Arrendersi All’Evidenza. La Scenzah, le Virostar in Conflitto di Interessi, il Siero…
17 Gennaio 2023
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, mi sembra opportuno offrire alla vostra attenzione queste riflessioni del nostro Arrendersi All’Evidenza, che ringraziamo di cuore. Buona lettura, e condivisione…
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Un po’ di ripasso per capire meglio il contesto.
La gravità della malattia virale (non ogni soggetto positivo sviluppa una malattia altrettanto severa) è inversamente proporzionale alla risposta specifica delle cellule T del sistema immunitario e all’appropriatezza degli anticorpi espressi (se non sono quelli giusti, come con le IgG4, o sono addirittura controproducenti, come accade con l’ADE, si cade dalla padella nella brace).
I linfociti B sono quelli che producono gli anticorpi, mentre i linfociti T sono quelli che intervengono sulle cellule infette.
Purtroppo è stato notato che le vaccinazioni con mRNA alterato (così da nasconderlo alle difese immunitarie e promuovere la produzione della proteina spike codificata che ottenere i relativi anticorpi) interferiscono con il normale funzionamento del sistema immunitario.
In particolare è stata vista una riduzione della funzione di segnalazione svolta dall’interferone tipo I (IFN-α).
L’azione dell’interferone ha un impatto sia sulla risposta umorale, sia sulla risposta cellulo-mediata al contagio: 1-l’interferone potenzia l’attività dei macrofagi, delle cellule NK, dei linfociti T helper e dei T citotossici killer
2-l’interferone aumenta la fagocitosi, l’attività citotossica e la produzione di citochine dei macrofagi. Riducono il numero dei linfociti T killer che altrimenti interferirebbero con l’azione delle cellule NK…
L’osservato indebolimento del sistema immunitario verso il contagio da Covid19 riscontrabile nella popolazione (ultra) vaccinata determina un infiacchimento generalizzato delle difese verso qualsiasi altro agente infettivo (virus, funghi o batteri) o verso situazioni precedentemente tenute sotto controllo (es. slatentizzazione di herpes) e di norma intercettate (es. genesi di tumori).
Questo si aggiunge all’effetto deleterio diretto che la proteina spike esercita su certe cellule (innanzitutto gli endoteli, ma anche il tessuto nervoso) e che i nanolipidi cationici e il PEG esercitano dove si accumulano.
Quando le cose funzionano, la potenza del sistema immunitario adattativo e specifico (tra cui i linfociti T killer citotossici, dotati di memoria e i linfociti B con gli anticorpi) si somma all’immunità aspecifica innata.
Non così purtroppo quando tutto il sistema è confuso.
Tra i recettori più interessanti nel panorama dell’immunità innata ci sono i TLR (Toll-like receptors), che sanno individuare le impronte biochimiche dei microrganismi patogeni, determinano la maturazione delle cellule dendritiche (specializzate nel presentare l’antigene al sistema immunitario nel suo insieme) e favoriscono risposte in special modo tramite i linfociti T.
Bisogna ribadirlo: il ruolo fondamentale dei TLR consiste nell’essere i primi a riconoscere l’intrusione di un qualcosa che potrebbe essere sgradito per chi lo ospita. Ne consegue che le mutazioni peggiorative che coinvolgono i recettori toll-like contribuiscono ad aumentare la suscettibilità umana ad alcune infezioni.
Data la capacità dei toll-like receptors di attivare le cellule dell’immunità innata, se si inceppa il meccanismo viene completamente bypassata questa fetta importantissima delle nostre difese.
Domanda quasi capziosa: che cosa combina la (reiterata, boosterata e proposta come periodica) vaccinazione anti-Covid a mRNA a questi recettori?
E che altro “insegna” un bivalente con l’antinfluenzale?
Le ipotesi sono inquietanti e la mortalità in eccesso c’è.
Il Prof. Bhakdi sosteneva già un anno fa che i vaccini mRNA anti Covid erano destinati a fallire perché non c’è base razionale al loro presunto approccio terapeutico.
Spiegava che il nostro organismo combatte il contagio virale soprattutto attraverso due meccanismi.
Il primo, minore ed estremamente marginale come impatto, funziona impedendo che il virus si leghi alle cellule umane e vi entri, riproducendovisi; è ciò che dovrebbe impedire il vaccino, facendo produrre anticorpi all’espressione genica virale aggancia-cellule (la spike).
Il secondo, quello fondamentale, riguarda l’azione linfocitaria che uccide le cellule nelle quali il virus è penetrato, divenendo fucine di replicazione virale.
La scienza avrebbe valutato al meglio tutte le interazioni. La scenzah no: impone inoculazioni.
Non il solo Bassetti è in conflitto di interessi con Pfizer…
Siamo in queste condizioni anche grazie a virostar dai colossali conflitti d’interesse, presentatisi come depositari della scienza, esperti indipendenti e super partes (in realtà super-di-parte).
Un caso eclatante che sta facendo parlare di sé è quello della dottoressa K. Edwards, a suo tempo consulente nel comitato di monitoraggio dei dati chiamato a valutare la sicurezza del “caprino” Pfizer.
Qualunque appassionato di calcio storcerebbe il naso se la partita della propria squadra fosse arbitrata da un dirigente degli avversari… eppure queste simultaneità di incarico tra comitati di controllo e valutazione e aziende produttrici non sono così rare, anche fuori dal nostro Bel Paese.
Esagerando: prima di fischiare un fallo senti in cuffia se è il caso di farlo o di chiudere un occhio…
Una come la Edwards ha fatto parte anche dei comitati editoriale di presitigiose pubblicazioni medico-scientifiche quali il New England Journal of Medicine o il Clinical and Vaccine Vaccine Immunology.
Poi, come già riscontrato anche da noi, le biografie on line si ripuliscono dei trascorsi più controversi…
Il problema non è l’avere delle lecite convinzioni scientifiche favorevoli ai vaccini, ma il ricevere laute sovvenzioni da quelli che hanno vantaggio da un esperto che raccomandi i vaccini che producono.
Il problema non è nemmeno che il consulente debba per forza trovare qualcosa contro il vaccino: se è buono è buono. Il guaio è quando non leggo i dati come si converrebbe a un esperto indipendente. L’azienda infatti si avvale di esperti terzi perchè avrebbe meno credibilità se l’esperto fosse un suo addetto… Però qui emerge che sotto la divisa da arbitro, la maglia è quella di una squadra in campo.
Dirà qualcuno: ma non c’è nessuno che controlli? Risposta: evidentemente anche la sala VAR di Lissone è finanziata da quelli che sovvenzionano il consulente!
Detto altrimenti, la Edwards non aveva a che fare solo con Pfizer, ma anche con GAVI, un ente che sostiene come l’informazione abbia un ruolo determinante nel promuovere la cultura del vaccino per la salute dell’umanità. GAVI è partner dell’OMS, dell’UNICEF, ma anche di ID2020 (quella dei passaporti vaccinali) e della Gates Foundation.
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Tag: arrendersi, covid, vaccini, virostar
Categoria: Generale