Vincenzo Fedele. Che Fare? La Vera Battaglia è Adesso. Hanno già Cominciato…
30 Settembre 2022
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, Vincenzo Fedele offre alla vostra attenzione queste riflessioni sulla campagna elettorale, e soprattutto sul dopo. Sul futuro che ci aspetta. Buona lettura, e meditazione…
§§§
CHE FARE ?
La contesa elettorale è alle nostre spalle, la vittoria sperata è arrivata e rimango dell’idea che la vera battaglia inizia adesso. Le grandi manovre per delegittimare il responso elettorale e remare contro il nostro Paese sono già iniziate sarà vita dura.
Quindi, prima di vedere “che fare ?”, ed il richiamo a Lenin non è casuale, è bene ricordare dove siamo:
- Abbiamo una guerra alle porte e c’è il rischio serio della guerra atomica a casa nostra;
- Abbiamo una crisi economica generata dagli Stati Uniti e patita dall’intera Europa che continua a rendersi complice degli USA contro se stessa – non ultimo il sabotaggio ai gasdotti nordici, subito addossati di default a Putin quando è chiaro che gli unici che potevano compierlo, e che avevano l’interesse a farlo, erano, e sono, gli USA;
- Abbiamo una crisi sociale e morale di un popolo che deve ritrovare i motivi per risorgere e che non viene certo aiutato dalle gerarchie ecclesiastiche, vedi il comunicato CEI a commento dei risultati elettorali;
- Abbiamo vincoli stringenti predisposti, non certo per caso, per ridurre al minimo i margini di manovra del nuovo governo;
- Abbiamo aspettative enormi, sia da parte dei cittadini che hanno dato fiducia al centrodestra, sia da coloro che remano contro e aspettano al varco il nuovo governo;
- Abbiamo il sistema dei media, inteso nel senso più ampio, che è pronto anche ad inventarsi nuove falsificazioni pur di fermare le azioni che andranno fatte.
Vorrei affrontare quì gli ultimi due punti. Gli altri li affronteremo a parte.
Sarebbe poco saggio attendersi che con il cambio di governo arrivi anche una magica bacchetta che risolva i problemi che si sono accumulati negli ultimi trent’anni anche se questa sarà la linea di tutti i media con le armi già cariche per sparare contro ogni cosa il nuovo governo farà o non farà, senza neanche considerare quello che può fare o non può fare.
Finora tutto è stato consentito e tutto è stato coperto. Le falsità più odiose sono state omologate come realtà inoppugnabile e come scelte lungimiranti adottate per il nostro bene.
Dagli arresti domiciliari a scopo santario alle vaccinazioni, dal green pass alla paura instillata in modo scientifico, dalla negazione del colpo di stato in Ucraina nel 2014 all’inesistenza della strage di Odessa e dei bombardamenti delle popolazioni del Donbass ad opera del suo stesso esercito, dall’anatema per la reazione e l’intervento russo alla vendita di armi e mezzi a Kiev, dal mancato intervento per governare la crisi energetica ai finti contratti di fornitura di gas con paesi africani che ancora devono fare le trivellazioni, alla negazione dell’inflazione galoppante, all’impoverimento delle famiglie, al fallimento di aziende, all’inverno demografico.
Tutto. Di tutto e di più seguendo lo slogan sempre attuale anche se datato.
Dal 26 settembre tutto è cambiato e sempre più cambierà. Chi vorrà affrontare i problemi e non limitarsi alla propaganda avrà tutti contro. A prescindere.
Vediamo degli esempi, così entriamo meglio nella realtà.
Nella sua prima intervista la Lorenzini, adesso luminosa esponente PD dopo essere stata ministro della Sanità con un’altra bandiera, ha già imputato al centrodestra ritardi nella formazione del governo, con le camere che si riuniranno per la prima volta il 13 ottobre;
A Milano, con l’apertura delle lezioni, un Istituto scolastico ha decretato l’occupazione contro il governo Meloni, che ancora non c’è e non si sa se ci sarà, ma con gli applausi dei media che contano;
Dall’estero il primo ministro francese si permette di dichiarare che vigileranno sugli sviluppi italiani. Anche quì applausi a scena aperta per quelli che una volta si proponevano come saluti augurali e che, in questi termini, sarebbero stati bollati come ingerenza indebita.
Se questo è il panorama in cui l’Italia è chiamata a muoversi, con tutti i vincoli finanziari di mancato sostegno da parte della BCE contro la speculazione sui nostri titoli di Stato e dei ricatti della UE sulla elargizione degli fondi promessi, è indispensabile capire come si muove il nemico (nemico, non avversario) e, ancora di più, capire come dobbiamo muoverci noi.
Occorre, principalmente, avere molto chiaro, negli occhi e nella mente, due cose :
- che quasi tutto quello che arriva dai media di regime è spazzatura;
- che le bacchette magiche non esistono e che per vincere occorre agire come si può adoperando tutto quello che si ha (copyright di Silvana de Mari).
Dobbiamo smetterla di fare i duri (di testa) e puri (senza esperienza e comprendonio) ed immergerci nel mare del fattibile e del possibile, soprattutto per le aspettative.
