Vescovo Olandese Abbandona un “Sinodo Spregevole”.

15 Novembre 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, offriamo alla vostra attenzione, nella traduzione di Vincenzo Fedele, che ringraziamo di cuore, questo articolo apparso su Life Site News. Buona lettura e condivisione…

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Vescovo olandese lascia il sinodo “spregevole” sulla sinodalità: “Lo Spirito Santo non ha assolutamente nulla a che fare con questo”.

Stilum Curiae ha già pubblicato commenti al Sinodo sulla Sinodalità, in particolare il 10 novembre un articolo di The Catholic Thing : Un Sinodo autodistruttivo (Vedi quì). Oggi riprendiamo, tramite un articolo di Life Site News (Vedi quì) il medesimo argomento visto attraverso gli occhi del Vescovo Robert Mutsaerts che ha annunciato di aver abbandonato il percorso sinodale ed ha usato parole durissime sul percorso stesso, tra cui :

“Una cosa mi è chiara. Dio è fuori dai giochi in questo spregevole processo sinodale. Lo Spirito Santo non ha assolutamente nulla a che fare con questo”.

“Tra i protagonisti di questo processo ci sono, a mio parere, un po’ troppi difensori del matrimonio gay, gente che non pensa proprio che l’aborto sia un problema e non si mostrano mai come veri difensori del ricco credo della Chiesa, volendo soprattutto piacere ai loro ambienti laici e secolari”.

Ma vediamo l’articolo completo di Life Site News al cui interno c’è la dichiarazione di Mons. Mutsaerts.

Life Site News – mar 8 nov 2022

Il vescovo Robert Mutsaerts, vescovo ausiliare della diocesi di  ‘s-Hertogenbosch, Paesi Bassi, ha pubblicato una dichiarazione sul suo blog, commentando il Sinodo sulla sinodalità, in particolare il nuovo documento di lavoro del 27 ottobre “Per una Chiesa sinodale : communio, participatio, mission”, che fa un appello per il diaconato femminile e usa il linguaggio dell’agenda LGBT. Ha annunciato di aver abbandonato il percorso sinodale.

Nella sua dichiarazione ( vedi traduzione completa sotto, come gentilmente fornita a LifeSite da padre Cor Mennen ) [La traduzione di padre Cor Mennen di cui si parla è quella dall’olandese all’inglese – NdT], il vescovo Mutsaerts ha definito questo processo sinodale “spregevole”.

Afferma – “Dio è fuori dai giochi in questo spregevole processo sinodale“, aggiungendo che “lo Spirito Santo non ha assolutamente nulla a che vedere con questo“. Ha continuato dicendo:

Tra i protagonisti di questo processo ci sono, a mio parere, alcuni difensori di troppo del matrimonio gay, gente che non pensa proprio che l’aborto sia un problema e non si mostrano mai veramente difensori del ricco credo della Chiesa, volendo soprattutto piacere ai loro ambienti laici e secolari.

Il vescovo Mutsaerts non è l’unico a respingere gli avvenimenti che circondano questo processo sinodale che durerà fino al 2024. Il cardinale Gerhard Müller lo ha definito una “acquisizione ostile della Chiesa di Gesù Cristo” e ha invitato i cattolici a resistere, confrontando l’attuale crisi della Chiesa con quella della crisi ariana del IV secolo. Ha anche affermato che, alla luce della diffusione dell’agenda LGBT nella Chiesa, “non si deve obbedire a un vescovo chiaramente eretico solo per motivi di fedeltà formale“. Un’obbedienza cieca come questa, ha proseguito, “sarebbe un’obbedienza esangue, che contraddice non solo la ragione, ma anche la fede“.

Mons. Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana, Kazakistan, ha recentemente concordato con il cardinale tedesco, sottolineando che il processo stesso è guidato e influenzato da una certa agenda, definendola “manipolazione” da parte di uomini di chiesa “che promuovono la propria agenda ideologica“.

Sia il cardinale Mario Grech che il cardinale Jean-Claude Hollerich , chiamati da papa Francesco a svolgere ruoli di primo piano in questo processo sinodale, sono promotori dell’agenda LGBT – ad esempio l’approvazione dell’omosessualità – all’interno della Chiesa cattolica.

