Zerbini. Le mie prigioni. Cronaca di quasi 60 giorni trascorsi in una RSA.
7 Ottobre 2022
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, il nostro ing. Zerbini – della cui assenza dal blog ci siamo preoccupati – offre alla vostra attenzione questo racconto utile a capire una realtà che spesso sfugge ai nostri occhi. Buona lettura.
§§§
Le mie prigioni. Cronaca di quasi 60 giorni trascorsi in una RSA.
Anzitutto invio un affettuoso saluto all’amico Tosatti e a tutta la famiglia degli Stilumcuriali.
I fatti qui raccontati sono fatti miei personali, ma lo sfondo su cui si sono svolti costituisce una realtà concreta dai risvolti talmente incredibili da sembrare impossibili. A parer mio merita di essere conosciuta.
Per un banale incidente domestico, che non ha nessun legame con la mia età e/o col mio stato di salute fisica e mentale, il 21 luglio scorso mi sono fratturato l’omero sinistro. Portato al pronto soccorso, ne sono uscito con braccio e mano bloccati da un tutore che ho dovuto portare per quasi due mesi. In queste condizioni, d’accordo con i miei figli, mi sono fatto ricoverare in una RSA privata, all’apparenza quasi di lusso, dove mi era stato garantito che mi sarei trovato in un reparto destinato alle persone fisicamente impedite ma “mentalmente a posto” e che mi sarei trovato benissimo. In realtà tale reparto non esiste e da qui ha origine l’autentico calvario che ho vissuto. In meno di due mesi ho perso 7 kg di peso, ho perso ogni collegamento con persone con una cultura e un’educazione adeguata o superiore alla mia (il massimo dell’attività mentale là è, una volta la settimana, il gioco della tombola), costretto a letto 14 ore al giorno e a muovermi solo ed esclusivamente con la sedia a rotelle per le rimanenti 10 ore, trattato come un demente in un ambiente umano a metà tra il manicomio e il carcere, circondato da compagni di sventura in condizioni fisiche e mentali indescrivibili: gente che non parla, gente che dorme tutto il giorno, gente che deve essere imboccata o alimentata tramite sondino. e via discorrendo. Senza perdermi in dettagli di singoli episodi tra il comico e il tragico di cui sono stato testimone, credo siano sufficienti alcuni flash
– vitto pessimo. Più di metà viene regolarmente rifiutato ancora prima di essere assaggiato e, alla fine del pranzo, buttato in sacchi per rifiuti ospedalieri. Pasta e riso scotti e quasi freddi, verdure crude non condite, verdure cotte semplicemente bollite senza alcun condimento, pastrocchi ottenuti riciclando avanzi dei giorni precedenti e presentati con nomi altisonanti come “Fantasia dello chef “ e altro ancora…. Grande uso di salumi e formaggi scadenti (mortadellina, prosciutto cotto, stracchino).
– personale quasi esclusivamente straniero, prevalentemente proveniente dal Messico e dall’Africa nera, mal preparato e dai modi rozzi e in certi casi maldestri. Complici la mascherina e la sordità dei pazienti il dialogo è quasi impossibile. Quantitativamente il personale è insufficiente .
– servizio limitato alle necessità primarie quali : coricarsi, alzarsi, vestirsi, lavarsi, uso dei servizi igienici, colazione, pranzo e cena. Le richieste spesso vengono soddisfatte dopo lunghe attese perché il personale è occupato in altri servizi o con altre persone e, come già detto, numericamente insufficiente.
– orari al limite dell’assurdo. La cena ha inizio alle 18 e deve terminare entro le 18:40 perché alle 18:50 le tavole devono essere già sparecchiate e tra le 19 e le 20 tutti gli ospiti devono essere messi a letto. Obbligatorio per tutto il giorno e specialmente la notte l’uso del pannolone. La notte dura dalle 20 alle 8-9 del mattino successivo senza possibilità di alzarsi autonomamente perché i letti hanno le sponde bloccate. Stessa cosa per il pranzo e il riposo pomeridiano. Il pranzo inizia alle 11 e termina tassativamente alle 12. Per tutto il giorno le persone che possono alzarsi dal letto, devono stare rigorosamente sedute sulla sedia a rotelle. Vietato alzarsi in piedi e camminare se non alla presenza di personale di servizio o di un fisioterapista (ce ne sono 2 o 3 per 120 persone). Alcune persone vengono legate alla sedia con una apposita cintura con serratura, la cui chiave è posseduta dalle inservienti.