Anche su questo è meglio fare un esempio pratico e, visto che ormai le elezioni sono alle spalle, toccherò un argomento che prima, per non dare armi agli avversari, avevo evitato: l’aborto.
La sinistra aveva attaccato sull’aborto, cercando di cambiare l’agenda elettorale che, fino a quel momento era stata dettata totalmente dal centrodestra. Avevano iniziato con l’attaccare la Regione Marche contestando l’applicazione della Legge 194 e poi passando alla domanda diretta alla Meloni con l’implicita insinuazione : Lei vuole abrogare la Legge 194 ? La risposta intelligente è stata “Io voglio applicarla, non abolirla”.
Molti cattolici hanno contestato alla Meloni di essere abortista o non essere a sufficienza antiabortista. Si contestava in modo tiepido qualche ecclesiastico che definiva la 194 “un pilastro”, ma si usava la faccia feroce con la Meloni che diceva di volerla applicare. Sicuramente pochi fra quei cattolici, duri e puri, hanno mai letto la Legge 194 che ha introdotto l’aborto in Italia.
Orban viene pesantemente attaccato dalla UE per aver legiferato che, prima di abortire, la futura madre deve almeno ascoltare il battito del cuore del proprio figlio candidato a morire.
La nostra 194 va molto oltre e spiace non avere spazio per entrare nel merito. Invito a leggerla e studiarla. L’hanno trasformata in un abortificio, ma quello che è scritto è molto diverso, ad iniziare dall’intestazione: Norme per la TUTELA SOCIALE DELLA MATERNITA’ e sull’interruzione volontaria della gravidanza.
Se la 194 fosse veramente applicata in tutti i punti, sarebbe un primo passo a forte difesa del nascituro, in attesa di tempi migliori. Non sto dicendo che l’aborto è accettabile. E’ sempre e comunque un omicidio odioso contro un innocente che non può difendersi. Sto dicendo che occorre combattere per obiettivi raggiungibili e, se sono necessari passi intermedi, ben vengano, se sono fatti nella giusta direzione
Se la Meloni avesse risposto in modo diverso (abrogazione, modifica, limitazione o altro) sarebbe stato subito tacciata di integralismo, di negatrice di diritti, di oscurantismo e molto altro. Tutti i media schierati avrebbero sicuramente usato l’aborto, indebitamente e strumentalmente, come una clava per scardinare il consenso che si stava coagulando contro le iniquità di una sinistra inconcludente, velleitaria e dispotica in tutti i campi. Avrebbero parlato degli stravolgimenti e degli sfracelli che avrebbe fatto la Meloni nel caso malaugurato che vincesse, negando la libertà, imponendo restrizioni in tutti i campi, ecc.
E’ solo un esempio e, ripeto, io non avevo neanche sfiorato quest’argomento prima delle elezioni, perchè pochi avrebbero capito che non era quello il terreno dello scontro per vincere e governare.
Abbiamo a che fare con gentaglia che è capace di stravolgere il significato delle parole, oltre che inventare menzogne di sana pianta se la nostra parte non fa errori di scelte o di presentazione delle scelte che si fanno.
Occorre, quindi, mantenere i nervi saldi e comprendere che la politica è l’arte del fare e del saper fare con i mezzi che si hanno a disposizione.
Non è un caso che “Repubblica” inventi frasi virgolettate per far dire alla Meloni che Salvini non sarà ministro.
Alzeranno anche l’asticella delle aspettative per dimostrare che la Meloni sta fallendo prima ancora di iniziare. Figuriamoci dopo. L’ultima cosa di cui si sente la necessità è il fuoco amico.
I vincoli di bilancio sono enormi ed il prossimo bilancio è, in buona parte, già scritto dall’attuale governo. Sulla parte “manovrabile” può abbattersi la scure delle commissioni UE. Pubblicizzano alla grande che è stata approvata la concessione della rata del PNRR e si attende per fine anno il raggiungimento di altri obiettivi per la rata successiva. I media hanno già caricato i cannoni per sparare contro.
Anche la crisi energetica andrà sempre più aggravandosi e l’eliminazione di nordstream 1 e 2 non aiuta neanche ad abbassare i prezzi del gas. Pubblicizzano che l’Italia ha trionfalmente raggiunto il 90 % dell’accumulo di stoccaggi per l’inverno, come se fosse un trionfo di Draghi che, da un lato non ha fatto nulla per stimolare il raggiungimento di quest’obiettivo, dall’altro non dicono che gli stoccaggi dovrebbero servire da riserva in caso di emergenza e, se veramente non arriverà gas dalla Russia, non arriveremo a fine inverno e si fermeranno le industrie, oltre a patire il freddo. Si concretizzasse qesto scenario terribile vedrete che sarà colpa della Meloni e di chi ha votato centrodestra.
Anche i conti all’interno dei partiti andranno fatti “cum grano salis”. Il centrodestra non è il PD che deve ripensare tutto: dalle priorità alle strategie, alle tattiche, agli uomini, ecc. Non è neanche il “partito degli artisti”, che non ho voglia neanche qualificare, tanto sono già squalificati per loro conto.
