Troppo sforzo? Ebbene sì…giudicare, spettegolare, ricamare sugli altri è decisamente più rilassante e, soprattutto, diabolicamente distraente…

        E’ quello che facciamo noi – che ci riteniamo perfetti cattolici e degni di immediato Paradiso!!! – ogni volta che in cuor nostro condanniamo e impietosamente giudichiamo,dando fra l’altro pessimo esempio affinchè altri facciano il nostro stesso peccato “virtuoso”.

        Ma questo NON è essere cristiani cattolici. E’ “fede” a modo mio, è “vangelo” secondo me, è paganesimo mal celato.

        Ovviamente, Genevieve carissima, il mio è uno “sfogo” generico, per nulla rivolto a lei in prima persona che, anzi, ringrazio per lo spunto prezioso posto in essere dal suo legittimo e garbato interrogativo.

        Fraternamente.