Lazzaretti. Energia ed Essenza del Neoliberismo. Gas e Luce, la Guerra non c’Entra Nulla…

15 Settembre 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il prof. Giovanni Lazzaretti offre alla vostra attenzione queste considerazioni sulle vicende politiche e economiche che stiamo vivendo. Buona lettura.

§§§

 

Energia ed essenza del neoliberismo

Caro Giovanni,

ma noi non ci offendiamo mica se tu ci scrivi stile Taglio Laser o Samizdat(1), vuol dire che ritieni il nostro orecchio a quel livello.

Un po’ saremo ben cresciute in questi anni. Certo l’Olga non ti farebbe più la domanda coprendosi la faccia con un cuscino…(2)

Con quel che hai detto sulla guerra d’Ucraina, devo dedurre che sei contrario alle sanzioni, immagino.

E poi un’altra domanda (fatta serenamente, senza il cuscino davanti): il blocco delle Messe nella primavera 2020 fu una violazione del principio “Doveri dello Stato verso la Religione Vera”?

Poi ho capito chi era la tua parente che non poteva entrare dal marito…

Ciao. Irma

 

13 settembre 2022, San Giovanni Crisostomo

 

Cara Irma,

non è che io sia contrario alle sanzioni per principio.

Dico solo che le sanzioni hanno senso solo se emesse da un organismo sovranazionale, in presenza di pubblico dibattito (ossia con il sanzionato che può dire le sue ragioni in modo mediaticamente significativo) e in assenza di una moneta mondiale dominante.

Detto in soldoni: qualcuno può porre sanzioni agli USA? O a qualche alleato degli USA? Non può tecnicamente, perché i circuiti di pagamento e la moneta di riferimento sono controllati dagli USA. Tu metti le sanzioni, e gli USA si vendicano tagliandoti fuori dai circuiti di pagamento: procedura infattibile.

Gli USA (e alleati) sono “non sanzionabili per natura”. E questo li fa apparire “buoni per natura”. Criminali nei fatti, almeno dalla Serbia in poi.

Quindi le sanzioni non hanno senso, perché possono essere solo unilaterali: da USA & alleati contro “altri”. Cuba, Iran, Libia, Russia, Siria, Venezuela… tutti quelli che danno fastidio.

In un mondo normale le sanzioni sarebbero state comminate all’Ucraina per il colpo di Stato di Euromaidan 2014 e per l’attacco al Donbass. Ma il tutto avveniva sotto la tutela degli USA (con la garbatissima Victoria Nuland che mandava l’UE «a farsi fottere») e dei NATO-fanatici della Polonia e quindi andava tutto bene.

Passo all’energia.

Il costo dell’energia

La questione dell’energia si vede bene da questi due diagrammi. Diagrammi banali, sono le bollette di casa mia.

ATTENZIONE. Non il totale della bolletta, che può trarre in inganno, ma la sola “componente energia”.

Qui parliamo di bolletta della luce (Servizio Elettrico Nazionale) e c’è il grafico del costo in centesimi per chilowattora. Come vedi, sta tranquillo fino a luglio 2021 e poi si impenna.

Qui invece c’è il gas (Iren), e c’è il costo per metro cubo della “materia gas”.

Cambio deciso di passo da maggio 2021.

Quindi, prima deduzione, la guerra d’Ucraina non c’entra nulla.

O meglio, la guerra c’entra come scusa per coprire ciò che era già avvenuto. Chi ascolta solo la TV non può che associare la crescita delle bollette con Putin.

Di fatto il prezzo del gas (e della luce che nasce in gran parte dal gas) nasce in una sorta di “borsa” ad Amsterdam.

Nell’estate del 2011 un trafiletto di un quotidiano nazionale ci comunicava che “alla borsa di Milano dodici transazioni su tredici sono di tipo speculativo”. Tradotto in numeri sarebbe il 92%. Passati 11 anni, e con l’inondata di moneta finanziaria prodotta dal Quantitative Easing, saremo ormai al 99%.

Nelle borse non si commercia, si specula. Gente che compra e vende solo per lucrare sulla differenza tra acquisto e vendita, e con prodotti finanziari sempre più fantasiosi.