Nella Lega, ad esempio, ma il discorso è analogo per i centristi e per Forza Italia, tutti sono corresponsabili del proprio crollo, da Salvini ai “draghisti” ai dirigenti locali. Personalmente ritengo che non sia stato del tutto sbagliato andare al Governo con Draghi. E’ stato sbagliato restarci quando i compromessi sono diventati eccessivi. I vari Zaia, Giorgetti, Fedriga, che adesso sparano alla ricerca delle colpe, non sono certo innocenti. Il dirigismo sanitario di Zaia e la criminalizzazione dei non vaccinati hanno avuto un peso enorme su cui non si può sorvolare. Detto questo non voglio certo entrare nel merito delle dinamiche interne alla Lega. Salvini ha già fatto il suo “mea culpa”, ma forse è il meno colpevole e, comunque, occorre guardare avanti. Imparare dagli errori e andare avanti. Avere fiducia nella squadra e andare avanti. Non abbiamo bisogno di capri espiatori. Abbiamo bisogno di soluzioni ai problemi che abbiamo di fronte.
Noi dobbiamo essere parte della soluzione, non dei problemi, ad esasperarli ci pensano già altri.
Guardiamo avanti anche noi e guardiamoci dal voler correre troppo o dal correre dietro a “fake news” create ad arte per inciampo, a movimenti di massa che creeranno dal nulla per opporsi a tutto quello che il governo farà, soprattutto se opererà bene e se utilizzerà al meglio i pochi strumenti ed uomini disponibili.
Anche la squadra dei ministri dovrà essere pesata per le competenze ed i bilanciamenti necessari, non per il manuale Cencelli, ma per fare da contrappeso alle ingerenze internazionali che saranno pesanti. Molto pesanti. Fra i nomi che saranno scelti ci sarà qualcuno meno gradito ? Penso che dovremo farcene una ragione perchè, anche per quel nome, e senza scomodare il cielo, nulla accade per caso.
Calma e gesso, si diceva una volta. Io aggiungerei, riflessione e discernimento. Anche in senso evangelico.
Pensiamo a fare piccoli passi, in continuo, anche se la strada maestra dovesse essere temporaneamente abbandonata. La campagna elettorale è stata fatta intelligentemente anche con cose non dette e da non dire. Doveva toccare i sentimenti oltre che la ragione. Adesso finiamola di guardare il nostro ombelico, invece di vedere cosa accade nel mondo e che ci sta travolgendo.
Roma non è stata costruita in un giorno. Per farla occorre il nostro appoggio, la nostra fiducia e la nostra perseveranza.
Vincenzo Fedele
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Categoria: Generale
Il problema degli italiani è che sono incapaci di organizzarsi e di darsi una classe dirigente all’altezza (per forza, sono tutti raccomadati e nipoti di qualcuno). Aspettano sempre soluzioni dall’alto mentre tutto degenera.
L’unico pensiero importante, ma non sviluppato è questo:
Abbiamo una crisi sociale e morale di un popolo che deve ritrovare i motivi per risorgere
Motivi per risorgere, meglio per agire ce ne sarebbero a iosa ma i cattolici italiani sono tra i gruppi umani più passivi che si conoscano. Perfino in Italia c’è chi fa di meglio (v. Trovarsi Ora).
Provate a discutere di cose serie di persona, vedrete facce inquiete e taciturne.
Il massimo che sanno fare è riempire il tempo “pregando”, barricati in casa come gli Apostoli impauriti prima di incontrare il Risorto, o a Emmaus dove non Lo riconobbero.
L’unico attivismo residuo, che procede per così dire per inerzia è quello contro l’aborto: niente da dire ma bisognerebbe cominciare a non fare abortire le donne cattoliche, principali responsabili dell’inverno demografico, perché divenute incapaci di scelte di vita esigenti (famiglia o vocazione) prima dei… 40 anni.
Non mi si venga a dire che gli uomini si danno alla bella vita, nella mia parrocchia è pieno di nubili “parcheggiate” a fare non si sa cosa, mentre un mio parrocchiano, certamente non alla loro altezza, ha dovuto ripiegare su una filippina, che accende meno ceri ma si assume più responsabilità nella vita. Sic transit populus italicus…
L’inverno demografico è la cartina al tornasole della passività e rassegnazione dei cattolici, della loro riluttanza a aggregarsi e organizzarsi, a fondare famiglie, a creare comunità ed economie alternative come persino qui altri stanno facendo.
Un Cardinale ha detto: “L’Italia sarà cristiana, o sarà musulmana”. Oggi sappiamo cosa sarà e, sotto l’aspetto demografico, forse aveva ragione quell’imam quando diceva “sarà un bene per l’Italia”.