In risposta a queste posizioni eterodosse che vengono espresse e promosse durante il processo sinodale, Mons. Mutsaerts commenta: “Sono poco pastorali ed anche poco amorevoli. Le persone vogliono risposte sincere. Non vogliono tornare a casa con altre domande. State tenendo le persone lontane dalla salvezza”.

Da allora ho abbandonato il processo sinodale”, ha concluso.

Di seguito riportiamo le dichiarazioni del Vescovo Robert Mutsaerts sul Sinodo sulla Sinodalità:

Il processo sinodale è uno strumento per cambiare la Chiesa ?

Giovedì 27 ottobre la Segreteria del Sinodo dei Vescovi a Roma ha presentato il documento di lavoro per la Fase Continentale del Sinodo “Per una Chiesa sinodale: communio , participatio , mission”. Questo è avvenuto nel corso di una conferenza stampa presieduta dal cardinale Grech tenutasi presso il centro stampa della Santa Sede a Roma. Il documento era intitolato “Aumenta lo spazio nella tua tenda” (Isaia 54:2). Sulla base di tutti i documenti finali degli incontri nei vari continenti, il Segretariato del Sinodo dei Vescovi redige poi l’ Instrumentum Laboris , il documento di lavoro per gli incontri sinodali del 2023 e del 2024.

Il mantra del procedimento è: ascolta. Ascolta chi? Tutti.

Il documento di lavoro contiene un buon numero di citazioni. “Queste citazioni sono state scelte perché esprimono in modo particolarmente potente, bello o preciso sentimenti che vengono espressi più in generale in molti resoconti. L’esperienza sinodale può essere letta come una via di riconoscimento per coloro che non si sentono adeguatamente riconosciuti nella Chiesa». I contorni del processo sinodale stanno diventando sempre più chiari. Fornisce un megafono per mettere in mostra la non-Chiesa. Il documento indica a cosa dovrebbe portare in definitiva il cammino sinodale: «Ciò significa una Chiesa che impara, ascoltando, a rinnovare la sua missione evangelizzatrice alla luce dei segni dei tempi, per continuare ad offrire all’umanità un modo di essere e di vivere in cui tutti possano sentirsi coinvolti come protagonisti”.

Chi sono coloro che si sentono esclusi? Par. 39: «Tra coloro che chiedono un dialogo più significativo e uno spazio più accogliente, troviamo anche coloro che, a vario titolo, sentono una tensione tra l’appartenenza alla Chiesa e le proprie relazioni amorose, come ad esempio: divorziati risposati, genitori single, persone che vivono in matrimoni poligami, persone LGBTQ, ecc.

In breve, coloro che non sono d’accordo con gli insegnamenti della Chiesa cattolica.

Ciò che il documento di lavoro sembra suggerire è che si compili un elenco di denunce e poi si discuta su di esse. La missione della Chiesa è un’altra. Non è: esaminiamo tutte le opinioni e poi mettiamoci d’accordo. Gesù ci ha comandato un’altra cosa: annunciare la verità; è la verità che ti renderà libero. Particolarmente curioso è il commento secondo cui la Chiesa non presta attenzione alla poligamia. Per qualche strano motivo il documento non presta alcuna attenzione ai tradizionalisti. Anche quelli si sentono esclusi. Anzi, sono stati letteralmente esclusi da papa Francesco (Traditionis custodes ). Evidentemente non c’è empatia per questo gruppo.

Ad oggi, il processo sinodale è più simile a un esperimento sociologico ed ha poco a che fare con lo Spirito Santo che, si presume, risuoni in tutti. Questo potrebbe essere definito quasi blasfemo. Ciò che sta diventando sempre più chiaro è che il processo sinodale sarà utilizzato per cambiare un certo numero di posizioni della Chiesa, con lo Spirito Santo che verrà poi gettato nella mischia come avvocato, anche se lo Spirito Santo, in tutti i secoli, ha alitato qualcosa di veramente contrario a questo. Soprattutto, quello che si può spigolare dagli ascolti delle varie sessioni, è una fede evaporata, non più praticata, e che non accetta le posizioni della Chiesa. Gente che lamenta che la Chiesa non accetta I loro punti di vista. Questo, tra l’altro, non è del tutto vero. I vescovi fiamminghi e tedeschi fanno molta strada con loro, il che in realtà è molto più tragico. Non vogliono più chiamare peccato, il peccato. Quindi non si parla più di conversione nè di pentimento.