Ad Amsterdam è uguale. Commercia gas gente che non lo estrae, non lo trasporta, non lo distribuisce, e non lo vende all’utente. Semplicemente “forma il prezzo” in base alle proprie aspettative attraverso strumenti finanziari.

Noi siamo in balia di questa gente. Speculatori in grado di decidere la nostra rovina.

Qui è in ballo la violazione del principio non negoziabile della “proprietà”. La proprietà del povero e di chi ha bisogno di lavorare per vivere. Il redditiere pagherà di più il suo gas, ma incasserà a valanga tramite qualche fondo che specula sul gas.

I ricchi non piangono mai.

Viene violato il principio della “verità”, perché attribuiscono le cause sostanzialmente alla Russia che non c’entra niente.

Faremo fatica però ad attribuire colpe specifiche a un governo (se non quella che Draghi nell’estate 2021 ha dormito o ha voluto dormire: giocava col green pass e gli “sfuggiva” il cambio di passo dell’energia; semmai lo segnalava, ma con un’enfasi mediatica pari a zero).

Faremo fatica ad attribuire colpe perché qui siamo nell’ambito delle “strutture di peccato” descritte da San Giovanni Paolo II.

Il neoliberismo è una struttura di peccato.

 

Essenza del neoliberismo

Il neoliberismo manda avanti mediaticamente alcuni princìpi che devo riassumere all’osso.

  • Il privato è efficiente, il pubblico è inefficiente.
  • Il pubblico, per fare la sua spesa pubblica improduttiva, deve prendere risorse al privato.
  • Prendendo risorse al privato, costringe il privato a ridurre i posti di lavoro.
  • L’ideale è quindi uno Stato minimale, in modo che le libere risorse rimaste in mano ai privati generino quei posti di lavoro che tutti auspichiamo.
  • Corollario (nemmeno pronunciato): il metodo di emissione monetaria è ininfluente nell’economia.

Basterebbe analizzare la Libia di Gheddafi per vedere che tutto ciò non ha senso.

La Libia raggiunge la situazione di

  • Zero debito
  • Zero emigrazione
  • Zero disoccupazione (non zero, ma quella percentuale minima incomprimibile formata da chi è in cerca di lavoro, da chi sta cambiando lavoro, ecc,)
  • Immigrazione dai paesi poveri.
  • Indice di Sviluppo umano più grande dell’Africa, superiore a 10 paesi europei

E molto altro, avendo una percentuale altissima di dipendenti pubblici. Ma la Libia potrebbe essere “un caso”.

Facciamo allora un altro esempio più terra terra. A Langhirano ci sono due prosciuttifici. Piccoli, ben funzionanti, con soddisfazione piena dei proprietari, dei dipendenti e dell’Erario.

Arriva il neoliberista, e segnala che «la redditività del capitale investito è bassa».

«È bassa come deve essere, visto che operiamo in un settore maturo come i prosciutti. Ma ci guadagniamo tutti.» rispondono i saggi proprietari.

Ma poi i proprietari invecchiano, non hanno ricambio generazionale, e vendono entrambi al neoliberista.

Il quale procede con efficienza: unifica i 2 prosciuttifici ed espelle il ceto impiegatizio eccedente. Oppure li chiude entrambi e tiene solo il parco clienti.

 

Un po’ di Caffè

Quindi possiamo cedere la parola a Federico Caffè (scomparso nel nulla nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1987), con due brevi citazioni.

«Al posto degli uomini abbiamo sostituito i numeri e alla compassione nei confronti delle sofferenze umane abbiamo sostituito l’assillo dei riequilibri contabili».

«Il capitalismo maturo, al pari di quello originario, poggia su sofferenze umane non contabilizzate, ma non per questo meno frustranti e degradanti».

Ecco, l’efficienza neoliberista si basa su quello: la creazione di sofferenza umane non contabilizzate, che finiscono tutte a carico dello Stato “inefficiente”.

E se lo Stato fa delle mosse per sostenere questi sofferenti, il neoliberista gli dirà di non esagerare, perché sottrae risorse al privato.

 

E un po’ di Bernard Maris

Questo l’hai già letto(3), ma serve molto in questo contesto.

Passo la parola direttamente a Bernard Maris assassinato a Charlie Hebdo il 7 gennaio 2015.