Come dite, così non si conserverà la fede? Ma difendere la fede significa anche dare nuove generazioni alla Chiesa! I musulmani l’hanno capito da decenni e ci stanno rimpiazzando, mentre noi “preghiamo”: tranquilli, ad abolire l’aborto (coi fatti) ci han già pensato loro
Caro Forum Coscienza Maschile,
è della “Pasionaria” (Dolores Ibarruri, nota attivista politica, antifascista, spagnola, morta nel 1989) l’adagio seguente: “è preferibile morire in piedi che vivere in ginocchio”…
Ma converrà con me che per noi cattolici vale la massima contraria, coniata da S. Alfonso Maria de’ Liguori:
“Chi prega si salva, chi non prega si danna” e che, come ancora bravi sacerdoti di retta dottrina ripetono, “chi non sa stare in ginocchio non sa stare neppure in piedi”.
Considerando poi quanto il Sacramento della Penitenza sia in disuso mentre la pretesa alla Sacra Particola in rialzo – come fosse un diritto!!! -, temo proprio che il gettarsi senza sosta sull’attivismo buonistico (ma anche no) a discapito di un vero e concreto rapporto con Dio, rimarchi il vero problema, e cioè che è l’orazione a non essere affatto praticata. Mentre è ancora la preghiera parolaia a farla da padrona, con evidenti conseguenze. Credo lei alludesse a questo fenomeno.
Mi preme sottolineare che non v’è militanza in Cristo senza vera preghiera, la quale costituisce l’ossatura della vita spirituale.
Mentre un agire in coerenza alla fede e secondo possibilità di ciascuno, in base ai talenti ricevuti, non è che il rivestimento di tale ossatura. Tanto che se mancasse questa, saremmo qualificabili esclusivamente come membri attivi di una ong qualunque tra le tante.
Ben lo sapeva la Santa di Calcutta!
Ora, se la situazione della sua parrocchia – a suo dire, e purtroppo non ho motivo di dubitare, visto che ne parla tanto di frequente – è deleteria, non credo ciò sia imputabile alle parrocchiane. E comunque, se le parrocchiane sono inavvicinabili (“benedetta superbia” o lungimiranza?), resterebbero i parrocchiani – uomini “che non si danno alla bella vita” – con cui perlomeno fraternizzare e condividere in amicizia la propria fede. La moglie è mica detto che la si debba per forza trovare in Chiesa!
Detto ciò, il primo responsabile della Parrocchia è il sacerdote ed è evidente che l’aria che tira in una chiesa dipende molto dalla “santità” di chi la amministra davanti a Dio.
Chiaramente l’argomento è vasto, e ricco di sfaccettature e “casi” a sé…Come ben testimoniano le nostre esternazioni.
Considero, poi, che tra noi, qui, ci sono pur Donne con la D maiuscola, sapienti, spirituali e dal gran cuore: in numero esiguo, verissimo, ma ci sono! Senza abbagli di sorta.
Non trovo giusto nei loro confronti, dunque, sparare a zero sul genere femminile che, peraltro, sempre qui, non ricordo abbia mai levato la voce a propria difesa… Stilum non ha femministe, mi pare.
Ma anche fosse, le pare davvero che sia la donna la rovina del mondo? La Madre di Dio è Corredemptrix! E’ Colei che è stata prescelta per schiacciare il capo al Serpente Antico! Novella Eva! “Donna, se’ tanto grande e tanto vali che qual vuol grazia e a te non ricorre sua disianza vuol volar sanz’ali”…
Spiace allora leggere che “un mio parrocchiano, certamente non alla loro altezza, ha dovuto ripiegare su una filippina, che accende meno ceri ma si assume più responsabilità nella vita”…
Ripiegare?! Ma davvero “ha dovuto ripiegare”?! Beh…se questa è la soluzione dei parrocchiani “non alla loro altezza”…povera filippina…null’altro che un ripiego…
Chissà se sarà così anche per lei…”ripiegata” su un povero parrocchiano zitello…
Mi suona agghiacciante. Anche se, è pur vero, una volta i matrimoni di convenienza erano la norma.
Ad ogni modo, farei torto alla mia coscienza a non ricordare, allora, che nella Chiesa non c’è posto per alcun tipo di ideologia: non femminismo ma neppure maschilismo o, peggio, malsana e fuorviante misoginia.
E penso sempre che, al lato pratico e spiccio, le campane vadano sentite entrambe (avere sorelle, magari minori, di solito aiuta ma da figli unici, per esempio, la vedo dura): come ci sono donne “trucide” (la rubo all’incompreso Generale che tanto mi sta simpatico), ci sono altrettanti esempi di pessimi “uomini”. In casa (che se ne fregano altamente dell’inverno demografico, procurato con aborto, con contraccezione o altro!), in Chiesa, in politica…E in ogni continente!
Mostrifichiamo l’Occidente e la nostra Nazione (ora, che hanno più bisogno di noi!) volentieri e con troppa faciloneria, di certo ancorata a una visione globale altamente scoraggiante – se si sta coi piedi per terra -, ma scaltramente indotta…
La tentazione di difendersi da ogni illusione crea disillusione, che è l’altra faccia della medaglia, ma entrambe sono egualmente malattie delle spirito!
