Laporta. Ex Chaos Ordo? Una Frase Massonica che ha Stipato i Cimiteri.
27 Novembre 2022
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, ecco la seconda parte delle riflessioni del generale Piero Laporta, la cui prima puntata è stata pubblicata ieri. Buona lettura.
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Abbiamo chiuso la scorsa puntata, osservando la differenza per noi cattolici, rispetto a dieci anni fa: è quella intercorrente fra la certezza d’avere un pontefice e l’oggettiva incertezza dei poteri di quello regnante, il quale, al contrario del predecessore, è privo del titolo di “vicario di Cristo in terra”. Non è stato privato bensì se lo è cancellato con le sue mani dall’annuario vaticano. Che cosa vuol dire?
Non ho una spiegazione convincente ma sono indotto a cercarla e a chiederla. E veniamo all’ultimo argomento, il libro “Il Codice Ratzinger” di Andrea Cionci.
Chi scrive non è attrezzato per le speculazioni dottrinali e teologiche di Cionci, le cui traiettorie sono di gran lunga più alte e più lunghe. Mai ci si sarebbe avventurati in quella lettura se non fosse giunto uno stimolo tanto potente quanto inaspettato e autorevole. Ariel S. Levi di Gualdo, Presbitero e Teologo, sul suo blog “L’Isola di Patmos”, pagine che leggo e continuerò a leggere volentieri, attacca Cionci all’arma bianca: «autore del Codice Ratzinger, un pamphlet delirante e oltraggioso nei riguardi del Sommo Pontefice Francesco, è un emissario del peggiore esoterismo massonico di matrice anti-cattolica.»
Mi aspettavo, inoltrandomi, una spiegazione accurata della stroncatura, evitandomi la lettura del “pamphlet delirante”. Purtroppo si passa dal classico e italianissimo “lei non sa chi sono io” («il sottoscritto, oltre a essere un prete tosco-romano che all’occorrenza condisce il discorso con una parola colorita, è parecchio di più: un uomo molto adulto con un complesso vissuto che lo ha portato, tra le varie cose, ad avere tante conoscenze e amicizie») a una opaca deriva calabro siciliana, oscillante fra “lei non sa quanto sono pericoloso” e un grottesco “lei non sa quanto potenti sono i miei amici”. Va bene, i cinque minuti di follia sono concessi a tutti. Non è però concesso confutare un argomento sia pure in buona fede, appellandosi a valutazioni soggettive d’un terzo ignoto, per giunta uno storico («Un eminente storico del Risorgimento Italiano mi disse che gli anticlericali più furibondi vissuti a cavallo tra Ottocento e Novecento non toccarono mai dei livelli così bassi. Non solo perché erano persone dotate di intelligenza e capacità, ma perché del Papato che combattevano e volevano abbattere riconoscevano tutta l’autorità, l’autorevolezza e anche la grandezza storica. Non diffondevano certo pamphlet nei quali sostenevano di avere dimostrato con prove inconfutabili che Pio IX era un falso pontefice eletto in un conclave invalido»). Non mi è rimasto che leggere il testo di Cionci. Ripeto, dottrina e teologia non sono i miei somari di battaglia. Nostro Signore si è tuttavia degnato di dare la logica anche a me, come a tutti.
Dal best seller di Cionci, che consiglio vivamente di leggere (“Il Codice Ratzinger, ed. Bioblu 2022) si evince senz’ombra di dubbio che l’elezione di Francesco è opaca, gravata dalla mafia di San Gallo e preceduta dalle dimissioni tutt’ora inspiegate di Benedetto XVI.
Lo Spirito Santo non è opaco. Sarebbe quindi nell’interesse di tutti, anche dello stesso Pontefice regnante, che egli spiegasse, ritrattasse, correggesse, a cominciare da quel titolo rimosso di “Vicario di Cristo”. Allo stesso modo, anche Benedetto XVI ha il dovere di spiegare una volta per tutte e ben in chiaro perché si dimise. È questione concreta e pressante. Un bronzo di Lutero entrò in Vaticano, mentre dilaga un vasto contagio luterano nella politica della Chiesa e nei sacri riti. Il luteranesimo e il calvinismo, si distinguono, fra tutte le eresie, per l’anima nazista e la vocazione all’usura. È farisaico quindi esaltare la povertà e andare a braccetto con luterani e calvinisti. Il Vaticano, distanziandosi dalla Chiesa di Cristo, pone il Santo Vangelo a sgabello dei mercanti e degli assassini nel Tempio.
Non concordo sul silenzio di Francesco e concordo ancora meno su quello di Benedetto XVI. Questo è il mio modesto punto di vista: esigo chiarezza da chi abdicò dalla successione a Pietro e altrettanta chiarezza da chi subentrò. Il monsignore che si agita davanti al volume di Cionci, il quale pone questioni per la cui soluzione non serve evocare un storico, quel monsignore, che si autocertifica competente, spieghi che cosa è accaduto nella successione e perché è tutto così legale da consentire a Francesco di erigere una statua a Lutero, come fosse un santo, al contempo rinunciando al titolo di “Vicario di Cristo”. Lo spieghi o taccia.
