Ha poi continuato affermando che è «oltraggioso» che «in una democrazia costituzionale (…) si vogliano ferire le persone, si vogliano minare i medici e minare gli infermieri. Che oltraggio!»
Il principale atto d’accusa mosso dalla deputata democratica è l’aver dichiarato illegale «le procedure mediche per i genitori che non volevano altro che un bambino sano» e che, secondo la Jackson Lee, «sono state poi caratterizzate come un atto criminale e chiamate aborto a nascita parziale» (Una deputata democratica difende il raccapricciante aborto a nascita parziale – LifeSite (lifesitenews.com)).
Cos’è l’aborto a nascita parziale?
«Il termine partial-birth abortion, o aborto con nascita parziale, designa una tecnica di aborto utilizzata negli ultimi mesi di gravidanza, durante la quale viene praticato un parto intravaginale parziale del feto vivente, seguito da un’aspirazione del contenuto cerebrale prima di completare il parto.
«Questa tecnica ha potuto essere legalmente utilizzata negli Stati Uniti dopo la decisione dell’Alta Corte Federale di Giustizia Roe vs. Wade del 1973, che ha autorizzato i diversi Stati ad assumere disposizioni che consentono gli aborti provocati» (Pontificio Consiglio per la Famiglia, Riflessione del card. Alfonso López Trujillo. “Partial-birth Abortion”: da un crimine disumano all’umanizzazione).
Il card. Trujillo spiega bene su che fondamento pseudo-giuridico si fondi tale pratica disumana.
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha infatti dichiarato che la qualifica di “persona” spetta soltanto al bambino nato interamente, ossia completamente fuoriuscito dall’utero materno.
Conseguentemente, prima di allora, il bambino, secondo la Corte, non è persona, e come tale è assoggettabile alle pratiche abortive.
Anzi, come sottolinea il porporato, «è legalmente possibile togliere la vita a questo bambino, nel corso del parto, a condizione che sia ancora parzialmente nell’utero».
All’interno di questo spettro giuridico si sono mossi i singoli Stati sino a quanto la Corte Suprema ha ribaltato la storica sentenza Roe vs Wade, ritenendo che il diritto all’aborto non fosse protetto dalla Costituzione degli Stati Uniti d’America (sentenza Dobbs vs. Jackson Women’s Health Organization, 2022).
La competenza a legiferare in materia, dopo questa storica sentenza, è dunque ritornata ai singoli Stati.
Ebbene, che dirti a riguardo?
Credo che quanto letto si commenti da solo.
Credo che sia talmente eloquente da spingerci con ancor più forza a combattere in tutti i modi questa terribile piaga dell’aborto e a denunciare coloro i quali in nome di presunti “diritti da difendere” uccidono di fatto milioni di esseri umani.
Ecco perché io, insieme a Generazione Voglio Vivere, sarò qui ad informarti su tutto quel che accade e a mobilitare forze, energie e persone in difesa della Vita, dal concepimento alla morte naturale.
Ti chiedo di sostenermi in questa battaglia di civiltà.
Samuele Maniscalco
Non era la Harris a voler l’aborto fino al nono mese?
E la Jackson è una sua degna “correligionaria”…
Di fronte a questa escalation di orrore sempre più abominevole, come non ricordare le parole di Santa Teresa di Calcutta?
– “L’aborto è il più grande distruttore di pace oggi al mondo – il più grande distruttore d’amore. La mia preghiera per ciascuno di voi, che voi possiate battervi per Dio, per la Vita e per la famiglia, e proteggere il bambino non ancora nato.”
– “Se una madre può uccidere suo figlio, chi impedisce agli uomini di uccidersi tra di loro?”
https://it.aleteia.org/2017/09/05/madre-teresa-nobel-pace-aborto/