Fede, Speranza e Carità, rettamente intese, riportano all’equilibrio. Equilibrio che non può ingenerarsi da nostre risorse caratteriali e che non ha nulla a che vedere con le capacità umane, intellettive in primis.
Riguardo al Cardinale a cui lei fa allusione – che è il Card. Biffi, di venerata memoria – ricordo che resta il maggior “docente” di teologia anagogica e che DA CIO’… si evince la radice della sua disamina, precisissima e profetica, del baratro oggi incombente:
“Io penso che l’Europa o ridiventerà cristiana o diventerà musulmana. Ciò che mi pare senza avvenire è la “cultura del niente”, della libertà senza limiti e senza contenuti, dello scetticismo vantato come conquista intellettuale, che sembra essere l’atteggiamento dominante nei popoli europei, più o meno tutti ricchi di mezzi e poveri di verità. Questa “cultura del niente” (sorretta dall’edonismo e dalla insaziabilità libertaria) non sarà in grado di reggere all’assalto ideologico dell’islam che non mancherà: solo la riscoperta dell’avvenimento cristiano come unica salvezza per l’uomo – e quindi solo una decisa risurrezione dell’antica anima dell’Europa – potrà offrire un esito diverso a questo inevitabile confronto”. (Giacomo Biffi, “Sulla immigrazione”. Intervento al Seminario della Fondazione “Migrantes”, 30 settembre 2000)
http://www.corrieredelsud.it/nsite/home/prima-pagina/22480-leuropa-o-ridiventera-cristiana-o-diventera-musulmana.htmlù
E mi avvio alla conclusione, in laude di Laporta Piero, Generale in riserva…, il quale ben fa ad aver salda fede – da cui sgorga una speranza che ha occhi ben più “scafati” e “professionali” dei nostri per vedere l’abisso che sta per inghiottirci e per questo, anche, è speranza vera e non mera simulazione; esattamente come vera misericordia non è negare l’azione evidente del peccato ma volerla vedere in ogni orrendo particolare al fine di poterla meglio estirpare – e a tirarla fuori col suo piglio secco e schietto che non guarda in faccia a nessuno.
Grazie a Dio, non è nè un sognatore nè un fariseo intellettualoide e chiaramente non conosce rispetto umano di sorta. Un grande esempio in questo; per me, sicuramente.
La sua speranza è anche la mia, come anche mia è la devozione, non certo impomatata, per Santa Giovanna d’Arco.
Il nostro popolo e il mondo intero non meritano nulla, dice lei? Ma perché, dico io, ci siamo forse meritati che Dio inviasse il Suo Unigenito per sacrificarLo sulla Croce a nostra salvezza? E dopo il deicidio, ci meritavamo il Paraclito? Ci meritiamo forse di aver per Madre la stessa Madre del Redentore? Ci meritiamo forse qualche grazia? Qualcuno di noi è senza peccato?
La Speranza cristiana NON è “virtù dei deboli”! Nietzsche delirava!
Chi confida in Cristo non sogna e non s’illude nè può essere un passivo ottimista, ma sa infondere negli altri la buona luce che riesce a intravedere nonostante di tra le pieghe della Storia sorga orror di tenebra.
E Laporta, che è un militare, ha, con ogni evidenza, vita spirituale che è sempre…vita prettamente militare, anche se su un altro piano!
Naturalmente non conosco Laporta: ne parlo perchè “incontrarlo” mi ha evidentemente colpito, al di là del pensiero politico e persino di un eventuale dissentire.
Lascio a tutti, sulla Speranza cristiana, una luminosa pagina del magistero di un papa semplice semplice, ingiustamente sottovalutato e apertamente contro la papolatria.
Dall’udienza generale del 20 settembre 1978 di Papa Giovanni Paolo I, beatificato qualche settimana fa per il miracolo “della guarigione avvenuta il 23 luglio 2011 a Buenos Aires, di una bambina undicenne affetta, riferisce il dicastero, da “grave encefalopatia infiammatoria acuta, stato di male epilettico refrattario maligno, shock settico” e ormai in fin di vita”:
https://www.vatican.va/content/john-paul-i/it/audiences/documents/hf_jp-i_aud_20091978.html
Inoltre, val la pena ricordare che:
“Benedetto XVI dedica alla speranza un’intera enciclica, la Spe Salvi. La descrive come una virtù performativa, capace cioè di “produrre fatti e cambiare la vita”.
Nella Lettera ai Romani, san Paolo parla di salvezza nella speranza (Rm 8,24). “La redenzione – scrive Benedetto XVI – ci è offerta nel senso che ci è stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro presente: il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino”. (Spe Salvi, 30 novembre 2007).
Speranza… virtù performativa, capace cioè di “produrre fatti e cambiare la vita”…
Mi scuso per non aver il tempo di ricontrollare la mia riflessione, temo arzigogolata e con errori, e ringrazio per i numerosi spunti di riflessione.
Fraternamente saluto, augurando un buon primo sabato del mese.
@VINCENZO FEDELE: apprezzo sempre più e sempre meglio il suo ottimo lavoro di fino…Non si scoraggi!