Per ora, le evidenze nel libro di Cionci, unite al falso della lettera di mons. George Gaenswein a don Minutella aumentano la confusione, frullando tutti i componenti della polemica senza riuscire a comporla.
Il caos diventa vorticoso quando padre Ariel risponde così a un lettore che rifiuta il metodo polemico del religioso: «Lei non ha proprio colto – o forse non vuole cogliere – il fatto che persino la Massoneria è scandalizzata dall’atteggiamento di Adrea Cionci verso il Papato. E se non le è chiaro questo, vuol dire che lei non sa proprio leggere e comprendere gli articoli». Dovremmo quindi tenere, oltre alla lanterna luterana, anche quella massonica per genufletterci al Papato e riconoscere la legittimità delle vie attraverso le quali tale Papato è costituito, dopo le dimissioni di Ratzinger. Bizzarro.
Ex Chaos Ordo
La confusione è destinata ad aggravarsi. Non credo nelle zuffe tra cattolici per comporla, tanto meno alla loro partecipazione alle marce, per marcire marciando per la pace, per la famiglia, per la povertà… imitando i partiti suicidatisi per questa via.
Ex chaos ordo, dicono i potenti amici di monsignor Ariel, dimenticando che la massoneria ha stipato i cimiteri di guerra, passando da un secolo all’altro tentando di rimediare agli errori precedenti, incluso il genocidio in atto, preparando quelli del secolo successivo.
L’unico vero strumento dei cattolici è la preghiera, né l’odio né la santificazione del prossimo, la preghiera.
La preghiera e il rifiuto dell’odio non devono tuttavia impedire di guardare la realtà senza veli e con la Fede a guidarci. È crescente l’odio anticattolico, non è una novità di questo secolo; è l’intensità che piuttosto sorprende, riportandoci indietro, quando i primi cristiani erano oggetto di martirio per mano degli ebrei in diaspora, a Roma e altrove. Hanno fatto benissimo i grandi pontefici nei secoli passati a rimuovere a mano a mano l’odio stratificatosi fra le due comunità. La Chiesa, pur con miliardi di martiri, conosciuti e non, non ha istituito una giornata della memoria del martirio, ma la festa d’Ognissanti, una festa d’amore e di santità che non esclude nessuno, non accusa nessuno, non emargina nessuno, non nasconde nulla.
Contro questa apertura dell’apostolato cattolico, si agitano riti pagani, si calunnia un gigante della carità come Sua Santità Pio XII, si vanifica il lavoro di cucitura intrapreso da san Giovanni Paolo II, intrapreso letteralmente dal primo istante del suo pontificato.
È una persecuzione politicamente corretta, nella quale il ruolo di alcuni ebrei secolarizzati è evidente dal dopoguerra ai giorni correnti.
C’è tuttavia una differenza. I cattolici non possono essere tali in quanto discendenti d’una razza. Questa è una vulnerabilità tremenda in un mondo conflittuale, vocato a un rinnovato tribalismo. Non di meno ci pone al sicuro dall’enorme contraddizione, enorme e irrisolvibile, di quegli ebrei secolarizzati che, voltate le spalle a Mosè, partendo dalla Spartakusbund, socialisti rivoluzionari, oggi approdano allo status di ebreo appoggiandolo alla razza, una categoria cara ai nazisti.
Ho sempre sostenuto che un cattolico che odi gli ebrei, pone Cristo, Maria e Giuseppe a oggetto del proprio odio. Lo ribadisco.
Sul Golgota Cristo è salito condottovi dai Romani e per volontà del Grande Sacerdote. Lì è morto per tutti, per i cristiani, per i pagani, per gli ebrei e per quanti hanno altra o non hanno alcuna fede, anche per quanti vogliono spartirsi l’Ucraina, al di qua e al di là d’una Cortina di Bugie, non meno pericolosa, anzi più insidiosa di quella di ferro.
