Benedetta De Vito. Pensieri Vaganti da San Pietro a Sant’Agata dei Goti.
26 Settembre 2022
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, mentre l’attenzione di tutti è rivolta alle elezioni e al cambio politico che sta avvenendo sotto i nostri occhi, vi offro sommessamente, come una piccola pausa spirituale, questi pensieri vaganti di Benedetta De Vito. Buona lettura.
§§§
Ero a San Pietro, ieri mattina. Turisti, tanti, e molti, mi pare, americani. In Basilica un bel gruppo organizzato di fedeli radunati lì a pregare e ad ascoltare catechesi. Io, sotto all’obelisco voluto da Sisto V, un grande Papa combattente (che amo), osservavo il cielo in sciarpa morbida di nuvole grigie che, tutt’attorno sembravano abbracciare il colonnato del Bernini.
San Pietro, laggiù, sembrava maestoso sfondo teatrale, in carta pergamena, e non so perché ma mi pareva che piangesse, chiamandomi da lontano. Oh, sono io, sempre con le mie visioni, mi sono detta e chiamata da una signora americana mi sono messa ad aiutarla perché non sapeva dove incontrare la sua guida. Girando intorno all’obelisco, ho immaginato il caldo agosto durante il quale, in pochi giorni, è stato tirato su quel gran colosso egiziano, come opera possente in gloria a Dio, le corde brombe d’acqua, il sudore di tanti fedeli, oh, la meraviglia: i Romani in festa! Ora, nessuno ci pensa più a quel passato e tutto diventa solo sfondo per un selfie da postare su Instagram.
Incontrato chi dovevo incontrare, me ne sono tornata sui miei passi, percorrendo la lunga serpe piemontese chiamata Corso Vittorio, pensando mio malgrado a quel San Pietro mesto che da laggiù mi guardava. Signore, mi dicevo, aiutami tu perché io sono poca cosa e nulla. Andavo, pensavo, pregavo.
E mi veniva in mente l’orrida immagine del giorno dell’elezione di Bergoglio-Orgoglio, quando, così mi parve, emerse dal nulla, dal buio alla folla, il nuovo successore di Pietro, e disse quel suo orrendo “Buonasera”, con la “e” aperta, come il tipo viscido di una antica pubblicità oggi dimenticata. Ricordo, allora, mi girai verso mio marito e gli dissi solo questo: “Io ho paura”. Era il mio cuore a parlare. Lui sapeva già chi era quell’uomo vestito di bianco che, senza mozzetta, si presentava, spavaldo, all’orizzonte.
Tante ne doveva combinare quel signore, che qui neanche più mi va di elencarle le bricconerie pensate ad arte per capovolgere la Chiesa e il suo insegnamento con furbizia gesuitica. Tra il fatto che era arrivato quando i suoi predecessori avevano già fatto piazza pulita della tradizione (il latino tanto odiato dal diavolo, come loro sanno benissimo e io pure…) e il birignao del nome scelto e pure quello fa parte del gioco, eccolo addirittura cambiar le parole del Padrenostro, per come ce lo ha insegnato Nostro Signore.
Io, mai, ho detto in tutte le messe in cui sono andata, quella formula orrida e falsa! Ma prima di andare avanti, vado a ritroso solo di qualche anno e sono in una scuola cattolica romana dove andò una bimba morta in odore di santità. La suora che m’accompagna a vedere i giochini e i vestiti di lei rimasti a scuola, mi indica una stanza: “Qui dormiva il cardinale Roncalli quando veniva a Roma prima di diventar Giovanni XXIII, vuole entrare?”. Un senso di disgusto mi invase, mi sentii pietrificata e dissi a ruscello no, no grazie, preferirei di no, e scuotevo il capo. Ecco che cosa penso dei Papi del Vaticano II, tutti fatti beati come gli imperatori di Roma, che da morti, venivano fatti Dei…
E ora, con gli stivali del gatto, sono ieri pomeriggio in chiesa a Sant’Agata dei Goti, per la messa, con mio marito. Celebra un sacerdote africano che ha nei gesti e nel cuore, ne sono certa, l’amore per Gesù e per la Chiesa. Lo so da come mi porge la Particola, in solennità e reverenza. Sì, nella grande Chiesa ci sono molti sacerdoti santi e questo è motivo di gioia e di consolazione e dona la speranza!
