La Tempesta Devastante che Seguirà la Scomparsa di Benedetto. Crisis Magazine.

31 Dicembre 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo articolo, pubblicato da Crisis Magazine, che ringraziamo per la cortesia, nella nostra traduzione, che dà un’immagine di quelle che potrebbero essere, a livello ecclesiale, le conseguenze della scomparsa di Joseph Ratzinger. Buona lettura e meditazione…

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Forse potete immedesimarvi nel seguente scenario.

Spesso le famiglie sono disfunzionali, anche se con buone intenzioni e non del tutto cattive. Ma, essendo la natura umana decaduta, i rapporti tra fratelli e parenti sono complessi e spesso conflittuali.

Mai questa disfunzione è più evidente che durante una crisi (ed è per questo che molte famiglie hanno sofferto di una disfunzione più profonda quando è iniziato il culto del 2020). Uno di questi momenti di grande crisi per una famiglia è quando il patriarca della famiglia sta per morire.

Quando il patriarca è destinato a morire, significa che un’intera epoca della storia è destinata a morire con lui, il che è, ovviamente, molto triste. Oltre alla tristezza per la perdita del leader della famiglia, si aggiunge la realtà che, alla sua morte, sarà necessario dividere l’eredità – se c’è – e gestire gli affari.

Nel migliore degli scenari, tutto viene gestito in modo ermetico, senza lasciare spazio a pugnalate alle spalle e a politiche da parte di fratelli avidi. Tuttavia, quando c’è confusione sul ruolo dell’esecutore testamentario, o se c’è più di un esecutore, a meno che la famiglia disfunzionale non venga improvvisamente imbevuta di una sovrabbondante carità fraterna, è probabile che la famiglia si sgretoli a pezzi dopo la scomparsa del patriarca.

La sorella ribelle e assente che è magicamente riapparsa per passare del tempo accanto a papà quando stava morendo – temendo che lui si dimenticasse di lasciarle dei soldi – è spietata quando è in gioco la sua eredità. Il fratello che ha macchiato l’eredità del padre è fin troppo desideroso di assumere il ruolo di leader, anche se ha la spina dorsale di un mollusco. E la povera mamma ha il cuore spezzato e non è in grado di gestire i suoi figli adulti e monelli, per non parlare del senso di colpa per averli cresciuti in quel modo.

Inutile dire che, dopo la morte del padre, ciò che rimane nella sua scia è una tempesta di proporzioni epiche che fa a pezzi la famiglia.

Questo è ciò che – credo – accadrà dopo la morte del Papa emerito Benedetto XVI.

La Chiesa può essere paragonata a molte cose, e una di queste è una famiglia. E la famiglia fittizia che abbiamo appena considerato potrebbe anche essere chiamata Curia romana.

Sebbene Benedetto sia “Papa emerito”, per molti versi è ancora il patriarca della Chiesa.

Nonostante la confusione su quest’epoca di due uomini vestiti di bianco, Benedetto è come il più vecchio membro vivente della famiglia, una reliquia di un’altra epoca che rappresenta una generazione perduta in un tempo in cui tutti i figli della famiglia vedono il passato come il più grande nemico.

Ora, prima di continuare, credo che sia necessario parlare onestamente di Papa Benedetto; ma, allo stesso tempo, non ha senso essere eccessivamente polemici, soprattutto data la natura delicata della fine della vita di un uomo.

Detto questo, bisogna considerare che Papa Benedetto – per quanto animato da buone intenzioni – è più simile al padre di quella famiglia disfunzionale che abbiamo descritto.

Intendo dire che è del tutto possibile che egli sia, sotto molti aspetti, un uomo buono – persino un grande uomo, per certi versi – mentre, allo stesso tempo, non ha avuto la capacità o la volontà di risolvere la profonda disfunzione della famiglia che ha ereditato.

Non sto dicendo che un uomo, anche il Papa, possa sconfiggere da solo l’assalto modernista nella Chiesa che dura ormai da decenni. Ma se dovessi pensare a un Papa in una situazione simile – ad esempio Papa San Pio X – devo ammettere che si sarebbero potute attuare misure più severe ed efficaci.
Non sto dicendo che un solo uomo, anche il Papa, possa sconfiggere da solo l’assalto modernista nella Chiesa che dura ormai da decenni. Ma bisogna ammettere che c’erano misure più severe ed efficaci che avrebbero potuto essere attuate.
Ricordiamo che egli sapeva fin troppo bene come stavano le cose. Ci ha detto, al momento della sua elezione, di pregare per lui affinché “non fugga per paura dei lupi”.

Benedetto sapeva che c’erano dei lupi travestiti da pastori; e alla fine, sembra che non sia stato in grado di resistere ai loro attacchi. Capisco che i partigiani di Benedetto possano sentirsi a disagio nel sentir parlare di lui come se avesse fallito in qualche modo, ma è semplicemente un fatto che ci ha detto che era preoccupato di fuggire, e alla fine è fuggito.

Benedetto è un Papa a dir poco paradossale. Alcune sue azioni e scritti teologici lo fanno sembrare un campione della Tradizione. Allo stesso tempo, alcune delle sue opere – soprattutto le prime – sembrano essere state scritte da Teilhard de Chardin.

È il Papa che ha liberato la Messa in latino; ma è anche il Papa che non ha fatto abbastanza per garantire che la Messa in latino non potesse essere soppressa dal suo successore.

 

Personalmente, credo che la presenza di Benedetto a Roma – anche se passiva e simbolica – abbia agito come una sorta di tappabuchi contro i peggiori assalti del neomodernismo che si scateneranno dopo la sua morte. Finché è vivo e veste di bianco, è come un patriarca morente che la sua progenie in gran parte disprezza, ma verso il quale bisogna fingere almeno un po’ di onore per questioni di decoro.

Quando morirà – cosa che probabilmente accadrà molto presto – tutto l’onore e il decoro apparterranno al passato.

Se c’è una qualche inclinazione nella Roma modernista a giocare un po’ con la Tradizione e l’ortodossia teologica per il bene di un cappello cerimoniale all’esperimento fallito dell’ermeneutica della continuità, questa sparirà quando Benedetto se ne andrà.

Quando il Papa Emerito sarà deceduto, ogni debole barlume di un’era preconciliare sarà ufficialmente scomparso e la disfunzione inerente alla fraternità della gerarchia della Chiesa sarà, credo, in piena mostra.

E proprio come in una famiglia disfunzionale dopo la morte del patriarca, immagino che seguiranno numerosi litigi e spaccature.

Tenetevi forte.

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2 commenti

  • Giuseppe Riva ha detto:

    Ma perché accusare la vittima e non identificare i persecutori? È un pensiero vile che serve a giustificare il sacrificio operato contro Benedetto XVI, CHE SI È OFFERTO IN SACRIFICIO PER FAR NASCERE LA VERA CHIESA. COME CRISTO!

  • Franz ha detto:

    Non capisco . L’esecutore testamentario , se mai fosse necessario , c’è già e si chiama Bergoglio . Sarà lui esecutore , notaio erede universale