Cristo Vince
Gen. D.g.(ris.) Piero Laporta
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Categoria: Generale
Ringrazio il Generale La Porta per l’equilibrato articolo. Quanto a Levi di Gualdo, i “cinque minuti di follia” sono terminati con un gran finale da Ouverture 1812 “Napoleonica”, ovvero la vicenda grottesca della lettera falsa di Mons. Gaenswein a don Minutella, https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/33816610/lettera-falsa-codice-ratzinger-di-ganswein-benedetto-xvi-non-celebra-con-bergoglio.html che si è scoperta essere stata creata con una licenza word a nome Ariel Levi di Gualdo presbitero, il quale non ha mai negato la paternità del falso (anzi, ha dichiarato che “esistono menzogne buone e menzogne cattive”. Alta teologia). La lettera, smentita anche nel contenuto dal segretario di papa Benedetto, ha rivelato che lo stesso pontefice celebra in comunione con se stesso “Indegno servo”. Tuttavia, mi è d’obbligo riassumere il contenuto del libro per i “non udenti”, in senso evangelico. Se il papa rinuncia al munus, la sede è vacante. Se rinuncia al ministerium la sede è impedita. Se la sede è impedita il papa resta papa, sebbene prigioniero e se si convoca un conclave alle sue spalle si elegge un antipapa, privo dell’assistenza dello Spirito Santo, il cui operato dovrà essere annullato. Ora, pretendere che papa Benedetto riveli il suo status di prigioniero vivente, è come pretendere che Aldo Moro telefonasse per rivelare il suo nascondiglio. Tutto qui. https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/33934744/sede-impedita-for-dummies-il-grano-di-benedetto-xvi-e-il-loglio-di-bergoglio.html
I motivi di Benedetto XVI per rinunciare sono un segreto di pulcinella. Non si può dire perché implica atti non commessi da gente che non esiste.
Negli scritti di Cionci si trova la descrizione della croce pettorale di Bergoglio . Certo, è diversa dalle croci a cui siamo abituati, ma la raffigurazione del Buon Pastore non mi sembra poi particolarmente blasfema.
Ognuno, a mio avviso, può appendersi al collo quello che gli piace o quello che gli è stato regalato o quello che gli ricorda un momento particolarmente bello della sua vita.
Quello che mi turba è il passo successivo fatto da Cionci. Cionci afferma che quella croce è una croce che indica l’appartenenza di colui che l’indossa all’ A.M.O.R.C., cioè all’antiquus misticus ordo rosae crucis.
La mia esperienza è limitata, ma l’unico Tizio che ho conosciuto nella mia vita che sembrava essere un portavoce di quella associazione non era di certo massone ma anzi era nazifascista.
Come una rondine non fa primavera, così da un solo esemplare non si può generalizzare. Ma i dubbi restano.
Forse anche Lutero era un rosacroce ?
L questione è molto semplice: l’unico buon pastore esistente con le braccia incrociate è quello dei Rosa+croce. Gli stessi considerano Gesù un grande uomo, ma non il Figlio di Dio. Ergo sono anticristici. Avete il “papa” che porta al collo un simbolo anticristico. Forse non è il papa? Forse non lo è perché Benedetto non ha lasciato la sede vacante, ma impedita? Chissà…Mah?
Caro Generale, anche io sono molto confuso da questa vicenda, per quanto mi consoli leggere la storia: cosa dovevano provare i semplici fedeli durante l’Arianesimo, oppure durante il Grande Scisma, quando c’erano tre papi ognuno dei quali rivendicava di essere l’unico Vicario di Cristo. Allora come oggi, a chi credere? Nulla di nuovo sotto il sole, con la sola differenza che vivere tali eventi non è come leggerli in un libro? Oppure è come dice il tecnocrate da lei citato?
In questo periodo ho familiarizzato con il concetto di fog of war in Ucraina: nell’era dell’informazione istantanea, avrei voluto sapere giorno per giorno zona per zona chi, dove e come si sta combattendo. Eppure è per noi impossibile, e forse solo alcuni generali allo Stato Maggiore hanno una visione completa del fronte, lei lo saprebbe spiegare meglio di me. Nel frattempo che la nebbia si diradi, la ringrazio per condividere queste sue riflessioni per capire dove stiamo andando e, per lo meno, prepararci spiritualmente.
Avevo letto molti degli articoli di Cionci ma non ho letto il libro. Ora, mentre Ratzinger era critico nei confronti dell”islam, Bergoglio non lo è.
E’ giusto criticare come fa il Generale, Lutero e Calvino, ma quello che turba veramente nel comportamento di Bergoglio è la sua ostentata simpatia per gli islamici.
Volendo riconoscere un qualche merito a Lutero, bisogna attribuirgli quello di aver dato inizio, con la prima traduzione in lingua volgare della Bibbia ad una diffusione più ampia della Parola di Dio. Sembra che la Chiesa di Roma avesse proibito, verso la metà del 1300 la lettura della Bibbia ai laici.
Come è stato già detto, la causa scatenante delle dimissioni di papa Benedetto fu il blocco dello switch cioè l’impossibilità da parte dello Stato Vaticano di operare nel mercato economico. Ovvero il Vaticano non poteva né comperare né vendere : inoltre tutti i bancomat all’interno della città del Vaticano erano bloccati.
Chi c’era dietro il blocco ? Non si è mai saputo: è però stato sufficiente che Ratzinger annunciasse le Sue dimissioni perché tutto l’apparato bancario riprendesse a funzionare normalmente.
bravo Generale . Lei ha coraggio , come al solito , di prendere posizioni non politicamentecorrette. Stavolta ha centrato il segno . e lo ha anche scritto riferendo don Ariel : la massoneria dissente da Cionci. -Te credo ! – Cionci li sta mettendo a nudo…