Ma, raccolta in me, immaginatemi inginocchiata nella cappellina della santa vergine buona (agatos in greco questo significa) e d’un tratto la rivelazione su San Pietro. Sì, il primo Papa, Cefa, designato da Gesù stesso, è stato rimesso in Croce, a testa in giù, dai pagani, cannibali, dalla finta chiesa, che ora spadroneggia nella Chiesa eretta sulla sua tomba, la Chiesa delle Chiese, il simbolo stesso della Cristianità. Intanto, aspetto il libro “Codice Ratzinger” che gentilmente Andrea Cionci mi ha inviato. Sì, con “Benni”, in preghiera, avanti!
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Tag: bdv, de vito, san pietro
Categoria: Generale
Non dovete andare a messa in comunione con antipapa Bergoglio.
Cara Maria, sento come lei. Ma essendo frate laico, con voti perpetui, non posso scegliere in convento, se i nostri preti, per il resto molto credenti e devoti, invocano Bergoglio invece del Santo Padre.
La tesi di Cionci è ampiamente convincente, e il rifiuto della stessa fa palese la grande crisi del sacerdozio, che esisteva già prima della rinuncia di Benedetto XVI al ministero papale.
Leggendo i commenti vedo che tanti uomini, anche donne cattolici non vedono il tutto dell’immagine. Secondo me è necessario di fare il ponte entro papato e Eucaristia. Sono legati uno all’altro intrinsecamente.
Non capisce la rinunzia di papa Benedetto chi non capisce la crisi dell’Eucaristia nella chiesa che si era manifestata con l’introduzione della comunione in mano, un atto manifesto di ribellione, sia contro la verità della transustanziazione come contro l’autorità del papa ( in rif.: Federico Bortoli, sulla Comunione in mano).
Guarda caso, che papa Benedetto nel 2011, se non mi inganno, ha disposto che nel Vaticano la santa comunione sia amministrata esclusivamente in bocca e in ginocchio.
Vediamo oggi come tutto è finita, rigettato e capovolto del tutto. Un falso profeta vestito di bianco che amministra in Vaticano solennemente la comunione alla Signora Pelosi, USA, pubblica sostenitrice dell’aborto con divieto alla comunione dal vescovo competente della sua diocesi.
Ci sono invece sempre i furbi ipocriti cattolici che sanno con certezza infallibile che la colpa delle vicende disastrosi che viviamo è sempre e sola del pontefice regnante, prima di GP II, e oggi di papa Benedetto.
Invece sarebbe da investigare fino al fondo, seguendo il nostro neoapostolo Andrea, che possiede quel legame innato con il papa, la domanda sulla distinzione entro munus e ministerium nel diritto canonico, inserito nell ’83 su iniziativa dell’allora card. Ratzinger. Di fatto, il diritto dichiara il papato un “munus” differito direttamente “a Deo”, mentre il papa Benedetto XVI nella sua declaratio ha rinunciato appositamente al “ministerium”, benché nella stessa frase cita espressamente il munus petrino.
Caro fratello frate, lei mi è di scandalo.
Meglio sarebbe se almeno non palesasse di essere frate.
Dio ci benedica e la Madonna ci protegga!
Se abitassi a Roma, Le chiederei di portarmi con sé, in questi santi favolosi itinerari di bellezza, per dar refrigerio agli occhi e al cuore sofferente. Ma va bene anche così.
Grazie
Cara Maria Bnedetta la ringrazio per la notizia di quel sacerdote citato nel suo articolo “Chiese di Roma, Perle della mia Collana” che le ha dato GESU’ Eucaristico come DIO
comanda. Mi ha tirato su di morale, ma non si faccia
troppe illusioni. Qualche cosa di simile è capitato pure
a me, ma poi è arrivato un “fariseo” che senza nessuna
autorità mi voleva dare GESU’ Eucaristico in mano, come
si dà una moneta a un povero che chiede l’elemosina.
Non ho detto nulla; mi sono girato e sono tornato al
mio posto. Il peccato lo ha fatto lui.
Lei ha rifiutato il Corpo e il Sangue, l’Anima e la Divinità di Gesù Cristo. Ne prenda atto, caro Giopav.
Colto alla sprovvista, non avrebbe potuto inchinarsi con devozione, porgere le mani e, senza toccare mai con le dita il Santissimo, portarLo delicatamente e con ogni premura alla bocca, davanti al sacerdote?
