Annunciazione, Incarnazione, Immacolata Concezione e Peccato Originale.
5 Dicembre 2022
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, un amico fedele del nostro sito, R.S., offre alla vostra attenzione queste bellissime riflessioni sul tempo liturgico che stiamo vivendo, con un’attenzione particolare al ruolo di Maria. Buona lettura, e meditazione.
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INCARNAZIONE, IMMACOLATA CONCEZIONE, VOLONTA’ E PECCATO ORIGINALE
Per il lettore che si imbatte in queste righe presento subito l’intento: non vorrebbe stuzzicare l’intelletto alla riflessione, ma determinare la volontà a dei propositi più fermi di una prima mozione.
Esattamente un mese prima dell’Immacolata Concezione di Maria, per la Chiesa ricorre la memoria del beato Giovanni Duns Scoto, sacerdote francescano vissuto tra il 1265 e il 1308 e conosciuto come il “dottor sottile” per l’acutezza del suo pensiero, che ebbe un vertice nel sostenere le ragioni del dogma mariano poi proclamato dalla Chiesa solo nel 1854.
Il beato Giovanni contempla la centralità di Cristo, Verbo Incarnato, sul cosmo e sulla storia. L’incarnazione del Logos costituisce la volontà di Dio originale, che la caduta dovuta al peccato, prima di alcuni angeli e poi dell’uomo, ha esteso alla riparazione redentrice operata mediante il sangue versato -volontariamente- da Gesù, l’Agnello di Dio immolato in croce.
Nella volontà di Dio l’incarnazione di Cristo, la più sublime delle meraviglie in cui traspare la Sua gloria, ha la precedenza sul suo configurarsi come riparazione/salvezza a causa del peccato. Prima e più di essere una riparazione, l’incarnazione è un atto di purissimo e incondizionato amore!
Dio, nell’incarnazione del Figlio-Verbo, non ha operato una delle possibili cose che avrebbe potuto, ma proprio quella che ha liberamente voluto fin dall’ORIGINE DEI TEMPI! Non lo affermiamo perché all’uomo competa superbamente di stabilire che cosa debba pensare o fare Dio, ma perché questo è stato rivelato, L’incarnazione costituisce anche il massimo della rivelazione agli uomini dell’essenza divina: il Logos ha preso carne per dirci il desiderio di Dio -che è amore, verità, giustizia- di chiamare le sue creature alla sua gloria riempiendole della sua grazia. Questo progetto divino è liberamente voluto, in un’economia giusta e libera, ordinata al bene.
Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a Te Dio Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria… Gesù, vero uomo e vero Dio, sintetizza l’universo creato -cielo e terra- e ne è il centro e il vertice assoluto. Lo scrive San Paolo ai Colossesi (Col 1,15-20) e lo recitiamo nel Credo: tutte le altre creature, visibili e invisibili, sono fatte per mezzo di Lui e in vista di Lui. Lo afferma anche il poderoso e luminosissimo prologo del vangelo di San Giovanni: il Verbo era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste… E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.
Per Giovanni Duns Scoto ogni cosa è finalizzata alla gloria di Dio, che liberamente ama in Sé (l’amore tra le Persone della Trinità) e creando; l’opera glorificatrice voluta da Dio sta costitutivamente nel pensiero divino e ne rivela l’infinito amore: nella PIENEZZA DEI TEMPI l’Incarnazione non è il rimedio a un fallimento, ma il compiersi di una volontà buona e non forzata dagli eventi. L’incarnazione configura il primato di Cristo su tutta creazione. Non “un dio tra i tanti”…
Il primato della volontà (coincidente con la libertà) non contraddice l’intelletto e la ragione: in Dio questo è un cortocircuito impossibile, anche se -nell’uomo decaduto dalla perfezione originaria- purtroppo non è più così. Se in Dio non ci fosse la libertà di amare, volendolo fare, dovremmo pensare che Dio non sia libero e questo è impossibile perché la Carità di Dio è anche Verità!
Attenzione alle false ragioni di un modernismo che ha cercato di far leva sull’intuizione di Giovanni Duns Scoto per affermare la libertà: la filosofia, il cogitare della mente (ancor più una teologia) se è priva di fede nel dato rivelato è priva di verità, perciò in quella volontà non può esserci vera libertà. E’ questo il dramma del peccato originale ancora presente e reiterato dalla superbia di ogni sapere.
