Ucraina, Armi Nato Dirottate. Faro di Roma: Verità Indicibili sugli Ucro-Nazi.
16 Dicembre 2022
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo articolo pubblicato da Faro di Roma, che ringraziamo per la cortesia, sulla tremenda storia delle armi che stiamo mandando (e pagando…) in Ucraina. Buona lettura.
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Stiamo pur certi che se si verificherà questo scenario: improvvisamente Zelensky diventerà un criminale e verrà accusato di essere la principale causa della sconfitta avendo tradito la fiducia in lui riposta dal popolo ucraino e dalla NATO. Improvvisamente ritorneranno di attualità tutti gli articoli e le inchieste giornalistiche pubblcate fino agli inizi del 2021, riguardanti il suo network criminale finanziario offshore e scopriremo anche l’esistenza di potentati neonazisti, suoi complici…
Intanto una quantità incredibile di armi NATO giunte in Ucraina non sono arrivate al fronte ma dirottate sul mercato nero e vendute a chiunque: dalle mafie europee, ai gruppi islamici dell’Africa Occidentale persino al regime dell’Iran. Furto e vendita sono organizzati dal governo e dallo stesso Presidente Zelensky facilitato da una motivazione tecnica non di poco conto. Le sofisticate armi che la NATO invia in Ucraina non sono compatibili nell’esercito ucraino abituato ad usare armi sovietiche e russe.
Per le armi tecnologiche NATO occorrono periodi di addestramento troppo lunghi rispetto alle necessità del loro impiego sul fronte. Di conseguenza il regime di Kiev usa le armi e munizioni di modello russo provenienti dalle aziende statali dei Paesi dell’Est e in minima parte le armi NATO. La maggioranza di esse viene venduta attraverso i canali del mercato nero internazionale della armi.
Questa pratica, che fa ulteriormente arricchire l’oligarca tossicodipendente ex attore comico e la sua ristretta cerchia di fedelissimi, è conosciuta dai vertici della NATO, Unione Europea e Pentagono fin dallo scorso aprile ed è fonte di tensioni con l’alleato ucraino che il delirio guerrafondaio di Washigton e Bruxelles ha reso una figura indispensabile per la loro guerra di procura contro la Russia. Nel luglio scorso l’Interpol aveva sollevato l’allarme rispetto alla destinazione degli armamenti: nessuno aveva il controllo di dove potessero finire. Intanto nel dark web è stato possibile rintracciare lanciamissili Javelin in vendita a prezzi stracciati, prodotti dall’azienda statunitense Raytheon. Notizia ampiamente riportato da FarodiRoma.
La Russia ha sottoposto al Consiglio di Sicurezza ONU vari rapporti sul traffico di armi NATO da parte del regime di Kiev. Rapporti che sono stati ignorati mentre i media atlantisti presentavano queste denunce come “propaganda russa” tesa a screditare sia il governo ucraino che gli alleati occidentali.
Tuttavia il deep State e i politici americani hanno riscontrato sempre più difficoltà a spiegare all’opinione pubblica americana perché le armi assegnate all’Ucraina stanno affiorando a Idlib in Siria o presso le organizzazioni criminali europee. Ma soprattutto, la Casa Bianca ha inziato a temere che i sistemi tecnici avanzati statunitensi finiscano nelle mani dei principali avversari degli Stati Uniti – Russia, Iran e Cina – uno scenario molto probabile considerando il riavvicinamento senza precedenti tra questi Paesi.
Nonostante le evidenze l’Unione Europea ha dato indicazioni ai media di non toccare questo argomento al fine di non compromettere il già scarno supporto popolare a questa folle impresa militare. Questi «consigli », accettati immediatamente dalla maggioranza dei giornalisti europei, applicando forme di autocensura finanziariamente convenienti, sono anche tesi a proteggere i colossali affari delle industrie belliche europee che dall’inizio del conflitto riescono a concludere contratti milionari pagati in anticipo.
Le diverse indagini svolte sul furto e vendita di armi condotte da giornalisti e media indipendenti sono state sistematicamente ignorate per i motivi sopra descritti. Ignorata anche la denuncia di questo affare sulla pelle dei soldati ucraini da parte dei media ucraini, in particolar modo dal quotidiano Kyiv Independent .