Prevedibile è l’appello all’ammissione delle donne al sacerdozio: «il ruolo attivo delle donne nelle strutture di governo degli organi ecclesiali, la possibilità per le donne con una formazione adeguata di predicare nelle parrocchie, il diaconato e il sacerdozio femminile». Un esercizio futile dato che gli ultimi tre pontificati hanno esplicitamente affermato che questo è impossibile. In politica, tutto è aperto alla discussione e al dibattito. Nella Chiesa non lo è. Abbiamo una cosa come la dottrina della Chiesa che non è soggetta al tempo ed al luogo. Ma il documento di lavoro sembra davvero mettere in discussione tutto. Ad esempio, nel par. 60 si legge: «La chiamata alla conversione della cultura ecclesiale, per la salvezza del mondo, è concretamente legato alla possibilità di fondare una nuova cultura, con nuove pratiche e nuove strutture». E poi questo: “I Vescovi sono chiamati a trovare le modalità adeguate per svolgere il loro compito di validare e approvare il documento finale e di fare in modo che sia il frutto di un autentico cammino sinodale, rispettoso del processo che si è svolto e fedele alle diverse voci del Popolo di Dio in ogni continente”. A quanto sembra l’ufficio di vescovo si riduce semplicemente ad evidenziare quello che in definitiva è il massimo comune denominatore come risultato di una lotteria di opinioni. L’ultima fase conclusiva del processo sinodale non può che rivelarsi una confusione babelica. Si può prevedere fin d’ora che tutti coloro che non vedranno riconosciute le loro idee diranno di essere stati esclusi. In anticipo, questa è una ricetta per il disastro. Se ognuno ottiene ciò che vuole, cosa che in realtà non è possibile, il disastro è completo. Allora la Chiesa avrà rinnegato se stessa e scialacquato la sua identità.

Alla presentazione del documento di lavoro, il cardinale Grech si è spinto troppo oltre nell’affermare che il compito della Chiesa è di agire da amplificatore di ogni voce proveniente dall’interno della Chiesa, anche se è contraria a quanto la Chiesa ha sempre proclamato. Una volta si agiva diversamente. Al tempo della Controriforma, la Chiesa era chiarissima su quali fossero le sue opinioni. Le persone si convincono difendendo la fede cattolica con convinzione piena e ragionata. Non convinci nessuno semplicemente ascoltando e lasciando perdere. La cosa fastidiosa è che ai vescovi è stato ordinato di ascoltare e poi di documentare quanto detto. Questi rapporti sono stati poi raccolti a livello di provincia ecclesiastica e inoltrati a Roma. Rapporti che includevano le necessarie eresie con la firma della conferenza episcopale. Non potevamo fare altrimenti, ma non ne sono affatto felice. Diversi cardinali, tra l’altro, hanno interpellato Roma, chiedendo ancora una volta cosa sia effettivamente la sinodalità. Non c’è stata una risposta chiara.

Gesù ha adottato un approccio diverso. Ascoltò i due discepoli delusi che stavano andando a Emmaus. Ma a un certo punto ha preso la parola ed ha chiarito loro che stavano andando fuori strada. Ciò li ha portati a voltarsi e tornare a Gerusalemme. Se non ci voltiamo finiamo ad Emmaus trovandoci ancora più lontani da casa di quanto non lo siamo già.

Una cosa mi è chiara. Dio è fuori dai giochi in questo spregevole processo sinodale. Lo Spirito Santo non ha assolutamente nulla a che fare con questo. Tra i protagonisti di questo processo ci sono per me alcuni difensori di troppo del matrimonio gay, gente che non pensa proprio che l’aborto sia un problema e non si mostrano mai veramente difensori del ricco credo della Chiesa, volendo soprattutto piacere ai loro ambienti laici e secolari. Quanto è poco pastorale, quanto poco amorevole. Le persone vogliono risposte sincere. Non vogliono tornare a casa con altre domande. State tenendo le persone lontane dalla salvezza. Da allora ho abbandonato il processo sinodale.