Elogio della gratuità – Antimanuale di economia

Abbiamo iniziato con la questione della scarsità e della distribuzione, concludiamo con una nota di ottimismo relativa all’abbondanza: quella della cultura e della conoscenza.

E’ difficile parlare di abbondanza quando oltre un miliardo di persone non ha accesso diretto all’acqua! La questione dell’acqua, per l’appunto, mostra che il problema economico è lontano dalla soluzione.

Eppure verrà il giorno in cui l’umanità lotterà per ciò che può avere in abbondanza – e quindi cesserà di lottare, giacché non si lotta per ciò che abbonda – e non più per quello che l’attività economica rende drammaticamente scarso.

Il capitalismo organizza la scarsità, i bisogni e la loro frustrazione.

Le generazioni passano, si arricchiscono (accumulano oggetti e rifiuti), ma sembra che la frustrazione e la paura del futuro e della privazione non diminuiscano (…).

Gli economisti raccontano che il funzionamento delle società è naturale, che lo scambio di mercato è primordiale e naturale, che la concorrenza è anch’essa qualcosa di naturale, che non si può contraddire il mercato.

Se per mercato s’intende il “girotondo dei potenti” (analisti, esperti, multinazionali, banche d’affari, agenzie di rating, giornalisti finanziari, uomini politici) è vero.

Ma non vi è nulla di meno naturale di un mercato creato, organizzato, istituzionalizzato a favore di interessi molto particolari, né vi è nulla di più inefficiente.

La storia, la genesi dei mercati, dei prodotti, delle invenzioni, le loro relazioni con la sociologia, l’antropologia, i costumi, la psicologia, la geografia, la politica – di tutto questo dovrebbe occuparsi una buona analisi economica, che privilegi la storia, i fatti. Tutto il resto è solo ideologia o, nella migliore delle ipotesi, cattiva psicologia (…).

Il filo conduttore di questo libro è il grande dibattito sul “mercato” e sul “gratuito” (…) Alla fine di questo Antimanuale, dovrebbe essere chiaro che la gratuità e la solidarietà determinano la crescita, l’invenzione, la ricchezza, malgrado la concorrenza, sostanzialmente inefficiente. (…). Il sistema di mercato sopravvive soltanto perché fagocita tutto quello che discende dalla gratuità e dalla solidarietà. Si appropria dei beni pubblici e impone pedaggi per il loro uso (…). Virtù come l’onore, la fedeltà, il rispetto per gli altri, la morale, non hanno alcun interesse per l’economista, a meno che si presentino sfigurate da qualche grottesca formulazione del tipo “Quanto mi rende essere onesto?”.

Dobbiamo smascherare instancabilmente i rapporti di potere che si celano sotto le “evidenze” economiche, rifiutare tutte le false leggi (“i profitti di oggi sono i posti di lavoro di domani”, “il commercio arricchisce”, “la Borsa tira la crescita”) e tutte le false evidenze (“gli Stati Uniti sono un paese liberale”: al contrario, sono nazionalisti, interventisti in campo economico e fanno un enorme ricorso, specie in materia di ricerca, ai fondi pubblici).

La gratuità e la solidarietà sono di buon auspicio per quella che potrebbe essere la società di domani, una volta scomparso il problema economico.

Può darsi che l’ideologia economica regni per sempre: Orwell e Huxley hanno raccontato la fine della storia e l’eternità dell’orrore economico ben prima di Fukuyama.

Ma facciamo un sogno: quando l’economia e gli economisti saranno scomparsi, o saranno stati quanto meno relegati in “secondo piano”, saranno scomparsi anche il lavoro senza senso, la servitù volontaria e lo sfruttamento degli esseri umani.

Allora sarà il regno dell’arte, del tempo oggetto di libera scelta, della libertà. Chi sognava tutto questo? Keynes, il più grande degli economisti.

È bello, c’è poco da aggiungere.

Senza mirare all’utopico finale, noi auspichiamo un regno del lavoro secondo la nostra Costituzione. Un regno del lavoro, e della proprietà che nasce dal lavoro, uniti a vita, famiglia, verità.

E coi doveri verso la vera religione, che sono stati orrendamente violati nelle chiusure primaverili 2020, come hai scritto tu.

 

Detto questo c’è poco da aggiungere

Detto questo c’è poco da aggiungere.