– Le visite di parenti sono consentite su appuntamento, con durata di mezz’ora e si svolgono in un apposito salone. Ai parenti è vietato l’accesso ai reparti.
Dimenticavo :la retta per una camera a due letti è di 110 euro al giorno + eventuali axtra per cure mediche, parrucchiere, ecc. Per una camera singola la retta sale a 200 euro al giorno.
– Struttura . La struttura è recente, ben tenuta, ben arredata, ben attrezzata. Si presenta come un ambiente se non di lusso certamente molto elegante.
– Organizzazione. L’organizzazione c’è. I ruoli sono ben distinti e correttamente assegnati, ma, all’atto pratico la gestione appare alquanto inefficiente. Vi sono enormi sprechi a scapito di molte manchevolezze, consuetudini ormai consolidate non consone alla classe alla quale la struttura avrebbe la pretesa di appartenere. Esempi eclatanti : i piatti sporchi, con i residui delle diverse portate, rimangono in tavola fino alla fine del pranzo; durante lo svolgimento dei pasti gli infermieri oltre a distribuire i farmaci, praticano in pubblico iniezioni, piccole medicazioni, misurazioni di pressione che dovrebbero essere praticate in altri orari, in infermeria, con un minimo di rispetto dell’igiene e della privacy dei singoli ospiti.
– Sentimenti dominanti. A seconda dello stato mentale degli ospiti, vanno dall’indifferenza, alla rassegnazione passiva, al disgusto, al tacito desiderio, spesso osteggiato dai parenti, di andarsene al più presto, all’aperta protesta. Mancando ogni forma di dialogo, di assistenza psicologica e religiosa domina la depressione.
Ce n’è abbastanza? Credo di sì con una piccola aggiunta. A tre distinte persone (due inservienti e una infermiera) in tutta confidenza ho chiesto : se lei avesse un nonno come me lo manderebbe qui? Risposta: NO! L’infermiera ha aggiunto: non solo non lo manderei qui , ma non lo manderei in nessuna delle strutture coma questa!
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Categoria: Generale
Spiace tantissimo per la bruttissima situazione in cui, purtroppo, si e’ trovato caro SE . Il tema della vecchiaia, che coinvolge tutti, dovrebbe essere affrontato usando personale particolarmente vocato a tali incombenze. Una utopia, facendo salve rare eccezioni. Personalmente mi auguro che il Signore, usando clemenza, mi tolga da questo mondo in maniera netta. Confesso di invidiare coloro che muoiono nel sonno. Li considero molto, molto fortunati. Una grazia che risparmia dolore a tutti : dalla persona anziana ai parenti, passando per la societa’. Bando a questi discorsi un po’ tristi, bentornato, si riprenda presto. Un forte abbraccio.
Anzitutto ringrazio vecchi e nuovi amici per le espressioni di affetto e considerazione per la mia persona. Sentirsi persona è ciò che dà all’uomo il dono di comprendere che cosa significhi essere stato creato ad immagine e somiglianza del suo creatore. Riguardo ai consigli di insistere sull’argomento e svilupparlo ulteriormente, al momento non mi sento di rispondere nè sì nè no e il perchè è molto semplice: sono tornato a casa da un luogo dove tutto avrebbe dovuto concorrere alla mia riabilitazione dopo l’incidente occorsomi, in realtà fiaccato e demoralizzato, tutto da riabilitare e recuperare fisicamente e intellettualmente. Ci vorrà del tempo e molta pazienza, buona volontà e impegno.