+Rob Mutsaerts

Traduzione di Vincenzo Fedele

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4 commenti

  • BELLO Renzo ha detto:

    Sono d’accordo con chi ha scritto il primo commento
    Non si abbandona la Chiesa
    Le sfide della modernità interrogano la Chiesa dal di dentro
    Sì può abusare della carità? Strumentalizzandola
    La Verità può limitare la Libertà dal di dentro, ma se diventa Legge? La Santità unica risposta alla crisi?

  • OCCHI APERTI! ha detto:

    Ecco, dal comportamento di questo vescovo, da quello del Card. Muller, di Mons. Schneider, ecc… un esempio per tutti i veri cattolici: NON SI ABBANDONA LA CHIESA, la si protegge e difende dall’interno, operando come membra vive e lottando con vero coraggio.
    Questo è esser cristiani cattolici valorosi e “della Traditio”! E questo è l’unico modo per arginare la protestantizzazione in atto, per “ribellarsi” CORRETTAMENTE all’apostasia silenziosa e alle manifeste eresie. Si resiste CON UMILTA’ e intelligenza ispirata, non certo incitando ammutinamenti per impossessarsi di ciurma e nave…

    GLI ESEMPI DA SEGUIRE CI SONO! I VERI PASTORI DEL GREGGE CI SONO ANCORA nella CHIESA UNA SANTA CATTOLICA APOSTOLICA e non certo fuori di essa per qualsivoglia ragione!

    Rammentate gli avvisi (non certo gli unici) della Madonna delle Tre Fontane a stare dentro l’Ovile Santo!
    E d’altronde qualcuno ha detto: “E’ MOLTO PIU’ FACILE INGANNARE LA GENTE CHE CONVINCERLA CHE È STATA INGANNATA”…

    • Davide ha detto:

      Niente di più assurdo. Non puoi combattere contro un eretico che usurpa il trono di Pietro e cambia messale, preghiera del padre nostro e parole del vangelo. Tirarsi fuori da questa falsa chiesa non significa abbandonarla, ma custodirla col piccolo resto profetizzato da anni da tanti santi, compreso Padre Pio.
      Rimanere in questa falsa chiesa, dove ormai è palese l’abominio della desolazione, significa semplicemente contaminarsi. Questi non li fermi più. Sono in caduta libera e la loro intenzione e trascinarci tutti giù.

      • Don Pietro Paolo ha detto:

        – Quelli che operano divisione, gente materiali, che non hanno lo Spirito ” (Gd 19).
        – “Riceviamo dunque anche noi lo Spirito Santo, se amiamo la Chiesa, se siamo compaginati dalla carità, se ci meritiamo il nome di cattolici e di fedeli. Siamo convinti, o fratelli, che uno possiede lo Spirito Santo nella misura in cui ama la Chiesa di Cristo” (S. Agostino, Commento al. Vangelo di Giovanni, 32,8)
          – “Voi, dunque, figli della luce e della verità, fuggite le divisioni e le perverse dottrine. Siate un gregge docile e fedele, che segue ovunque il suo pastore. Quelli, infatti, che appartengono a Dio e a Gesù Cristo sono tutti con il vescovo. E quelli che si ravvedono e ritornano all’unità della Chiesa saranno anch’essi di Dio per vivere secondo Gesù Cristo. Non illudetevi, fratelli miei, chi segue un fautore di divisioni «non erediterà il regno di Dio» (1 Cor 6, 10); chi cammina nella strada dell’eresia non è in accordo con la passione di Cristo. Procurate dunque di partecipare ad un’unica Eucaristia, perché non vi è che un’unica carne del Signore nostro Gesù Cristo e un unico calice che ci unisce nel suo sangue e un unico altare, come uno solo è il vescovo con il collegio dei presbiteri e i diaconi, miei compagni di ministero. Comportatevi in modo che qualunque cosa facciate, la facciate secondo Dio” (Dalla «Lettera ai cristiani di Filadelfia» di sant’Ignazio di Antiochia, vescovo e martire Capp. 1, 1 – 2, 2; 3, 2 –