Giovanni Lazzaretti. La Scuola Regina Pacis, e la nOmismatica, e Maritain…
2 Gennaio 2023
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il prof. Giovanni Lazzaretti offre alla vostra attenzione questo articolo su una realtà, il Circolo Maritain, e su una scuola, Regina Paris, che ha bisogno di essere aiutata salvata e incoraggiata. Buona lettura.
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Samizdat dal paesello
Pochi soldi, molte idee
Cos’è questa roba?
È, o sembra essere, un albero di Natale.
Ma è limitativo dire così. È un’idea.
Primi passi all’asilo
Da 25 anni vivo in simbiosi col Circolo Maritain. Ma da ben più tempo vivo in simbiosi con la Scuola Materna Parrocchiale Regina Pacis.
Sono nato il 22 giugno 1955 (San Tommaso Moro, San Giovanni Fisher).
Le suore a San Martino in Rio esistono dal 1916, ma si trasferiscono nella nuova sede dell’asilo proprio in quell’anno, 31 luglio 1955.
La nuova sede nasce in Via Rivone con quelle belle idee della Prima Repubblica: il “cantiere scuola”(1)
Esaminando il cartaceo, ha funzionato circa così.
- Il terreno viene acquistato intestandolo ad alcune suore (non so dire se con fondi della Congregazione delle Suore Mantellate, o con soldi di offerenti reclutati sul momento).
- Il cantiere scuola e l’apporto parrocchiale costruisce l’edificio.
- Una fettina di terreno viene riservata alla costruzione dell’Ufficio di Collocamento (resta a ricordo un cancello attualmente privo di senso su Via Matteotti).
- A scuola avviata, a convenzione firmata, la Congregazione dona la terra alla parrocchia.
Questo però avveniva quando avevo zero anni, per cui l’ho saputo dopo dal cartaceo e dai ricordi di Rino Fantuzzi e Erio Benetti.
Nel 1958, o forse prima, entro nella nuova scuola come utente. Ed ero di quegli utenti che a scuola stavano proprio bene; la canzoncina mi si confaceva benissimo.
Addio, mamma,
vado all’asilo
vado all’asilo
per tutto il dì.
Grembiule bianco,
colletto bianco,
cestino al fianco,
gioia nel cuor.
Eccetera.
La vita scolastica era essenziale.
- Il personale era costituito da suore, che ricevevano una modesta cifra per la Congregazione.
- Il cibo era molto semplice: primo piatto di riso, salvo eventi eccezionali. (Ma anche a casa alla sera la fantasia non era eccessiva: zuppa di latte).
- Per il secondo piatto c’era il “cestino”: assieme al tovagliolo, ognuno portava qualcosa da casa, normalmente qualcosa di freddo (la “cioccolata sciolta col pane” era un piatto di vertice).
- Manutenzioni, cibo, materiale didattico, erano a carico delle offerte.
- La retta scolastica non c’era.
Unica crisi per me quando nel cestino trovai un uovo. E soprattutto mi destabilizzò la domanda della suora, domanda che non si dimentica: «Come lo vuoi? Rotto o occhio di bue?»
Espressioni mai usate a casa mia, per cui cercavo di capire. Scelsi “occhio di bue” perché “rotto” mi suonava disdicevole.
Invece alla fine era meglio “rotto”, perché equivaleva allo “strapazzato” di casa mia.
Altro incidente, la pipì nelle braghe di lana. Ma accadde una sola volta, e si supera.
Un felice utente dell’asilo, futura Scuola Materna Regina Pacis.
Andata e ritorno
Imparo a leggere prima del tempo, e i miei chiedono di farmi anticipare la prima elementare. Viene il maestro Bertelli a casa nostra a spiegarmi che dovrò alzarmi un’ora prima (l’alzata del mattino è sempre stata durissima per me).
Comunque si parte, ma dura poco. Le leggi non sono chiare e, dopo un mese di elementari, vengo retrocesso di nuovo all’asilo (dove comunque stavo benissimo).