Preparatevi perché in questa situazione ci finiremo tutti grazie alla legge 6 del 2004 sull’amministrazione di sostegno. Chi non è completamente autosufficiente per gestirsi necessita obbligatoriamente di un amministratore, ed i giudici tutelari volentieri li assegnano agli avvocati che essendo in sovrannumero ormai campano di questo. Si mettono gli anziani ed i disabili nelle strutture e le mani sui patrimoni. È la morte dei diritti civili degli italiani, per questo i nostri governi sono stati ammoniti dall’ONU che ha richiesto l’abrogazione della legge. Le vittime sono già centinaia di migliaia ed aumentano ogni giorno
Quando la legge sull’amministratore di sostegno fu approvata sembrò un miglioramento rispetto alla situazione precedente. Se un’anziana non fosse più stato in grado di provvedere a se stesso e non ne fosse stato cosciente si sarebbe dovuto interdirlo con tanto di giudice, medico legale e, alla fine sarebbe stato nominato come curatore l’avvocato di cui sopra, avvocato che avrebbe tenuto d’occhio i conti bancari ed il pagamento della RSA ma non si sarebbe occupato delle necessità quotidiane dell’anziano come vestiti, protesi ecc.
Quando entrò in vigore la legge sull’amministratore di sostegno sembrò essere un miglioramento perché sarebbe bastata un’istanza al giudice tutelare per ricevere la nomina. Un parente sarebbe stato sufficiente e avrebbe potuto e dovuto fare tutto, cioè prendersi cura dell’invalido non solo per l’assistenza quotidiana ma anche per quella finanziaria e tutto sarebbe rimasto in famiglia.
Se però le cose stanno così allora il miglioramento non si è verificato.
Preparatevi perché in questa situazione ci finiremo tutti grazie alla legge 6del 2004 sull’amministrazione di sostegno. Chi non è completamente autosufficiente per gestirsi necessità obbligatoriamente di un amministratore, ed i giudici tutelari volentieri li assegnano agli avvocati che essendo in sovrannumero ormai campano di questo. Si mettono gli anziani ed i disabili nelle strutture e le mani sui patrimoni. È la morte dei diritti civili degli italiani, per questo i governi sono stati ammoniti dall’ONU che ha richiesto l’abrogazione della legge. Le vittime sono già centinaia di migliaia ed aumentano ogni giorno
Quando un anziano non è autosufficiente ma è lucido può sottrarsi a questo meccanismo semplicemente nominando uno dei figli o il coniuge come suo procuratore generale con un atto notarile. Il problema è appunto se è lucido.
Ma in questo caso basta l’occhio del notaio.
In mancanza di figli o di coniuge la procura può essere data anche ad una terza persona
Bentornato caro Stilumcuriale Emerito! Anch’io mi ero un po’ preoccupata per la sua assenza. Dispiace molto per le persone ricoverate in queste strutture, preghiamo per tutti loro e per chi li assiste,
Carissimo ingegnere, se non ci ha già pensato permetta un consiglio.
Si faccia nel caso aiutare, integri con statistiche (non troppe), cronaca, magari qualche altra voce, e lo scriva davvero un libro-testimonianza.
Mi addolora quanto ci racconta, carissimo Ingegnere, ma sono contenta di risentirLa .
E in gran spolvero.
Purtroppo questi luoghi si somigliano tutti e il problema non è solo l’insufficiente numero degli addetti, ma la loro formazione.
Un mondo senza Dio genera automi, senza cuore e senza cervello.
A ogni modo, bentornato tra noi e auguri affettuosi di pronta e completa guarigione!
Grazie per quello che ha scritto, spero che non venga denunciato dalla casa di cura dove è stato, ma lei è un giornalista conosciuto quindi non corre i rischi che corriamo noi semplici cittadini. Delle RSA non si può parlare, chi lo fa viene denunciato o viene intimidito con allusioni e illazioni, quindi la verità vera non viene mai a galla. La mia esperienza nella RSA dove era ricoverato un mio familiare è stata drammatica e tragica, la violenza psicologica non era nemmeno ritenuta una violenza, per loro era normale così. Inutile dire che i maggiori complici del maltrattamento sistematico erano e sono proprio i familiari, quelli che non si fanno domande e non fanno domande, così chi subisce può solo subire perchè non è in grado di difendersi. Un commentatore le suggerisce di “dimenticare la brutta esperienza” ecco io le chiedo di non farlo e se può anzi faccia testimonianza costante di quello che ha vissuto, perchè se anche il commentatore non lo immagina adesso, questo è quello che lo aspetta quando sarà anziano, e le parti peggiori, mi creda, lei non le ha nemmeno citate, forse non si è accorto di come vengono gestiti gli anziani tutti i giorni, lei parla di cibo scadente ma in casi da me conosciuti il cibo non viene nemmeno somministrato, così come i liquidi così come l’igiene personale. Mi aspetto da lei che d’ora in avanti non chiuda gli occhi davanti all’evidenza, ma anzi li faccia aprire ad altri. Se non lo fa cambierò immediatamente giudizio sulla sua persona, perchè se lei dimentica diventerà immediatamente complice. Io sono anni che lotto per cambiare qualcosa, ma da sola sono sempre a rischio di denuncia. Se le va mi scriva, altrimenti buona vita a lei.