La denuncia dei media ucraini coinvolge Zelensky indirettamente in quanto non é saggio accusare direttamente l’attuale regime filo nazista di Kiev al fine di evitare ripercussioni che potrebbero arrivare anche a compromettere la incolumità fisica dei giornalisti. Per poter parlare del scottante argomento si è data la colpa agli alti ufficiali ucraini che comandano la Legione Internazionale creata da Zelensky il 27 febbraio 2022.
Trattasi di un battaglione dell’esercito ucraino composto da volontari di tutto il mondo. Una manovra per legalizzare l’invio di soldati NATO sotto copertura di volontari (sopratutto polacchi, inglesi e americani) e di arruolare migliaia di giovani neonazisti europei compresi i neofascisti di CasaPound. Arruolamento che il governo Draghi e ora il governo Meloni hanno deciso di ingorare nonostante che rappresenti un reato secondo il codice penale italiano che può comportare fino a quindi anni di reclusione (Articolo 244 Codice Penale).
Particolarmente dettagliata l’inchiesta del quotidiano Kyiv Independent, svolta in collaborazione con il programma Superwizjer in onda sul canale TVN polacco, e basata sulle denunce e testimonianze di oltre 30 soldati mercenari – volontari stranieri che hanno presentato anche rapporti ufficiali, foto, video e file audio a sostegno delle loro accuse.
Diversi legionari affermano che le armi leggere, comprese le armi fornite dall’Occidente, sono scomparse. I legionari sospettano specifici comandanti ucraini di appropriazione indebita che non avrebbero esitato di minacciare a mano armata i volontari stranieri che ponevano troppe domande. In alcuni casi questi ufficiali ucraini avrebbero rubato anche l’equipaggiamento militare personalmente comprato dai mercenari. Alcuni testimoni affermano che, per aver segnalato le malefatte degli ufficiali ucraini sarebbero stati espulsi dalla Legione con pretesti inventati come essere spie o disertori.
Messe insieme, queste prove evidenziano che le leadership ucraina della Legione internazionale, della intelligence militare e dell’esercito ucraino sono implicate nei traffichi di armi. Le accuse di appropriazione indebita di armi sono una questione controversa in Ucraina, che dipende dagli aiuti militari occidentali per contrastare con successo l’operazione speciale di denazificazione condotta dalla Russia. La questione è emersa in dichiarazioni contrarie alle forniture di armi all’Ucraina, anche in Occidente, probabilmente nel tentativo di offuscare l’immagine dell’Ucraina e minare le forniture di armi.
I media ucraini nel denunciare questo traffico di armi cercano di minimizzare il fenomeno criminale, facendo credere che sia limitato solo alle armi leggere mentre i principali sistemi d’arma NATO donati sarebbero ben curati e utilizzati con buoni risultato contro l’aggressore russo. Affermazioni comprensibili visto il livello di censura e di pericolose ritorsioni esercitate dal regime di Kiev dove le fazioni politiche e militari neo-naziste assumono sempre più forza ma sconfessate dal Wall Street Journal in una inchiesta di Bojan Pancevski e Alistair MacDonald pubblicata il 10 dicembre scorso.
Kyiv Independent e gli altri media ucraini che si addentrano in questo argomento estremamente pericoloso devono stare ben attenti di non essere accusati di aver diffuso notizie allarmanti che potrebbero causare la sospensione anche parziale delle consegne di armi da parte della NATO. Tuttavia Kyiv Independent fornisce una notizia molto interessante. Le indagini del regime di Kiev sul traffico di armi sono condotte in collaborazione a investigatori britannici che stanno controllando in Ucraina la destinazione e l’uso della armi NATO ricevute.
I vertici della Casa Bianca, Pentagono, Unione Europea e NATO sono a conoscenza del fenomeno della vendita di armi che non si limita ad armamenti leggeri avendo a disposizione notizie più dettagliate rispetto a quelle in possesso ai media ucraini, come sanno che i furti e le vendite non sono opera di singoli ufficiali dell’esercito o dei servizi segreti ma rientrano in una vasta operazione criminale che coinvolge direttamente lo Stato Maggiore dell’esercito ucraino, il Ministero della Difesa, il governo e il Presidente Zelensky.
Al momento tutte le prove a disposizione dei paladini della Democrazia Atlantica sono tenute al sicuro dentro al cassetto. Torneranno utili qualora Unione Europea e Stati Uniti dovranno cercare una via d’uscita onorevole dinnanzi ad una eventuale vittoria militare della Russia.
Vladimir Volcic
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Tag: armi, faro di roma, ucraina
Categoria: Generale
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