Al pomeriggio la mamma mi insegnava le cose necessarie e feci poi l’esame di ammissione alla seconda elementare. Poi c’era l’esame di fine ciclo in seconda elementare. E poi quello finale in quinta.
Abbandono l’asilo per i 4 anni delle elementari, ma ritorno in Via Rivone durante le medie. Mia madre era un po’ innervosita dal tempo che dedicavo alle figurine Panini (e non solo Panini) e voleva farmi fare qualcosa di un po’ più sostanzioso. All’asilo insegnavano pianoforte. Obbediente, iniziai la mia breve carriera musicale.
Ce la mettevo tutta, ma non era proprio roba mia. A un saggio mi si gripparono le dita mentre suonavo “Per Elisa” e chiusi la vicenda.
Adesso basta asilo, si va alle superiori. Eh, no.
Riunioni, ritiri & conferenze
Intanto mia madre entrò nel Comitato di Gestione(2) dell’ex asilo, ora scuola materna, per cui la scuola fu spesso argomento a tavola.
Poi l’asilo cominciò a diventare anche sede per riunioni di adolescenti, e quindi continuai a varcare la porta di Via Rivone.
All’università mi fidanzai con una bella ragazza, ed era un fidanzamento non effimero (stiamo insieme da 46 anni). Pensai che poteva essere utile fare formazione per adulti sposati. Alla scuola materna, facevano formazione e chiesi a don Romano di potermi aggregare.
Ricordo in particolare due conferenze di Mirella Ingranata Monterosso, Direttrice delle Scuole Materne di Brescia, donna intelligente e bella donna. Il periodo può essere ben datato: Mirella iniziò come Direttrice il 23 agosto 1976, e morì di ictus a 37 anni il 26 novembre 1978.
Bene. Siamo a ridosso del matrimonio e dei bambini. E quindi inizio il periodo di “utente di seconda generazione” dal 1984 al 1995.
Qui però accade l’imprevedibile. La direttrice suor Graziana (mentre ero ancora a letto per i postumi di una brutta influenza) mi dice secca che «si sarebbe aspettata che avrei seguito anche i conti della scuola, visto che seguivo quelli della parrocchia».
Come si fa a dire di no a un “invito” così perentorio?
Volontariato coatto
Così inizia il lungo periodo di “volontariato coatto” che dura da 35 anni.
Non va confuso col “volontariato normale”.
Un tempo, per fare un esempio, contavo le questue della parrocchia. Unico input: ricezione di sacchetti di soldi maleodoranti. Due output: foglietto coi conti della questua + versamento in banca.
Quando smisi per eccesso di lavoro, fu facile passare l’incarico delle questue ad altri: lo prese mia madre, fino all’aggravarsi di una malattia, e poi altri. Questo è volontariato normale, trasferibile.
Fare il volontario contabile è situazione “coatta”, perché comporta circa 1.000 ore di lavoro all’anno, con centinaia di input e centinaia di output. Non puoi smettere, e non hai tempo di “passare le consegne”, se anche si presentasse un improbabile sostituto.
Quindi semplicemente “stai” e ti affidi alla volontà di Dio. Stai e vedi, perché vedere la vita di una Scuola Materna Parrocchiale è un’esperienza ricchissima.
Dal 2001 le suore non ci sono più, e quindi la scuola è un’istituzione perfettamente religiosa (luogo dove albergano Gesù Giuseppe e Maria) e perfettamente laica (è il luogo di lavoro di 18 dipendenti).
Dal 2015 è iniziata anche la fase della terza generazione, con 3 nipoti già utenti della scuola.
Perché racconto tutto questo?
Perché racconto tutto questo?
Perché il fatto che nel 2023 (mancano pochi minuti) la Scuola Materna Regina Pacis esista ancora è una specie di miracolo.
- C’è la Scuola Statale, che costa meno.
- I bambini che si iscrivono alla Regina Pacis sono per larghissima percentuale inseriti in famiglie di non praticanti, per cui non si iscrivono per motivazioni religiose.
- La scuola vive costantemente sul filo del rasoio e non ha la forza per una ristrutturazione dell’edificio.