Non tutte le case di riposo sono uguali.
In alcune i pazienti vengono curati con perizia perché sono , per i gestori, delle galline dalle uova d’oro.
a quello che ha scritto lei bisogna aggiungere le ore trascorse nelle proprie feci e nella propria urina perchè vengono a cambiare il pannolone saltuariamente, in alcune RSA non danno nè da mangiare nè da bere, e non c’è nemmeno l’aria condizionata nelle camere d’estate, l’igiene cioè la pulizia degli anzianio ricoverati, soprattutto quelli più mentalmente compromessi è inesistente, i lavaggi sono cosa rara. Chi poi è oppositivo (con la demenza non sai mai dove sei e cosa sta per succederti..) e si ribella al trattamento da oggetto che ti viene porto, viene spesso anche trattenuto con violenza e di fatto non credo che ci sia altro mezzo, visto che chi ha paura diventa aggressivo e può colpire anche solo perchè è terrorizzato lui stesso. manca tutto, sono depositi di scarti umani in reltà. Ma non si può dire, perchè se no vieni denciato. Mi aiuti a fare qualcosa, non sappiamo come uscirne perchè chi ha provato a ribellarsi viene poi ulteriormente punito. Mi aiuti la prego, non si giri dall’altra parte come hanno fatto tutti, aiutiamo chi non si può difendere, una volta che si sa la verità non si può rimanere indifferenti. Lo faccia quando se la sente, ma la prego di contattarmi, Mi scriva per favore.
PER TERESA
Credo che il rimedio più semplice sia quello di superare il problema dell’isolamento creando comunità, ad esempio una rete di amici in parrocchia, che siano strumento per dimostrare concretamente carità reciproca. Se il nostro Ingegnere avesse saputo come si vive davvero in quella struttura probabilmente avrebbe scelto altre soluzioni.
Ecco, il modo più semplice affinchè un individuo possa soccombere al Sistema è quello di lasciarlo solo. Dobbiamo e dovremmo evitare la solitudine di coloro che sono più deboli, che, ricordo, non necessariamente sono i più poveri.
Ma si può sapere dove è stato ricoverato??? Anche mio padre sta in RSA x frattura scomposta del bacino, non operabile per varie patologie, quindi allettato. Ma ci sono pazienti non allettati che possono muoversi,andare al bar, in giardino, il cibo è sempre caldo e sigillato. Per lui che non può masticare il cibo è tutto in formato purea, ma buono e saporito . Le posate sono usa e getta rigorosamente sigillate. Non ci possiamo lamentare, l unico neo attualmente è la presenza del covid per cui non sono ammesse visite 😔 non lo vediamo da quasi due settimane 😥…p.s. non spendiamo la cifra assurda che ha pagato lei!!!
Ben tornato !🤗, ci chiedevamo che fine avesse fatto !.
Ottimo, tutto e’ bene quel che finisce bene, diceva Nick Carter.
sursum corda
Dottrina e Terminologia del cristian-laicismo ossia del neo-cristianesimo imperante:
Accoglienza, solidarietà, integrazione, inclusione, fratellanza, partecipazione, condivisione, rispetto, ambiente…
… e fu cosí che la pietà scomparve.
… e fu cosí che le suore scomparvero dagli ospizi e dagli ospedali.
… e fu cosí che i “laici” con contratto sindacale le sostituirono.
… e fu cosí che i nonnetti vennero parcheggiati nelle RSA sperando che una pandemia ce ne liberasse.