Caro Occhi Aperti,
Come spesso accade mi attribuisce opinioni che non ho, a partire da “attacchi all’intero genere femminile” completamente inventati.
Mi creda sono in buona compagnia, a partire da Blondet che ci descrive spesso come un popolo imbelle, senza contare Mons. Viganò che con tatto diplomatico, ci definisce popolo “mite e obbediente” fino allo sterminio consensuale con sieri genici.
Le novene non bastano a mascherare inerzia e indifferenza in una grave emergenza civile e demografica, di cui palesemente non si rende conto parlando semplicisticamente di attivismo buonista, quando in molti altri Paesi la gente si organizza per sopravvivere anche come popolo cristiano.
Attribuisco ciò al fatto che, probabilmente, appartiene a un’altra generazione ormai meno a contatto con la realtà del presente e, dopo aver forse realizzato la sua vocazione terrena (lavoro, famiglia) ritiene di dover dare spazio prevalente alla preghiera.
Visto che mi fa lezioni di catechismo, le ricordo che Dio non concede la Sua Grazia a chi non fa uso dei Suoi doni naturali, tradotto: “Aiutati che Dio t’aiuta”.
Le donne (italiane) hanno la loro parte di grave responsabilità, senza contare (parlo per conoscenza diretta) che il tempo che passano in devozioni, molto spesso non è proporzionale all’apparente virtù.
C’è un tempo per ogni cosa e fare la vita di vedove novantenni a 30 anni suonati non è normale. Quando diviene fenomeno di massa, assume le proporzioni di una piaga sociale dalle prevedibili conseguenze, ben individuate dal card. Biffi che anche lei cita.
Non è certo un problema della mia sola parrocchia, il parroco ha messo in atto tutte le iniziative possibili andate regolarmente deserte. In 15 anni si saranno celebrati al massimo due matrimoni, il paragone con realtà cattoliche non italiane è a dir poco imbarazzante.
Tralascio le sue supposizioni secondo le quali non pregherei (del resto, altro non posso fare) ma stiamo sparendo come popolo, per cui qualcosa non torna e sorge il fondato sospetto che esibite devozioni siano un alibi per scansare la propria vocazione a questo mondo (anche quella sacra, i conventi sono vuoti). Possono essere legittime in un pensionato, in altri casi lasciano a dir poco perplessi.
Fatto evidenziato dal parrocchiano sposato a una filippina: non mi venga a dire che l’ha scelta per disinteresse verso donne del suo stesso popolo, in tutt’altre faccende affaccendate.
Certe sue osservazioni poco cortesi (“lungimiranza” che semmai è mia) sono tanto risibili quanto gratuite, perché i dati mostrano senza ombra di dubbio che le donne italiane dai 18 ai 49 anni non si sposano con nessuno e, da quanto attestano molti uomini incluso il sottoscritto, hanno un’altissima opinione di sé.
“Chissà se sarà così anche per lei…”ripiegata” su un povero parrocchiano zitello…
Mi suona agghiacciante. Anche se, è pur vero, una volta i matrimoni di convenienza erano la norma.”
Lo sono anche oggi e non si limitano alla convenienza economica, spesso c’entrano poteri di questo mondo non favorevoli al nostro Paese, forse tornerò in futuro sulla questione.
Parla di scetticismo dimenticando (senza fare indebiti paragoni) certo linguaggio della Scrittura nel descrivere l’infedeltà del popolo di Dio e le sue conseguenze:
“Egli [Dio] si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi”
Le ricordo che una veggente ha definito l’Italia “nazione adultera” e Giovanni Paolo II ha parlato di “apostasia silenziosa”, senza contare i suoi altri numerosi riferimenti all’Italia.
Anche a fronte degli avvertimenti della Madonna (specialmente ad Akita), mi pare illusorio pensare che tutto ciò porti frutti di pace e salvezza in quanto Paese e che il nostro popolo, dati alla mano, non scompaia nel giro di una generazione, grazie anche al disimpegno di zitelle che lei donchisciottescamente si ostina a difendere.
Siamo notoriamente un popolo di cavalier serventi, i social lo dimostrano inequivocabilmente e basta un semplice viaggio all’estero per constatare la differenza.
L’unica speranza cui, come cristiani, siamo tenuti è quella nella Salvezza e nella esistenza della Chiesa sulla Terra fino alla consumazione dei secoli. Esistenza però, che potrebbe non includere l’Italia (non ingannino le cifre dei raduni papali su cui pietosamente non mi soffermo) e potrebbe limitarsi a un piccolo, piccolissimo resto (si legga per esempio Amerio) in aree remote del pianeta, dove i cristiani hanno fede salda come la roccia e, pensi, fanno persino figli per cui certamente esisteranno ancora tra un secolo
Spiace constatare il dialogo sia diventato impossibile tra fratelli di fede.
La diffidenza è il primo segnale di fede che scema – un popolo è la risultanza dei singoli – e impedisce la retta comprensione non solo delle parole ma anche delle intenzioni.
Non serve dunque “giustificarsi” e tentare di spiegare.
FCM carissimo, le auguro di cuore ogni bene.
Sempre fraternamente.