Lo Stato, il “pubblico”, sono diventati sostanzialmente la “discarica” del neoliberismo.

Il neoliberismo fa profitto creando rottami: rottami umani normalmente, che vanno tutti a carico del “pubblico”. Rottami di ditte sane che diventano “decotte”. Rottami di un sano approvvigionamento energetico che diventa un furto sui piccoli, gestito dagli anonimi di Amsterdam.

Il neoliberismo fa i suoi, fa profitti pazzeschi sul commercio del nulla alla borsa di Amsterdam, e massacra i piccoli e coloro che hanno bisogno di lavorare per vivere.

E’ la versione revisionata 2022 della mitica Austerity 1973-1974 della nostra giovinezza: Domeniche a piedi, TG a orari anticipati, fine anticipata delle trasmissioni TV, la 200 miglia di Daytona che si corre (pateticamente) su 180 miglia…

La farsa del 1973 serviva a portare i prezzi del petrolio a livelli tali, da rendere remunerativa l’estrazione di petrolio nel Mare del Nord. La farsa 2022 serve a farci credere che la colpa sia della Russia.

 

La cosa più nauseante

La cosa più nauseante è constatare come il neoliberismo ha ridotto l’Italia, e vedere partiti che pensano di risolvere i problemi del neoliberismo… insistendo col neoliberismo.

Sembra che la Grecia non abbia insegnato niente, con le cure neoliberiste continuate fino alla devastazione.

Devastazione della quale non sentiamo più parlare perché ormai il debito greco è stato posto a carico dei cittadini europei, senza che nessuno se ne accorgesse, e mediaticamente non interessa più nessuno (tranne i Greci, diventati un paese del Terzo Mondo).

Draghi non è “il Migliore”. E il miglior interprete del neoliberismo. Ossia della nostra morte.

 

Quindi, Irma

Quindi, Irma, chiunque abbia violato i princìpi non negoziabili in forma “classica” (aborto, divorzio, eutanasia, unioni civili, eccetera) non è votabile.

  • Non è votabile chi ha gestito la pandemia.
  • Non è votabili chi ha gestito la campagna vaccinale.
  • Non è votabile chi sostiene l’Ucraina con le armi.
  • Non è votabile chi sostiene la NATO (subirla è prassi da sempre, ma è sufficiente glissare e dire qualche “no” per rivendicare un minimo di autonomia).
  • Non è votabile chi si fa possibilista su una guerra nucleare.
  • Non è votabile chi vessa NOI con le sanzioni.
  • Non è votabile chi ritiene inevitabile il prezzo del gas definito ad Amsterdam.
  • Non è votabile chi vuole risolvere i disastri neoliberisti usando il neoliberismo.

Dirai che, messa così, non si vota nessuno.

No, si possono votare i partitini antisistema.

Ma c’è anche una faccenda strana, che mi prenderà la prossima puntata (a Dio piacendo).

Nella scorsa legislatura ci sono state 2 chicche, e bisogna mettere in luce queste due cose buone.

Gli autori di queste cose buone meriteranno il mio voto? Probabilmente no. Ma potrebbero meritare la mia stima.

 

Visto che hai capito chi era la parente con marito operato… una preghiera per domani, cioè oggi 14 settembre, Esaltazione della Santa Croce, onomastico di Suor Croce: deve fare un’altra operazione di contorno.

Ciao

Giovanni

 

NOTE

(Le note sono per i lettori esterni, non sono presenti nei testi che mando all’Irma)

  • Vedere il finale del testo precedente “Bambine che giocano alla guerra”.
  • Si riferisce a un vecchio episodio del 2013, descritto nel testo del 14.02.2013 intitolato “Per una volta l’alieno sono io”.
  • Testo “Cara Irma – Morte di un economista”, 31 gennaio – 21 febbraio 2015

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1 commento

  • Nuccio Viglietti ha detto:

    Sanzioni ad americani?… ci strappa un sorriso!… atleti e compagini USA dovrebbero essere state estromesse sistematicamente da competizioni internazionali almeno in ultimi settant’anni… essendo gaglioffi impegnati da guerra di Korea fino a nostri giorni in conflitti armati in ogni parte più recondita di globo terracqueo!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/