… e fu cosí che l’umanità desiderò e legiferò l’ EUTANASIA…
E’ questa una delle vergogne della sanità italiana spacciata per una delle migliori al mondo, in reparti geriatrici le sale adibite al lavaggio dei pazienti sono riempite di pannoloni e trasformate in magazzini, i pazienti costretti a letto vengono lavati (?) a letto con delle semplici spugnette e malamente per cui poi facilmente si piagano, nelle case di riposo (molte volte dette d’oro per via dei costi esorbitanti e gestite da direttrici SS, intendo senza la O davanti) non c’è la possibilità di visitare i propri cari se non strettamente negli orari di visita e per poco tempo, segno che non vogliono essere controllati da personale esterno per non essere colti in fallo, loro devono fare sempre bella figura anche a costo di mentire sulla realtà dei fatti.
Poi ci sono reparti inesistenti di fisioterapia per degenti anziani con problemi fisici, siccome un anziano è ormai per mentalità acquisita improduttivo e un peso per la società (dimenticando che gli anziani con le loro pensioni meritate sostengono molte volte i figli e quindi anche parte della società) procrastinano le terapie con promesse e lungaggini per andare fuori tempo fino a che il poveretto peggiora inesorabilmente e ovviamente arriva fino alla morte in breve tempo.
E’ da molto tempo che questo andazzo va avanti tra la complicità dei primari e del personale medico sanitario ovviamente d’accordo, ma non è giusto fare di tutte le erbe un fascio, ci sono anche dei bravi medici e dei bravi infermieri/e è giusto riconoscerlo, però denunciare una situazione che è ormai metastasica in tutto il sistema sanitario è quasi inutile, anche nelle cliniche di lusso la mancanza di umanità è di casa. Generalmente gli anziani con più problemi sono destinati alla morte, è “statistico” dicono o pensano e quindi mentendo cercano di dare qualche speranza ai familiari che molte volte diventa solo una caricatura e una maschera per coprire una situazione di degrado e degenerazione sanitaria.
Purtroppo si è perduto il senso dell’umanità e della dignità della persona e si è acquistato il senso dell’inutilità di coloro che non sono più efficienti per la società, sostenuto anche dal sistema legislativo sempre più anticristiano e antiumano.
Ma c’è sempre la speranza di un futuro migliore allorchè queste generazioni di persone devastate dalla cultura di morte se ne andranno e pian piano la società comincerà a risorgere dalle macerie di questa vita materialistica verso un’orizzonte più spirituale e umano, è da sperarlo vivamente e pregare molto.
Propongo la possibilità di creare degli ospedali famiglia ovvero piccoli complessi di edifici o piccole comunità con mini stanze appartamento per una o due o massimo tre persone con la possibilità di essere gestite dai familiari del paziente, che sia giovane o anziano, coadiuvati e aiutati da personale medico sanitario in modo che possa esserci una simbiosi con notevole sgravio di fatica da tutte e due le parti, familiari e sanitari.
Se un paziente si sente in un ambiente (in cui dovrebbe essere curato sperando di recuperare la salute) come fosse a casa certamente migliorerebbe e non dovrebbe peggiorare.
(Non parlo dei malati certamente gravi con poche speranze).
Credo che non sia un problema di costi ma di volontà e anche di creatività e di credere che ciò possa diventare possibile.
Sono lieto di rileggerla, ero preoccupato per il suo silenzio e avevo anche chiesto agli amici del bolg se avevano sue notizie. Bentornato!
Ben liberato. Con auguri di cuore.
Continuo a non vedere i commenti. Ho postato una sillaba e l ‘elenco si è aperto.
Bentornato ingegnere! Spiace la sua disavventura ma ci aiuta a conoscere e capire. Se queste sono le RSA di lusso, a 200 euro al giorno, come saranno quelle più povere? Se la lesione era al braccio, perché l’obbligo della sedia a rotelle?
Dimentichi in fretta e si goda un po’ di sole tutti i giorni!
Auguri.
Ben tornato, indomabile Ing. Zerbini. Auguri di ogni bene.