Che dirle caro Occhi Aperti, segua il consiglio del suo stesso nome. I cattolici sono incapaci di qualsiasi iniziativa e non fanno figli ma per lei va tutto bene, non mi resta che augurarle buonanotte e sogni d’oro
Segnalo anche (se mai ce ne fosse bisogno) il lucido libro sulla crisi della Chiesa del M° Porfiri, che come sempre mostra di avere le idee chiare sulla situazione senza indulgere nell’estenuante ottimismo da orchestra sul ponte del Titanic. Come rivela senza ambiguità questo passaggio:
E avendo visto questo atteggiamento ben diffuso nella Chiesa di oggi, ho capito che a viste umane occorre, con Ernst Jünger, ‘passare al bosco’, prendere esempio dai claustrali che influiscono sulle cose umane con l’arma della preghiera, mentre intorno vengono giù i calcinacci”.
Calcinacci non ancora delle chiese, ma di una società già in macerie, in cui la gente si aggira, in un paesaggio socialmente postatomico, accompagnata dal cane anziché dal figlio, parlando col cellulare anziché col prossimo, vivendo in compagnia di Netflix o di emittenti cattoliche; che mandano in onda una normalità che non esiste più, messa in scena da pochi privilegiati attori, naturalmente “ottimisti” e rassicuranti le alienate folle cosiddette cattoliche.
Chissà se qualche uomo di Chiesa di buona volontà, mettendo per un attimo da parte il burocratese pastoral-post-conciliare, vorrà tener conto di queste parole.
Una crisi che T. S. Eliot previde un secolo fa, con immagini che ricordano la copertina del libro:
Ecco la cappella vuota, casa solo del vento.
Non ha finestre, e la porta sbatte,
Aride ossa [quelle di S. Pietro] non possono far male a nessuno.
Soltanto un gallo [quello del tradimento] cantava sul colmo del tetto
Chicchirichì chicchirichì
Nel bagliore d’un lampo
Le parole del recente discorso di Putin sono meno poetiche, ma inquietanti in un’evocazione di Dio che suona quasi profetica, pur omettendo una schietta parola:
“Nel Discorso della Montagna, Gesù Cristo, denunciando i falsi profeti, disse: “DAI LORO FRUTTI LI RICONOSCERETE”
l’Occidente si sta chiaramente e da tempo abbandonando a un’ILLUSIONE. Ma CHE DIO SIA CON LORO (?) SONO AFFARI LORO.”
Eccola, la parola benevola: sono proprio, sostituite voi l’eufemismo, “affari” nostri
È tragico osservare certi commenti di plauso e consenso per l’ennesima marionetta del Sistema pluto-massonico dominante, come se essere in balia del “tentacolo destro” della piovra globalista fosse meglio che risultare in balia di quello “sinistro”! Fa specie poi il continuo glissare degli entusiasti di turno, in perfetto stile democristiano, sulle caratteristiche intrinsecamente criminali di un intero SISTEMA di potere politico, omettendo che da 76 anni i Pupari che occupano la nazione italiana vogliono con ogni mezzo che il popolo avalli il loro Ordine partitocratico criminale, immancabilmente a mezzo della paura che altrimenti possano arrivare i “mostri di turno”, sempre pronti ad irrompere sulla scena… a queste anime belle che parlano di realismo concreto, atteggiandosi a difensori della realpolitik, contro quelli che essi definiscono “duri e puri”, ribadiamo che la situazione politica attuale cui dicono di voler rimediare, in realtà è il risultato delle loro medesime ciarle, che sono identiche a quelle diffuse per quasi 80 anni dal democristianume italy-ota, da sempre in servizio permanente effettivo dei soliti “pupari” che dalle centrali della finanza globalista d’oltre Manica ed oltre oceano, tengono i fili della politica nazionale, di quella controfigura di Stato senza alcuna Sovranità in cui viviamo. Ma l’inganno del quale sono complici è stato svelato ( https://bibliotecafascista.org/2022/05/20/in-primis-consapevolezza/ ) ed al vero “partito di maggioranza italiano” tutto ciò risulta sempre più chiaro, tanto quanto il fatto che la vostra cosiddetta liberal-democrazia (con relativa Costituzione!) è IL VERO PROBLEMA del Popolo Italiano ( https://bibliotecafascista.org/2022/02/19/la-civetta-di-minerva-batte-le-ali/ ) così come è sempre più evidente come essa non sia MAI stata compatibile col Cattolicesimo Romano ( https://bibliotecafascista.org/2022/09/17/opposizione-cattolica-e-stato-nazionale-popolare/ ) …a differenza di quella che rappresenta la vera “minaccia” politica che turba i sonni di tutti i benpensanti ( https://bibliotecafascista.org/2022/09/28/unica-vera-minaccia-che-fa-riflettere/ ), quella che davvero ha a che fare con Roma, la stessa che turba da decenni le coscienze dei plutomassoni e delle “anime belle”, accorse allegramente su quello che ritengono essere il carro del vincitore allestito dai “padroni”…
Buona sera a tutti.