Credo a questo punto che la differenza la facciano “le idee”.
Se un’idea viene data dallo Stato, spesso viene spenta da funzionari e impiegati poco interessati.
Ma se un’idea nasce in una comunità, ha la possibilità di fiorire perché trova il terreno giusto. L’idea viene a uno, ma è la comunità che deve realizzarla.
Idee
Ad esempio, nel 1992 al contempo calano le suore (si deve assumere una nuova insegnante) e calano i bambini (meno di 80). Che fare? Aumentare troppo le rette voleva dire dover poi introdurre un meccanismo per ridurle ai bisognosi.
Nasce un’idea che ribalta la prospettiva. Si fa un po’ di aumento e si propone un aumento volontario extra a chi può. “A chi può” vuol dire che sei da solo con la tua coscienza: lo sai solo tu se puoi aumentarti la retta da 160.000 lire a 200.000 lire.
Funziona, e siamo salvi anche in quell’anno.
Dopo pochi anni la situazione si ribalta e i bambini sono troppi: 111 su 4 classi.
Diventa insufficiente anche il refettorio, che fare? Non avendo soldi per ampliare, serve un’idea.
L’idea ora diffusa, ma allora originalissima, di abolire il refettorio e pranzare all’interno delle classi. Non solo il refettorio non è più “insufficiente”, ma è addirittura scomparso, lasciando il suo posto a due laboratori.
Nuovo boom a 143 bambini, impossibile tenerli.
L’idea nasce alle suore «La cappella a piano terra con vista sul cortile ci piaceva molto. Ma niente è eterno. Ci spostiamo al primo piano e liberiamo la cappella per un aula». Una piccola aula, che amplia la capienza, ma evidenzia che occorre comunque la nascita di una scuola Statale.
20 anni fa si concretizzò l’idea di proporre il pagamento della retta in un’unica soluzione prima dell’estate, in cambio di uno sconto. Per il contabile c’è 1 registrazione da fare invece di 10, e nessuna contestazione o ritardo in corso d’anno. Per la scuola c’è un rimedio alla crisi di liquidità, cioè il finanziamento del periodo estivo dove ci sono gli stipendi da pagare e non ci sono le rette. Un successo.
Col covid e la chiusura forzata dell’anno scolastico al 24 febbraio 2020 c’era uno sgomento generalizzato. Ma c’era anche chi si faceva venire delle idee. Appena trapelò la possibilità di un centro estivo da inizio giugno, noi eravamo pronti, con la rapidità, con le idee e con la testa. Paragonare quel campo estivo al protocollo regionale per i campi estivi mostrava l’abisso di qualità e la potenza che possono avere le idee.
Noi annunciammo subito che avremmo fornito la capienza massima, indipendentemente dalle iscrizioni. La nostra sicurezza frantumò la paura, e facemmo il pieno. Fu un successo e un lavoro terribile, che trasformò il sottoscritto nel lavoratore notturno che dura tuttora.
E che dire del progetto “Il perno della classe” nel marzo 2021? Le scuole in Emilia Romagna erano chiuse per 2 settimane, ma si potevano tenere aperti nuclei per gruppi di bambini che supportassero il bambino con handicap. Bambino che quindi diventava il perno della classe, che consentiva agli amici di essere presenti. Bella idea. E idea talmente strana che qualche solerte cittadino ci mandò i carabinieri al mattino e la Guardia di Finanza al pomeriggio, convinti che stessimo facendo un abuso.
Eravamo preparati e con tutto in regola, ovviamente: obiettivo, riferimenti di legge, adesione volontaria dei genitori, ringraziamento di un’Università, eccetera.
Anche il controllo della certificazione verde a campione fu un’idea, che comportò l’onere della creazione di un software (gratuito) e la gioia di uno snellimento nell’accesso a scuola dei genitori.
E quell’albero di Natale?
E quell’albero di Natale all’inizio che c’entra? E’ un’idea.