Grazie per la sua testimonianza perché …
“Non c’è nulla di nascosto che non debba essere manifestato, nulla di segreto che non debba essere conosciuto e venire in piena luce.” (Luca 8,17)
Dr. Tosatti, la mandi al Card. Parolina e alla Curia romana che non hanno mai, mai sentito la “puzza” di una RSA.
A loro e all’ Eco-Papa regnante interessa solo la “puzza” dell’ambiente e la “conversione ecologica”.
Forse se facessero esperienza del “vissuto” dell’Ing. Zerbini si convertirebbero finalmente al Cristianesimo e alla necessità di “curare l’uomo”…
Questo perché ANCHE oggi ho letto l’ennesima eresia di questi pagliacci travestiti da “servi di Cristo”.
“Il Vaticano ha riaffermato il suo impegno nei confronti dell’accordo neomalthusiano di Parigi sul “cambiamento climatico”, tenendo una conferenza congiunta con i funzionari delle Nazioni Unite. Il cambiamento climatico sembra essere l’unico dogma inamovibile per la Curia romana.”
(https://infovaticana.com/2022/10/06/el-vaticano-y-los-acuerdos-de-paris-urge-una-conversion-ecologica/)
In Vaticano hanno scoperto che la “puzza dell’ambiente” è dovuta principalmente all’eccessiva quantità di Acido Prussico presente negli strati inferiori.
Questo segreto è venuto finalmente alla luce e siamo in attesa dei dovuti provvedimenti “ecologici”…
Non è un “segreto” e non è un segreto che l’Acido Prussico è tossico.
Cercherò di spruzzarne a piú non posso per “intossicare” il respiro di questi ossigenatori dell’ambiente e dei loro “aspiratori”.
Da determinati siti (presumibilmente SC è fra questi) ci si tiene lontani “per igiene mentale”… salvo, per interesse di parte, farli tenere sotto stretta osservazione,
Dubito che fra le alte sfere vaticane possa riscuotere interesse la testimonianza dell’ingegner Zerbini che, tuttavia, suggerisco di inviare a mons. Paglia, nominato – due anni fa, dal ministro Speranza – presidente della istituita ad hoc “Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana”, della cui (in)attività non si è mai avuta notizia.
https://lanuovabq.it/it/paglia-consulente-del-governo-non-ce-piu-religione
Chiedo venia, perché ho dimenticato di scrivere all’Ing. Zerbini la cosa più importante: che mi spiace per quello che ha passato e che sono felice di rileggere i suoi sapienti interventi.
Anzitutto bentornato tra noi. Se posso chiedere: non aveva un Tablet ovvero, nel caso di arti impediti, non aveva la possibilità di utilizzare uno strumento con i comandi vocali? Nel merito me vengono in mente queste considerazioni:
1) Abbiamo perso l’essenziale, cioè la dignità di ciascuno, seguendo le emergenze di turno, dal debito, alla pandemia ed ora alla guerra. Il malato “inchiodato alla propria sedia” è metafora di un popolo inchiodato in casa propria dal lockdown. Ricordo che lo Stato, su suggerimento del famigerato Comitato Tecnico Scientifico, ha autorizzato ad uscire i proprietari di cani ed i fumatori ma ha impedito di uscire alle famiglie.
2) Nel merito ricordo esperienze simili accanto a mia madre nei suoi trascorsi ospedalieri, ad esempio notti trascorsi in lettiga per mancanza di posti letto. E inoltre: si offre il reddito di cittadinanza ma non si assumono infermieri dove ve ne sarebbe bisogno, privando così della propria dignità i malati.
3) Se infine vogliamo trovare un lato positivo in questa vicenda è che la famiglia, pur con i tutti i suoi problemi, è insostituibile.
Per motivi gravi che non sto qui a spiegare ho dovuto e sottolineo dovuto ricoverare mia madre in una RSA come quella descritta, all’apparenza lussuosa e ovviamente costosa. Per sua fortuna, la mamma affetta da demenza non ha capito dove si trovava ma io sì.
La situazione era quella descritta. Dopo soli 2 mesi mia mamma ha raggiunto papà in Paradiso.
Ci son voluti 10 anni perché mi liberassi dal senso di colpa per
averla rinchiusa in quel postaccio.
Sarebbe quantomeno utile conoscere il nome e l’ ubicazione della struttura in questione.