Io non sono certamente dello staff della Meloni, ma sottoscrivo in toto il post del sig. Fedele.
Effettivamente se cominciamo già noi ad impallinare il primo governo NON dichiaratamente socialista o liberale (nel senso anticristiano), da quando la DC ha degenerato disconoscendo i propri valori fondati sul cattolicesimo di don Sturzo (svolta del centro-sinistra anni sessanta), immaginiamo quanto lo stesso potrebbe durare sotto i colpi del potere massonglobalista.
Diamo fiducia, almeno per ora.
Articolo molto chiaro nella sua esposizione e nella descrizione dello statu quo da cui deve partire il nuovo Governo nell’immane sforzo di tentare di raddrizzare alquanto la pessima situazione in cui ci troviamo.
Complimenti.
Io non ho votato per il Centrodestra, ma condivido l’invito di Vincenzo Fedeli alla prudenza e al discernimento.
I cattolici dovrebbero essere contenti di aver fatto arretrare l’inferno in terra di qualche metro, per citare il prof Viglione…Certo non è una vittoria, ma mi dicano, i cattolici ,quando hanno vinto l’ultima volta.
Giorgia Meloni è intelligente e non è certo peggiore di tanti citrulli e dame discutibili che han fatto e fanno i politicanti in questa sventurata patria.
Che sia riuscita a giungere a questo traguardo sa già di impresa eroica, dato l’ambiente corrotto, la slealta, l’uso di trappole e di sgambetti dei volponi sinistrorsi.
Non beviamo i calici del ma in stream e non assaggiato neanche i pastpni avvelenati degli sconfitti.
Abbeveriamoci al Vangelo e informiamoci sui siti alternativi.
Discutiamo su questo blog, confrontiamoci tra sodali e preghiamo.
La critica va bene quando si ricerca la verità in un clima di pace.
Non siamo in queste condizioni.Poco sappiamo e ancora meno capiamo.
Un briciolo di umiltà e un passo indietro mi sembrano la divisa migliore.
E mi scuso di nuovo ma mi sfugge il senso anche di quest’altra pubblicazione. Un endorsement alla Meloni? A che pro, ha già vinto! Queste potrebbero essere parole di chi è nel suo staff, (non so, magari è il suo caso), altrimenti continuo a non capire. Ok, è chiaramente contento di questa “vittoria” e, almeno su questo sito, dovrebbe essere consentito ancora esprimere, con le dovute maniere, le proprie opinioni. Ma oltre questo non si può andare: cioè non si può obiettivamente, su un sito di ispirazione (diciamo?) cattolica (diciamo?), inneggiare alla vittoria di chi ha già dichiarato di voler assolutamente continuare nel solco di chi l’ha preceduta in materia di Europa, Atlantismo, VACCINI, ABORTO ecc. ecc. Ma di che caspita abbiamo da gioire in qualità di CRISTIANI? Certo, se poi parliamo di altro…
Signora Maria, non si affanni a ripeterlo, è palese che le ” sfugga il senso” e che ” continui a non capire”.
Vada a documentarsi su cos’è la “Finestra di Overton”.
Per semplificarle le cose le dico che è una finestra che è stata aperta, molto lentamente e facendo tappe intermedie; bene: questa finestra deve essere chiusa e per chiuderla bisogna operare con gli stessi sistemi con cui è stata aperta.
Capito il concetto e di conseguenza svelato l’ arcano vedrà che ” coglierà il senso “
Non mi sembra il caso di offendere, visto che ho iniziato scusandomi io stessa e non vedo cosa le fa pensare che lei possa essere il solo a conoscere le “finestre di Overton”, molto inflazionate al giorno d’oggi devo dire. Per il resto forse non ha letto il primo articolo del quale commentavo di non capire il senso DELLA PUBBLICAZIONE, non “il senso”! Anch’io ho molti pensieri sui quali rimugino, PRIVATAMENTE, perché non è detto che tutto quello che ci passa per l’anticamera del cervello meriti la TRIBUNA DEL POPOLO.
Non credo che l’affermazione dell’ottimo e sincero Vincenzo Fedele, che cioe’ gli USA fossero gli unici con la capacita’ di distruggere i gasdotti possa essere accettata.
Su questa guerra infame che macina vittime come se fossero chicchi di riso e non vite umane e’ possibile che agiscano attori invisibili , non considerati dai giornalisti accreditati ma veri.
Prendiamo i molti ucraini sparsi per il mondo. Potrebbe èsistere un governo in esilio.
Chi sono i proprietari della famosissima acciaieria di Mariupol ?
Di questi attori non si parla.
Ma non esistono solo i mercenari di cui siamo venuti a conoscenza.
Potrebbero esistere altri mercenari, gia’ in regolare pensione, ma con competenze tecniche specifiche ed adeguate alla bisogna.
E poi esistono sempre i concorrenti commerciali, non necessariamente USA.
In sintesi l’unico che non aveva alcun interesse a sabotare i manufatti era proprio Putin.
Mentre era interesse di Putin distruggere l’acciaieria di Mariupol, perché era fonte di guadagno per i suoi invisibili nemici.