Poiché il Circolo Maritain ha preso l’abitudine di fare il banco libri pro scuola (alla fine l’intero incasso finisce alla scuola materna), alcuni genitori della scuola materna si sono chiesti: «Ma quindi se la scuola viene a comprare libri è come se non spendesse niente, perché poi riceve indietro i soldi come offerta».
Esatto. Non sono dei nOmismatici, ma qualcosa hanno capito. Così dei libri scelti da un “comitato librario” di genitori della scuola materna si trasferiscono dal banco libri alla scuola, a costo zero.
E i libri vengono trattati non come impilamenti in libreria, ma come oggetti d’arte: una loro nicchia personale, in una bella cornice, proposti ai genitori che passano.
Ingrandendo l’immagine vedo: Antonia Arslan, Antonio Maria Sicari, don Luigi Maria Epicoco, Gemma Calabresi, Guareschi, Jonah Lynch, Lewis, Meg Mecker, Paolo Gulisano, Riccardo Caniato, Rino Cammilleri, Silvana De Mari, e qualcosa che non leggo.
Autori che non vedrete passare in TV, ma che i genitori vedono passando per il corridoio della scuola.
Naturalmente, se vendono, i soldini restano alla scuola.
Bello. Il sottoscritto, libraio dilettante da 25 anni, davanti a questo albero di Natale si commuove.
Alla fine chiedo. Perché no?
Alla fine chiedo, perché no? Don Giuseppe insiste sul «Chiedete e vi sarà dato».
La scuola
- Deve affrontare un aumento energetico pauroso per chi vive sul filo del rasoio.
- Deve coprire l’aumento del contratto delle dipendenti, doveroso & doloroso.
- E ha in ballo un sofferto rinnovo della convenzione col Comune.
Dalla piccola offerta in Camera di Compensazione, alla grossa offerta che ti fa sobbalzare quando la registri, tutto è ben accetto.
Se avete due soldini, pensateci. Le istruzioni sono in coda.
Buon anno nOmismatico a tutti.
Giovanni Lazzaretti
giovanni.maria.lazzaretti@gmail.com
NOTE
- «Il primo strumento attraverso il quale, nel nostro ordinamento, si è cercato di favorire l’occupazione di manodopera disoccupata nell’ambito di attività di pubblica utilità, è quello dei cantieri scuola, previsto dagli artt. 59 ss. della legge 29 aprile 1949 n.264 (c.d. Legge Fanfani), che disciplina il collocamento della manodopera nell’ordinamento post-corporativo e il cui intervento era destinato a lavoratori privi di sostegno al reddito o comunque fruenti dell’indennità di disoccupazione ordinaria in quanto involontariamente disoccupati» (Roberto Leardi).
- Mia figlia Anna attorno al 1987 sentiva che la nonna andava al “Comitato di Gestione” e lo interpretava come “Comitato Digestione”: riunione di nonni che si passavano consigli su come digerire meglio.
Bonifico pro Scuola Materna
(offerta detraibile per i privati, deducibile per le imprese)
Intestazione esatta
PARROCCHIA DI S.MARTINO V. IN S.MARTINO IN RIO
Scuola Materna Parrocchiale Regina Pacis
IMPORTANTE:
- spesso nei bonifici l’intera intestazione non ci sta
- la riga più importante è quella PARROCCHIA, fin dove ci sta
- nei conti correnti c’è comunque scritta l’intestazione completa
- ogni anno in gennaio/febbraio vengono consegnate le attestazioni fiscali
Causale
EROGAZIONE LIBERALE PER AUMENTO DELL’OFFERTA FORMATIVA
oppure:
EROGAZIONE LIBERALE PER INNOVAZIONE TECNOLOGICA
Banche utilizzabili
Banca Popolare dell’Emilia Romagna // IT 39 X 05387 66480 000001019841
Banco Popolare – BSGSP // IT 76 G 05034 66480 000000010343
Credem // IT 36 U 03032 66480 010000005357
Unicredit // IT 86 B 02008 66480 000100076307
31 dicembre 2022, San Silvestro Papa
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Tag: lazzaretti, maritain, natale, regina pacis, scuola
Categoria: Generale