Dico io, non poteva metter lei quella fede che il “fariseo” non dimostrava e così consolare quel Gesù Sacramentato che a lei veniva?
Alla fine della Santa Messa andava in sagrestia e testimoniava la sua fede a chi, abusando del suo ruolo, le imponeva qualcosa che ogni buon cristiano comprende essere sbagliato…
Ma invece no…piuttosto che combattere per ciò che è giusto in umile atteggiamento ma convintamente, si arriva a rifiutare il Corpo di Cristo…che è dato per noi…
Su un altro piano e sinteticamente: se il confessore le negasse l’assoluzione che farebbe? La cercherebbe da altro sacerdote? Deciderebbe di non confessarsi più?
Questo per riflettere sul fatto che i Sacramenti ci vengono amministrati…
Inoltre: ci preoccupiamo tanto di ricevere Gesù sulla lingua ma quanto ci preoccupiamo di riceverLo in grazia?
L’impressione generale (non riferita a lei) è che si badi tanto all’apparenza e troppo poco alla sostanza. Il che non è certo un invito alla superficialità e a farci andare bene le cose come stanno, sia chiaro.
Beh, la ringrazio per lo spunto, anche se probabilmente non ascolterà una voce anonima e sinceramente preoccupata di questo “astensionismo” che ha la sua prima causa nel procedere senza il consiglio di un sacerdote di comprovata retta dottrina.
Fraternamente.
Grazie OCCHI APERTI. Devi però credere che DIO è
superiore a qualsiasi suo rappresentante i quali devono
“Obbedire a Dio”, pena la condanna eterna se fanno mancare
“un beneficio a chi ne ha bisogno se è in loro potere di
farlo”(Proverbi cap.3 vers. 27).
La sua gentile risposta aprirebbe un discorso immenso sulla vera e falsa obbedienza che ora, per mancanza di tempo, non sono in grado di approntare.
Allora, in breve: anche io, come lei e come ogni ministro di retta dottrina o semplice fedele, credo ovviamente che “DIO è superiore a qualsiasi suo rappresentante”.
Ma dato che ogni autorità viene da Dio (basti pensare soprattutto a Gesù davanti a Pilato! Gv 19, 10-11), si è chiesto il perché Egli avrebbe posto a nostro servizio Suoi rappresentanti? Perché noi li scalzassimo, forse?
Facendo così, Giopav carissimo, comprende da sé che non c’è Chiesa…
Se è cattolico e si accosta ai Sacramenti lei non lo fa come singolo, attenzione; lo può fare unicamente come parte del Corpo Mistico della Chiesa di Cristo.
Questo comporta l’impossibilità di procedere da soli (il tralcio e la vite, le ricorda nulla?). Il farlo ci escluderebbe dalla comunità dei fedeli, depistati e illusi dalla diffusissima idea – diabolica – di avere il filo diretto con Dio. Ma la fede non è fatta di sentimentalismi, Giopav!
E’ stato un piacere.
Un caro saluto.
P.S. “Il dialogo della Divina Provvidenza” di Santa Caterina da Siena è lettura imprescindibile.
PS Non mi è chiaro cosa intenda con “fariseo senza nessuna autorità”… E forse è meglio non saperlo!
Ad ogni modo ho colto l’occasione per una piccola considerazione personale a tema.
Saluti!
Carissima , per utilizzare le parole del card Muller (cfr. Il Monastero di Massimo Franco) non si sa chi abbia destrutturato il papato se il suo Benny o il gesuita Francesco. Sta di fatto che il secondo siede su una cattedra conferitale a causa della fuga dello studioso Ratzinger. Che ha scritto molto bene su Gesù, la Chiesa, gli uomini ma sul più bello ha preferito la comodità allo stare inchiodato sul legno grezzo. Pare che il Signore Gesù glielo abbia consentito con un solo incomodo: assistere per lunghi anni alla desolante e mortificante fine del papato e di Roma caput mundi. E condannato al silenzio in eterno.
I partiti anche nella Chiesa?!
Cristo. Non più fazioni…
Cara signora, come sempre, le sue parole sono le mie. E come fare, di fronte alla dichiarazione, a Messa, di essere in comunione con Bergoglio? Sono confusa…