Spero inoltre sia stata fatta regolare denuncia all’ autorità giudiziaria , mi pere che gli estremi ci siano tutti
Ma molto spesso il vecchietto di cui ci si vuole sbarazzare ha qualche bene al sole e i parenti che non lo amano hanno il desiderio di impadronirsi di quei beni.
A volte il cosiddetto vecchietto ha addirittura meno di 70 anni.
Guai poi a colui che accidentalmente entra in contatto con persone appartenenti a gruppi organizzati che venerano Mammona come loro unico Dio.
Lei, ingegnere ha messo una catena nell’immagine che accompagna il suo articolo.
Ma spesso le catene utilizzate sono invisibili e vengono somministrate sotto forma di psicofarmaci. Lei afferma che molti dei ricoverati dormono tutto il giorno: è possibile che i cosiddetti pazienti siano stati sedati .
Grazie infinite per questa drammatica testimonianza.
Le RSA sono un monumento alla nostra epoca.
L’Ing. Zerbini ci è finito di sua volontà e d’accordo con i figli. A prescindere dalla volontarietà o da circostanze obbligate che portano ad entrarvi, le strutture non sfuggono a una logica di fondo: l’abbattimento dei costi e lo schematismo.
L’evento pandemico ha esacerbato gli schematismi, mentre per abbattere i costi non ce ne sarebbe stato bisogno, ma provvederanno presto i costi delle bollette di luce e gas.
Nella RSA si mangia (il panem) e si gioca a tombola (il massimo del circenses) e si tira sera, tutto uguale.
Rigidi protocolli mascherinati e sierati impongono il distanziamento anche dai parenti, per chi ha la buona ventura di essere visitato con discreta frequenza.
L’RSA è il non plus ultra delle condizioni che abbattono le difese immunitarie: cibo così così, poco sole, nessuna integrazione vitaminica, scarsa attività fisica, scarse relazioni, incupimento, la TV a bombardare di depressione e non senso…
Sono state il veicolo per gonfiare le stragi che sono servite ad amplificare il terrore. Ma il terrore dovrebbe prendere una società che ha prodotto le RSA e che rinchiude i propri anziani nella logica dell’abbattimento dei costi.
Ben tornato, carissimo Ingegnere!
Sono profondamente dispiaciuta per la tristissima esperienza da Lei vissuta, comune a tutti i poveri mortali che non possono godere – non esiste verbo più azzeccato! – dei servigi di un “assistente sanitario personale”, presso il proprio domicilio, h24…
Mi ero immaginata per Lei una vacanza estiva prolungata in qualche località, dove – come ci aveva partecipato negli anni scorsi – si trovasse a fare i conti con difficoltà di “connessione” esclusivamente telematica.
Invece: da lei ci arriva la conferma – validata da una voce dal “di dentro” – di una vergognosa realtà di totale disconnessione dalla rete di umanità non solo fisica.
Che la Sua testimonianza aiuti a mantenere, almeno su questo blog, una relazione rispettosa di ogni membro di questa comunità virtuale, della pluralità di opinioni nella libertà di pensiero, e delle storie personali di ciascuno!
Lieta per la fine del Suo incubo, dal profondo del cuore Le auguro di godere- con la ritrovata libertà- del Bene che si merita per tutti i giorni da qui in avanti. Buona giornata!
Bentornato, ingegnere carissimo !
Simili luoghi sono purtroppo diffusi ovunque, in tutta la penisola. E’chiaro che i malati di Alzheimer necessitano di una assistenza ben diversa da quella di pazienti normali. Cioè con le capacita’ intellettive intatte (o quasi)
Alcuni, forse i piu’ eleganti sono stati installati in monasteri dismessi o in scuole non piu’ necessarie sia per la mancanza di materia prima (alunni) sia per la notevole diffusione delle corrispondenti scuole statali.
Ma in questo lager di lusso, non era permesso neppure l’uso dello smartphone ?
Ciao SE!
Ben tornato!
Mentre leggevo mi è venuto in mente il film “Alcatraz”.
Credo che l’unica cosa da fare in questi casi sia il dimenticare, per quanto possibile.
Un caro saluto.