Solo la Verità rende liberi e questo passaggio decisivo, filosofico e intellettuale, attinge alla Rivelazione, senza fermarsi alla conoscenza per superarla nella contemplazione che completa l’unione della creatura umana con Dio. La libertà di Dio non va liberata dal peccato e neppure ne è condizionata; invece la libertà attuale degli uomini abbisogna di redenzione e di salvezza.
Il peccato è veramente entrato nella storia e la creazione ne è “infetta”. Ogni figlio d’uomo porta questo segno che ci rende meno integri di come fummo pensati al tempo della creazione. Nell’uomo dopo la caduta la libertà è ingannata dalle conseguenze del peccato sulla volontà e sull’intelletto, che non garantiscono affatto da tragici abbagli: la storia ce ne ripresenta continuamente il conto.
L’incarnazione del Verbo fatto uomo, necessariamente in un grembo di madre, avrebbe dovuto trascorrere i nove mesi della gestazione in una creatura umana segnata dal peccato? No: Dio decise di preservare Maria dal peccato originale ben prima della redenzione del genere umano. Poteva farlo, era conveniente e perciò lo fece. Sappiamo tuttavia che la Madonna, preservata dal peccato di origine, non seppe capire tutto subito, eppure liberamente volle compiere la volontà del Signore, pronunciando il suo sì. Invece chi pecca antepone la propria volontà a quella di Dio.
Va ribadito: nella volontà divina l’Incarnazione del Verbo era già stabilita per la massima glorificazione e il massimo amore da dare a Dio e solo dopo anche per la redenzione dalla colpa.
La gloria infinita e l’amore infinito che Dio poteva ricevere dal creato Gliele poteva tributare solo il Verbo Incarnato, unione ipostatica della natura umana assunta dalla Persona divina. Questa originaria ragione dell’Incarnazione è indipendente dalla seguente, di operare una redenzione. Non abbiamo nessun appiglio per affermare che Dio non avrebbe dato all’universo l’esperienza di Cristo Gesù nell’operare un atto di glorificazione e di amore verso la Trinità se non ci fosse stata la caduta originale di angeli e dell’uomo.
Viceversa, se fosse la caduta nel peccato la causa dell’Incarnazione, allora l’opera più bella della volontà di Dio sarebbe occasionata da una disobbedienza! Dovremmo, in un certo senso, rendere grazie a chi ha disobbedito alla volontà di Dio e ha poco senso. Certamente incarnandosi in Cristo il Signore ha operato anche la nostra redenzione, ma l’amore di Dio aveva già stabilito prima l’incarnazione (pensandoci bene: l’invidia è uno dei motivi dell’originale ribellione angelica).
In questa sapienza comprendiamo che -nella volontà di Dio- tutto il creato è chiamato da sempre a compiersi/finalizzarsi in Dio! Nella PIENEZZA DEI TEMPI c’è stata l’incarnazione di Cristo e ALLA FINE DEI TEMPI avverrà la ricapitolazione di ogni cosa in Cristo nel quale “abita corporalmente la divinità” (Col 2,9). Il Padre vi si è compiaciuto fin dall’ORIGINE DEI TEMPI e non a causa di un fallimento.
Cristo stesso non interviene nella storia “quasi per caso”, a motivo di una ribellione, ma è da sempre l’opera somma della volontà di Dio, senza farne “merito” alle creature ribelli.
Ovviamente l’uomo-Dio Gesù ha dovuto accettare che l’Incarnazione volgesse verso il sacrificio redentore di croce: in questo sta la preghiera del Getsemani, nel bere fino in fondo quel calice per compiere pienamente il disegno grandioso della gloria universale di Dio. Così Cristo è anche il Re dell’Universo, capace di un amore così grande da dare la propria vita per tutti, anche i peccatori. Avrebbe potuto redimerci con uno schiocco di dita, invece lo fa dalla croce: questa è la gloria di Dio, in Cristo, Verbo incarnato e nostro redentore: il primato assoluto dell’amore nella volontà di Dio.
A questo punto può brillare pienamente la persona della Beata Vergine Maria, la Madre di Dio.
Lei è tutta relativa al suo figlio Gesù: se Cristo è la creatura in carne umana voluta da Dio fin dall’ORIGINE DEI TEMPI, la Madre è necessariamente in questo progetto di gloria fin da allora.
Cristo è il Re e dunque la creatura Maria è regina del Cielo e della terra, degli angeli e degli uomini. Mentre Gesù è Dio, Maria non lo è, eppure ella sta tutta nella volontà di Dio e Gesù dirà che questo è decisivo per ogni creatura: “Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre” (Mt 12,46-50). Non fu una risposta spiazzante per la madre, ma il massimo tributo che Gesù potesse tributarle! Il primato di Cristo, Verbo di Dio, sulla creazione passa attraverso la maternità verginale di Maria, preparata nella sua Immacolata Concezione.
Il peccato originale corrompe l’intelletto o la volontà della creatura? Entrambe, ma innanzitutto la volontà. Servire la volontà di Dio prima di capire tutto richiede un affidamento libero capace di superare la piena consapevolezza della facoltà intellettuale, che pure si applica a riflettervi.
Maria, pur concepita Immacolata, è stata lei stessa redenta da Cristo, però preventivamente.
Questo tra l’altro la associa alla redenzione come corredentrice. Tra le creature Maria è proprio il capolavoro dell’incarnazione del Verbo di Dio. In lei la pienezza di grazia e lo Spirito santo agiscono prima che il suo intelletto sia in grado di capire e giustificare tutto razionalmente (Chiede: “come è possibile?” Risposta: “nulla è impossibile a Dio”. Sottinteso: se Dio lo vuole). Mentre Ella conserva ogni cosa meditandola nel cuore il suo sì iniziale non vacilla e la vediamo accanto al figlio crocifisso il venerdì santo. Nella sua vita quel sì l’ha portata a fidarsi dell’annuncio dell’angelo Gabriele e poi del saluto di Elisabetta che la chiama “madre del mio Signore”. E’ passata dal rischio di essere lapidata (salvaguardata da San Giuseppe, l’uomo giusto che ascolta la voce del Cielo invece di avvalersi dei dettami legali). Partorisce in circostanze difficili, si sente annunciare che una spada le trafiggerà l’anima, poi deve fuggire in esilio. Trascorre tanti anni “normali”, con l’eco delle parole di Gesù dodicenne al tempio. Soffre la morte di Giuseppe e poi accompagna la vita pubblica di Gesù, sempre più diretta verso l’appuntamento terribile della sua crocifissione.
Si, d’accordo: è priva del peccato originale, come Gesù. Ma di compiere la volontà di Dio, l’ha voluto! Ha voluto con umiltà, timorata di Dio che ha guardato questa umiltà, senza cogitare troppo, come succede ai superbi destinati a essere “dispersi nei pensieri del loro cuore”. L’immacolata, la madre di Dio sempre vergine diventa la corredentrice e poi l’assunta, in anima e corpo, la regina del Cielo.
Nemmeno in Dio il Logos precede la volontà e il figlio-Logos compie la volontà del Padre. Lo fa liberamente, consegnandosi volontariamente alla morte di croce. Maria Gli sta accanto, avendoci detto prima: “fate tutto quello che vi dirà”. E lì udiamo da Gesù: “Ecco tuo figlio”. “Ecco tua madre”.
Ogni libertà si perfeziona nella contemplazione della Verità e nel compimento della volontà di Dio.
Pregando il Padre Nostro (sia fatta la tua volontà) rendiamoci degni della nostra grazia battesimale.
O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te.
Prega per noi santa Madre di Dio perché siamo resi degni delle promesse di Cristo.
Maria, entrata nel mondo senza macchia, ottienimi che io possa uscirne senza colpa.
R.S.
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Tag: annunciazione, incarnazione, R.S.
Categoria: Generale
La volontà di Dio “procede”?
Non è che senza volontà di Dio non procederebbe niente?
O ci confondiamo con la nostra volontà?
Noi non siamo Dio…
Infatti dovremmo essere “felici per la colpa” (cioè di disobbedire la volontà di Dio) e non senso paradossale, ma letterale… Ma dai… Come se il peccato originale non avesse peggiorato niente della perfezione, ma nella bellezza della libertà vera (non come quella dei sedicenti sistemi liberali) che Dio lascia alle creature, purtroppo in grado di usarla male.
La volontà procede, non precede
Credo: per la nostra salvezza discese dal Cielo e per opera dello Spirito Santo si è Incarnato nel seno della Beata Vergine Maria e sì è fatto uomo! E San Paolo infatti Parla di “felice colpa” che ci ha guadagnato un simile Redentore! Smettiamola di sproloquiare per annacquare e confondere la Fede con la miserabile fantasia! Pace e bene!
San Paolo: dove ha abbondato il peccato ha sovrabbondato la grazia.
Di Felice colpa parla sant’Agostino in una omelia
Non San Paolo ma Sant’Agostino.